Un importante documento di ricerca ha certificato che la
pressione fiscale in Ungheria è diminuita di quasi il 9 per cento dal 2010, la più alta riduzione in Europa. Il Centro di informazione in materia di politica europea ha reso noti venerdì i risultati di uno studio comparativo sulla pressione fiscale media che pesa sui lavoratori di tutti i 28 Stati membri dell’UE, certificando il primato della politica fiscale di Viktor Orbán, caratterizzata da un’estrema
semplificazione degli oneri a carico dei contribuenti attraverso l’introduzione della Flat Tax, la tassa unica che Matteo Salvini vorrebbe introdurre anche in Italia e che si sta rivelando sempre più come la soluzione vincente, certificata anche da importanti organi di stampa finanziari.
Lo studio degli oneri fiscali europei 2017, effettuato dall’Istituto Economico Molinari, ha misurato le incombenze a carico dei singoli dipendenti che guadagnano salari nella media, in ciascuno dei 28 Stati membri. L’Epic ha rilevato che i tre Paesi UE messi peggio in materia fiscale sono la Francia, il Belgio e l’Austria. Con tassi fiscali reali pari al 57,41, al 56,74 e al 54,28 per cento, i cittadini di questi Paesi festeggiano per ultimi nell’Unione europea il loro “tax freedom day” (giorno della libertà fiscale) ossia il giorno dell’anno dopo il quale iniziano a guadagnare per sé stessi invece che per pagare le tasse allo Stato. Cipro, Malta e Irlanda sono invece i Paesi che celebrano per primi tale giornata, rispettivamente il 29 marzo, il 19 aprile e il 26 aprile.
In Italia nel 2017 sono stati 170 i giorni di lavoro per le tasse, e il tax freedom day è stato celebrato il 19 giugno. Per il terzo anno consecutivo, l’aliquota fiscale reale reale per l’impiegato medio dell’UE è leggermente diminuita al 44,8 per cento. Tuttavia, questa percentuale rimane superiore a quella del 2010, con un aumento generale del 0,81%. Secondo il documento, ciò significa inoltre che il datore di lavoro medio dell’UE deve spendere 185 euro per fornire a un dipendente 100 euro di potere d’acquisto reale. In sette Stati membri dell’UE i datori di lavoro devono spendere più di 200 euro.