Quando 3 morti e centinaia di feriti sono solo “un inconveniente tecnico”…!

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Quando 3 morti e centinaia di feriti sono solo “un inconveniente tecnico”…!

Tra calamità naturali, attentati terroristici e, purtroppo, negligenza umana, la necessità di strutturare una buona comunicazione d’emergenza è sempre più concreta.

In Italia c’è ancora scarsa sensibilità verso questo argomento e, di fronte alle rischieste di informazioni sempre più pressanti da parte dei cittadini, aziende e Istutuzioni non sono ancora in grado di utilizzare i social correttamente.

Stamattina il modo in cui Trenord ha gestito la comunicazione relativa alla ragedia del treno deragliato a Pioltello ci ha fornito un esempio calzante di ciò che non si deve fare.

In redazione il primo lancio Ansa è arrivato alle 8.00: “Un treno delle ferrovie Trenord è deragliato tra Pioltello e Segrate, alle porte di Milano. Sul luogo dell’incidente sono all’opera i Vigili del fuoco e ci sarebbero diverse persone coinvolte”.
Poche righe che non danno ancora l’esatta misura del disastro in corso ma che delineano già un quadro di una certa gravità.

9 minuti dopo, un tweet di Trenord avvisa: “Circolazione interrotta tra Treviglio e Milano a causa di un inconveniente tecnico ad un treno”.
Proprio così: “Inconveniente tecnico”, come un piccolo episodio fastidioso mentre già si diffondeva il primo bilancio di 2 morti e 5 feriti in codice rosso.
Un po’ come dire che la Costa Concordia è naufragata a causa di un corpo estraneo in mezzo al mare.
Alle 10.21, l’ufficio stampa Trenord parlerà di “circolazione interrotta a causa dello svio di un treno”. Mancava solo che aggiungessero: “Ci scusiamo per il disagio”.

Ostentare burocratese, di fronte a un incidente di tale portata, non può che scatenare l’ira dei social: “L’inconveniente tecnico è il vostro linguaggio disumano”; “L’inconveniente tecnico si chiama deragliamento”; “L’inconveniente è stato assumere chi vi cura i social media”.

Chi si occupa di crisis management sa perfettamente che, in queste situazioni, esiste un ampio ventaglio di stati d’animo che va dalla paura alla richiesta di aiuto alla ricerca di un colpevole al desiderio di vendetta: solo una comunicazione efficace, rapida e puntuale è in grado di arginare le reazioni emotive più impetuose.

E’ necessario avere procedure chiare, strumenti tecnici adeguati, contatti con soccorritori e prefetture e un team di emergenza in grado di presidiare i media.

Per quel che riguarda la mia esperienza, la cosa importante è dare sempre le informazioni che si hanno, non appena si hanno. Se si tratta di un incidente, bisogna comunicarlo, mettendoci la faccia. Non bisogna avere paura di scusarsi se nel frattempo cambiano i dettagli e devi rettificare. Durante una situazione di crisi succede spesso (Francesca Maffini – Wired).

Un corretto flusso operativo consente di agire con lucidità mentale riducendo al minimo gli errori di improvvisazione, ma non è sufficiente.

Per gestire una situazione di crisi è fondamentale il fattore umano.
E’ indispensabile selezionare attentamente il portavoce o il professionista della comunicazione cui è affidato il compito di veicolare i messaggi nelle ore più concitate, evitando persone fredde e incapaci di trasmettere un’adeguata partecipazione emotiva.
In sintesi, non bisogna mai trascurare l’empatia, la dimensione relazionale e partecipativa, il rispetto per la sensibilità altrui.

La comunicazione non deve partire dalla bocca che parla, ma dall’orecchio che ascolta.

 

tratto da: http://www.pamelaferrara.com/comunicazione-crisi-0125.html

Ci sono Italiani di serie A e Italiani di serie B? No? E allora qualcuno ci spieghi perché per i treni regionali in Sicilia ci sono 429 corse contro le 2.396 della Lombardia…!

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Ci sono Italiani di serie A e Italiani di serie B? No? E allora qualcuno ci spieghi perché per i treni regionali in Sicilia ci sono 429 corse contro le 2.396 della Lombardia…!

Treni regionali: in Sicilia 429 corse contro le 2.396 della Lombardia…

Da I Nuovi Vespri:

Ieri un comunicato di Trenitalia celebrava la puntualità dei sui treni nella nostra isola. Se non è una presa per i fondelli ci somiglia visto che tra un po’, come ci ricorda Legambiente,  si conteranno sulle dita…

A leggere il comunicato diffuso ieri da Trenitalia viene da sorridere: “In Sicilia sale all’ 85% la puntualità reale dei treni regionali arrivati entro i 5 minuti dall’orario previsto nel 2017. Solo lo 0,05% dei convogli regionali è stato cancellato, portando così al 99,9% l’indice di regolarità, che misura le corse effettuate rispetto alle programmate”.

Complimenti agli addetti alla comunicazione che, evidentemente, hanno ricevuto l’ordine di fare un po’ di propaganda sullo stato del servizio in Sicilia, in vista del rinnovo del contratto con la regione (ve ne parliamo qui).

In buona sostanza, però, il tutto suona come una presa per i fondelli: vantarsi della puntualità a fronte di tagli feroci e disservizi bestiali è davvero troppo.

Caso vuole che oggi Legambiente ci ricordi qualche numero: “Le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 429 contro le 2.396 della Lombardia. Inoltre i convogli sono più vecchi – con una età media nettamente più alta 19,2 anni rispetto ai 13,3 del Nord e a quella nazionale di 16,8 – e sono più lenti, sia per problemi di infrastruttura sia perché circolano treni vecchi e non più adatti alla domanda di mobilità”.

Lo si legge su ‘Pendolaria’ il  rapporto annuale di Legambiente presentato oggi a Roma che analizza nel dettaglio numeri e storie di un’Italia a due velocità e le varie disuguaglianze che ci sono nel Paese.

“Ai grandi successi dell’Alta Velocità maturati in questi anni, si affianca una situazione del trasporto regionale che rimane difficile, anche per via della riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza (-15,5 dal 2010 al 2016) con un calo del 40% dei passeggeri e la diminuzione dei collegamenti regionali (-6,5% dal 2010 al 2016), a seguito dei tagli realizzati nel 2009 dal Governo Berlusconi.

Eppure, come emerge in Pendolaria, dove si investe nella cura del ferro il numero dei pendolari cresce e aumenta la voglia di spostarsi in treno come è accaduto, appunto, in Lombardia.

 

“Ancora una volta ci troviamo a commentare un rapporto che, tranne pochi casi, fotografa una situazione mortificante per pendolari e turisti – dichiara il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna -. Sulla linea che collega Messina a Siracusa, – continua – passando per Catania la velocità media è di 64 km orari e negli ultimi 15 anni i treni si sono ridotti addirittura del 41% e viaggiano meno veloci che in passato. Stiamo parlando di 180 km di linea che collega tre grandi città siciliane, capoluoghi di Provincia, località turistiche e porti. Grave è anche lo stato di degrado delle stazioni. Se vogliamo davvero cambiare il nostro stile di vita è innegabile che invece di tagliare occorre investire sulle ferrovie. Sempre più persone, infatti, preferirebbero il treno all’auto o al pullman, ma in Sicilia la strada è ancora in salita”.

“Una class action di tutti i siciliani contro Trenitalia”

fonte: http://www.inuovivespri.it/2018/01/17/treni-regionali-in-sicilia-429-corse-contro-le-2-396-della-lombardia/#_

La svolta ecologista di Matteo Renzi – Ecco il treno che va a fischi, insulti, uova e arance…

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La svolta ecologista di Matteo Renzi – Ecco il treno che va a fischi, insulti, uova e arance…

Quelle dell’ex premier Matteo Renzi sono giornate brutte e convulse come quelle del PD che crolla nei sondaggi.

All’arrivo in molte stazioni Renzi viene accolto infatti con insulti, minacce, fischi e in alcuni casi da uova e arance. Qui nel video l’arrivo alla stazione di San Benedetto del Tronto accolto da fischi e contestazioni in una delle tappe di ieri di Destinazione Italia, una delle tappe di Lazio, Umbria e Marche, regioni da cui l treno Pd “Destinazione Italia” ha iniziato il suo viaggio attraverso l’Italia.

“Un viaggio molto umile di ascolto e impegno” ha spiegato il segretario Matteo Renzi “per smettere di parlarci addosso” e ascoltare le tante storie che l’Italia e gli italiani hanno da raccontare. Lazio, Umbria e Marche: queste le regioni dove il treno ha fatto tappa nelle prime giornate della settimana. Ma la partenza non è stata delle più fortunate e le aspettative sono andate molto deluse. Anzi, in alcune stazioni Renzi e i suoi hanno trovato il deserto assoluto. 

“Buffone, buffone”. L’accoglienza per Matteo Renzi non è delle migliori. Come è accaduto ad Ascoli Piceno (dove è stato fischiato), anche la tappa abruzzese di Vasto non è stata da meno. Nel video pubblicato sulla pagina Facebook di PrimadaNoi.it si vede un gruppo di contestatori in azione. Renzi però, in occasione della tappa di Vasto, non era a bordo del treno Destinazione Italia. Striscioni e urla di dissenso anche nella tappa pescarese. Insomma sta assumendo i contorni di una via crucis il tour del segretario democratico.

Non parliamo poi della tappa delle zone colpite dal terremoto, dove il treno del Pd Mercoledì 17 ottobre si è fermato. Sul convoglio diretto ad Arquata del Tronto Matteo Renzi ha incontrato un gruppo di sindaci del cratere marchigiano, con i quali si è fermato a parlare per una mezz’ora per fare il punto sulla ricostruzione. Terremotati che stanno attendendo le case da oltre un anno.

Promesse fatte dallo stesso Renzi che il 24 settembre 2016 al Teatro Metastasio di Prato. aveva detto: “Amatrice la ricostruiremo più bella, la ricostruiremo lì, non ci saranno new town” ribadendo che entro la settimana prossima saranno rimosse le tendopoli. Ebbene, a distanza di oltre un anno i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Solo una famiglia su 4 vive in una casetta di legno e il 95% sono ancora al loro posto.

Ma tornando al viaggio di Renzi. Anche la tappa notturna alla stazione di Termoli, in provincia di Campobasso, per il treno del PD itinerante è andata quasi deserta: magari per l’ora tarda, ma ad aspettare Matteo Renzi non c’era una gran folla (anche perché, forse per evitare un’altra contestazione, l’ex premier è arrivato in auto…)

Ma allora a che serve questo benedetto treno da 400mila euro? Il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi pare infatti non sempre scenda nelle stazioni in cui si ferma il suo convoglio griffato Pd. È successo oltre che a Termoli anche a Vasto-San Salvo. Sul binario della cittadina in provincia di Chieti si erano già radunati sostenitori e (soprattutto) contestatori dell’ex presidente del Consiglio che, però, sono rimasti delusi.