Salvini, un mese da senatore senza mai vedere il Senato – Mai un voto, mai una riunione della sua commissione: dal 10 settembre non ha partecipato ad alcun lavoro parlamentare. Sempre in “missione”: cioè in campagna elettorale per le Regionali …Ovviamente il tutto a spese nostre!

 

Salvini

 

 

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Salvini, un mese da senatore senza mai vedere il Senato – Mai un voto, mai una riunione della sua commissione: dal 10 settembre non ha partecipato ad alcun lavoro parlamentare. Sempre in “missione”: cioè in campagna elettorale per le Regionali …Ovviamente il tutto a spese nostre!

Salvini doveva fare «dura opposizione in Aula». Ma dal voto di fiducia non si è più visto in Senato

Perennemente in missione, nonostante la ‘minaccia’ al nuovo Esecutivo: «Faremo una dura opposizione in Aula». Una dichiarazione che, confrontata con il registro delle presenze al Senato ha il sapore del motto «Armiamoci e partite». Si parla, come storia politica nazionale ed europea insegna, dell’allergia del leader della Lega a partecipare attivamente al percorso decisionale di una democrazia: da quando si è insediato il nuovo governo Conte, il segretario del Carroccio (ora senatore) ha partecipato ai lavori parlamentari solo per il voto di fiducia (sfiducia, per lui) alla maggioranza giallorossa. Le assenze Salvini, dunque, tornano a fare notizia.

Come riporta il sito online del settimanale L’Espresso (che trova anche conferma sui numeri riportati dal portale OpenParlamento), il leader della Lega non ha partecipato a nessuna votazione (oltre a quella di fiducia) di quelle che si sono tenute al Senato dal giorno in cui si è insediato il nuovo Esecutivo. Sempre assente, sempre in missione. Non solo il suo scranno a Palazzo Madama è rimasto perennemente vuoto, ma anche la sua poltrona nella Terza Commissione ‘Affari esteri ed emigrazione’ (di cui fa parte) è rimasta deserta. E l’unica riunione si è tenuta il 2 ottobre e quel giorno Salvini era al Senato ma solamente per una conferenza stampa sulla proposta del 5Xmille alle Forze dell’Ordine e non per partecipare ai lavori.

Le assenze Salvini anche da quando è “solo” senatore

E in questo mese le assenze Salvini si sono moltiplicate anche durante i voti al Senato: mai presente, sempre in missione. Ma cosa si intende per parlamentare in missione? «I Senatori assenti per incarico avuto dal Senato, i quali pertanto non vengono computati ai fini della determinazione del numero legale», è scritto sul regolamento di Palazzo Madama. Insomma, la missione dovrebbe racchiudere solamente impegni istituzionali nel proprio ruolo di senatore della Repubblica o membro di una commissione. E, tra l’altro, un parlamentare che si dichiara in missione (oltre a non rientrare nel numero legale in Aula) non perdono neanche la diaria di quel giorno perché in realtà non risultano assenti.

Ma basta fare un salto sulla bacheca Facebook del leader della Lega per capire come nei giorni in cui a Palazzo Madama sono state effettuate una sessantina di votazioni, lui fosse in giro per l’Italia per portare avanti la sua campagna elettorale in vista delle Regionali in Umbria, Calabria ed Emilia Romagna. Si tratta del 24 e 25 settembre: mentre al Senato si votano diversi provvedimenti all’ordine del giorno, le assenze Salvini crescono per via della sue ‘missioni’ elettorali a Cosenza e in varie cittadine del centro-Italia.

La pagina Facebook che annuncia le sue ‘missioni’

E il copione si ripeterà già oggi, quando la sua Commissione (secondo calendario) si riunirà. Ma la bacheca Facebook di Salvini già annuncia la sua assenza dai lavori parlamentari per via della tripletta umbra: prima la visita al Carcere di Sabbione (ore 9), poi l’incontro con i cittadini di Terni (ore 11) e alle 12.30 il comizio di Ferentillo. Tu chiamale se vuoi, missioni.

 

tratto: https://www.giornalettismo.com/assenze-salvini-senato/

Per rinfrescarVi la memoria: Quando l’attuale Presidente del Senato della Repubblica Italiana Casellati andava in Tv a raccontare: “Ruby è la nipote di Mubarak. Mubarak stesso la presentò a Berlusconi”…

 

Casellati

 

 

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Per rinfrescarVi la memoria: Quando l’attuale Presidente del Senato della Repubblica Italiana Casellati andava in Tv a raccontare: “Ruby è la nipote di Mubarak. Mubarak stesso la presentò a Berlusconi”…

In un video del 2011 della trasmissione Otto e Mezzo, l’attuale presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati parlava di Silvio Berlusconi e del caso Ruby: “Quando Berlusconi incontrò Mubarak, pare sia venuto fuori da alcune testimonianze che il presidente egiziano aveva parlato di questa sua nipote, ed era un incontro ufficiale”.

Sabato 24 marzo Maria Elisabetta Alberti Casellati è stata eletta presidente del Senato e da quel momento sono stati diffusi video e notizie riguardanti la sua precedente attività politica. Uno di questi video è quello pubblicato dalla trasmissione di La7 Otto e Mezzo che ricorda come alcuni anni fa, nel 2011, Casellati parlava della vicenda riguardante Berlusconi e la giovane Ruby (allora presentata come la nipote del presidente egiziano Mubarak) nel periodo in cui l’attuale presidente del Senato era sottosegretaria alla Giustizia. Nel video diffuso da Otto e Mezzo si sente la Casellati dire che Mubarak, durante un incontro ufficiale con Berlusconi, avrebbe parlato di questa sua nipote.

Lo spezzone di trasmissione ripubblicato anche su Twitter riguarda proprio Silvio Berlusconi e il caso Ruby, la ragazza marocchina al centro della polemica dopo che il leader di Forza Italia chiamò la questura per farla rilasciare dopo un fermo sostenendo che fosse la nipote del presidente egiziano. Berlusconi, comunque, per quella vicenda venne assolto dall’ipotesi di reato di concussione. Casellati difese a spada tratta l’ex presidente del Consiglio mettendo in chiaro come la vicenda riguardante Ruby prendesse spunto da due questioni diverse. La prima “‘è che ha ritenuto che fosse la nipote di Hosni Mubarak”. La seconda, spiega ancora l’attuale presidente del Senato, riguarda i soldi che Berlusconi avrebbe dato a Ruby: “Siccome si è parlato di denari dati a questa ragazza, ha detto di averli dati per lavorare e permetterle di non prostituirsi”.

QUI il video

Secondo Casellati questi sono due episodi certamente legati fra loro ma si tratta comunque di “due cose diverse”. E l’ex sottosegretario alla Giustizia sottolinea ancora come Berlusconi sia sempre stata “una persona che ha fatto tanta beneficienza e ha fatto tanti regali a tante persone”. Tornando nello specifico alla telefonata di Berlusconi alla questura, Casellati ribadisce nella trasmissione del 2011 che quella chiamata fu fatta “per dire che è la nipote di Mubarak”.

E proprio su questo punto si sofferma ancora la presidente del Senato, eletta solo pochi giorni fa con i voti di centrodestra e MoVimento 5 Stelle. Berlusconi non avrebbe soltanto affermato, secondo la Casellati, della parentela tra Ruby e Mubarak, ma, anzi, si sarebbe basato su un episodio che lei stessa racconta: “Quando Berlusconi aveva incontrato Mubarak pare sia venuto fuori da alcune testimonianze che in quell’incontro aveva parlato di questa sua nipote, ed era un incontro ufficiale”.

 

Politici corrotti in Cina: pena di morte! Ma se fanno i bravi e restituiscono tutto, se la cavano col carcere a vita! Con una legge così da noi in Parlamento resterebbero solo i grillini ed altri 3 o 4….

Politici corrotti

 

 

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Politici corrotti in Cina: pena di morte! Ma se fanno i bravi e restituiscono tutto, se la cavano col carcere a vita! Con una legge così da noi in Parlamento resterebbero solo i grillini ed altri 3 o 4…

 

La Cina è uno dei paesi dove è ancora in vigore la pena di morte. Per alcuni tipi di reati ci sono sanzioni veramente dure e anche per i politici corrotti, se non confessano il reato e non si adoperano per restituire il denaro rubato possono subire questa condanna.

I reati puniti con la pena capitale sono diversi e sono l’espressione del duro controllo governativo. Si va dalla pirateria informatica fino a passare allo spaccio, dall’omicidio alla corruzione.

Proprio per la presenza di questo regime non è facile stimare quante esecuzioni vi siano ogni anno. Nella maggior parte dei casi viene utilizzato un plotone di esecuzione, molto più raramente l’iniezione letale, forse per l’eccessivo costo delle sostanze.

Dunque quando un politico si appropria indebitamente dei soldi pubblici riceve una condanna davvero terribile. Se viene restituito tutto il denaro la pena viene sospesa e commutata in ergastolo. Di recente l’ex ministro dei trasporti Liu Zhijun ha dovuto subire questa sorte. Grazie alla sua collaborazione per recuperare i fondi sottratti si è potuto salvare ma solamente in cambio del carcere a vita.

Sono molti i detrattori della pena capitale che sostengono sia inumana, secondo questi ultimi nei paesi in cui è ancora in vigore ci sono tassi di criminalità molto alti che non diminuiscono anche se si continua ad utilizzare questa pena. Nel resto del mondo c’è una campagna per eliminarla del tutto perché espressione di un Stato “barbaro” e “medioevale”.

Certamente non va meglio in quei paesi dove i reati vengono sanzionati in maniera blanda, o addirittura del tutto ignorati. L’italia, ad esempio, è uno dei paesi dove c’è il maggior indice di corruzione, con moltissimi politici corrotti, e una cospicua presenza della criminalità organizzata. Anche l’impunità e l’assenza della certezza della pena, che inevitabilmente potrebbero provocare ulteriori vittime innocenti, sono inaccettabili. Forse la cosa è ancora più barbara e medioevale della pena capitale e si ripete ogni giorno. Purtroppo a nostro avviso non esiste una campagna altrettanto vigorosa e capillare come quella per l’abolizione della pena di morte.

 

fonte: http://risatevere.eu/2016/07/10/la-pena-politici-corrotti-cina/

Tagliati i vitalizi alla Camera… E al Senato? Per la pupilla di Berlusconi, la nuova paladina della Casta, non se ne parla proprio…

 

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Tagliati i vitalizi alla Camera… E al Senato? Per la pupilla di Berlusconi, la nuova paladina della Casta, non se ne parla proprio…

 

Tagliati i vitalizi ai deputati, i senatori si adegueranno?

Il presidente della Camera si dice sicuro sulla tenuta del provvedimento: “Non sono preoccupato dai ricorsi, perché la delibera è forte e sostanziale e ripara a un’ingiustizia”. Cosa deciderà ora la presidente del Senato?

“Non sono preoccupato dai ricorsi, perché la delibera è forte e sostanziale e ripara a un’ingiustizia e poiché la Costituzione dispone che tutti i cittadini sono uguali renderli tutti uguali” equivale ad agire “come dispone la Costituzione”. Roberto Fico, presidente Cinquestelle della Camera, ‘padre’ della delibera con cui ieri sono stati tagliati i vitalizi agli ex deputati, non sembra temere nulla, non i ricorsi contro il provvedimento annunciati da diversi ex onorevoli. “Agli ex parlamentari dico che non è un provvedimento punitivo, ma un provvedimento che ripara a un’ingiustizia e finalmente colmiamo il solco e il burrone” che c’era fino ad ora tra le istituzioni e i cittadini. “Sono certo che il Senato farà le sue valutazioni e sono convinto che arriverà alle stesse decisioni”.

In attesa di conoscere il pensiero della presidente del Senato (allinearsi o non allinearsi al provvedimento di Montecitorio) portano acqua al mulino degli ex parlamentari due illustri costituzionalisti, presidenti emeriti della Consulta.

“Sarebbe stato più ‘opportuno’ intervenire sulla materia dei vitalizi con una legge: in questo modo “si sarebbe assicurata una maggior trasparenza nel dibattito parlamentare e si sarebbe approfondito un problema non rimettendolo alla cerchia ristretta dell’ufficio di presidenza”, ha detto all’Agi Cesare Mirabelli, rilevando inoltre che “se il Senato non delibera allo stesso modo si crea una palese disparità di trattamento”.

“Il fondamento di questo tipo di trattamento – spiega Mirabelli – è la natura largamente previdenziale, connessa con l’indennità parlamentare con la quale si assicura che possano svolgere queste funzioni non solo coloro che hanno possibilità economiche”. In alcuni casi evidenti – aggiunge il giurista – può “apparire che tale trattamento abbia costituito un privilegio, ma nella maggior parte delle situazioni, per chi ha svolto con onore per lungo tempo funzioni in Parlamento, non è cosi'”. Inoltre, il ‘nodo’ è anche la retroattività dell’intervento: “È vero – spiega il presidente emerito della Consulta – che la Costituzione vieta la retroattività solo per le leggi penali, ma vale il principio di affidamento nel rapporto tra Stato e cittadini; un intervento del genere deve avere una forte giustificazione per incidere su una situazione consolidata”.

Quanto ai ricorsi, che potrebbero essere presentati sul taglio dei vitalizi, Mirabelli sottolinea: “Il problema che si porrà sarà quello della competenza. A decidere su queste controversie potrebbe essere un organismo interno alla Camera in base al principio dell’autodichia, ma anche il giudice ordinario potrebbe dirsi competente perché si tratta di un diritto di ex parlamentari”.

Sulla stessa lunghezza d’onda un altro presidente emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese. “La misura adottata è illegittima e ingiusta”, ha detto Cassese a Repubblica. “È dubbio che l’ufficio di presidenza avesse competenza. È illegittimo il procedimento. Priva i destinatari del diritto di difesa davanti a una corte indipendente”. La posizione del costituzionalista appare netta:

“L’assegno vitalizio per i parlamentari non esiste più dal 2012. Strano che si gioisca tanto. Per quel che si sa (la Camera non ha ancora messo sul sito la delibera), l’ufficio di presidenza della (sola) Camera dei deputati ha ora soltanto stabilito di ricalcolare con il metodo contributivo gli assegni vitalizi percepiti da coloro che non erano più deputati nel 2011 (1240 percettori, età media di 76,5 anni). Una decisione che presta il fianco a molti dubbi. Si può dire giusta una giustizia retroattiva?”

“Non crea ingiustizie un provvedimento preso per gli ex deputati, ma non per tutti gli altri ex rappresentanti che godono di assegni detti vitalizi, come i consiglieri regionali e i senatori? Che succede a coloro che in passato sono stati prima deputati, poi senatori, o viceversa? È giusto il ricalcolo anche delle pensioni di reversibilità, spettanti a familiari degli ex deputati (per lo più in età avanzata)? È legittimo un provvedimento regolamentare dell’ufficio di presidenza adottato senza istruttoria in contraddittorio, non impugnabile davanti a un giudice e sottratta al sindacato costituzionale diretto?”.

“I diritti acquisti vanno rispettati, e possono essere limitati solo in maniera che sia ragionevole e proporzionale, al verificarsi di una situazione nuova che giustifichi il nuovo intervento. Se l’intervento è sproporzionato e non trova una spiegazione obiettiva in una situazione economica nuova, come può essere ritenuto legittimo?”

In attesa di conoscere i nomi dei firmatari dei primi ricorsi, la palla passa a Palazzo Madama. Cosa farà il Senato? Si adeguerà alla delibera Fico o no? E in questo secondo caso, cosa succederà ai vitalizi degli ex senatori e a quei politici che sono stati sia deputati che senatori in legislature diverse? Non c’è dubbio che se il Senato non assumerà le stesse decisioni, ravvedendo dubbi di legittimità o persino costituzionalità della ‘delibera Fico’ anche il taglio varato con tanto di brindisialla Camera vacillerebbe, dando forza ai ricorrenti.

“La questione per me non ha una valenza politica, le mie perplessità sono di carattere tecnico-giuridico”, aveva detto Casellati qualche giorno fa. “Quando il presidente Fico ha iniziato a trattare il tema dei vitalizi  ho chiesto ai nostri questori del Senato di lavorare insieme a loro, proprio per arrivare a una decisione che fosse condivisa anche al Senato, in una prospettiva di accelerazione di tempi e di condivisione di contenuti”.

Ancora la presidente del Senato: «Solo attraverso un provvedimento tecnicamente ineccepibile potrà andare in porto. I dubbi che avevo presentato di una possibile incostituzionalità, che ho prospettato non solo io ma anche dei giuristi, potrebbero portare a vanificare lo sforzo che stiamo facendo per eliminare i privilegi”.

fonte: https://www.globalist.it/politics/2018/07/14/tagliati-i-vitalizi-ai-deputati-i-senatori-si-adegueranno-2027863.html

La Casellati va in visita negli Stati Uniti in coincidenza col concerto del figlio. E gli italiani, guarda le coincidenze, le pagano il viaggio…

 

Casellati

 

 

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La Casellati va in visita negli Stati Uniti in coincidenza col concerto del figlio. E gli italiani, guarda le coincidenze, le pagano il viaggio…

 

Casellati tour negli Usa col concerto del figlio

(di Carlo Tecce – Il Fatto Quotidiano) – Succede. “Una coincidenza”, per dirla con Leonardo Sciascia. Maria Elisabetta Alberti Casellati va negli Stati Uniti per una visita ufficiale, tre giorni a Washington, tre giorni a New York. Il presidente del Senato gira in lungo e largo, stringe mani autorevoli di qua, rende omaggi e saluta con affetto di là. E succede. Il figlio Alvise, ex avvocato negli Usa, direttore d’orchestra, si esibisce al Central Park di New York e la mamma, la seconda carica dello Stato, assiste compiaciuta. Succede. Anzi, è successo lunedì pomeriggio.

Casellati è partita martedì 26 giugno per gli Stati Uniti, prima tappa a Washington per incontri misti: “Alcuni giudici della Corte Suprema, la leadership del Congresso, presidenti delle Commissioni del Senato”, si legge nel comunicato di Palazzo Madama. Poi si trasferisce a New York, venerdì viene ricevuta alle Nazioni Unite da Miroslav Lajcak, presidente dell’assemblea e da Antonio Guterres, segretario generale. Cena dal console Francesco Genuardi, tra i commensali gli italiani all’estero. Il viaggio dagli alleati – parecchio intenso, con “un’agenda fittissima” (cit. Palazzo Madama) – rallenta nel weekend: inaugura il padiglione Italia al “Summer fancy food show” e va al museo Frick Collection per un’esposizione sul “George Washington di Canova”. Lunedì, la mattina è frenetica: un salto a Wall Street per l’apertura della Borsa, corona di fiori al memoriale dell’11 settembre e pranzo da Eataly.

Il programma del pomeriggio è inesistente per l’impegno al Central Park. Il figlio Alvise ha un concerto pagato pure da Brooks Brothers e dalla multinazionale Eni, un evento gratuito per avvicinare le comunità italiane e americane e far risuonare il Rigoletto, la Traviata, il Barbiere di Siviglia nella caotica metropoli. Si chiama “Opera italiana is in the air”, patrocini di prestigio e contribuiti di Banca Intesa. E mamma è in platea. Oggi Casellati rientra in Italia, non digiuna di arte perché ha trascorso il martedì del congedo tra i musei Metropolitan e Guggenheim.

Palazzo Madama ha omesso il concerto di Alvise finché il Fatto non ha chiesto spiegazioni, incuriosito da una bizzarra coincidenza. Così ieri sera, in una nota, il Senato ha informato gli italiani che la “visita di Casellati negli Stati Uniti va verso la conclusione” e, sorpresa, c’è pure il distensivo pomeriggio al Central Park col figlio Alvise: “In forma strettamente privata”. Succede.

Non vale la pena rievocare il passato. La figlia Ludovica assunta al ministero per la Salute con un contratto da capo della segretaria del sottosegretario – non è uno scioglilingua – Elisabetta Alberti Casellati. Robe di una dozzina di anni fa. Oppure la consulenza sempre di Ludovica – ex dipendente di Publitalia, la cassaforte pubblicitaria di Mediaset – per curare i rapporti con i media di Barbara Degani, sottosegretaria all’Ambiente nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, amica di famiglia. Il giorno dell’elezione al vertice di Palazzo Madama, Casellati ha commosso la stampa con la corsa a Genova – in volo di linea – per vedere il figlio Alvise al teatro “Carlo Felice”. Adesso ha soltanto sfruttato una coincidenza, di quelle talmente perfette che non ammettono retropensieri. Semmai, ossequi.

fonte: https://infosannio.wordpress.com/2018/07/04/casellati-tour-negli-usa-col-concerto-del-figlio/

Ricordate la guerra ai furbetti del cartellino, quelli che intascavano a sbafo lo stipendio pubblico ma poi si dedicavano ad altri lavori? Sbaglio o fu dichiarata 2 anni fa dal governo di Renzi? Sì, Renzi, quello che intasca lo stipendio pubblico da senatore, ma poi va fare conferenze a pagamento in giro per il mondo…

Renzi

 

 

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Ricordate la guerra ai furbetti del cartellino, quelli che intascavano a sbafo lo stipendio pubblico ma poi si dedicavano ad altri lavori? Sbaglio o fu dichiarata 2 anni fa dal governo di Renzi? Sì, Renzi, quello che intasca lo stipendio pubblico da senatore, ma poi va fare conferenze a pagamento in giro per il mondo…

Sì sono passati 2 anni da quando quelli del Pd si stracciavano le vesti per quei porci che timbravano il cartellino, ma poi invece di fare il proprio dovere andavano a lavorare altrove, o anche a fare la spesa. Ladri, intascavano soldi pubblici, cioè NOSTRI, ma poi facevano i porci comodi loro.

Per fortuna il governo Renzi ha dichiarato loro guerra…

Grande risalto mediatico. Giusta punizione ai LADRI che invece di fare il lavoro pubblico per il quale erano pagati, si dedicavano alle loro cose…

Indubbiamente un grande successo del governo di Matteo Renzi…

Sì del governo di Matteo Renzi…

Perchè sei un “furbetto del cartellino” se fotti alla gente 1.200 Euro al mese…

Se ne fotti 13.000, e magari sei senatori, senatore dello stesso senato che volevi abolire, allora non sei più furbetto… Sei solo stanco delle vicende politiche Italiane…

E te ne vai all’estero a fare conferenze a pagamento… Ma non tutti, tutti i giorni. Perchè il 27 del mese sei impegnato a ritirare lo stipendio a sbafo da senatore…

E, sempre sia lodato quel coglione che ha pagato (cioè noi)…

Tu, italiota, ovviamente, non ti senti preso neanche un poco poco per il culo, giusto?

by Eles

 

M5s attacca la Casellati che ha insabbiato l’istruttoria per l’abolizione dei vitalizi al Senato… È scandaloso! …Scusate, ma cosa vi aspettavate dalla pupilla di Berlusconi…?

Casellati

 

 

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M5s attacca la Casellati che ha insabbiato l’istruttoria per l’abolizione dei vitalizi al Senato… È scandaloso! …Scusate, ma cosa vi aspettavate dalla pupilla di Berlusconi…?

 

M5s chiede abolizione dei vitalizi a Casellati: “Al Senato istruttoria ferma, è scandaloso”

Danilo Toninelli, capogruppo M5s al Senato, ha inviato una lettera alla presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Casellati per chiederle che fine abbia fatto l’istruttoria per abolire i vitalizi. E poi attacca: “Sembra che l’istruttoria dei questori stia concludendosi in maniera scandalosa”.

Il MoVimento 5 Stelle torna a parlare dell’abolizione dei vitalizi e, dopo aver annunciato l’istruttoria presentata alla Camera dei deputati per dare il via all’iter, si rivolge alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, Danilo Toninelli, ha inviato una lettera alla presidente del Senato per sollecitarla a dare vita all’istruttoria anche a Palazzo Madama. E poco dopo Toninelli attacca esplicitamente gli uffici di presidenza del Senato, dove l’istruttoria sarebbe ferma: “Sembra che l’istruttoria dei questori stia concludendosi in maniera scandalosa, sembra che ci siano profili di incostituzionalità sull’abolizione dei vitalizi. In Parlamento vige l’autodichia e loro stanno dicendo che è costituzionale un privilegio e incostituzionale abolirlo”.

“Le scrivo per chiederle lumi sull’istruttoria che il gruppo del M5s vorrebbe vedere il prima possibile all’esame del consiglio di presidenza”, scrive Toninelli nella lettera facendo esplicito riferimento a quello che definisce il “solerte lavoro compiuto” dai questori della Camera dei deputati. I questori di Montecitorio hanno “completato l’istruttoria per la revisione dei vitalizi, compresi i trattati di reversibilità”, ricorda Toninelli nella missiva inviata a Casellati, nella quella parla anche del “suo dichiarato impegno a favorire un percorso parallelo e coordinato tra i due rami del Parlamento” in tema di abolizione dei vitalizi.

Nella lettera inviata dal rappresentante M5s a Casellati si ribadisce che l’auspicio è quello che “si possa lavorare a partire dai criteri metodologici assunti dall’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, vista anche la proficua collaborazione avviata tra il presidente Roberto Fico e il presidente dell’Inps Tito Boeri, in modo da recuperare il tanto invocato allineamento tra le due Camere e dare una pronta risposta ai cittadini su un tema molto sentito dall’opinione pubblica”.

Negli scorsi giorni era stato Riccardo Fraccaro, questore anziano di Montecitorio, a far sapere che era stata presentata l’istruttoria sui vitalizi, considerata come “il primo passo per la loro cancellazione”. Il M5s aveva promesso di dare il via all’iter per l’abolizione dei vitalizi entro 15 giorni seguendo un percorso che avrebbe portato all’approvazione di questa misura nell’Ufficio di presidenza della Camera. In attesa di novità da Montecitorio, dove per ora non si hanno notizie certe sulle tempistiche per l’abolizione dei vitalizi, il M5s chiede quindi che si proceda sin da subito con la stessa misura anche al Senato.

Alla richiesta di Toninelli ha risposto in serata Antonio De Poli, questore anziano di Palazzo Madama: “L’impegno del Senato ad un percorso con la Camera sul tema dei vitalizi non può essere messo in discussione. Gli uffici legislativi e amministrativi dei due rami del Parlamento si sono incontrati ieri per valutare in maniera coordinata gli aspetti di diritto e di metodo. Una riunione che fa seguito a quella che come questori del Senato abbiamo avuto una settimana fa con i colleghi della Camera. Vanno valutati rapidamente ma con attenzione tutti gli aspetti che attengono al piano costituzionale, tecnico e fiscale. Per evitare di fare un lavoro che rischierebbe di essere inutile e demagogico, in contrasto con quelli che sono i reali interessi dei cittadini”.

 

fonte: https://www.fanpage.it/m5s-chiede-abolizione-dei-vitalizi-a-casellati-al-senato-istruttoria-ferma-e-scandaloso/

Mentre proseguono le consultazioni al Quirinale, agli Italiani forse sfugge che i parlamentari da due mesi percepiscono uno stipendio senza fare una beata minchia! La proposta del Codacons: fermare questo spreco inaccettabile di fondi pubblici dimezzando gli stipendi dei parlamentari!

 

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Mentre proseguono le consultazioni al Quirinale, agli Italiani forse sfugge che i parlamentari da due mesi percepiscono uno stipendio senza fare una beata minchia! La proposta del Codacons: fermare questo spreco inaccettabile di fondi pubblici dimezzando gli stipendi dei parlamentari!

 

GOVERNO: CODACONS CHIEDE A CAMERA E SENATO DI DIMEZZARE SUBITO I COMPENSI DEI PARLAMENTARI

BLOCCO LAVORI CAMERE IN ATTESA DI TROVARE MAGGIORANZA DI GOVERNO DETERMINA SPRECHI PER MILIONI DI EURO A DANNO DELLA COLLETTIVITA’ E RISCHIA DI DETERMINARE PECULATO

L’ART. 1460 DEL CODICE CIVILE VIETA DI PAGARE CHI NON ADEMPIE LA PROPRIA OBBLIGAZIONE

Con una istanza inviata ai Presidenti di Camera e Senato e ai Capigruppo dei vari partiti presenti in Parlamento, il Codacons chiede oggi di dimezzare i compensi percepiti da Deputati e Senatori eletti a seguito delle ultime votazioni del 4 marzo. Alla base della richiesta dell’associazione, il blocco dei lavori parlamentari, con le Commissioni inattive in attesa della formazione del nuovo Governo.
Scrive il Codacons nell’atto:
“Si assiste in maniera surreale e apparentemente illegittima ad una clamorosa “impasse parlamentare” con le Camere ferme da due mesi e l’impossibilità di procedere alla formazione delle Commissioni e alla formazione di un Governo che possa garantire stabilità al paese, con evidente e conseguente danno non solo per la collettività ma per l’economia del paese. Una situazione che deve necessariamente essere accertata poiché in caso di responsabilità degli attuali parlamentari in carica e dei membri del governo in carica potrebbero sorgere fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di Malversazione a danno dello Stato e Omissione di atti d’ufficio, oltre che possibili illeciti fonte di danno erariale”. Considerata inoltre la natura di pubblici ufficiali dei parlamentari, il rischio è anche il realizzarsi del reato di “peculato” in relazione all’appropriazione indebita di soldi pubblici.
“In sostanza i parlamentari italiani percepiscono da due mesi uno stipendio senza lavorare – spiega il presidente Carlo Rienzi – Uno spreco inaccettabile di soldi pubblici e una violazione delle norme vigenti. L’art. 1460 del codice civile stabilisce infatti che si possa rifiutare di adempiere ad una obbligazione se la controparte non adempie la propria; una fattispecie che trova riscontro nella situazione odierna del Parlamento, con gli italiani che pagano i compensi di Deputati e Senatori (e quindi adempiono la propria obbligazione) senza ottenere tuttavia la controprestazione dei lavori parlamentari”.
Per tale motivo il Codacons ha chiesto oggi a Camera e Senato e ai partiti politici di ridurre del 50% gli emolumenti spettanti a Deputati e Senatori, almeno fino al momento in cui il Parlamento non tornerà ad operare in modo regolare attraverso le sue Commissioni.

fonte: https://codacons.it/governo-codacons-chiede-a-camera-e-senato-di-dimezzare-subito-i-compensi-dei-parlamentari/

Tutto come previsto: mentre alla Camera si accelera per l’abolizione dei vitalizi, al Senato, dove regna la nuova “Regina della Casta”, la “fedelissima” Casellati, non se ne parla proprio!!

 

Casellati

 

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Tutto come previsto: mentre alla Camera si accelera per l’abolizione dei vitalizi, al Senato, dove regna la nuova “Regina della Casta”, la “fedelissima” Casellati, non se ne parla proprio!!

 

‘Dov’è l’istruttoria sui vitalizi?’ Toninelli scrive a Casellati

L’istruttoria sui vitalizi prosegue, anzi l’iter accelera, alla Camera ma rimane al palo al Senato.

Perciò il capogruppo del M5S Danilo Toninelli ha scritto alla presidente del Senato Elisabetta Casellati “per chiederle lumi sull’istruttoria che il gruppo del Movimento 5 Stelle vorrebbe vedere il prima possibile all’esame del Consiglio di Presidenza”.

“Il Collegio dei Questori della Camera dei deputati – si legge nella lettera di Toninelli – ha completato l’istruttoria per la revisione dei vitalizi, compresi i trattamenti di reversibilità”. E ora i 5 Stelle vorrebbero che, in relazione al “dichiarato impegno” di Casellati “in favore di un percorso parallelo e coordinato tra i due rami del Parlamento”, si faccia partire l’iter anche al Senato.

Toninelli ha proseguito chiedendo che l’operazine Taglia-Privilegi iniziata alla Camera possa iniziare anche al Senato, “vista anche la proficua collaborazione avviata tra il Presidente Roberto Fico e il Presidente dell’Inps Tito Boeri”.

Fico ha incontrato Boeri lo scorso 18 aprile. In quell’occasione il presidente della Camera aveva fatto sapere su Instagram che era stato un colloquio “cordiale e costruttivo” e che nel mentre proseguiva l’istruttoria sul tema dei vitalizi, per cui aveva dato mandato al collegio dei questori.

I due si sono incontrati nuovamente e hanno parlato per 40 minuti della questione della delibera sull’abolizione dei vitalizi.

Nel frattempo Di Maio ha detto ai suoi che intende “portare a casa” il risultato dell’abolizione del privilegio degli ex parlamentari prima che si torni al voto.

Parlando a Rete 4, il leader 5 Stelle ha dichiarato: “Noi ce la stiamo mettendo tutta per tagliare i vitalizi prima che si vada a votare. Cerchiamo di tagliarne più possibile, poi vediamo cosa diranno i calcoli”.

E in una lettera inviata ai parlamentari 5 Stelle ha scritto di prepararsi alla battaglia sui vitalizi.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/05/05/dove-l-istruttoria-sui-vitalizi-toninelli-scrive-a-casellati/

Un terremoto sta per abbattersi alla Camera – Fico si accinge a mettere a “dieta” i deputati: fine dei privilegi, tagli alle indennità e ricalcolo dei vitalizi per gli ex per i quali si applicherà il metodo contributivo come per tutti gli altri cittadini. E il Senato che farà?

 

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Un terremoto sta per abbattersi alla Camera – Fico si accinge a mettere a “dieta” i deputati: fine dei privilegi, tagli alle indennità e ricalcolo dei vitalizi per gli ex per i quali si applicherà il metodo contributivo come per tutti gli altri cittadini. E il Senato che farà?

 

Fico si accinge a mettere a ‘dieta’ i deputati della Camera e a ridurre i vitalizi agli ex parlamentari

Un terremoto sta per abbattersi alla Camera dei deputati. Con la presidenza di Roberto Fico, esponente del Movimento 5 Stelle, sta per arrivare la fine dei privilegi. Tagli per le indennità dei parlamentari in carica e ricalcolo dei vitalizi per gli ex parlamentari. Anche a loro si applicherà il metodo contributivo come per tutti gli altri cittadini. E il Senato che farà?

Com’era prevedibile, con l’elezione del grillino Roberto Fico alla Camera dei deputati, un terremoto sta per abbattersi sui parlamentari e sugli ex parlamentari. Si profila il taglio delle indennità e dei vitalizi. La ‘botta’ sarà dura, soprattutto per gli ex parlamentari i cui vitalizi verranno ricalcolati con il metodo contributivo. In pratica, è la fine dei privilegi: gli ex parlamentari avranno diritto a un vitalizio in base ai contributi versati, proprio come tutti gli altri cittadini.

Il taglio di indennità parlamentari e vitalizi non avverrà con una legge, ma con una delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera dei deputati. Con molta probabilità non mancheranno i ricorsi presso la Corte Costituzionale.

Ma il tema non sono i ricorsi alla Consulta. Sarà interessante capire cosa farà il Senato, presieduto da Maria Alberti Casellati, esponente di Forza Italia. Il Sole 24 Ore scrive che il Senato si dovrà adeguare. In presenza di ricorsi, però – questa è la nostra tesi – potrebbe non adeguarsi. In questo caso si assisterebbe a parlamentari ed ex parlamentari con due regimi diversi in materia di indennità parlamentare e vitalizi…

Per la cronaca, già nella scorsa legislatura i i grillini hanno provato a ridurre le spese della Camera. E, in parte, ci sono riusciti:

“Grazie soprattutto al nostro impegno – ha dichiarato Fico al Sole 24 Ore – La Camera dei deputati costa 270 milioni l’anno in meno. Il taglio degli affitti d’oro, dei rimborsi di viaggio o dell’assicurazione degli ex deputati sono solo alcuni dei risultati che abbiamo ottenuto come forza di opposizione. Ora l’Ufficio di presidenza e il collegio dei questori lavoreranno nell’ottica di razionalizzare i costi della Camera per renderla più efficiente e avvicinarla ai cittadini”.

Oggi si pagano 2 mila e 600 vitalizi per un totale di 190 milioni l’anno.

“Come questore anziano – dice ancora Fico – sottoporrò da subito al collegio la necessità di intervenire di concerto con l’Ufficio di presidenza. Tutte le forze politiche si sono impegnate in tal senso: confidiamo che si passi subito ai fatti”.

I deputati neoeletti non matureranno più una pensione a 65 anni di età anche dopo cinque anni pieni di legislatura. Tutti gli altri conserveranno la pensione, ma il suo importo sarà ricalcolato al ribasso con il metodo contributivo. Metodo che si applicherà sia ai parlamentari in carica, sia agli ex parlamentari che sono già andati in pensione.

La mossa dei grillini ha già raccolto il plauso del leader della Lega, Matteo Salvini:

“Se vado verso un sistema pensionistico totalmente contributivo, deve valere anche per la politica e lo faccio anche retroattivamente, non è possibile che ci siano deputati o senatori che lo hanno fatto magari per un anno e che sono in pensione da tempo per 2-3 mila euro, è immorale. Non salva i conti del Paese, ma è un segnale”.

 

tratto da: http://www.inuovivespri.it/2018/03/30/fico-si-accinge-a-mettere-a-dieta-i-deputati-della-camera-e-a-ridurre-i-vitalizi-agli-ex-parlamentari/#_