Ancora un altro vergognoso colpo di genio dei Giudici, e questa volta sono tre Giudici donna: “È troppo brutta, non può essere stata stuprata” – I violentatori assolti!

 

Giudici

 

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Ancora un altro vergognoso colpo di genio dei Giudici, e questa volta sono tre Giudici donna: “È troppo brutta, non può essere stata stuprata” – I violentatori assolti!

Poroposta:

aggiungiamo alla famosa  scritta che chissà come mai troviamo in tutti i tribunale “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI” un Ps: “Tranne quando si tratta di violenza sulle donne, in questo caso il maschio può fare quello che cazzo gli pare!” …Mi sembra coerente, o no?

“È troppo brutta, non è stata stuprata”: tre giudici (donne) assolvono due violentatori

Secondo tre giudici, la ragazza (la ‘scaltra peruviana’) sarebbe ‘troppo mascolina’ per essere credibile e assolvono i due ragazzi accusati di stupro

C’è da mettersi le mani nei capelli a leggere la sentenza con cui tre giudici (tutte donne, a peggiorare la situazione) della Corte d’Appello hanno assolto dall’accusa di stupro due giovani che erano stati condannati in primo grado a tre anni per violenza sessuale. La motivazione: “la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo di ‘Vikingo’, con un’allusione ad una personalità tutt’altro che femminile quanto piuttosto mascolina, come la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare”.
Come se fossimo a un concorso di bellezza e non in aula di tribunale, le tre giudici non solo ritengono ‘poco probabile’ che lo stupro sia avvenuto in base all’aspetto della ragazza, ma, sottinteso, esprimono un giudizio preciso sugli eventuali gusti sessuali: in altre parole, la sentenza sembra implicare che ‘se sei brutta – almeno secondo la Corte – allora non sei desiderabile’. Una sentenza che ha ovviamente causato sdegno.
I fatti: la ragazza in questione è una 22enne peruviana che nel 2015 ha denunciato due suoi coetanei di averla violentata ad Ancona. I tre si conoscevano ed erano usciti insieme per andare a bere. A quanto sembra, la ragazza si sarebbe appartata con uno dei due e il rapporto, da che era consensuale, sarebbe diventato invece violenza: l’accusa infatti parlava di una ‘esplicita manifestazione di dissenso’ che non sarebbe stata ascoltata. Da lì la denuncia.
I due vengono condannati in primo grado, ma la sentenza di Appello li proscioglie con la sentenza delle tre giudici, che si riferiscono tra l’altro alla presunta (manca una sentenza di condanna definitiva) vittima come ‘la scaltra peruviana’.
Il caso è passato in Cassazione, che ha annullato la sentenza di Appello per ‘vizi di legittimità’: il processo dovrà essere rifatto.

nota: rispondiamo ad alcune critiche ricevute per il nostro “strano” interesse alle vicende femminili: questo blog è gestito da soli uomini! Uomini che però, per colpa di qualcuno, un po’ cominciano a vergognarsi di essere tali… Noi continueremo sulla nostra strada, chi ci vuol seguire ci segua, a chi diamo fastidio… tanti saluti.

Leggi anche:

Il colpo di genio di un’altro Giudice: se il marito picchia la moglie ogni tanto “non si può parlare di maltrattamenti in famiglia” …Capito donne? Prendetele e non rompete le scatole… Se è una volta ogni tanto è perchè Vi vuole bene… Lo dice il signor Giudice…!

Femminicidio di Olga Matei – La Corte d’appello dimezza la pena all’assassino con una motivazione sconcertante: “Era in preda a tempesta emotiva e passionale”…E non è la prima volta. Per i Giudici c’è SEMPRE un motivo valido per ammazzare una donna!

 

Articolo tratto da: https://www.globalist.it/news/2019/03/10/e-troppo-brutta-non-e-stata-stuprata-tre-giudici-donne-assolvono-due-violentatori-2038497.html

Violenza sulle donne? Il caso della 16enne Lucia Perez morta dopo essere stata drogata, stuprata e seviziata con un palo nel retto – I tre imputati assolti dall’accusa di omicidio e stupro: per i giudici la ragazza era consenziente…! Ma allora di cosa vogliamo parlare?

 

Violenza sulle donne

 

 

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Violenza sulle donne? Il caso della 16enne Lucia Perez morta dopo essere stata drogata, stuprata e seviziata con un palo nel retto – I tre imputati assolti dall’accusa di omicidio e stupro: per i giudici la ragazza era consenziente…! Ma allora di cosa vogliamo parlare?

Lucia Perez, seviziata e uccisa con un palo a 16 anni: per i giudici era consenziente

Lucia Perez è morta a 16 anni dopo essere stata drogata, stuprata e impalata, nell’ottobre 2016. Pochi giorni fa i giudici di Mar del Plata hanno assolto dall’accusa di omicidio e stupro i tre imputati, ritenuti responsabili solo per il reato che riguarda lo stupefacente. L’assoluzione ha sconvolto l’opinione pubblica di tutto il mondo, suscitando la protesta dei movimenti femministi: “Sentenza patriarcale”.

Il caso di Lucia Perez, sedicenne drogata e seviziata mortalmente tramite impalamento, in Italia è sempre stato relegato in fondo alle pagine di cronaca o nei blog delle cosiddette femministe. La sua valenza come fenomeno politico, nella cultura italiana, è passata in sordina, ma anche la portata mediatica della storia – assimilabile a quella di Pamela Mastropietro – è sempre stata bassissima. Perché?

La morte di Lucia
Ricordiamo innanzitutto i fatti. L’8 ottobre 2016, Lucia, sedici anni, studentessa di quinta superiore di una famiglia di modesta estrazione sociale, finisce al pronto soccorso dell’ospedale di Mar del Plata, a pochi chilometri da Buenos Aires. Praticamente abbandonata all’ingresso da due sconosciuti che mormorano di ‘overdose’, muore pochi istanti dopo i tentativi di rianimazione. Un’altra tossicodipendente sbandata. L’esame medico legale porta alla luce una fine molto diversa: Lucia è stata stuprata brutalmente, torturata con un oggetto contundente nel retto che ne ha causato la morte. Prima di trasportarla in ospedale i suoi carnefici l’hanno lavata dal sangue, le hanno messo degli abiti puliti e l’hanno scaricata davanti all’ospedale.

Primo sciopero femminile in Argentina
In Argentina si scatena immediata la reazione della rete per i diritti delle donne che porta al primo sciopero generale femminile del Paese e a una serie di manifestazioni contro la violenza patriarcale, che per osmosi vengono replicate anche in Europa. Anche processualmente il caso sembra semplice, ci sono tutti gli elementi per ipotizzare l’omicidio come conseguenza della violenza sessuale a carico di due imputati: il 23enne Matías Farías, e il 41enne Juan Pablo Offidani. Un terzo sospettato, Alejandro Alberto Masiel, viene accusato sono di favoreggiamento.

Assolti gli assassini, sotto inchiesta la pm
È il processo a rendere unica la storia di Lucia Perez. Per la pm Maria Isabel Sanchez, gli imputati Farias e Offidani hanno attirato in casa di Farias, approfittando della sua dipendenza dalle droghe, la povera Lucia. Nell’appartamento del 23enne con marijuana e cocaina, l’hanno stuprata bestialmente e poi hanno cercato di occultarne la morte. Per la difesa, invece, la morte della ragazzina sarebbe avvenuta al limite di un rapporto sadomaso (non si può negare l’utilizzo di un bastone) di natura consenziente. Chi ha ragione? Le conclusioni dei giudici, a dispetto del clamore e della commozione suscitati dal caso, pendono in favore della difesa. Colpevoli solo di averle venduto la droga i due imputati vengono assolti dall’accusa di omicidio e perfino di stupro.

Un caso politico
E qui che il caso Perez si carica ancor di più di connotazioni politiche. La pm Maria Isabel Sanchez viene accusata di aver condizionato l’opinione pubblica diffondendo alla stampa i particolari dell’esame autoptico e messa sotto inchiesta. Alla fine del processo il massacro della povera Lucia, per i giudici  Pablo Viñas, Facundo Gómez Urso e Aldo Carnevale (motivazioni della sentenza) è solo “il parto dell’immaginazione della Sanchez”. Dunque, non solo la morte non viene collegata alle sevizie sessuali come conseguenza calcolata, ma neanche come conseguenza accidentale, caso in cui avrebbe dovuto essere contestato almeno l’omicidio colposo. E invece niente. Per la morte di Lucia, si evince dalle parole dei giudici, non bisogna incolpare nessuno, se non lei stessa.

“Non perdoniamo: è stato femminicidio”
Qui abbiamo lasciato i fatti, con la sentenza del 28 novembre 2018 emessa dal tribunale di Mar del Plata, l’ennesima pagina nera, anzi nerissima, della giustizia che calpesta la dignità della vittima, solo perché donna. Così commenta ‘Ni una menos’:

Lucía Pérez è stata uccisa due volte. La prima dagli esecutori diretti; la seconda, da coloro che li hanno assolti e che così hanno negato che due adulti che somministrano cocaina per assoggettare un’adolescente sono responsabili di abuso e femminicidio. Vogliono dirci che la sua vita non ha alcun valore, che le relazioni di potere che sono alla base della violenza maschilista non esistono, che l’enorme movimento femminista che ha portato il suo sorriso come bandiera di lotta in tutti gli angoli del paese, deve zittirsi. Non lo faremo, non perdoniamo, non dimentichiamo, non ci riconciliamo. È stato femminicidio.

In Italia, dove per la povera Pamela è andato in scena un analogo scempio, la notizia stranamente non ha attecchito. Eppure poteva essere un qualunque delle nostre ragazze. Anzi, forse lo è stata.

continua su: https://www.fanpage.it/lucia-perez-seviziata-e-uccisa-con-un-palo-a-16-anni-per-i-giudici-era-consenziente/p1/
http://www.fanpage.it/

25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne – Gli Italiani indignati vicino alle donne, almeno quando non hanno di meglio da fare: “Turismo sessuale, italiani al mondo: padri di famiglia a caccia di donne e bambini”

violenza sulle donne

 

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25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne – Gli Italiani indignati vicino alle donne, almeno quando non hanno di meglio da fare: “Turismo sessuale, italiani al mondo: padri di famiglia a caccia di donne e bambini”

 

ROMA – Sono così piccole da non raggiungere in altezza l’anca dei predatori che se le vanno a comprare nei bordelli, e poi le stuprano, e prima trattano il prezzo parlando quasi sempre lingue occidentali, e 80.000 volte all’anno in media la lingua è l’italiano.
Sono così leggere che a prenderle in braccio pesano poco più di un bebè.
Sono così truccate che sembrano bimbe a Carnevale. Sono così sottili che, se non fossero coperte di stracci succinti e colorati, indosserebbero le taglie più piccole degli abitini per bimbi occidentali. Le stuprano, tra gli altri, certi italiani che a casa sembrano gente qualunque, gente a posto. Che mai e poi mai potreste riconoscerli dal modo di fare, dalla morfologia.Figli, mariti, padri, lavoratori. E poi un aereo. E poi in vacanza al Sud del mondo. E poi diventano il demonio. Italiani, tra quelli che ”consumano” di più a Santo Domingo, in Colombia, in Brasile. Italiani, i primi pedofili del Kenya. Attivissimi, nell’olocausto che travolge 15.000 creature, il 30 per cento di tutte le bambine che vivono tra Malindi, Bombasa, Kalifi e Diani. Piccole schiave del sesso per turisti. In vendita a orario continuato, per mano, talvolta, dai loro genitori. In genere hanno tra i 14 e i 12 anni. Ma possono averne anche 9, anche 7, anche 5. Minuscoli bottini per turisti. Burattini di carne da manipolare a piacimento. Foto e filmati da portare a casa come souvenir. Costa quanto una buona cena o un’escursione. Puoi fare anche un pacchetto all inclusive: alloggio, vitto, viaggio, drink, preservativi e ragazze per un tot. Puoi cercare nei forum in Rete le occasioni, ci sono i siti apposta.
Puoi scegliere tra ”20 mixt age prostitutes”, dalla prima infanzia in su. Puoi avere anche le vergini, mille euro in più. E poi torni da mamma, dai figli, dalla moglie, in ufficio. E poi bentornato, e quello che è successo chi lo sa?
L’allarme è dell’Ecpat, l’organizzazione che in 70 Paesi del mondo lotta da sempre contro lo sfruttamento sessuale dei bambini: sono sempre di più, i vacanzieri che vanno a caccia di cuccioli umani nei Paesi dove, per non morire di fame, si accetta ogni tortura. Sono un terzo dei tre milioni di turisti sessuali in tutto il mondo. Sempre più giovani, tra i 20 e i 40 anni. Sempre più depravati per scelta, e non per malattia. Solo il 5 per cento di loro, infatti, è un caso patologico. Gli altri, informa l’Ecpat, lo fanno per provare un’emozione nuova, in modo occasionale (60%), oppure abituale (35%).
E il demonio si sta mobilitando in Brasile, per rifornire il mercato, sebbene i bimbi sfruttati siano già 50.000. L’impennata arriverà coi Mondiali di calcio del 2014. «La settimana prossima ci incontreremo a Varsavia -racconta Marco Scarpati, direttore di Ecpat Italia- per pianificare, assieme alle Polizie di tutto il mondo, qualcosa che impedisca una replica, in Brasile, di quanto avvenne in Ucraina nel 2010 e in Sudafrica nel 2012: il racket trasportò bambini da tutti i territori circostanti, per accontentare la richiesta. Purtroppo tutto questo accade sempre, in occasione di eventi sportivi. E i controlli sono spesso labili, insufficienti, inefficaci». Ecco perché domenica, al grido Un altro viaggio è possibile, una marcia ciclistica lungo le strade di 29 città, organizzata dall’Ecpat e dalla Fiab, porterà in giro l’indignazione contro lo sfruttamento sessuale dei bambini. Pedalando, si segnalerà che questa è un’emergenza. Che un milione e duecentomila bimbi sono sfruttati nel sesso, nell’accattonaggio, nei lavori forzati. Stime ufficiali, queste. Quelle ufficiose propongono ben altri conti: solo i piccoli schiavi del sesso sarebbero almeno due milioni. Ognuno di loro frutterebbe 67.200 dollari all’anno. Per il racket, il budget complessivo supererebbe i trenta milioni di dollari all’anno.

E a chi non ha i soldi per il viaggio, basta girare l’angolo: tra i 10 e i 12.000 di quei bambini si trovano in Italia. Migranti. Nomadi. Minori non accompagnati. In vendita a casa nostra, per le nostre strade, o anche su ordinazione. Solo a voler guardare. Solo a voler sapere.

Fonte: da Il Messaggero di Giovedì 6 Giugno 2013.

…ma digitate su Google “Turismo sessuale, italiani al primo posto” e ne troverete tanti altri simili !!|

Abbiamo un Ministro della Sanità che ha detto: “L’ISTRUZIONE DELLE DONNE È UNO DEI MOTIVI CHE HANNO PORTATO ALLA SCELTA EGOISTICA DI NON FARE FIGLI” e voi oggi Vi lamentate della violenza sulle donne?

 

Lorenzin

 

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Abbiamo (e ci teniamo) un Ministro della Sanità che ha detto: “L’ISTRUZIONE DELLE DONNE È UNO DEI MOTIVI CHE HANNO PORTATO ALLA SCELTA EGOISTICA DI NON FARE FIGLI” e voi oggi Vi lamentate della violenza sulle donne?

“L’ISTRUZIONE DELLE DONNE È UNO DEI MOTIVI CHE HANNO PORTATO ALLA SCELTA EGOISTICA DI NON FARE FIGLI”

Non lo ha detto un Talebano. Neanche un capo dell’Isis.

Questa frase non viene da molto lontano.

La ha proferita, testuale, il nostro Esimio Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin.

Ovviamente, come spesso capita quando “uno di loro” dice una puttanata, dal web scompaiono articoli, video e testi.

A questi link potete rileggere alcuni dibattiti parlamentari (nei quali la Taverna del M5s giganteggia) in cui la dichiarazione del sedicente Ministro Lorenzin viene riportata testuale (e mai smentita)

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00991600&part=doc_dc-ressten_rs-gentit_ddm100626100639100641100644e100645cpims-intervento_tavernam5s&parse=no

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00991600&part=doc_dc-ressten_rs-gentit_ddm100626100639100641100644e100645cpims&parse=si

E allora di che stiamo parlando?

Di violenza sulle donne?

Ma fateci il piacere…

 

by Eles