Lavoro, UN ALTRO GRANDE SUCCESSO DEL GOVERNO RENZI, nel primo trimestre -92% di nuovi contratti stabili rispetto allo stesso periodo del 2015!

 

Lavoro

 

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Lavoro, UN ALTRO GRANDE SUCCESSO DEL GOVERNO RENZI, nel primo trimestre -92% di nuovi contratti stabili rispetto allo stesso periodo del 2015!

 

Da Il Fatto Quotidiano:

Lavoro, nel primo trimestre -92% di nuovi contratti stabili rispetto allo stesso periodo del 2015 (con gli sgravi)

Attivazioni e trasformazioni sono state 398.866, ma sottraendo le cessazioni restano 17.500 rapporti di lavoro aggiuntivi. Contro i 214.765 nuovi contratti “netti” attivati nel primo anno di decontribuzione totale voluta dal governo Renzi. Salgono poi del 14,4%, a oltre 18mila, i licenziamenti per giusta causa. A marzo +12% le domande di disoccupazione

Finiti gli sgravi contributivi, crollano i nuovi contratti a tempo indeterminato. La tendenza, emersa già lo scorso anno, è conclamata nei dati dell’Osservatorio Inps sul precariato relativi ai primi tre mesi del 2017, anno in cui gli incentivi alle assunzioni voluti da Matteo Renzi si sono azzerati. Nel primo trimestre i nuovi contratti stabili, incluse le trasformazioni da apprendistato o da contratti a termine, sono stati 398.866, ma il saldo tra i nuovi posti e le cessazioni di contratti stabili è stato di 17.537 contro i 41.731 dello stesso periodo dello scorso anno, quando gli sgravi c’erano ancora pur se in forma ridotta, e i 214.765 nuovi contratti “netti” (612.158 attivazioni meno 397.393 cessazioni) attivati nel primo trimestre 2015. Un crollo del 91,8 per cento. Finiti gli incentivi, insomma, le imprese hanno invertito la rotta tornando ad orientarsi sui contratti a termine, esattamente come prima del Jobs Act e della legge di Stabilità per il 2016.

Nel periodo preso in esame le assunzioni fatte dai datori di lavoro privati sono risultate 1.439.000, in aumento del 9,6% rispetto a gennaio-marzo 2016. Ma il maggior contributo è dovuto alle assunzioni di apprendisti (+29,5%) e a quelle a tempo determinato (+16,5%), mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-7,6%). Significativa anche la crescita dei contratti di somministrazione (+14,4%). Le cessazioni nel complesso sono state 1.117.000, in aumento rispetto all’anno precedente (+6,6%). A crescere sono le cessazioni di rapporti a termine (+12,5%), mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono leggermente in diminuzione (-2,1%).

L’osservatorio rileva anche che nei primi tre mesi dell’anno le aziende italiane hanno intimato 143.225 licenziamenti, con un aumento del 2,8% sullo stesso periodo del 2016. Ma se si guarda ai licenziamenti per giusta causa, quelli sui quali è intervenuto il Jobs Act di fatto cancellando il reintegro in azienda in caso di allontanamento illegittimo nelle aziende oltre i 15 dipendenti, l’aumento è stato del 14,4%, da 16.004 a 18.349. Rispetto al 2015, quando i licenziamenti disciplinari furono 12.705, l’aumento è stato del 44,39%. Nelle aziende con oltre 15 dipendenti i licenziamenti per motivi disciplinari (giusta causa o giustificato motivo soggettivo) tra gennaio e marzo 2017 sono stati 8.758 a fronte dei 6.545 dello stesso periodo 2016 (+29,3%) e dei 5.027 dei primi tre mesi 2015 (+68,45%).

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, a marzo sono state presentate 111.334 domande di disoccupazione, in crescita del 12% rispetto alle 99.435 domande dello stesso mese dello scorso anno. Sono state presentate 15 domande di Aspi, 4 di mini Aspi e 109.823 domande di Naspi. Nello stesso mese sono state inoltrate 353 domande di disoccupazione e 1.139 domande di mobilità.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/18/lavoro-nel-primo-trimestre-92-di-nuovi-contratti-stabili-rispetto-allo-stesso-periodo-del-2015-quando-cerano-gli-sgravi/3594713/

 

I Tg sono troppo impegnati a raccontarvi, in tono trionfalistico, della pagliacciata delle magliette gialle per dirVi che l’Ue ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per 44 discariche irregolari TUTTE IN REGIONI AMMINISTRATE DAL PD, dopo che avevamo già pagato multe per 141 mln per lo stesso motivo…!!

 

magliette gialle

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I Tg sono troppo impegnati a raccontarvi, in tono trionfalistico, della pagliacciata delle magliette gialle per dirVi che l’Ue ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per 44 discariche irregolari TUTTE IN REGIONI AMMINISTRATE DAL PD, dopo che avevamo già pagato multe per 141 mln per lo stesso motivo…!!

 

Rifiuti, l’Italia finisce davanti alla Corte Ue per le discariche e rischia multe salate

 

La Commissione europea contesta il mancato risanamento di 44 siti in cinque regioni. Ultimatum, sulle acque reflue: due mesi per sanare o sarà nuovo deferimento

Bruxelles – L’Italia viene deferita alla Corte di giustizia dell’Ue per il problema dei rifiuti e la sua gestione. Una notizia attesa e per certi aspetti non nuova, considerato che l’immondizia è ormai un problema strutturale della Penisola. Proprio per l’incapacità di far fronte al problema, la Commissione europea ha optato per la linea dura che vuol dire multe. All’Italia si contesta di “non aver bonificato o chiuso 44 discariche che rappresentano un grave rischio per la salute umana e per l’ambiente”. Alle autorità sono stati concessi quasi dieci anni di tempo, ma senza risultati. Entro il 16 luglio 2009 si dovevano mettere a norma siti di stoccaggio, ma malgrado il tempo concesso e gli avvertimenti di Bruxelles, “l’Italia ha omesso di adottare misure per bonificare o chiudere” le 44 discariche non conformi, dislocate tra Abruzzo (11), Basilicata (23), Campania (2), Puglia (5) e Friuli Venezia Giulia (3).

L’ultimo avvertimento la Commissione Ue l’aveva inviato a giugno 2015, praticamente due anni fa. Nel frattempo poco o niente è cambiato, e allora si ricorre alla Corte, ultima fase della procedura d’infrazione. Se l’organismo di Lussemburgo dovesse riconoscere le ragioni dell’esecutivo comunitario, per il Belpaese saranno multe salate. Attualmente l’Italia sta pagando sanzioni da 120mila euro al giorno per la crisi dei rifiuti in Campania, a cui si aggiungono le multe per la condanna inflitta a dicembre 2014 sempre per le discariche: l’Italia in questo caso paga multe semestrali da 200 mila euro per ogni sito con rifiuti non pericolosi ancora aperto e 400mila euro per ogni sito con rifiuti pericolosi. Ci contestavano oltre 200 discariche non a norma, ne restano da bonificare 102 e per quelle si continuano a pagare le multe.

Chiarimenti su Roma e alla sindaca Raggi

Virignia Raggi, sindaca di Roma, ha sostenuto che l’Unione europea proibisce di aprire nuove discariche. La Commissione europea non entra nel merito della questione, ma nell’assumere la decisione di oggi ricorda che a livello comunitario esistono molti modi di smaltire i rifiuti: di questi l’interramento nel suolo, ossia nella discarica, “è il modo meno sostenibile dal punto di vista ambientale e dovrebbe essere limitato al minimo assoluto”. Non solo. Si ricorda che discariche e inceneritori “non sono la priorità numero uno” di Bruxelles in quando le direttive in materia prevedono altri metodi di gestione dei rifiuti, quali prevenzione e riciclo.

Acque reflue, altre multe in arrivo?

Non solo rifiuti solidi, ma anche liquidi. Nel giorno del deferimento alla Corte di giustizia Ue, la Commissione ha deciso di inviare un altro, ultimo avvertimento all’Italia: o si creano reti di scarico delle acque reflue urbane o sarà un altro deferimento. C’è un intero Paese che viola le direttive sul trattamente delle acque di scarico: ben 758 agglomerati urbani in 18 diverse regioni o province autonome con più di 18 milioni di abitanti (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto). “L’Italia non è conforme da ormai oltre 10 anni”, accusa la Commissione europea, che dà due mesi di tempo per produrre risultati e dimostrare che si sta ponendo rimedio.

il Governo italiano ha intenzione di nominare un commissario unico per risolvere la questione delle acque reflue: Enrico Rolle, professore di ingegneria ambientale alla Sapienza. Per questo motivo, spiegano fonti diplomatiche, la Commissione europea ha optato per un parere motivato complementare, “riconoscendo l’impegno dell’Italia” – che nel frattempo ha ridotto da 1000 a 758 gli agglomerati urbani interessati dalla procedura – dilazionando in questo modo le scadenze ed evitando le sanzioni del più oneroso secondo richiamo dinnanzi alla Corte. Nello specifico, il commissario unico avrà competenza solo sulle questioni sollevate da altre due procedure di infrazione per acque reflue, una relativa a circa 80 agglomerati urbani di 15mila abitanti equivalenti – e da cui l’Italia si aspetta un deferimento alla Corte – e un’altra relativa su circa 20 agglomerati urbani di 10mila abitanti equivalenti, da cui invece ci si aspetta la chiusura della procedura dalla Commissione.

Inoltre, con il parere motivato complementare di oggi, la Commissione Ue punti, di fatto, il dito contro quelle regioni italiane che non hanno ancora adempiuto a rispettare la direttiva: Calabria, Campania e Sicilia, ma anche le aree metropolitane urbane di Roma e Firenze.

Facendo un rapido calcolo sulle procedure aperte dalle istituzioni di Bruxelles per la questione dei rifiuti di Napoli e per le discariche abusive, emerge che per napoli il Governo italiano da luglio 2015 ha sborsato poco più di 86 milioni di euro (di cui 20 milioni forfettari e 120mila al giorno), mentre per le discariche abusive ha già sborsato una cifra pari a 162,4 milioni di euro dal dicembre 2014 (di cui 40 milioni forfettari e 42,8 milioni ogni sei mesi).

fonte: http://www.eunews.it/2017/05/17/rifiuti-italia-finisce-davanti-alla-corte-ue-per-le-discariche-e-rischia-multe-salate/85627

Emendamento del Pd alla manovra: raddoppiare fondi alle Province! …scusate, ma Renzi non le aveva abolite? …Purtroppo gli Italiani si dividono in 2 categorie: chi si informa (sempre meno) e si sente preso per il culo e chi guarda Grande Fratello e la D’Urso e poi, per dimostrare quanto è coglione, va in giro con la maglietta gialla!

Province

 

 

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Emendamento del Pd alla manovra: raddoppiare fondi alle Province! …scusate, ma Renzi non le aveva abolite? …Purtroppo gli Italiani si dividono in 2 categorie: chi si informa (sempre meno) e si sente preso per il culo e chi guarda Grande Fratello e la D’Urso e poi, per dimostrare quanto è coglione, va in giro con la maglietta gialla!

 

 

Ansa:

Deputati Pd, raddoppiare fondi Province

Da 110 a 220 mln in 2017, da 80 a 480 mln a partire da 2018

 

Raddoppiare gli stanziamenti a favore delle Province previsti per quest’anno dalla manovra correttiva, moltiplicandoli poi ulteriormente a partire dal 2018. E’ quanto chiedono 33 deputati Pd in un emendamento alla manovra-bis che compare tra i segnalati alla Commissione Bilancio della Camera.
La proposta di modifica propone di portare il contributo previsto per il finanziamento delle funzioni fondamentali delle province da 110 milioni a 220 milioni nel 2017 e da 80 milioni a 480 milioni “a decorrere dal 2018”.

fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2017/05/17/deputati-pd-raddoppiare-fondi-province_98e605e8-362a-4c90-8af4-39108183ffa0.html

…Ma quelli sono così contenti di mettersi le magliette gialle. Non gli dite niente. Soprattutto non gli dite che sono i primi che il nostro buon Matteo sta prendendo per il culo…

Per 3 giorni i Tg hanno mostrato come le magliette gialle di Renzi raccattavano 3 o 4 cartacce dalle vie di Roma. Intanto l’Ue deferiva l’Italia alla Corte di Giustizia per 44 DISCARICHE IRREGOLARI. Ennesima prova di inefficienza del ministro Galletti e del Governo, MA I TG MUTI…!!

 

magliette gialle

 

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Per 3 giorni i Tg hanno mostrato come le magliette gialle di Renzi raccattavano 3 o 4 cartacce dalle vie di Roma. Intanto l’Ue deferiva l’Italia alla Corte di Giustizia per 44 DISCARICHE IRREGOLARI. Ennesima prova di inefficienza del ministro Galletti e del Governo, MA I TG MUTI…!!

 

Discariche fuori legge, Italia deferita a Corte UE. L’ennesimo fallimento del Governo

La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per la mancata bonifica o chiusura di 44 discariche che costituiscono un grave rischio per la salute umana e l’ambiente. Questo Governo sta collezionando figuracce internazionali una dietro l’altra. Il MoVimento 5 Stelle sapeva da tempo che l’Italia era in infrazione per via delle molte discariche abusive sparse sul territorio. Nonostante innumerevoli avvertimenti, il nostro è stato pescato in infrazione su 198 discariche, è dal 2014 che paghiamo 42,8 milioni di Euro all’anno.

Nel frattempo il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti non ha fatto nulla, anzi. Qualche discarica è stata chiusa, altre sono venute alla luce. Mentre il Bel Paese deve ancora bonificare almeno 133 discariche.

Piernicola Pedicini, portavoce M5S al Parlamento europeo: “Tutto questo è gravissimo e mette in luce l’inefficienza dei governi del PD e del ministro Galletti e il successivo danno economico che l’Italia subisce per l’incapacità delle nostre istituzioni. Purtroppo, anche in questo caso a pagare saranno i cittadini e non i responsabili degli abusi commessi. Oltre a ciò dobbiamo evidenziare le gravi bugie e i dati falsi forniti il 2 dicembre 2014 dal Ministro all’Ambiente. In quell’occasione, giorno in cui la Corte europea emise la prima sentenza di condanna contro l’Italia, il ministro diffuse un pomposo comunicato stampa ufficiale in cui disse che si stava risolvendo l’emergenza. Com’è chiaro, era una palese menzogna, tenuto conto dell’intervento annunciato oggi dalla Commissione europea. Il ministro Galletti, invece di fare falsi annunci, acceleri al massimo le procedure per mettere a norma le discariche abusive e faccia tutto quello che gli compete per evitare altre sanzioni da parte della UE. Bene ha fatto il gruppo del M5S alla Camera dei deputati a denunciare come responsabili del danno erariale i presidenti del Consiglio ed i ministri dell’Ambiente facenti funzione all’epoca dei fatti ed i sindaci e presidenti delle regioni pro tempore che hanno amministrato i territori dove sono ubicate le discariche oggetto della sentenza europea e che dal 2007 al 2014 nulla hanno fatto per evitarla“.

fonte: http://www.movimento5stelle.it/parlamentoeuropeo/2017/05/discariche-fuori-leg.html

 

LA UE DEFERISCE L’ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER ALTRE 44 DISCARICHE IRREGOLARI.
ECCO L’ELENCO: 23 DISCARICHE IN #BASILICATA; 11 IN #ABRUZZO; 5 IN #PUGLIA; 2 IN #CAMPANIA.
ENNESIMA PROVA DI INEFFICIENZA DEL MINISTRO GALLETTI E DEI GOVERNI #PD.

La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per la mancata bonifica o chiusura di altre 44 discariche che costituiscono un grave rischio per la salute umana e l’ambiente.
Le discariche non a norma si trovano 23 in Basilicata, 11 in Abruzzo, 5 in Puglia, 2 in Campania e 3 in Friuli Venezia-Giulia.
Secondo le informazioni ufficiali fornite dalla Commissione europea, i comuni e le località dove sono state individuate le discariche irregolari sono le seguenti.
Basilicata: Atella (Loc. Cafaro); Avigliano (Loc. Serre Le Brecce); Corleto Perticara (Loc. Tempa Masone); Ferrandina (Loc. Venita); Genzano di Lucania (Loc. Matinella); Latronico (Loc. Torre); Lauria (Loc. Carpineto); Maratea (Loc. Montescuro); Marsico Nuovo (Loc. Galaino); Matera (Loc. La Martella); Moliterno (Loc. Tempa La Guarella); Pescopagano (Loc. Domacchia); Potenza (Loc. Montegrosso-Pallareta); Rapolla (Loc. Albero in Piano); Rionero in Vulture (Loc. Ventaruolo); Roccanova (Loc. Serre); Salandra (Loc. Piano del Governo); San Mauro Forte (Loc. Priati); Sant’Angelo Le Fratte (Loc. Farisi); Senise (Loc. Palomabara); Tito (Loc. Aia dei Monaci); Tito (Loc. Valle del Forno).
Abruzzo: Campotosto (Loc. Reperduso); Capestrano (Loc. Tirassegno); Capistrello (Loc. Trasolero); Castellalto (Loc. Colle Coccu); Castelvecchio Calvisio (Loc. Termine); Corfinio (Loc. Cannucce); Corfinio (Loc. Case querceto); Francavilla (Valle Anzuca); L’Aquila (Loc. Ponte delle Grotte); Mosciano S. Angelo (Loc. Santa Assunta); S. Omero (Loc. Ficcadenti).
Puglia: Andria (D’Oria G.& C. s.n.c); Canosa (CO.BE.MA); Bisceglie (CO.GE.SER); Andria (F.lli Acquaviva); Trani (BAT-Igea s.r.l.).
Campania: Montecorvino Pugliano (Loc. Parapoti); San Bartolomeo in Galdo (Loc. Serra Pastore).
Friuli Venezia Giulia: Trivigano (ex Cava Zof); Torviscosa (Loc. La Valletta); Torviscosa (Società Caffaro).
Questo nuovo procedimento si aggiunge a due condanne già inflitte all’Italia dalla Corte di Giustizia nel 2007 per circa 300 discariche irregolari e nel dicembre 2014 per 198 discariche.
La Corte di Giustizia ha quindi già condannato il nostro Paese al pagamento di una multa complessiva di 42 milioni di euro all’anno. In più, secondo la sentenza di condanna, si sarebbe dovuto versare una penalità semestrale per i ritardi nelle mancate bonifiche, a partire da un importo iniziale di 42 milioni e 800mila euro.
Delle 198 discariche del dicembre 2014 a giugno 2016 ne restavano da sanare 155, ora sono circa 100. Di questo passo ci vorranno ancora anni per mettersi in regola. Va considerato, inoltre, che ogni giorno se ne scoprono altre.
Rispetto alle sanzioni già pagate dall’Italia, va detto che il sottosegretario per le Politiche e gli Affari europei, Sandro Gozi, alcune settimane fa, ha dichiarato che, al 21 marzo 2017, il nostro Paese ha versato alla Ue ben 329 milioni di euro. Di questi, ben 141 milioni di euro per la sentenza “discariche abusive” e circa 270 milioni per sanzioni relative ad altri danni ambientali.
Tutto questo è gravissimo e mette in luce l’inefficienza dei governi del PD e del ministro Galletti e il successivo danno economico che l’Italia subisce per l’incapacità delle nostre istituzioni. Purtroppo, anche in questo caso a pagare saranno i cittadini e non i responsabili degli abusi commessi. Oltre a ciò, dobbiamo evidenziare le gravi bugie e i dati falsi forniti il 2 dicembre 2014 dal Ministro all’Ambiente. In quell’occasione, giorno in cui la Corte europea emise la prima sentenza di condanna contro l’Italia, il ministro diffuse un pomposo comunicato stampa ufficiale in cui disse che si stava risolvendo l’emergenza. Com’è chiaro, era una palese menzogna, tenuto conto dell’intervento annunciato oggi dalla Commissione europea. Il ministro Galletti, invece di fare falsi annunci, acceleri al massimo le procedure per mettere a norma le discariche abusive e faccia tutto quello che gli compete per evitare altre sanzioni da parte della Ue.

dal Facebook Piernicola Pedicini – Portavoce M5S al Parlamento Europeo

Lo sapevano anche i bambini che Tiziano Renzi era intercettato. E lui che fa? Geniale, gli telefona… È idiota davvero? No, pensa che lo siamo noi: SVEGLIA GENTE, È STATA TUTTA UNA FARSA!

 

Tiziano Renzi

 

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Lo sapevano anche i bambini che Tiziano Renzi era intercettato. E lui che fa? Geniale, gli telefona… È idiota davvero? No, pensa che lo siamo noi: SVEGLIA GENTE, È STATA TUTTA UNA FARSA!

 

Fino a ieri sentivo gente in Tv che ne parlavano seriamente… E io mi chiedevo, possibile tanta ingenuità? Lo sanno anche i bambini che il padre è intercettato e lui…

Poi finalmente oggi qualcuno comincia a capire.

Renzi, probabilmente con la complicità del padre, ha messo in scena questa melodrammatica sceneggiata degna del miglior Mario Merola dei tempi andati.

 

Ecco che scrive Franco Bechis:

Premio Oscar ai Renzi per quella telefonata

 

Nella lunga vicenda che emerge dall’inchiesta sugli appalti Consip non sempre i protagonisti si comportano in modo normale. Prendete l’amministratore di Consip, Luigi Marroni. Qualcuno gli spiffera che lo stanno intercettando in una indagine giudiziaria e che probabilmente anche in ufficio ha delle microspie. E lui che fa? Finta di nulla? Dal giorno dopo comincia a tessere lodi del gran lavoro che fa la procura di Napoli, di come sono bravi i pm e tira bacchettate a chiunque capiti a tiro di microspia: “no, questo non si può fare. Qui siamo gente per bene, e ci si comporta solo secondo legge”? No.

Sapendo di essere intercettato dai magistrati, il Marroni fa la cosa più stupida che sia immaginabile: parla davanti alle microspie e dice alla segretaria: “domani voglio la bonifica dell’ufficio”, cioè avvisa i magistrati che stanno ascoltando che lui grazie a una fuga di notizie sa di essere intercettato. Siccome anche un bambino capirebbe che proprio perché lo sai una microspia messa legittimamente dalla magistratura non si toglie, non resta che pensare che Marroni parlasse in quel modo ai magistrati  chiedendo loro di chiamarlo in fretta perché aveva delle cose da dire. E in effetti le ha dette.

Dopo alcuni mesi ci ritroviamo davanti a un episodio simile: la telefonata fra papà Renzi e figlio che Marco Lillo ha pubblicato in un libro allegato al Fatto Quotidiano e che ha scatenato una bufera politica piuttosto finta. Perché anche qui ha diritto di esistere più di un dubbio sulla genuinità di quel colloquio. Che secondo me è una straordinaria recita da premio Oscar. Vediamo perché. La telefonata viene intercettata alle 9 e 45 del 2 marzo. Matteo Renziquel mattino si è letto tutti i giornali e tutte le agenzie. Non possono essergli sfuggite le intercettazioni al telefonino del babbo. Sapeva dunque che quel telefonino era intercettato. Non solo, i giornali avevano pubblicato anche parti della informativa che davano perfino un suggerimento tecnico.

Ecco qui i consigli. A pagina 541: “ (…) al riguardo Bocchino suggerisce a Romeo di fare le chiamate attraverso whatsapp in quanto non sono captabili”. Pagina 515, e qui scrivono i carabinieri: “ il Russo effettua una chiamata proprio all’indirizzo del Renzi Tiziano per notiziarlo di essere arrivato sul luogo di un appuntamento precedentemente fissato (ovvero concordato utilizzando applicativi non intercettabili quali ad esempio whatsapp)”. Insomma, il figlio aveva appena letto che il padre era intercettato e che se avesse voluto parlargli in modo riservato, avrebbe dovuto telefonargli via whatsapp.

Invece sceglie di parlare a un pubblico più ampio, che comprende sicuramente gli appuntati in ascolto e successivamente a chiunque (anche la stampa) avesse potuto avere il brogliaccio di quell’intercettazione fra le mani. Infatti Renzi figlio non sbaglia una parola in quella telefonata. Invita il padre a dire la verità ai magistrati mostrando di fare il suo dovere. Lo pungola, finge di non credergli. Gli dice che davanti ai pm non deve raccontare balle come aveva fatto al povero Luca Lotti (tradotto: nel caso Consip Luca è vittima delle bugie paterne).

C’è perfino una strizzatina di occhio a Papa Francesco. Pochi giorni prima il vescovo di Mostar aveva bollato come “false” le apparizioni della Madonna a Medjugorje, e Bergoglio aveva commissariato il santuario. Matteo si lascia scappare con il babbo: “Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi, non è più la questione dellaMadonnina e del giro di merda di Firenze per Medjugorje”. Apparentemente c’è una sbavatura nella telefonata. Babbo Tiziano cerca di ricordarsi se mai in vita sua aveva incontrato Romeo come si dice.

Sì, ecco: un ricevimento al Four Season in cui c’era anche la moglie, mamma Lalla Bovoli. Renzi figlio lo ferma: “Non dire che c’era mamma altrimenti interrogano anche lei”. Una scivolata per uno che sa di essere intercettato? Macché: il papà è indagato, ha il diritto a dire quel che vuole e quindi consigliarlo non è istigazione ad alcun tipo di reato. E poi il ricevimento al Four Season era del 2012: Romeo non stava correndo per la super commessa di Stato, non c’era nessun renziano alla guida della Consip perché Renzi figlio non era presidente del Consiglio, né segretario del Pd (aveva appena perso le primarie contro Pierluigi Bersani). Insomma ai magistrati quell’incontro non sarebbe interessato nulla, non avrebbero interrogato proprio nessuno. Ma intanto a chi oggi legge quel passaggio scappa: “che bravo a difendere così la mamma…”

 

fonte: http://limbeccata.it/mavala/premio-oscar-ai-renzi-per-quella-telefonata/

Nuovo record per il debito pubblico italiano. Toccata quota 2.260,3 miliardi di euro, +20,1 miliardi rispetto a febbraio. Ma per Renzi la priorità è organizzare una pagliacciata di Roma …Non ho dubbi, ormai maglietta gialla è sinonimo di idiota!

 

debito pubblico

 

 

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Nuovo record per il debito pubblico italiano. Toccata quota 2.260,3 miliardi di euro, +20,1 miliardi rispetto a febbraio. Ma per Renzi la priorità è organizzare una pagliacciata di Roma …Non ho dubbi, ormai maglietta gialla è sinonimo di idiota!

 

Nuovo record per il debito pubblico italiano. A marzo il debito accertato della pubblica amministrazione è stato pari a 2.260,3 miliardi di euro, in aumento di 20,1 miliardi rispetto a febbraio. A fare il punto del disavanzo nazionale è il report “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” diffuso oggi dalla Banca d’Italia. Si tratta del livello più alto da luglio 2016, quando si era attestato a 2.252,2 miliardi di euro. Da record nel mese considerato anche le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato, pari a 28,6 miliardi di euro (27,8 nello stesso mese del 2016). Nel primo trimestre del 2017 le entrate sono state pari a 92 miliardi, in crescita del 2,7 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2016.

Pesa la crescita del fabbisogno mensile
Sul fronte del debito pubblico, l’incremento è dovuto al fabbisogno mensile delle Amministrazioni pubbliche (23,4 miliardi di euro), parzialmente compensato dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro (per 2,2 miliardi, a 54,6 miliardi di euro) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio (1,1 miliardi di euro). Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 20,3 miliardi di euro, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,2 miliardi di euro. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.

fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-05-15/bankitalia-marzo-nuovo-record-debito-pubblico-2260-mld-crescita-anche-entrate-103651.shtml?uuid=AEPvNRMB

Ghizzoni rifiutò di salvare Etruria per Boschi e il governo bloccò le detrazioni che servivano a Unicredit. Arrivarono solo quando cambiò l’Ad. Coincidenze?

 

Ghizzoni

 

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Ghizzoni rifiutò di salvare Etruria per Boschi e il governo bloccò le detrazioni che servivano a Unicredit. Arrivarono solo quando cambiò l’Ad. Coincidenze?

 

E’ una storia vecchiotta, ma Il Fatto Quotidiano ha notato subito la strana coincidenza.

All’indomani del “fatal rifiuto” da parte di Ghizzoni, il Governo di Renzi e della Boschi bloccò le detrazioni che così tanto servivano a Unicredit…

Furono sbloccate solo quando cambiò Amministratore Delegato…

Coincidenze? Io non credo, direbbe un noto personaggio della Tv…

Giusto per rinfrescarVi la memoria – Il Generale Giuseppe Bottillo, indagava sul papà di Renzi: ecco dove lo hanno sbattuto!

 

generale Bottillo

 

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Giusto per rinfrescarVi la memoria – Il Generale Giuseppe Bottillo, indagava sul papà di Renzi: ecco dove lo hanno sbattuto!

 

Indagava su papà Renzi: ecco dove hanno sbattuto il generale Bottillo
Giuseppe Bottillo promosso e trasferito in Friuli. Il generale della Guardia di Finanza stava coordinando le indagini sulla Kering, dove compare Renzi Sr.

Cerimonia di avvicendamento nella carica di Comandante Regionale del Friuli Venezia Giulia, tra il Generale di Divisione Giuseppe Gerli ed subentrate Generale di Brigata Giuseppe Bottillo, alla Caserma “Campo Marzio” di Trieste. All’evento, alla presenza del Comandante Interregionale dell’Italia Nord-Orientale, Generale di Corpo d’Armata Flavio Zanini, ha partecipato una rappresentanza del personale in servizio nella Regione e dell’Associazione Nazionale dei Finanzieri d’Italia.

Nel corso della cerimonia il Generale Gerli, destinato a ricoprire la carica di Comandante Regionale Emilia Romagna con sede a Bologna, ha rivolto espressioni di apprezzamento nei confronti di tutto il personale, per i risultati di assoluto rilievo conseguiti nel periodo di permanenza al Comando del Friuli Venezia Giulia. Il Generale Bottillo proviene da Roma, dove ricopriva l’incarico di Comandante del Nucleo Speciale Polizia Valutaria.

IL GENERALE BOTTILLO STAVA INDAGANDO SU PAPA’ RENZI:

Negli scorsi anni Bottillo ha coordinato alcune tra le inchieste più delicate. A cominciare da quelle su Montepaschi di Siena, Ubi banca e Giovanni Bazoli, Sopaf e i fratelli Magnoni, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Non solo. In questi mesi stava anche coordinando le indagini sulla Kering e aveva guidato le perquisizioni a Carmine Rotondaro, uomo d’affari in rapporto con Tiziano Renzi, papà dell’ex presidente del Consiglio.

fonte: http://www.lookthevideo.it/indagava-papa-renzi-sbattuto-bottillo/

Altro che magliette gialle: dove “governa” il Pd è tutto “nero”…come in Basilicata: VERGOGNATEVI, IPOCRITI!!!

 

magliette gialle

 

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Altro che magliette gialle: dove “governa” il Pd è tutto “nero”…come in Basilicata: VERGOGNATEVI, IPOCRITI!!!

 

Da Voltastomaco. E non ce l’ho con Renzi che fa il suo mestiere (prendere per il culo la gente) ma con i coglioni che gli danno ancora retta e gli danno spago con la pagliacciata delle magliette gialle.

Il loro risultato? Hanno raccolto qualche foglia e i più fortunati qualche bottiglietta lasciata da un turista idiota come loro. Altri, pur di portarsi a casa un po’ di monnezza, sono stati costretti a rovistare nei cestini!

E tutto questo mentre dove il Pd governa si avvelena la gente.

Un caso per tutti: la Basilicata!

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Petrolio in Basilicata, 850mila tonnellate di sostanze pericolose nei pozzi. “Eni beneficiaria dell’ingiusto risparmio”

Le dimissioni del ministro Guidi hanno messo in secondo piano le pesantissime accuse per reati ambientali della Procura di Potenza. Secondo i pm, grazie all’alterazione dei codici rifiuto, l’azienda ha risparmiato fino a 100 milioni sui costi di smaltimento. Anche le emissioni in atmosfera, sistematicamente in eccesso, venivano taroccate. La produzione, per ora, è sospesa. Intanto prosegue l’indagine dei carabinieri del Noe e non si esclude l’ipotesi di disastro ambientale

articolo intero: QUI

Basilicata, il Texas italiano tra petrolio, disastro ambientale e aumento dei tumori

Traffici di rifiuti pericolosi. Sversamenti e perdite nel lago che alimenta l’acquedotto pugliese. Campioni di acqua con metalli pesanti. Lo scandalo che ha portato alle dimissioni del ministro Federica Guidi ha svelato il lato oscuro della regione da cui si estraggono 85mila barili al giorno

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Val d’Agri, alta mortalità per tumori allo stomaco, leucemie e diabete

L’indagine statistica dell’Istituto superiore di Sanità mai resa pubblica

articolo intero: QUI

 

Capito con chi avete a che fare? Ma il problema in Italia non è Renzi (ormai politicamente finito), ma della massa di italioti ottusi che la domenica va in giro con la maglietta gialla. Sono quelli che ieri hanno votato Berlusconi, oggi sostengono Renzi e domani saliranno sul carro del primo ebete con le spalle forti di lobby e poteri forti, che gli prometterà la prima cazzata che gli passa per la testa.

 

By Eles

 

 

Ecco Enrico Moja, Questore di Arezzo cacciato perchè non gradito alla famiglia Boschi – Ebbe l’ardire di non vietare una manifestazione dell’Associazione Vittime del Salva-Banche. Al suo posto un uomo di fiducia di Renzi… Ma Moja promette: “a luglio andrò in pensione e allora parlerò”

Enrico Moja

 

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Ecco Enrico Moja, Questore di Arezzo cacciato perchè non gradito alla famiglia Boschi – Ebbe l’ardire di non vietare una manifestazione dell’Associazione Vittime del Salva-Banche. Al suo posto un uomo di fiducia di Renzi… Ma Moja promette: “a luglio andrò in pensione e allora parlerò”

 

Enrico Moja, il questore di Arezzo mandato in esilio: “Maria Elena Boschi è riuscita a rimuovere me…”

 

Sembra che sia riuscita a rimuovere “almeno” “il questore di Arezzo…”, si legge nel messaggio su Whatsapp arrivato a Enrico Moja, 63 anni, il diretto interessato… . “Ci ho fatto una risata. Qualcuno ha interpretato il mio trasferimento in un certo modo. Ma io non ho mai avuto prove per dimostrarlo veramente”, dice il dirigente di polizia al Giornale. “Ho trascorso ad Arezzo un lungo e onorato periodo (dal 1 giugno 2013 al 1 settembre 2016, ndr) – spiega Moja – Come tutte le città di provincia, anche quella aveva le sue stranezze. Non dimentichiamo che era la città di Licio Gelli…”. Infatti Moja, è stato bruscamente rimosso e trasferito a Milano.

Perché? All’epoca si è scontrato con Laterina e con la sicurezza da garantire a Maria Elena Boschi e alla sua famiglia: “Avevo la responsabilità del dispositivo di tutela di tutta la famiglia e con l’allora ministro Boschi tenevo rapporti di carattere istituzionale. Credo di aver fatto con onore il mio lavoro, se poi a qualcuno non ero gradito per qualche ragione…”.

La ragione potrebbe essere questa: domenica 28 febbraio 2016 l’Associazione Vittime del Salva-Banche organizza una protesta davanti alla villa di Laterina di Pier Luigi Boschi, papà della sottosegretaria, al quale partecipano 300 persone. Forse la Boschi non ha gradito l’autorizzazione del corteo sotto casa sua da parte del questore Moja. Tant’è. Sei mesi dopo Moja è a Milano. Trasferito. Al suo posto Bruno Failla, uomo di fiducia di Renzi. Ma ora visto che il 1 luglio andrà in pensione, Moja promette vendetta: “Un motivo ci sarà se a Laterina hanno vinto i No al referendum. Ma queste cose le dirò solo dopo il 1 luglio…”.