Due anni fa, il 25.10.2017, ci lasciava l’indimenticabile Amalia Signorelli. Un ricordo: I politici di oggi? Sono degli ignoranti, delle capre che fanno spavento, a partire da Renzi – Sentitela, è FANTASTICA…!

Amalia Signorelli

 

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Due anni fa, il 25.10.2017, ci lasciava l’indimenticabile Amalia Signorelli. Un ricordo: I politici di oggi? Sono degli ignoranti, delle capre che fanno spavento, a partire da Renzi – Sentitela, è FANTASTICA…!

L’indimenticabile antropologa Amalia Signorelli scomparsa di recente: I politici di oggi? Sono degli ignoranti, delle capre che fanno spavento, a partire da Renzi – Sentitela, è FANTASTICA, perchè non abbiamo mai pensato a Presidente della Repubblica?

Amalia Signorelli (Roma, 6 agosto 1934 – Roma, 25 ottobre 2017) è stata un’antropologa italiana.

Si è occupata dei processi di modernizzazione e del cambiamento culturale nell’Italia meridionale, di migrazioni, di clientelismo, della condizione femminile, delle trasformazioni delle culture urbane.

È stata opinionista nei programmi televisivi BallaròDimartedìFuori ondaTagadàL’aria che tiraOtto e mezzo e Servizio pubblico.

Nata a Roma, si è laureata nel 1957 discutendo una tesi diretta da Ernesto de Martino, conosciuto durante l’anno accademico 1954-1955 mentre teneva un corso di Etnologia nella Facoltà di Lettere dell’Università di Roma.

Ha quindi lavorato a programmi di ricerca sotto la direzione di De Martino, Tullio Seppilli e Angela Zucconi.

Dal 1959 al 1966 è stata insegnante di scuola media in Calabria. Successivamente ha fatto parte dell’Ufficio studi dell’Istituto per lo sviluppo dell’edilizia sociale.

Dal 1958 al 1970 ha insegnato presso la scuola CEPAS dell’Università di Roma. All’università di Roma ha anche insegnato Elementi di sociologia e antropologia urbana per la Facoltà di Ingegneria. Dal 1971 al 1977 è stata professoressa incaricata di antropologia culturale nell’Università di Urbino. Dal 1978 è stata professoressa ordinaria nell’Università degli Studi di Napoli Federico II e all’Università “La Sapienza” di Roma. All’Università Federico II di Napoli ha diretto il Centro di ricerca audiovisiva sulle culture popolari.

È stata professoressa visitante nella E.H.E.S.S. di Parigi e nel Departamento de Antropología de la Universidad Autónoma Metropolitana di Città del Messico.

È stata consulente della CEE e dell’ILO per l’emigrazione.[2]

È morta a Roma il 25 ottobre 2017. Dal 2014 scriveva sul sito della testata Il Fatto Quotidiano.

Fonti:

– http://siamolagente2016.blogspot.it/2017/05/lantropologa-amalia-signorelli-i.html

-https://www.youtube.com/watch?v=diS46pvyYHo

-https://it.wikipedia.org/wiki/Amalia_Signorelli

 

 

Fanno ironia idiota su Di Maio ed i 5stelle, ma ecco quello che tutti pensavano solo qualche mese fa: “Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti”…!

 

politici

 

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Fanno ironia idiota su Di Maio ed i 5stelle, ma ecco quello che tutti pensavano solo qualche mese fa: “Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti”…!

Vi riproponiamo questo articolo pubblicato solo qualche mese fa…

Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti!

Non si è mai visto un ceto politico così ignorante. Laureati compresi. Colpa della scuola? O di una selezione al contrario? La democrazia rischia di non funzionare se conferisce responsabilità di comando a persone palesemente impreparate.

Nel governo Gentiloni più di un ministero è presidiato da non laureati e non laureate: istruzione e salute, lavoro e giustizia. Se questa non è forse la “prevalenza del cretino” preconizzata da Fruttero e Lucentini, è di certo la prevalenza dell’ignorante.

Infatti la legislatura attuale ha una percentuale di laureati tra le più basse della storia: di poco sopra il 68 per cento, un dato che mette tristezza a confronto col 91 per cento del primo Parlamento repubblicano… Qualche settimana fa la Repubblica ha offerto lo sfondo a questo spettacolo, mostrando con tanto di tabelle che la riforma universitaria detta “del 3+2”, testardamente voluta nel 2000 dai non rimpianti ministri Berlinguer e Zecchino al grido di “l’Europa ce lo chiede!”, è stata un fiasco. I laureati sono pochi, non solo nel ceto politico ma nel paese, in calo perfino rispetto a quelli del 2000, ultimo anno prima della riforma. L’età media del laureato italiano è superiore ai 27 anni e la laurea triennale non serve (salvo che per gli infermieri) a nulla. I giovani che concludono il ciclo di 5 anni (il “3 + 2”) sono addirittura meno del totale di quelli che vent’anni fa si laureavano coi vecchi ordinamenti (durata degli studi 4, 5 o 6 anni). Per giunta, per completare la laurea triennale ci vogliono 4,9 anni, per quella quinquennale più di 7,4! Quindi, l’obiettivo principale della riforma, che era quello di aumentare il tasso di laureati, è mancato.

Le cause? Certamente non sono quelle che ha suggerito, nel suo intervento a Cernobbio agli inizi di settembre, la non laureata ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: la colpa dei pochi laureati, ha suggerito (lei ex sindacalista!), è delle «famiglie a basso reddito», che non trovano più buoni motivi per spingere i figli a laurearsi. Non ha pensato, non avendolo frequentato, che invece è tutto il sistema universitario che andrebbe, come le case abusive, abbattuto e riprogettato. Quindi, se il paese è conciato così, come possiamo pretendere che il personale politico sia meglio?

Ma non è finita. Un altro guaio, più serio, sta nel fatto che il ceto politico attuale, e ancor più (si suppone) quello che gli subentrerà al prossimo turno, ha un record unico nella storia d’Italia, di quelli che fanno venire i brividi: i suoi componenti, avendo un’età media di 45,8 anni (nati dunque attorno al 1970), sono il primo campione in grandezza naturale di una fase speciale della nostra scuola, che solo ora comincia a mostrare davvero di cosa è capace. Perché dico che la scuola che hanno frequentato è speciale? Perché è quella in cui, per la prima volta, hanno convissuto due generazioni di persone preparate male o per niente: da una parte, gli insegnanti nati attorno al 1950, formati nella scassatissima scuola post-1968; dall’altra, quella degli alunni a cui dagli anni Ottanta i device digitali prima e poi gli smartphone hanno cotto il cervello sin dall’infanzia.

I primi sono cresciuti in una scuola costruita attorno al cadavere dell’autorità (culturale e di ogni altro tipo) e della disciplina e all’insofferenza verso gli studi seri e al fastidio verso il passato; i secondi sono nati in un mondo in cui lo studio e la cultura in genere (vocabolario italiano incluso) contano meno di un viaggio a Santorini o di una notte in discoteca.

Prodotta da una scuola come questa, era forse inevitabile che la classe politica che governa oggi il paese fosse non solo una delle più ignoranti e incompetenti della storia della Repubblica, ma anche delle più sorde a temi come la preparazione specifica, la lungimiranza, la ricerca e il pensiero astratto, per non parlare della mentalità scientifica. La loro ignoranza è diventata ormai un tema da spot e da imitazioni alla Crozza. I due fattori (scarsità di studi, provenienza da una scuola deteriorata), mescolati tra loro, producono la seguente sintesi: non si è mai visto un ceto politico così incompetente, ignorante e immaturo.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nelle parole, le opere e le omissioni. Si dirà, come al solito, che il grande Max Weber lo aveva profetizzato già nel famoso saggio sulla Politica come professione (1919): «lo Stato moderno, creato dalla Rivoluzione» spiega «mette il potere nelle mani di dilettanti assoluti […] e vorrebbe utilizzare i funzionari dotati di preparazione specialistica solo come braccia operative per compiti esecutivi». Ma il povero Max non poteva prevedere le novità cool dei nostri tempi: per dirne una, la rabbiosa spinta che il movimento di Beppe Grillo avrebbe dato alla prevalenza dell’incompetente.

tratto da: http://m.espresso.repubblica.it/palazzo/2017/09/27/news/impreparati-incompetenti-immaturi-il-ceto-politico-non-e-mai-stato-cosi-ignorante-1.310776?ref=RHRR-B