QUESTE COSE NON DOVETE DIMENTICARLE: Ecco a Voi una PERSONA SERIA – Ernesto Carbone: “Se al Referendum vince il NO lascio la politica. Si tratta di ESSERE SERI. Se non cambio la Costituzione me ne vado a casa perchè ho fallito! SONO UNA PERSONA SERIA…” …e infatti HA ANCORA IL CULO SERIAMENTE INCOLLATO ALLA POLTRONA!!

Ernesto Carbone

 

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QUESTE COSE NON DOVETE DIMENTICARLE: Ecco a Voi una PERSONA SERIA – Ernesto Carbone: “Se al Referendum vince il NO lascio la politica. Si tratta di ESSERE SERI. Se non cambio la Costituzione me ne vado a casa perchè ho fallito! SONO UNA PERSONA SERIA…” …e infatti HA ANCORA IL CULO SERIAMENTE INCOLLATO ALLA POLTRONA!!

Il deputato PD Ernesto Carbone segue la linea del governo e dopo l’analogo annuncio di Matteo Renzi e di Maria Elena Boschi afferma: ‘Se fallisco la promessa elettorale vado a casa, ho un lavoro fuori dalla politica’

Ma ovviamente, la “persona seria” pur avendo fallito, resta con IL CULO SERIAMENTE INCOLLATO ALLA POLTRONA D’ORO!!

…e dire che l’avevano avvertito “Qualcuno se le segna queste cose”…

Ma loro confidano sempre nel fatto che gli Italioti sono un popolo di coglioni!!

Vi prego, segnatevi questo nome e ricordatevelo quando andrete a votare (se mai ci andrete)…!!!

By Eles

Ecco il video della dichiarazione:

Ecco come potete meglio capire chi è questo tizio che SE FOSSE una persona SERIA ora starebbe fuori dalle palle…

Ma non bastava un SÌ? Il Pd deve ancora pagare ai fornitori 7.767.000 euro di debiti contratti per il Referendum del fallimento! …E questa gente dovrebbe amministrare in nostro Paese?

 

Referendum

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Ma non bastava un SÌ? Il Pd deve ancora pagare ai fornitori 7.767.000 euro di debiti contratti per il Referendum del fallimento! …E questa gente dovrebbe amministrare in nostro Paese?

 

Referendum riforme, il Pd deve ancora pagare ai fornitori 7.767.000 euro
I dipendenti del Nazareno preoccupati che a settembre parta la cassa integrazione. E che Renzi voglia azzerare il partito

Le pene del referendum del 4 dicembre per Matteo Renzi e per il Pd non finiscono mai. Né politicamente, ma neanche economicamente. Il partito deve ancora pagare i fornitori della campagna referendaria: non pochi spiccioli, ma quasi 8 milioni di euro (per essere precisi 7 milioni e 767mila). La campagna per il Sì è costata ben 14 milioni di euro, se si mettono insieme i quasi 12 milioni a bilancio nel 2016 e i circa 2 milioni spesi dai gruppi di Camera e Senato (come scritto dal Fatto quotidiano). Un salasso fallimentare che ha messo il partito in una situazione di non ritorno, con 9 milioni e mezzo di rosso. E una serie di debiti ancora da saldare.

Tra l’altro, le cose rischiano di essere ancora più complicate di quanto il tesoriere Francesco Bonifazi si aspetta, ovvero di avere un po’ di tempo davanti per saldare i conti. A fine 2016 – secondo il rendiconto chiuso alla fine dell’anno – il Pd aveva 4,607 milioni di debiti con i fornitori da pagare entro fine 2017 (l’anno prima erano solo 837mila). A questi, vanno aggiunti altri 3,160 milioni: il Pd sostiene che li pagherà nel 2018 “se” sarà raggiunto l’accordo con i fornitori. Che potrebbero chiedere anche di pagare subito, non un anno dopo.

Non c’è da stupirsi che al Nazareno si parli sempre più insistentemente di cassa integrazione e licenziamento per i dipendenti: sono 184, tra i quali 24 giornalisti, 56 in aspettativa, 13 in distacco e costano (sempre un dato riferito al 2016) 7,8 milioni di euro.

A rischio, a questo punto, ci sono già gli stipendi, visto che il Pd ha un problema di liquidi. Nel 2017 è finito il finanziamento pubblico ai partiti. Certo, ci sono i soldi del 2 per mille (nel 2016 circa 6,5 milioni): ma quelli non arrivano prima dell’autunno. Altra entrata fissa sono i contributi dei parlamentari: nel 2016, sono stati 6,6 milioni. Che vanno a diminuire, dopo la scissione dem. Neanche le donazioni sono risolutive (nel 2016 sono state 1 milione e mezzo). Il problema liquidità si pone da subito: i soldi del 2 per 1000 arriveranno solo in autunno e quelli che vengono versati da deputati e senatori non bastano a pagare gli stipendi. Il tesseramento è stato anticipato all’estate con la speranza di tirare un po’ su le casse del partito.

Nell’ultimo mese al Nazareno girava un piano messo nero su bianco (e in parte anticipato dal Corriere della sera) secondo il quale dopo l’estate metà dei dipendenti dovrebbe andare in cassa integrazione con lo spettro, dopo, dei licenziamenti collettivi. Per adesso, però, anche il piano è fermo. Un incontro con i sindacati non ha risolto l’empasse. Uno nuovo è previsto per oggi, sempre che non venga fatto saltare all’ultimo momento, come già successo.

In questo clima, non stupisce il fatto che in molti credano che Renzi stia pensando di liquidare il Pd così com’è e di dar vita a qualcosa di diverso: uno scenario sempre smentito ufficialmente dal segretario e dai suoi fedelissimi, ma che potrebbe essere l’ultima ratio in una situazione ormai irrecuperabile. Il tema economico e quello politico vanno insieme: comunque vada, ci saranno le elezioni nei primi mesi del 2018. Come farà un partito ridotto in questo modo ad affrontare le spese e le tensioni politiche di una campagna elettorale? Per molti, le gaffe degli ultimi mesi, come quella che ha portato alla card Facebook criticatissima e poi rimossa sull’immigrazione (che sintetizzava brutalmente un concetto parecchio delicato, “Aiutiamoli a casa loro”) dipendevano proprio dal fatto che non c’è più una struttura. Per questo, molto spazio (ma anche molto lavoro) ha avuto Alessio De Giorgi, il gestore di Matteo Renzi News, colpevole di parecchi scivoloni (tipo quello che equiparava l’ex premier a Totti). Renzi è corso ai ripari e ha rifatto la struttura comunicativa del Pd, affidandola al suo portavoce ai tempi della scalata a Palazzo Chigi, Marco Agnoletti, al deputato delle prime Leopolde, Matteo Richetti e all’agenzia di comunicazione di Bari, Proforma: basteranno a salvare quel che resta della patria?

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/referendum-il-pd-deve-ai-fornitori-7-767-000-euro/

La faccia tosta di Renzi: “ancora parlo? Saranno gli italiani a dirmi se smettere” …guarda, Matteo, che gli italiani già te l’hanno detto. Ti sfugge? Appena 5 mesi fa, quando per tutta l’Italia ha riecheggiato il più grande “Va a cagare” che la storia ricordi!

 

Renzi

 

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La faccia tosta di Renzi: “ancora parlo? Saranno gli italiani a dirmi se smettere” …guarda, Matteo, che gli italiani già te l’hanno detto. Ti sfugge? Appena 5 mesi fa, quando per tutta l’Italia ha riecheggiato il più grande “Va a cagare” che la storia ricordi!

 

Leggiamo da varie fonti di stampa:

Matteo Renzi: “Ancora parlo? Saranno gli italiani a dirmi se smettere”

Il candidato alla segreteria del Pd ha poi replicato a un utente che gli chiedeva con “quale coraggio ancora parlasse”. “Io ho ancora molto il coraggio di parlare visto che credo che quando uno si dimette da tutto per ripartire sono gli italiani a dire se deve continuare o no, e non lei”, ha attaccato.

 

Sì lo ha detto veramente.

Ora, premesso che uno che più volte ha dichiarato davanti agli Italiani che “in caso di sconfitta al Referndum LASCIO LA POLITICA, è una questione di serietà” dovrebbe stare zitto a prescindere, forse il nostro Matteo dimentica qualcosa.

Fu lui a personalizzare il Referendum.

Un Referendum che molto probabilmente sarebbe passto in sordina come tanti altri senza raggiungere il quorum.

Ma lui fece un errore madornale, lo trasformò in una questione personale.

Risultato? Il NO stravinse per 20 punti percentuali e l’affluenza fu da record, oltre il 65%.

In quell’occasione per l’intera penisola ha riecheggiato il più grande “Va a cagare” che la storia ricordi!

…E questo parla ancora!

by Eles

 

La fatina Boschi quella che con il sorriso ammaliante prende per il culo gli Italiani – “Se perdiamo andiamo a casa…è un elemento di serietà LASCERÒ LA POLITICA…” …E infatti eccola nel nuovo Governo… Perchè questa gente la serietà non sa manco dove sta di casa!!

 

Boschi

 

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La fatina Boschi quella che con il sorriso ammaliante prende per il culo gli Italiani – “Se perdiamo andiamo a casa…è un elemento di serietà LASCERÒ LA POLITICA…” …E infatti eccola nel nuovo Governo… Perchè questa gente la serietà non sa manco dove sta di casa!!

Boschi su Referendum e Renzi: “se perdiamo andiamo a casa” come atto di serietà

 

Maria Elena Boschi: “Lascio la politica se vince il NO”

Io sono Nessuno e conosco il lato oscuro del potere. Ma anche Maria Elena Boschi ha capito molto bene come funziona il potere. Lo scandalo di Banca Etruria è esploso da settimane, ma lei non ha la minima intenzione di dimettersi. I potenti fanno così: si attaccano alla poltrona e non la mollano nemmeno se vengono coperti di fango. La Fatina Boschi resiste, resiste, resiste. Ed è tranquilla.

La Boschi, quella che aveva dichiarato pubblicamente di abbandonare la politica in caso di vittoria  NO, si assicura una bella poltrona d’oro da 10.000 Euro al mese!

E le prese per il culo dai vari Craxi Andreotti e Fandani. E la presa per il culo da Berlusconi, da Monti, da Renzi, ma anche dalla Boschi dobbiamo farci prendere in giro?

Fino a ieri diceva “Se il referendum andasse male noi non continueremo il nostro progetto politico… LASCERÒ LA POLITICA…” …Ma oggi fa accomodare il suo fondoschiena sull’ambita poltrona da sottosegretario da 10.000 Euro al mese.

“Se questo programma di cambiamento non è quello voluto dai cittadini, ma come facciamo a restare?”. Lo dice il ministro Maria Elena Boschi a In mezz’ora a chi le chiede se anche lei lascerà la politica in caso di vittoria dei no al referendum sulle riforme costituzionali. “Non è un problema di destini personali- aggiunge- ma di stabilità del paese. Se il referendum andasse male noi non continueremo il nostro progetto politico, abbiamo un piano B, ci saranno altri”.

Se il referendum fallisce e Renzi lascia? “Certo che lascio”, risponde Boschi. “Io lascio – aggiunge il ministro – perchè è un lavoro che abbiamo fatto insieme e assieme ci assumiamo la responsabilità di un progetto politico“.

Signore e Signori, Ecco chi sono quelli che ci hanno governato e che continuano a governarci… Gente che il loro culo dalla poltrona d’oro non lo schioda manco uno tsunami del voto dello scorso 4 dicembre.