Francesco, il Papa di tutti, il Papa controcorrente: la comunità trans chiede aiuto e lui non ci pensa due volte a mandare il suo Elemosiniere…

 

Papa Francesco

 

 

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Francesco, il Papa di tutti, il Papa controcorrente: la comunità trans chiede aiuto e lui non ci pensa due volte a mandare il suo Elemosiniere…

 

Il Papa ha fatto arrivare, tramite il suo Elemosiniere, soldi alla comunità trans del litorale romano di Torvaianica che aveva chiesto aiuto essendo, praticamente, alla fame. Chiamatelo come volete: per me questo gesto vale più di mille parole.

Un gruppo di transessuali chiede aiuto a Papa Francesco. E Bergoglio risponde subito. È una storia di solidarietà ai tempi della pandemia quella raccontata all’Adnkronos da don Andrea Conocchia, parroco di Torvaianica, piccolo centro del litorale romano. “Nel colmo dell’emergenza coronavirus – ha raccontato il sacerdote – con stupore e meraviglia sono arrivati in chiesa un gruppo di transessuali, quasi tutti latinoamericani. Chiedevano aiuti perché con il virus non avevano più clienti sulla strada“. Don Andrea, superato lo stupore iniziale, non si è fatto vincere dai pregiudizi, ma è stato subito conquistato dalla solidarietà di questa comunità trans che divide le spese di affitto e si aiuta come può. Così il parroco l’ha aiutata sostenendola non solo economicamente, ma anche spiritualmente.

Il sacerdote, che già aiuta tante famiglie bisognose a Torvaianica, aumentate notevolmente a causa della crisi economica connessa alla pandemia, si è trovato però in difficoltà. I soldi delle offerte, infatti, anche a causa del divieto di andare a messa, sono diminuite sensibilmente. E così la possibilità di dare un sostegno concreto a coloro che bussavano alla porta del parroco. Da qui la richiesta di aiuto che la comunità trans ha fatto arrivare al Papa attraverso il suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski. La risposta di Francesco è stata immediata. Il porporato polacco, infatti, ha subito portato personalmente tutti gli aiuti necessari. Proprio tramite Krajewski, la comunità trans ha fatto arrivare a Bergoglio la propria gratitudine tramite un messaggio audio in spagnolo: “Molte grazie a Papa Francesco. Che Dio la benedica, grazie per tutto. Mille benedizioni. Che la Vergine ti protegga”.

Don Andrea ha raccontato che “in questa comunità la voce poi si è sparsa e ora ci sono circa una ventina di persone. Sono trans che arrivano per lo più dall’America Latina: vogliono molto bene a Bergoglio. Hanno anche fede. Sono rimasto commosso per l’immagine di uno di loro che si è messo a pregare in ginocchio davanti alla Vergine. Qualcuno mi ha anche chiesto di benedire oggetti cari. Sono persone molto sole, con storie di solitudine alle spalle e con le famiglie lontane. C’è una di loro che ha iniziato a lavorare in strada a 14 anni. Da allora sono passati trent’anni“.

“Come Chiesa – sottolinea ancora don Andrea – con il coronavirus abbiamo l’occasione di tornare all’essenziale”. Un concetto che il sacerdote allarga anche alla celebrazione delle messe ancora a porte chiuse, oggetto ultimamente di uno scontro inedito e alquanto duro tra il governo e la Conferenza episcopale italiana. “Ogni mattina alle 7 – afferma il prete – abbiamo la messa del Papa. Io ai miei parrocchiani ho spiegato che è questione di vita o di morte: che Dio e la scienza ci aiutino, quest’ultima dicendo una parola certa sul coronavirus. Poi facciamo quel che è possibile”.

Non è la prima volta che Francesco manifesta la sua vicinanza alle persone transessuali. Nel Giovedì Santo del 2015, durante la messa dell’ultima cena, celebrata nel carcere romano di Rebibbia, Bergoglio lavò i piedi a una trans. L’anno successivo, durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dal viaggio in Georgia e Azerbaijan, il Papa raccontò di aver “ricevuto una lettera di uno spagnolo che mi raccontava la sua storia da bambino e da ragazzo. Era una bambina, una ragazza, e ha sofferto tanto, perché si sentiva ragazzo ma era fisicamente una ragazza. L’ha raccontato alla mamma, quando era già ventenne, 22 anni, e le ha detto che avrebbe voluto fare l’intervento chirurgico e tutte queste cose. E la mamma gli ha chiesto di non farlo finché lei era viva. Era anziana, ed è morta presto. Ha fatto l’intervento. È un impiegato di un ministero di una città della Spagna. È andato dal vescovo. Il vescovo lo ha accompagnato tanto, un bravo vescovo: ‘perdeva’ tempo per accompagnare quest’uomo. Poi si è sposato. Ha cambiato la sua identità civile, si è sposato e mi ha scritto la lettera che per lui sarebbe stata una consolazione venire con la sua sposa: lui, che era lei, ma è lui. E li ho ricevuti. Erano contenti”.

Francesco raccontò anche che “nel quartiere dove lui abitava c’era un vecchio sacerdote, ottantenne, il vecchio parroco, che aveva lasciato la parrocchia e aiutava le suore, lì, nella parrocchia. E c’era il nuovo parroco. Quando il nuovo lo vedeva, lo sgridava dal marciapiede: ‘Andrai all’inferno!’. Quando trovava il vecchio, questo gli diceva: ‘Da quanto non ti confessi? Vieni, vieni, andiamo che ti confesso e così potrai fare la comunione’. Hai capito? La vita è la vita, e le cose si devono prendere come vengono. Il peccato è il peccato. Le tendenze o gli squilibri ormonali danno tanti problemi e dobbiamo essere attenti a non dire: ‘È tutto lo stesso, facciamo festa’. No, questo no. Ma ogni caso accoglierlo, accompagnarlo, studiarlo, discernere e integrarlo. Questo è quello che farebbe Gesù oggi. Per favore, – aggiunse Bergoglio ai giornalisti – non dite: ‘Il Papa santificherà i trans!’. Perché io vedo già i titoli dei giornali. No, no. C’è qualche dubbio su quello che ho detto? Voglio essere chiaro. È un problema di morale. È un problema. È un problema umano. E si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità, ma sempre con il cuore aperto”.

Il Papa prega nella piazza vuota, Salvini dalla D’Urso. La differenza tra fede e populismo…

 

Salvini

 

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Il Papa prega nella piazza vuota, Salvini dalla D’Urso. La differenza tra fede e populismo…

Quell’eterno riposo recitato all’unisono da Matteo Salvini e Barbara D’Urso nel bel mezzo di un trasmissione guardata da milioni di italiani in pieno pomeriggio è blasfemo e se ci guardate bene dentro è anche un’offesa ai morti. È blasfemo perché occupa uno spazio che si finge di informazione e che ha come ospite un politico e anche nei momenti di pandemia, come dovrebbe accadere in tutti momenti in un Paese considerato normale, ci dovrebbero essere le domande della presunta giornalista sullo status quo italiano, sulle soluzioni per affrontare il virus e sulle idee per uscirne. Una trasmissione televisiva non può permettersi di essere lo zerbino del politico di turno. E il politico, sia anche Salvini che già definire politico è piuttosto anomalo, non dovrebbe abbassarsi a grattare gli istinti pietosi della gente.

La preghiera, qualsiasi preghiera, è un rito intimo che ha bisogno di spazi e di momenti igienizzati dalla propaganda, dal commercio (quella è una trasmissione, come tante altre, che ottimizza economicamente qualsiasi ospite e qualsiasi argomento), ma soprattutto la preghiera è qualcosa che non ha niente a che vedere con la politica e con l’informazione. Se c’è un momento religioso che le televisioni decidono di riprendere (come è accaduto qualche giorno fa per papa Francesco) si lascia che la liturgia sia nuda e cruda e officiata da chi di dovere. È una blasfemia anche permettere a un politico di usare la pietà sui morti: che a Bergamo sia in corso un eccidio lo sappiamo tutti i giorni dai tetri bollettini della Protezione Civile e della Regione Lombardia e il ruolo di Salvini sarebbe quello di raccontarci perché in una regione che governa (perché, non so se ve lo ricordate, in Lombardia governa la Lega) sia accaduto un disastro di proporzioni così alte.

È solo sfortuna? Bene, allora abbia il coraggio di imprecare davanti a milioni di italiani contro la sfortuna. Ci sono negligenze? Ottimo, allora ci racconti bene di chi sono le responsabilità delle negligenze e ci racconti come ha intenzioni di risolverle. Il resto è fuffa, propaganda di bassa lega, e nascondere la propaganda (o la mancanza di risposte) dietro un preghierina è una mossa turpe, orribile e irrispettosa. Quei cittadini di Bergamo, i morti e i familiari sopravvissuti non votano la propria classe dirigente per riceverne conforto spirituale. Non è quello il ruolo e anche se fa presa in un momento di sconforto servirebbe la lucidità per tenerselo a mente.

 

fonte: https://www.tpi.it/opinioni/salvini-durso-preghiera-in-tv-populismo-religioso-20200330576114/?fbclid=IwAR1t4sMggxZ1TDbJMY0_Er1PzPqzB_ACP_teiLgstB-ZN97xdb65V6lNb7U

Papa Francesco: Chi usa il Presepio come propaganda tradisce il messaggio del cristianesimo

 

Presepio

 

 

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Papa Francesco: Chi usa il Presepio come propaganda tradisce il messaggio del cristianesimo

Scrive Papa Francesco, nella lettera apostolica Admirabile signum: “Dal Presepe, Gesù proclama l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo dove nessuno sia escluso”

Chi usa il Presepio per fare campagna elettorale, ponendo un forte richiamo di identità sociale e di difesa della tradizione contrapposto allo straniero, al diverso che bussa alla nostra porta, tradisce il messaggio del cristianesimo che in esso si cela. Utilizza in modo improprio un segno della tradizione cristiana a fini strumentali e ideologici, profittando del sentimento che esso suscita.

Per questo motivo nelle prossime righe ripercorreremo in modo sintetico il significato del Presepio non per fare campagne ma per una pura questione di correttezza e di giustizia.

E riscopriremo insieme che il Presepio chiude in sé un messaggio rivoluzionario.

Iniziamo dalla parola Presepio o Presepe che viene dal latino praesepium e che significa greppia, mangiatoia. Il nome di questa rappresentazione religiosa pone dunque l’accento su dove Gesù è nato: in una mangiatoia, in una stalla. Per il cristiano Dio entra nella storia dell’uomo in umiltà.

Scrive Papa Francesco, nella sua ultima lettera apostolica “Admirabile signum”, il Presepio è il “mirabile segno tanto caro al popolo cristiano che suscita sempre stupore e meraviglia”. Esso rappresenta la nascita di Gesù e “annuncia il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia”.

È un gesto della tradizione cristiana ricco di fede e di significato religioso che ha in sé la forza di muovere i cuori a tenerezza per quel Dio bambino nato povero e deposto in una mangiatoia.

“Il Padre lo inviò in mitezza e bontà”: così è scritto nella lettera a Diogneto, prezioso testo della letteratura antica cristiana risalente al secondo secolo. La lettera prosegue: “Lo inviò come Dio, qual era, e come uomo, come conveniva che diventasse per salvare gli uomini, mediante la persuasione e non con la violenza. In Dio, infatti, non c’è violenza!”

E ancora nella rappresentazione del Presepio vivente voluta da San Francesco a Greccio il sacerdote celebra solennemente l’Eucarestia sulla mangiatoia. Il tutto è contemplazione del popolo con il santo dell’umiltà dell’incarnazione: Dio che si fa bambino e ancora Dio presente nelle spoglie del pane e del vino. Tant’è che in alcune rappresentazioni medioevali la greppia è tutt’uno con l’altare.

Questo è il Presepio, una piccola liturgia domestica che si rinnova ogni anno nelle case dei cristiani che dice con fermezza che “Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” e lo fece in umiltà e rispetto, mai imponendosi ma chiedendo a Maria il suo consenso. Perché in Dio lo ribadiamo non c’è violenza.

Da allora nulla è più stato lo stesso.

Sant’Agostino nel “De civitate” criticando la cosmogonia ciclica stoica introduce una diversa scansione del tempo storico inteso alla luce dell’evento dell’incarnazione. “Rompe la circolarità che allude ad autofondazione e ripetizione e introduce una diversa struttura qualificata del tempo dove vi sono alti e bassi, momenti di pienezza e di declino, a partire da quella pienezza massima in cui accadde l’incarnazione del Verbo. L’incarnazione apre una storia nuova, moderna per sempre che esclude ogni ripetizione ciclica. Modernità e novità perenne contro l’eterno ritorno dell’eguale, è conferimento di senso nel cammino verso le cose ultime.”

Così scrive il filosofo Vittorio Possenti in “Religione e vita civile”. Nasce un tempo nuovo, il moderno ed esso ha essenzialmente a che fare con un atto di Dio.

Il Presepio nella sua semplicità serba in sé tutti questi significati. È testimonianza dell’incarnazione di Dio per la salvezza di tutti gli uomini, è l’inizio di un tempo nuovo. “Cristo luce del mondo” recita la liturgia e Giuseppe è rappresentato con una lampada tra le mani. È il Dio che sceglie l’umiltà, che si abbassa verso la sua creatura per innalzarla alla bellezza della sua stessa “regalità” chiamandoci figli per mezzo del suo stesso figlio. E in ogni piccolo Presepio risuona forte il messaggio di conversione del cuore che chiama alla fratellanza l’intera famiglia umana.

È questa la rivoluzione del Presepio come sottolinea Papa Francesco: “Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore. la rivoluzione della tenerezza. Dal Presepe, Gesù proclama con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato.”

 

tratto da: https://www.globalist.it/culture/2019/12/13/chi-usa-il-presepio-come-propaganda-tradisce-il-messaggio-del-cristianesimo-2050381.html

Ancora una violenta picconata di Papa Francesco (ovviamente CENSURATA dai Tg): “Il diavolo esiste, basta vedere i tanti seminatori d’odio in giro… Perché un politico ha spesso la tentazione di sporcare e distruggere l’altro anche con bugie” …E, secondo Voi, ora a chi fischiano le orecchie?

 

 

Papa Francesco

 

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Ancora una violenta picconata di Papa Francesco (ovviamente CENSURATA dai Tg): “Il diavolo esiste, basta vedere i tanti seminatori d’odio in giro… Perché un politico ha spesso la tentazione di sporcare e distruggere l’altro anche con bugie” …E, secondo Voi, ora a chi fischiano le orecchie?

Papa Francesco: “Il diavolo esiste, basta vedere i tanti seminatori d’odio in giro…”

Bergoglio nell’omelia della messa del mattino a Casa Santa Marta: “Perché un politico ha spesso la tentazione di sporcare l’altro, di distruggere l’altro, sia con bugie, sia con verità”

Parole che hanno un significato generale, ma che sembrano attualissime in Italia, in Europa e in tanti altri paesi nei quali la violenza, la discriminazione, il razzismo e tanti sentimenti deteriore sono diventati programma di governo.

Il diavolo esiste e per la sua invidia per il Figlio di Dio che si è fatto uomo, semina l’odio nel mondo, che provoca morte. Papa Francesco lo ribadisce nell’omelia della messa del mattino a Casa Santa Marta: “Oggi dobbiamo dirlo chiaramente, ci sono tanti seminatori di odio nel mondo, che distruggono”.

Il Pontefice, riporta Vatican News, ha ricordato la Germania e l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, ma anche i nazisti e “le torture contro tutti coloro che non erano di `pura razza`”. 
E altri orrori delle guerre: “Dietro questo c’è qualcuno che ci muove a fare queste cose”, ha detto Jorge Mario Bergoglio. “E` quello che noi diciamo la tentazione. Quando noi andiamo a confessarci, diciamo al padre: ‘Padre, io ho avuto questa tentazione, quest’altra, quell’altra…’. Qualcuno che ti tocca il cuore per farti andare sulla strada sbagliata. Qualcuno che semina la distruzione nel nostro cuore, che semina l’odio. E oggi dobbiamo dirlo chiaramente, ci sono tanti seminatori di odio nel mondo, che distruggono”.

“Questa –  spiega il Papa –  è la radice dell’invidia del diavolo, è la radice dei nostri mali, delle nostre tentazioni, è la radice delle guerre, della fame, di tutte le calamità nel mondo”. Distruggere e seminare odio, prosegue Francesco, “non è una cosa abituale, anche nella vita politica”, ma “alcuni lo fanno”. Perché un politico ha spesso “la tentazione di sporcare l’altro, di distruggere l’altro”, sia con bugie, sia con verità e non fa così un confronto politico sano e pulito “per il bene del Paese”. Preferisce l’insulto, per “distruggere l’altro”. “Io sono bravo, ma questo sembra più bravo di me?”, pensa, e allora “lo butto giù, con l’insulto”.

“Vorrei che oggi ognuno di noi pensasse questo: perché oggi nel mondo si semina tanto odio?”, ha detto ancora il Papa. “Nelle famiglie, che a volte non possono riconciliarsi, nel quartiere, nel posto di lavoro, nella politica… Il seminatore dell’odio è questo. Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo, alcuni dicono: ma padre, il diavolo non esiste, è il male, un male così etereo… Ma la Parola di Dio è chiara. E il diavolo se l’è presa con Gesù, leggete il Vangelo: che abbiamo fede o che non ne abbiamo, è chiara”.

 

tratto da: https://www.globalist.it/news/2019/11/12/papa-francesco-il-diavolo-esiste-basta-vedere-i-tanti-seminatori-d-odio-in-giro-2048918.html

Libero, titolo indecente sul Papa che “prega per salvare il governo” – Che poi, quando il cuore immacolato della Madonna faceva crepare i migranti in mare andava tutto bene…

 

Libero

 

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Libero, titolo indecente sul Papa che “prega per salvare il governo” – Che poi, quando il cuore immacolato della Madonna faceva crepare i migranti in mare andava tutto bene…

 

Ma si rendono conto che è un giornale che sprizza razzismo e intolleranza in quasi tutti i titoli?

Dalla “patata bollente” della Raggi, “cala il fatturato ma aumentano i gay” e poi i ‘terroni’, i migranti che portano le malattie, il governo rosso che ci fa invadere dai neri.

E che altro?

“Non ricordiamo se l’Ordine dei Giornalisti avesse preso provvedimenti nei confronti del Manifesto quando titolò “Pastore tedesco” la prima pagina dell’edizione in cui dava notizia dell’elezione di Papa Benedetto XVI al soglio pontificio. Né tantomeno siamo in grado di ricostruire se all’epoca Carlo Verna si fosse indignato al punto da trasformarsi in hater di giornalisti, purché non appartenenti alle correnti di sinistra che lo hanno votato”.

Lo afferma il Comitato di Redazione del quotidiano Libero in risposta alla dichiarazioni del presidente dell’Odg.

“La tolleranza a senso unico proprio non coincide con le parole pronunciate da Papa Francesco durante l’omelia a Santa Marta ieri 16 settembre 2019: ‘si deve pregare per l’altro, per quello che ha un’opinione diversa dalla mia’. Speriamo che l’OdG non intenda darsi alla caccia alle streghe con il pretesto di punire il vilipendio alla religione cattolica attraverso l’offesa al Papa. Anche perché nell’articolo e nel titolo finiti sotto la lente del Sant’Uffizio dei giornalisti non ve n’era traccia”.

Per carità. Il Cdr di Libero deve difendere i posti di lavoro dei giornalisti che ricevono lo stipendio da quel giornale.

Tuttavia ci vuole un bel coraggio nel difendere una testata che è andata oltre ogni limiti per più volte e usa questo metodo per solleticare la pancia dei lettori reazionari.

Nessuna caccia alle streghe. Ci vorrebbe serietà. Non difendere gli indifendibili Feltri e Senaldi.

Le parole che hanno così tanto fatto infuriare Libero sono state quelle di Carlo Verna, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che ha detto: “Perdona loro perché non sanno quello che dicono. Di fronte alla mancanza di un minimo senso di rispetto del quotidiano Libero nei confronti di Papa Francesco e sulla base del titolo del giornale di cui e’ direttore responsabile Pietro Senaldi e direttore editoriale Vittorio Feltri (‘Non ha di meglio da fare, adesso il Papa prega per il governo’) non posso far altro che chiedere scusa al Pontefice a nome della categoria.

Aggiungendo, parafrasando dalle scritture: “noi non li conosciamo”. A prescindere da qualunque Consiglio di Disciplina abbiamo il diritto di ritenerli estranei alla comunità dei giornalisti. Aggiungo solo che da sempre la Chiesa prega per i governanti”.

 

tratto da: https://www.globalist.it/news/2019/09/17/libero-titolo-indecente-sul-papa-e-il-cdr-si-difende-caccia-alle-streghe-2046490.html

Tra gli schiaffoni che ultimamente ha preso Salvini il più bello è quello di Papa Francesco: celebrerà una messa per i migranti e i loro soccorritori! …E se dà il via alla cerimonia con un bel “bacioni” lo voglio santo subito…!

 

Papa Francesco

 

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Tra gli schiaffoni che ultimamente ha preso Salvini il più bello è quello di Papa Francesco: celebrerà una messa per i migranti e i loro soccorritori! …E se dà il via alla cerimonia con un bel “bacioni” lo voglio santo subito…!

Già nell’Angelus di domenica scorsa, come spesso capita, Papa Francescoaveva detto la sua sulla situazione dei migranti. Oggi, però, è arrivato l’annuncio di una messa dedicata ai profughi e a tutte le persone che soccorrono le persone in difficoltà. L’impegno umanitario sarà il tema della celebrazione in programma lunedì prossimo (8 luglio) nella Basilica di San Pietro. Saranno ospitate circa 250 persone, tra chi ha affrontato i lunghi viaggi per arrivare in Europa (con tutte le annesse difficoltà del caso) e chi si opera quotidianamente per dare aiuto a queste persone.

«In occasione del sesto anniversario della visita a Lampedusa, lunedì 8 luglio – ha annunciato il direttore della Sala stampa vaticana Alessandro Gisotti-, il Santo Padre Francesco celebrerà una Messa per i Migranti, alle ore 11.00, nella Basilica di San Pietro». Nel 2013, infatti, Papa Francesco andò in visita nell’isola teatro dei più importanti sbarchi nel Mediterraneo, portando solidarietà non solo agli esseri umani che avevano affrontato viaggi irti di difficoltà per fuggire da guerre e carestie, ma anche a tutti gli operatori che si erano adoperati affinché fosse garantita loro dignità e sicurezza.

Papa Francesco celebrerà messa per migranti e soccorritori

Alla messa di lunedì 8 luglio parteciperanno circa 250 persone tra migranti, rifugiati e quanti si sono impegnati per salvare la loro vita. «Il Santo Padre – spiega ancora Alessandro Gisotti – desidera che il momento sia il più possibile raccolto, nel ricordo di quanti hanno perso la vita per sfuggire alla guerra e alla miseria e per incoraggiare coloro che, ogni giorno, si prodigano per sostenere, accompagnare e accogliere i migranti e i rifugiati».

Una cerimonia riservata

Una cerimonia che sarà, dunque, riservata ma che sarà trasmessa in diretta da Vatican Media, senza – però, la possibilità di accesso per i giornalisti all’interno della Basilica. Alla messa, presieduta da Papa Francesco all’Altare della Cattedra, prenderanno parte solo le persone invitate dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, a cui Bergoglio ha affidato la cura dell’evento.

 

fonte: https://www.giornalettismo.com/papa-francesco-messa-soccorsi/

Ancora accuse pesanti di Papa Francesco all’Europa ed a Salvini: “Porti aperti allearmi e chiusi alle persone” – “Lʼira di Dio si scatenerà su chi parla di pace e vende munizioni”

 

Papa Francesco

 

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Ancora accuse pesanti di Papa Francesco all’Europa ed a Salvini: “Porti aperti allearmi e chiusi alle persone” – “Lʼira di Dio si scatenerà su chi parla di pace e vende munizioni”

Il Papa striglia l’Europa (e Salvini) “Porti aperti alle armi e chiusi alle persone”

Il jʼaccuse del Pontefice: “Lʼira di Dio si scatenerà su chi parla di pace e vende munizioni”. Poi rivela: “Il prossimo anno voglio andare in Iraq”

“Gridano le persone in fuga ammassate sulle navi, in cerca di speranza, non sapendo quali porti potranno accoglierli, nell’Europa che pero’ apre i porti alle imbarcazioni che devono caricare sofisticati e costosi armamenti, capaci di produrre devastazioni che non risparmiano nemmeno i bambini”. Lo ha detto il Papa all’udienza con la Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali.
“Non posso qui non menzionare i migranti e i profughi che raggiungono i maggiori aeroporti con la speranza di poter chiedere asilo o trovare un rifugio, o che sono bloccati in transito”. Lo ha detto Papa Francesco ai partecipanti all`Incontro mondiale dei Cappellani dell`Aviazione civile. “Invito sempre le Chiese locali alla dovuta accoglienza e sollecitudine nei loro confronti, pur se si tratta di una responsabilità diretta delle Autorità civili. Fa parte anche della vostra cura pastorale vigilare che sia sempre tutelata la loro dignità umana e siano salvaguardati i loro diritti, nel rispetto della dignità e delle credenze di ciascuno. Le opere di carità nei loro confronti costituiscono una testimonianza della vicinanza di Dio a tutti i suoi figli”.
L’Iraq – ha detto il Papa nell’udienza alla Roaco, la Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali – “possa guardare avanti attraverso la pacifica e condivisa partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della societa’, e non ricada in tensioni che vengono dai mai sopiti conflitti delle potenze regionali”. “E non dimentico l’Ucraina – ha aggiunto il Papa ripercorrendo le aree piu’ ‘calde’ del pianeta -, perche’ possa trovare pace la sua popolazione, le cui ferite provocate dal conflitto ho cercato di lenire con l’iniziativa caritativa alla quale molte realta’ ecclesiali hanno contribuito. In Terra Santa – ha proseguito il pontefice -, auspico che il recente annuncio di una seconda fase di studio dei restauri del Santo Sepolcro, che vede fianco a fianco le comunita’ cristiane dello Statu quo, si accompagni agli sforzi sinceri di tutti gli attori locali ed internazionali perche’ giunga presto una pacifica convivenza nel rispetto di tutti coloro che abitano quella Terra, segno per tutti della benedizione del Signore”

fonte: https://www.globalist.it/news/2019/06/10/il-papa-striglia-l-europa-e-salvini-porti-aperti-alle-armi-e-chiusi-alle-persone-2042658.html

Papa Francesco: non lasciarsi rubare la fraternità da chi alimenta divisioni… A qualcuno, un politico molto in alto, fischieranno non poco le orecchie…

 

Papa Francesco

 

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Papa Francesco: non lasciarsi rubare la fraternità da chi alimenta divisioni… A qualcuno, un politico molto in alto, fischieranno non poco le orecchie… 

La «ricchezza» di un popolo è formata dai «suoi mille volti, culture, lingue e tradizioni». Bisogna essere attenti a non lasciarsi «rubare la fraternità dalle voci e le ferite che alimentano la divisione». È l’appello che papa Francesco lancia nell’omelia della Messa a Sumuleu Ciuc, al santuario mariano meta di pellegrinaggi dei fedeli romeni di lingua ungherese e anche della confinante Ungheria.

La «ricchezza» di un popolo è costituita dai «suoi mille volti, culture, lingue e tradizioni», dice il Pontefice, invitando a non lasciarsi «rubare la fraternità dalle voci e le ferite che alimentano la divisione e la frammentazione. Le complesse e tristi vicende del passato non vanno dimenticate o negate – sottolinea – ma non possono nemmeno costituire un ostacolo o un argomento per impedire una agognata convivenza fraterna».

Il riferimento è alle storiche tensioni tra romeni e ungheresi intorno alla regione. Ma non sfugge il riferimento (conoscendo Papa Francesco, voluto, molto voluto) alla situazione politica Italiana…

Soprattutto se ricordiamo le recenti prese di posizione:

Papa Francesco non ci sta – Ma quale “Prima gli italiani”, i veri Cristiani dicono “Prima gli ultimi”…!
Papa Francesco si schiera contro l’odio: “Chi ha il cuore razzista si converta”
Un’altra lezione di Papa Francesco all’Italia neofascista: “Non dire ‘migranti’, ma ‘persone migranti’. E’ più rispettoso”
“Apriamo i porti”: Papa Franscesco si fa fotografare con la spilla anti-razzista… 
Migranti, il Papa contro i politici: “Chi fomenta la paura provoca violenza e xenofobia” 

 

Pedofilia – L’emerito Ratzinger dà la colpa al ’68: “il collasso morale cominciò allora” …Crediamo sia il caso di ricordare all’Emerito lo scandalo del Coro Ratisbona diretto fratello Georg Ratzinger: centinaia di bambini molestati ben prima del ’68…!

 

Pedofilia

 

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Pedofilia – L’emerito Ratzinger dà la colpa al ’68: “il collasso morale cominciò allora” …Crediamo sia il caso di ricordare all’Emerito lo scandalo del Coro Ratisbona diretto fratello Georg Ratzinger: centinaia di bambini molestati ben prima del ’68…!

La denuncia in un testo del Papa emerito: «Fu teorizzata l’idea che fosse giusta». Sono 18 pagine di «appunti», pubblicati sul mensile tedesco Klerusblatt dopo averne parlato con Papa Francesco. Sferzano i ritardi della Chiesa: «Per molto tempo troppo garantismo a favore dei preti accusati», ma soprattutto trova il capo espiatorio di tutti i mali nella rivoluzione culturale del ’68.

Benedetto XVI denuncia un vero e proprio “collasso morale”, avvenuto a partire dal 1968, e dal quale dipende “anche il fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente”. “Mi sono sempre chiesto – scrive Ratzinger – come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l’enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi”. Nello stesso periodo iniziò anche “un collasso della teologia morale cattolica che ha reso inerme la Chiesa di fronte a questi processi della società”.

Vorremmo però ricordare all’Emerito un caso che ha origini ben prima del famigerato ’68.: il caso del Coro Ratisbona. Centinaia di bambini molestati e Georg Ratzinger che sapeva tutto.

Leggiamo da La repubblica di due anni fa:

Coro Ratisbona: 547 bambini vittime di violenza. Legale, Georg Ratzinger sapeva

Secondo il rapporto fatto dall’avvocato Ulrich Weber su incarico della Chiesa, 67 subirono anche abusi sessuali. Il fratello del papa emerito Benedetto XVI, è stato direttore del coro per trenta anni, tra il 1964 e il 1994.

Sono almeno 547 i bambini che, tra il 1945 e l’inizio degli anni ’90, hanno subito violenze nel coro del Duomo di Ratisbona, Il più antico coro di voci bianche del mondo e che fu anche diretto per trent’anni dal fratello del papa emerito Benedetto XVI, Georg Ratzinger.

A fornire questi numeri è stato l’avvocato Ulrich Weber, incaricato dalla Chiesa di far luce sullo scandalo, nel documento finale in cui indica che, in quel lungo periodo, bambini e ragazzi subirono violenze corporali e 67 violenze sessuali, in alcuni casi entrambe. L’indagine ha permesso di identificare 49 responsabili, anche se difficilmente ci saranno processi perché i reati sono prescritti. Nel precedente rapporto del gennaio 2016 Weber aveva riferito solo di 231 casi di abusi e maltrattamenti, con stupri, percosse e privazione del cibo.

Il rapporto del legale Ulrich attribuisce a Georg Ratzinger, delle “corresponsabilità”. Nella conferenza stampa di oggi a Ratisbona, in cui è stato presentato il rapporto, il legale, secondo la Dpa, ha affermato che all’ex direttore del coro va “rinfacciato di aver fatto finta di non vedere, e di non essere intervenuto nonostante sapesse”.

Per decenni secondo il rapporto si sarebbe creato un “sistema della paura”. L’avvocato Weber parla di una “atmosfera infernale” che si respirava nella istituzione del coro tedesco e chiama in causa il vescovo di ratisbona Ratisbona, Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Ratisbona nel 2010, per il modo in cui ha gestito la vicenda subito dopo le prime denunce, criticando in particolare il fatto di non aver cercato il dialogo con le vittime e di non aver chiarito cosa stesse accadendo nella scuola del coro. Peter Schmitt, rappresentante del gruppo di presunte vittime, ha elogiato il lavoro di Weber per avere contribuito a portare alla luce i casi di violenze e maltrattamenti ma ha anche avvertito che resta una “area scura” di vittime anonime che non hanno avuto il coraggio di descrivere le esperienze subite.

“Le vittime – si legge nel nuovo rapporto sulla vicenda – hanno descritto i loro anni di scuola come una prigione, come l’inferno e come un campo di concentramento. Molti si ricordano di quegli anni come il periodo peggiore della loro vita, caratterizzato da paura e violenza”. Dopo le denunce degli anni scorsi, la diocesi ha iniziato a cooperare con l’inchiesta sugli abusi lo scorso anno e dovrà pagare un indennizzo di 20mila euro a ciascuna vittima, in maggioranza, alunni della terza e quarta elementare.

Il fratello del papa emerito Benedetto XVI, Georg Ratzinger, è stato direttore del coro per trenta anni, tra il 1964 e il 1994. “Se fossi stato a conoscenza dell’eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa (…) Mi scuso con le vittime”, disse in un’intervista del 2010 alla stampa tedesca, ammettendo comunque di aver anche lui dato qualche schiaffo durante i primi anni da direttore. Fra le esibizioni più famose dei Regensburger Domspatzen (i “passeri” del Duomo di Ratisbona fondati mille anni fa), quello per la presa di possesso del titolo di arcivescovo di Monaco del fratello, quello per la visita di Elisabetta II nel 1978 e per quella di Giovanni Paolo II nel 1980.

Per gli abusi due religiosi erano già finiti davanti alla giustizia tedesca: si tratta di un ex insegnante di religione e vicedirettore dell’omonimo ginnasio-liceo, cacciato nel 1958, e di un ex direttore del convitto condannato nel 1971. Entrambi sono morti nel 1984.

(Qui l’articolo di La Repubblica)

Un’altra lezione di Papa Francesco all’Italia neofascista: “Non dire ‘migranti’, ma ‘persone migranti’. E’ più rispettoso”

 

 

Papa Francesco

 

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Un’altra lezione di Papa Francesco all’Italia neofascista: “Non dire ‘migranti’, ma ‘persone migranti’. E’ più rispettoso”

Papa Francesco: “Non dire ‘migranti’, ma ‘persone migranti’. E’ più rispettoso”

Bergoglio: “Migranti è un aggettivo, le persone sono sostantivi. Noi siamo caduti nella cultura dell’aggettivo, usiamo tanti aggettivi e dimentichiamo tante volte i sostantivi, cioè la sostanza”.

E’ ancora il tema delle migrazioni e delle sofferenze delle persone che fuggono da guerre, violenze, persecuzioni o carestie a tenere banco nell’agenda di Papa Francesco. A tre giorni dal suo rientro in Vaticano Bergoglio ha parlato del suo ultimo viaggio apostolico in Marocco, paese islamico con il quale ha stretto un’impostante amicizia anche per il ruolo che gioca nei confronti dei migranti. “Alcuni di loro hanno testimoniato che la vita di chi emigra cambia e ritorna a essere umana quando trova una comunità che lo accoglie come persona. Questo è fondamentale”, ha sottolineato il Santo Padre spiegando che proprio a Marrakech, nel dicembre scorso, è stato ratificato il ‘Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare’, “passo importante verso l’assunzione di responsabilità della comunità internazionale”.

“Come Santa Sede – ha continuato Papa Francesco – abbiamo offerto il nostro contributo che si riassume in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Non si tratta di calare dall’alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire città e Paesi che, pur conservando le rispettive identità culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umana”. “La Chiesa in Marocco – ha aggiunto Francesco – è molto impegnata nella vicinanza ai migranti; perciò ho voluto ringraziare e incoraggiare quanti con generosità si spendono al loro servizio realizzando la parola di Cristo: ‘Ero straniero e mi avete accolto'”.

Poi, parlando a braccio durante l’udienza dedicata al suo viaggio in Marocco, Bergoglio ha dichiarato: “A me non piace dire ‘migranti’, a me piace più dire ‘persone migranti‘”. E ancora: “Migranti è un aggettivo, le persone sono sostantivi. Noi siamo caduti nella cultura dell’aggettivo, usiamo tanti aggettivi e dimentichiamo tante volte i sostantivi, cioè la sostanza. L’aggettivo va attaccato alla persona”, ha detto il Papa, esortando a dire: “Una persona migrante”. Poi il Pontefice argentino ha spiegato: “Così c’è rispetto per non cadere in questa cultura dell’aggettivo che è troppo liquida, troppo gassosa”.

fonte: https://www.fanpage.it/papa-francesco-non-dire-migranti-ma-persone-migranti-e-piu-rispettoso/
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