Borsellino diceva che il voto è un’arma. Usiamola domenica contro razzisti e fascisti.

Borsellino

 

 

 

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Borsellino diceva che il voto è un’arma. Usiamola domenica contro razzisti e fascisti.

 

La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo,

ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano.

Quella matita, più forte di qualsiasi arma,

più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello.

Paolo Borsellino

…Ed ora siamo chiamati al voto. Vediamo da che parte stiamo, da quella di Falcone e Borsellino o dall’altra.

Dalla parte di chi ha spalleggiato per anni Belusconi che sovvenzionava a suon di milioni la mafia e che ha come priorità sequestrare 4 braccialetti agli extracomunitari sulle spiagge…

O dalla parte di chi vuole veramente combatttere mafia, ma anche razzismo e fascismo…

Ora la matita ce l’avete VOI, vediamo come la usate…

 

Ricapitoliamo: puoi votare chi vince Sanremo, puoi votare chi resta all’Isola, puoi votate chi entra nel Grande Fratello, ma non puoi votare chi ti deve governare. Benvenuto in Italia, coglione!

 

votare

 

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Ricapitoliamo: puoi votare chi vince Sanremo, puoi votare chi resta all’Isola, puoi votate chi entra nel Grande Fratello, ma non puoi votare chi ti deve governare. Benvenuto in Italia, coglione!

 

Sei soddisfatto?

Se sei tra quelli che ha votato chi ha vinto Sanremo, è restato sull’Isola ed è entrato al grande fratello, probabilmente SÌ… e chi se ne frega se poi quelli che hai votato alle elezioni sono stati accantonati perché la lobby europea ha detto che erano degli irresponsabili…!!

Pensateci un attimo: M5s e Lega insieme avevano stravinto le elezioni… Ma chi governerà il Paese? Cottarella sostenuto dal Pd. Sì il Pd, ultimo alle elezioni… Rimbomba ancora il vaffanculo degli elettori di sinistra e l’eco delle figure di m..da di Renzi e dei suoi lacché… Ma il nostro (?) Presidente ha deciso così…!

Morale della favola?

Continuate a votare per Sanremo, Isola dei famosi e Grande Fratello. Ma lasciate perdere la politica, lì è già tutto deciso.

Siamo schiavi dell’Europa e degli eurocrati che hanno monopolizzato la nostra politica…

Ah, dimenticavamo, una breve news di economia: il prezzo dei cetrioli oggi è alle stelle!

By Eles

Elezioni 2018 i primi Exit Poll: come previsto i 5stelle hanno stravinto. Ma soprattutto ha vinto la legge elettorale truffa voluta da Renzi, Berlusconi & C. per annullare la volontà degli Italiani e non consentire ai 5stelle di governare!

 

zzz

 

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Elezioni 2018 i primi Exit Poll: come previsto i 5stelle hanno stravinto. Ma soprattutto ha vinto la legge elettorale truffa voluta da Renzi, Berlusconi & C. per annullare la volontà degli Italiani e non consentire ai 5stelle di governare!

Elezioni 2018 LIVE: i primi Exit Poll alla chiusura delle urne

Il primo partito sarebbe il Movimento a 5 Stelle con una forchetta dal 29% al 32. Il Pd dal 20.5 al 23.5, Lega e Forza Italia dal 13 al 16%.

23.15 — Secondo gli exit poll del Consorzio Opinio per la Rai, il M5S è il primo partito con una forbice tra il 29 e il 32%. Seguono: Pd 20,5-23,5%; Forza Italia 13-16%; Lega 13-16%; Fdi 4-6%; LeU 3-5%; +Europa 2,5-4,5%; Noi con l’Italia 1-3%. Infine rischiano di non passare la soglia del 3%, Civica Popolare, Insieme, Svp e le altre che sono date allo 0,0-2%.
23.14 — È il Movimento 5 Stelle il primo partito secondo gli Instant Poll di Swg per La7, con un risultato tra il 28,8 e il 30,8%. Come coalizione a primeggiare è il centrodestra, con questi risultati: Forza Italia 13,5-15,5%, Lega 12,3-14,3%, Fratelli d’Italia 4.4-5,4%, Noi con l’Italia-Udc 1,8-2,4%. Questo il risultato nel centrosinistra: Pd 21-23%, +Europa 2,8-3,4%, Civica Popolare 0,4-1%, Insieme 0,5-1,1%. Liberi e Uguali è tra 5,2 e 6,2%. Il campione dell’instant poll è di 5000 elettori.
23-13 — Alle elezioni per il rinnovo della Camera alle ore 23 secondo i primi dati ha votato il 71,48% degli aventi diritto. Alle ore 19 l’affluenza registrata è stata pari al 58,42%. Lo rende noto il Ministero dell’Interno.
23.10 — Gli Exit Poll delle Coalizioni: sono queste Il Centro destra fra il 33 e il 36.5%, il Movimento Cinque Stelle fra il 29 e il 32%, il Centro Sinistra fra 25 e 28%.
23.00 — Primi Exit Poll Movimento 5 Stelle fra il 29 al 32%, il Pd dal 20.5 al
23.5, Forza Italia e Lega fra il 13 e il 16, Fratelli d’Italia dal 4 e il 6%. Questa le proiezioni del Senato. Abbastanza simili per la Camera.
L’Italia va al voto per eleggere i parlamentari della prossima legislatura, i seggi resteranno aperti fino alle ore 23. Dalle 7 di questa mattina si vota per Camera e Senato e, in Lazio e Lombardia, per scegliere governatore e consigli regionali. Gazzetta.it vi aggiornerà in tempo reale su exit poll, proiezioni e risultati a partire dalla fine delle operazioni di voto.
LO SPOGLIO — Le prime schede a essere scrutinate saranno quelle del Senato: lo spoglio partirà al termine delle operazioni di voto e di riscontro dei votanti. Si passerà poi alla Camera e, dalle ore 14 di lunedì 5 marzo, si procederà allo spoglio delle schede per le elezioni regionali.

Breve lettura molto istruttiva per prepararVi al voto: “Se in Italia”…

Italia

 

 

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Breve lettura molto istruttiva per prepararVi al voto: “Se in Italia”…

In Italia, se in ospedale non trovate il defibrillatore, e vostro padre muore, non è colpa di un extracomunitario, ma di italiani che per decenni hanno rubato ogni risorsa, di altri italiani che hanno evaso le tasse, devastando i servizi.

In Italia, se siete incastrati in una burocrazia indecente, da diventarci pazzi, la colpa non è di un extracomunitario, ma delle migliaia di italianissimi che timbrano il cartellino e poi vanno a farsi i cazzi loro senza fare mezzo minuto di lavoro a settimana, delle migliaia di italianissimi parassiti, imboscati, falsi invalidi che affliggono questo paese.

Se in estate fate il bagno in acque piene di colibatteri, se vi mettete a nuotare in un mare che fa sempre più schifo, in un lago che prima era meraviglioso e da cui ora uscite con dermatiti immediate e violente, la colpa non è degli extracomunitari, è degli italianissimi responsabili delle navi dei veleni, degli sversamenti illegali, di livelli di inquinamento sempre più drammatici, combattuti solo a colpi di decreti che alzano di volta in volta i livelli massimi consentiti di inquinanti (dunque il mare è sempre più inquinato ma torna miracolosamente balneabile perché cambiano i parametri di ciò che è tollerabile).

Se in Italia non trovate lavoro, se a 40 anni siete ancora precari, a stipendi da fame, se in gran parte dell’Europa per lavorare ti basta mandare un curriculum e qui devi conoscere l’amico dell’amico dell’amico, se in Italia a 45 anni sei un “giovane giornalista”, un “giovane sceneggiatore”, un “giovane ricercatore”, e quindi ti si può offrire “una grande occasione di visibilità non retribuita”, mentre in Inghilterra a 25 puoi dirigere un giornale o una delle più prestigiose riviste culturali, non è colpa degli extracomunitari, ma di un sistema baronale e clientelare che costringe i nostri giovani più capaci a scappare all’estero e non tornare mai più.
E se non siete tra i più capaci, e appena messo piede fuori di qui scoprite che non siete adatti al mercato del lavoro di nessun paese, la colpa non è di un extracomunitario, ma di chi ha distrutto il nostro sistema scolastico, rendendovi mediamente tre volte meno istruiti di un vostro pari età inglese o francese o tedesco.

In Italia, quando mangiate una mozzarella piena di diossina, la colpa non è di un extracomunitario, ma di un camorrista italiano che ha sversato rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi e in altre decine di luoghi, in combutta con altri rispettabilissimi imprenditori italiani che preferiscono smaltire così i loro veleni, perché costa meno. Intanto voi morite di malattie terribili, ma a quanto pare non è importante, nel frattempo avrete sempre modo di prendervela con qualche nigeriano o senegalese o bengalese, aizzati da Feltri o Salvini o qualche sito di fake news.

Se in Italia un politico può farvi le stesse promesse per 23 anni consecutivi, senza mai mantenerle, e voi siete pronti a votarlo di nuovo, la colpa non è di un extracomunitario.
La colpa è solo vostra e delle smisurate teste di cazzo che tenete sopra il collo.

(web)

 

Manifestazione di Macerata, Gino Strada: “Le Istituzioni non fanno un cazzo”

 

Gino Strada

 

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Manifestazione di  Macerata, Gino Strada: “Le Istituzioni non fanno un cazzo”

“Rifiuto del terrorismo, della violenza, della guerra, del fascismo e delle cultura della paura che sta dilagando in Italia” “Rifiuto del terrorismo, rifiuto della violenza, rifiuto della guerra, riçuto del fascismo e il rifiuto di questa specie di cultura della violenza e della paura che sta dilagando in Italia”, con queste parole il fondatore di Emergency, Gino Strada, spiega all’agenzia “Dire” i motivi della sua partecipazione al corteo antifascista e pacifico che si è svolto ieri a Macerata. E sul fatto che le istituzioni stiano sottovalutando o meno il ritorno dell’estrema destra, Strada aggiunge: “Assolutamente sì”. Quindi perentorio conclude: “Non è sottovalutazione, non fanno un cazzo!”.

MACERATA, CHIUSE LA MAGGIOR PARTE DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

Città Blindata e deserta. Le scuole e l’Università sono chiuse. E all’ora di pranzo anche la maggior parte dei negozi e delle attività ha abbassato le serrande. Non le riaprirà nel pomeriggio. Percorrendo la strada che da Corso Garibaldi porta a piazza della Libertà, in pieno centro storico, si incontrano pochissime persone. Perlopiù poliziotti e carabinieri che presidiano un territorio spaventato. Diversi commercianti ed esercenti hanno coperto le vetrate con dei pannelli per paura che il corto antifascista, che passerà all’esterno delle mura del centro, possa generare atti vandalici. “Stiamo chiudendo per paura della manifestazione- spiega alla Dire, Paolo, titolare della ‘Tazza Ladra’ in piazza Annessione-. Ho paura che ci possano essere dei tafferugli”. Come lui hanno fatto tanti altri. “Eravamo tutti d’accordissimo con il sindaco: la manifestazione non andava fatta- continua Paolo-. Non avremmo assolutamente voluto perché già una settimana fa abbiamo subito uno choc enorme. Oggi tornare ad avere paura non era il proprio caso. Non perché Macerata non è una città antifascista. Abbiamo sempre dimostrato di essere antifascisti. Ma è troppo presto, troppo a ridosso di quello che è accaduto. E in più non credo ci sia bisogno di dimostrare nulla perché lo abbiamo sempre dimostrato”.

 

CIVATI: SÌ A CORTEI ANTIFASCISTI SE SPARA UN FASCISTA

“Finora è andato tutto come doveva andare e l’auspicio è che si possano fare le manifestazioni antifasciste quando c’è un fascista che spara per strada”, così Pippo Civati (Leu) commenta all’agenzia Dire il corteo al quale ha preso parte ieri a Macerata. Quindi spiega il senso della sua convinta partecipazione: “Mi sto battendo perché si capisca che questa è una manifestazione che inevitabilmente è diventata di parte ma che poteva essere interpretata da tutte le forze politiche. Negli altri Paesi quando succede quel che è successo a Macerata, sono tutti impegnati con una testimonianza diretta: Presidenza della Repubblica, Governo e Camere. Da noi invece è diventata una questione di dibattito e secondo me questo è il primo errore. Il mio non è un appello polemico- precisa Civati- ma è un appello alla responsabilità”. Quindi sul fatto che a fine febbraio a Roma ci sarà la manifestazione nazionale, Civati scandisce la consecutio temporum del suo pensiero: “Lì ci saranno tutti, ma è chiaro che la manifestazione era questa. Senza essere provocatorio, ma è oggi, in questi giorni, in questa settimana che la politica doveva dare una risposta. Tutta la politica”. Chi non ha partecipato vuol dire che sottovaluta il problema? -gli viene chiesto-. “Il fascismo non torna con le stesse sembianze di 100 anni fa, torna con alcuni riflessi che vanno interpretati e contrastati”

Lo sfogo di Gino Strada: “Siamo governati da un parlamento di delinquenti che delinquono contro la Costituzione!

 

Gino Strada

 

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Lo sfogo di Gino Strada: “Siamo governati da un parlamento di delinquenti che delinquono contro la Costituzione!

Gino strada attacca duramente quelli che definisce “delinquenti politici”

Il fondatore e direttore esecutivo di Emergency Gino Strada non intende andare a votare. “Vedrò quel giorno cosa avrò da fare”, risponde all’ex magistrato Gherardo Colombo che gli consiglia almeno la scheda bianca. Tra i relatori di un incontro sulla Costituzione organizzato a Milano da Libertà e Giustizia e dal gruppo consiliare Milano in Comune, Strada ha parlato dell’articolo 11 della Costituzione, “L’Italia ripudia la guerra”, disatteso da governi di ogni colore. “E il prossimo non sarà diverso. Il ripudio alla guerra non c’è nei programmi di questa campagna elettorale: non posso votare chi non mi garantisce questo impegno”. E alla platea di Palazzo Marino spiega: “Siamo in guerra ininterrottamente dal 1999, dal governo D’Alema con l’ex Jugoslavia. E non cambierà nulla nemmeno col prossimo governo”

Siamo governati da un parlamento di delinquenti che delinquono contro la Costituzione, impuniti, urla Gino Strada…

Guarda il video QUI

Un commento:

Leggere la dichiarazione di Gino Strada a proposito dei “delinquenti” che ci governano contro la nostra Costituzione è stato come respirare aria pulita dopo essere stati chiusi per una notte intera a respirare scarichi d’auto tedesche nei loro capannoni creati a proposito. In realtà è stato anche qualcosa di più. Dopo mesi e mesi di imbonitori televisivi e giornalistici “interessati” che predicano urbi et orbi senza vergogna alcuna le ragioni “nobili” dettate dalla necessità dei loro editori “impuri” di preservare i loro interessi, ascoltare la voce di uno spirito che è anche un modello etico importante è equivalso a dirci: ma allora c’è qualcun altro che la vede come noi? Allora non siamo soli?!

Non è una questione da poco in un periodo storico in cui ci hanno tolto con forza ogni punto di riferimento, anche e soprattutto intellettuale, davvero valido. In un periodo in cui i “filosofi” sono quattro piazzisti del peggior sentire pseudo-politico che svendono i loro credo al committente che li affascina di più, che fanno bandiera di una ignoranza del tempo in cui vivono che fa paura; in un tempo in cui gli “scrittori” sono figli ignobili di Barbara Cartland, perché meglio raccontare qualche sega in salsa pseudo-sentimentale che metterci la faccia, impegnarsi politicamente e civilmente, arrischiare la propria cattedra o poltrona: vuoi mettere un’ospitata trendy da Formigli?… In un tempo così moralmente e politicamente, civilmente degradato fa insomma davvero piacere sentire le ragioni di una voce libera, seria, pulita, indipendente.

Gino Strada è sicuramente un personaggio che rientra con ogni merito tra le sparute schiere degli uomini liberi, seri, puliti, indipendenti, ed è pure un altro di quei tanti personaggi di sinistra, di una sinistra vera (ricordo a questo proposito lo stesso Dario Fo), che io ho mal giudicato in passato. Non so perché ma ha dispetto del suo impegno sul campo, di tutto il suo lavoro, non riuscivo a fare mio il profondo messaggio che lanciava il suo spirito. Sbagliavo, naturalmente, e non è stata la prima volta. Ma sempre meglio accorgersi dei propri errori e tentare di correggerli in un qualsiasi tempo che proseguire sulla via dannata senza mai fermarsi a pensare.

In realtà c’è solo una cosa su cui dissento da Strada: bisogna andare a votare! Il 4 marzo chi può deve andare a votare perché quei “delinquenti” citati dal fondatore di Emergency confidano proprio sull’indifferenza popolare per continuare a fare i loro sporchi interessi che non hanno mai coinciso e non coincideranno mai con gli interessi del Paese. Il 4 marzo bisogna insomma scendere come torme nei luoghi in cui si vota, schierarsi a gran voce contro questi personaggi e soprattutto dobbiamo fare in modo di riprenderci la sovranità che non appartiene né alla UE, né  a Merkel, né al Financial Times, né a Berlusconi o De Benedetti, o ai loro scagnozzi pagati per svilirci e insultarci anche come comunità, ma solamente al popolo italiano. A nessun altro! Proprio come la Costituzione!

 

Il pentito La Marca su Mangano “Ci disse di votare Berlusconi” …Mafia a parte – Ma a voi proprio non fa un po’ schifo votare una lista che ha per “presidente” un pregiudicato…?

 

Berlusconi

 

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Il pentito La Marca su Mangano “Ci disse di votare Berlusconi” …Mafia a parte – Ma a voi proprio non fa un po’ schifo votare una lista che ha per “presidente” un pregiudicato…?

Il pentito La Marca su Mangano
“Ci disse di votare Berlusconi”

PALERMO – “Vittorio Mangano andò a Milano a febbraio o marzo del 1994 e quando tornò mi disse che se ‘saliva’ (se fosse stato eletto, ndr) Berlusconi avremmo avuto agevolazioni come l’abolizione del 41 bis, dissequestri e altro. Non so se in quell’occasione Mangano parlò con Berlusconi o con qualcun altro, in ogni caso cominciammo a lavorare per fare votare Berlusconi alle elezioni politiche del 1994”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia Francesco La Marca, che apparteneva al mandamento di Porta Nuova, deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia, in corso nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. La Marca ha parlato dei rapporti tra Vittorio Mangano, “lo stalliere di Arcore”, e l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a lui riferiti dal mafioso Gianni Lipari. “Di Vittorio Mangano – ha aggiunto – me ne aveva parlato Gianni Lipari nel 1979 o nel 1980. Mi disse che era amico di Stefano Bontade e degli Inzerillo. Lo vedi questo scecco (asino, ndr), mi disse Gianni Lipari parlando di Vittorio Mangano, poteva diventare ricco e invece si è inguaiato con la droga. Mi disse che Mangano doveva proteggere i figli di Silvio Berlusconi. Stava nella villa per fare capire che Berlusconi era protetto dagli ‘amici'”.
tratto da: http://livesicilia.it/2015/09/11/mangano-ci-disse-di-votare-berlusconi_662300/
…Ora, mafia a parte, proprio non fa un po’ schifo votare una lista che ha per “presidente” un pregiudicato…?

Gianluigi Paragone senza peli sulla lingua: “Hanno paura del voto dei cittadini, ecco perché…”

 

Gianluigi Paragone

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Gianluigi Paragone senza peli sulla lingua: “Hanno paura del voto dei cittadini, ecco perché…”

Con la caduta di Marine Le Pen la casta ha portato a casa una importante vittoria, ma non ha vinto la guerra.

Il risultato delle elezioni in Germania ne è la dimostrazione: la Merkel non avrà la maggioranza, mentre i “populisti” dell’AFD hanno ottenuto ben 80 (partendo da zero).

Le prossime votazioni saranno, preparatevi, in Italia e l’establishment ha paura del voto dei cittadiniperché potrebbe riservarci grandi sorprese: “Ne vedremo delle belle”, commenta Gianluigi Paragone nel suo videocommento di oggi su Facebook, che riportiamo di seguito:

“Quando non hanno voglia di ascoltare è inutile parlare perché i commenti del giorno dopo sono inutili, tanto loro sanno già che cosa vogliono, sanno tutto, sono i retori illuminati, sono coloro che detengono le verità.

E poi si stupiscono ‘ah ma cos’è successo in Germania’. E’ successo quello che era già successo altrove, poi però come la coperta di Linus hanno utilizzato le elezioni francesi per dire ‘scampato pericolo, la Le Pen non c’è più’.

Peccato che in Francia non avevano preso in considerazione il vero dato politico, che era l’astensionismo, cosa che non si è verificata in Germania.

E non si verificherà in Italia, se lo mettano bene in testa.

Al netto di tutti i voti delle primarie o di come scegliere il candidato, conteremo i voti al momento delle elezioni. Ecco perché hanno paura di farci votare, hanno paura che il popolo si possa esprimere liberamente.

Allora io penso che in Italia ci sia una gran voglia di partecipazione, non ci sarà un astensionismo alto, ecco perché hanno paura di queste elezioni. Ecco perché hanno anche paura di coloro che si pongono anche al di fuori di questo verbo dominante. Non faccio riferimenti a partiti, movimenti, tanto chi vuole sapere già sa.

Io so che ci sono tanti cittadini che hanno voglia di votare, hanno voglia di far vedere, di far pesare la loro idea diversa di paese, la loro idea diversa di politica.

Ecco perché non vedo l’ora di andare a votare, ecco perché non vedo l’ora di vedere realmente una campagna elettorale in cui da una parte ci saranno i burattini delle élite e dall’altra parte ci saranno coloro che, con un pensiero politico diverso, si oppongono alle élite.

Ne vedremo delle belle.”

Ecco il video QUI

 

Secondo Voi, come hanno votato sulla legge Fornero quelli che oggi vogliono passare per buoni?

 

legge Fornero

 

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Secondo Voi, come hanno votato sulla legge Fornero quelli che oggi vogliono passare per buoni?

No, perchè queste carogne giocano sul fatto che, notoriamente, gli Italioti hanno poca memoria.

Oggi sono tutti amici del popolo, oggi tutti sono santi, oggi il male è il PD (e lo è) ma gli altri sono alla pari, perché caro italiano si giocano tutto e per tutto, anche la faccia pur di restare i quel palazzo di privilegiati. Mentono spudoratamente, ed è per questo che ho deciso di spegnere quella Tv che mira a fare il loro gioco, fa parte del sistema.

Basta tornare a quella votazione numero 50 del 16 dicembre 2011, (legge Fornero voluta dal Governo Monti) per scoprire da che parte della barricata stavano quelli che oggi sono dalla parte dei pensionati.

Non ricordate? Andate a cercare i dati sul Web… Il Pd assolutamente compatto a favore. Qualche astenuto negli altri schieramenti con qualche contrario (che si contano sulle dita di una mano) e solo la lega contro, Il M5s non c’era ancora.

Oggi questi clown cavalcano la causa dei pensionati, è la classica politica italiana, passano la palla da una parte all’altra giusto per attirare l’attenzione dell’elettore medio ma nessuno di loro ha intenzione di fare goal, il loro compito è essere i vassalli della finanza e della politica Europea che detta le sue regole a ogni Stato membro. Anche “Silvio” che oggi porta avanti la causa dei pensionati (che messi alle strette, cercando un aiuto lo voteranno e lui lo sa) diede l’ok alla legge di Monti. Questo paese è una continua barzelletta, prima ti avvelenano e poi ti attirano nella trappola con l’antidoto, ma nessuno di loro in realtà lo vuole davvero. Brunetta, Gasparri, e così via, hanno dato tutti l’ok alla legge Monti come ha fatto il PD, e sinceramente siamo stanchi delle vostre bugie.

 

Renzi e Berlusconi in pieno accordo per il voto il 24 settembre. Però, fateci caso, giusto in tempo: dal 15 settembre scatta il vitalizio per tutti i Parlamentari… E voi credete ancora che non sono solo una massa di farabutti?

 

Renzi e Berlusconi

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Renzi e Berlusconi in pieno accordo per il voto il 24 settembre. Però, fateci caso, giusto in tempo: dal 15 settembre scatta il vitalizio per tutti i Parlamentari… E voi credete ancora che non sono solo una massa di farabutti?

Leggiamo da Il Fatto Quotidiano (notizia, comunque riportata anche da diverse altre fonti):

Il nuovo Nazareno porta dritti al voto già il 24 settembre
Renzi pronto al patto con Berlusconi: se Forza Italia dà l’assenso al voto in autunno, dirà sì al sistema tedesco.
Silvio Berlusconi ci guadagna la quasi certezza di stare in un governo di larghe intese con Forza Italia nella prossima legislatura e Matteo Renzi la possibilità di andare a votare in autunno, possibilmente il 24 settembre, in contemporanea alla Germania.
E così vinco una scommessa fatta con gli amici.
Al voto dopo il 15 settembre (quando tutti i Parlamentari si saranno assicurati il Vitalizio), ma non molto dopo (tra l’altro Vi ricordo che al momento Renzi non ha l’immunità parlamentare, e Dio sa in questo momento quanto gli serve!)…
Per capirci qualcosa, ecco un altro scritto da Il Tempo. Era il Dicembre scorso e qualche sprovveduto pensava ancora al voto in questa primavera (aveva fatto i conti senza la fame di soldi pubblici di queste carogne):

Vitalizi e voto anticipato Così il Parlamento può “rubare” il tesoro di deputati e senatori

Un tesoretto da quasi 20milioni di euro. Sono i soldi che finirebbero a sorpresa nelle casse del Parlamento nel caso le Camere venissero sciolte prima del 15 settembre 2017. Fondi accantonati dai parlamentari al primo mandato, che potrebbero ritrovarsi presto senza poltrona e senza contributi versati.

Andiamo con ordine. Gli ex parlamentari ottengono la pensione a 65 anni dopo aver ricoperto un mandato di almeno 4 anni 6 mesi e un giorno (per ogni anno di mandato ulteriore dopo i cinque previsti, l’età richiesta scende di un anno, con il limite a 60 anni).

Ogni mese deputati e senatori versano un contributo pari all’8,80 per cento dell’indennità parlamentare lorda, più o meno 750 euro. Soldi che vengono messi dal Parlamento in un fondo, in cui ovviamente confluiscono anche i contributi pagati da Camera e Senato (circa 1.400 euro al mese per ogni rappresentante). Ma se l’onorevole non dovesse arrivare ai fatidici 54 mesi e un giorno di mandato non avrebbe diritto a prendere un euro. Del resto funziona così anche per tutti gli altri lavoratori che, però, devono avere un minimo di 20 anni di contributi.

Le norme sono chiare. L’articolo 2 del regolamento per il trattamento previdenziale dei deputati, al comma 5, prevede che «per i contributi versati a decorrere dal 1° gennaio 2012 non è ammessa la restituzione». Dunque o i parlamentari al primo mandato saranno ancora in carica il 15 settembre del prossimo anno, oppure perderanno il diritto alla pensione da onorevoli e tutti i contributi versati.

Facciamo i conti. I deputati e i senatori eletti nel 2013 per la prima volta sono 591 (su 945): 399 deputati e 192 senatori. Dunque una larga maggioranza, che coinvolge tutte le forze politiche, anche se la parte del leone la fanno il Pd e il M5S. Nei giorni scorsi molti ne hanno contati 608, aggiungendo probabilmente ai 591 anche quelli che già avevano alcuni mesi di mandato nelle passate legislature e che quindi matureranno il diritto al vitalizio qualche mese prima del prossimo settembre.

Ognuno dei 591 parlamentari ha versato 33.750 euro (750 euro al mese trattenuti dallo stipendio per 45 mesi di mandato, fino ad oggi). Dunque il fondo ha raccolto in tutto 19.946.250 euro. Un tesoro a disposizione della Camera e del Senato se le consultazioni del presidente della Repubblica Mattarella dovessero avvicinare il voto e, dunque, interrompere la legislatura. O anche se il nuovo governo dovesse esaurire il suo compito rapidamente e, come hanno chiesto alcune forze politiche, ci fossero elezioni subito prima dell’estate.

Molti parlamentari sono in fibrillazione anche perché tra i 591 che rischiano di perdere i contributi versati ce ne sono parecchi che non verranno ricandidati. Dunque perderebbero l’occasione di avere una pensione da ex parlamentare. Non ricca come un tempo, in cui per un mandato si conquistavano tremila euro al mese, ma pur sempre una somma dignitosa (mille euro al mese). Alcuni deputati e senatori stanno ipotizzando, nel caso, di fare ricorso per chiedere la restituzione dei contributi ma sembra che i margini siano piuttosto ristretti.

Attacca Riccardo Fraccaro (M5S), membro dell’ufficio di presidenza di Montecitorio. È stato tra quelli che, negli ulti- mi anni, hanno presentato in Aula i provvedimenti (tutti bocciati) per abolire vitalizi, auto blu e rimborsi vari. Ora tuona: «Chiediamo di restituire la parola ai cittadini subito dopo che la Consulta si sarà pronunciata sull’Italicum, quando si avrà una legge elettorale corretta con il recepimento delle indicazioni della Corte. È inaccettabile che i partiti vogliano continuare a tergiversare, avallando l’ennesimo esecutivo non eletto solo per maturare il vitalizio e non perdere i contributi versati. Tanto più che si tratta degli stessi politici che hanno calpestato i diritti degli italiani e godono già di innumerevoli privilegi». Per i parlamentari che temono di restare senza pensione e senza contributi versati ci sarebbe anche la beffa. Cioè che quei 20 milioni di euro che la Camera e il Senato si ritroverebbero in cassa rimarrebbero nello stesso capitolo di bilancio, quello sul trattamento pre- videnziale. Andrebbero dunque a finanziare i vitalizi che il Parlamento continuerà a pagare ancora per molti anni ai 2.600 ex deputati ed ex senatori che hanno maturato l’assegno prima del 2012 (anno in cui c’è stato il passaggio tra il sistema retributivo e quello contributivo).

Ma niente paura. Per i parlamentari sull’orlo di una crisi di nervi (e di governo) ci sarà comunque una consolazione: la buonuscita. Ognuno, infatti, mette da parte mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare ogni onorevole riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore a sei mesi). In tutto 30 mila euro. Certo se la legislatura dovesse proseguire ancora pure la buonuscita sarebbe più pesante. Allora perché non tentare di conquistare il massimo rimanendo in carica fino al termine naturale della legislatura, cioè nel 2018? Ci stanno pensando parecchi parlamentari. Diranno che servirà per dare più stabilità al Paese.

Detto tutto questo, penso che dubbi non ce ne sono: SONO SOLO UNA MASSA DI FARABUTTI!

By Eles