In Niger strage continua per malaria, fame e colera …È tra i 10 paesi più poveri al mondo, ma solo perché il loro Uranio, i loro Diamanti ed il loro Oro arricchiscono solo i Francesi che “controllano” la loro economia…

 

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In Niger strage continua per malaria, fame e colera …È tra i 10 paesi più poveri al mondo, ma solo perché il loro Uranio, i loro Diamanti ed il loro Oro arricchiscono solo i Francesi che “controllano” la loro economia…

 

In Niger, strage continua per malaria, fame e colera

Il colera sta colpendo duramente il Niger, il cui ministro della Sanità, Idi Illiassou, ha aggiornato ieri il numero di morti da luglio, salito ad almeno 68. Sono invece oltre 3.690 i casi di contagio della malattia, causata da ingestione di cibo o acqua contaminati. Altre fonti, soprattutto Medici Senza Frontiere, sostengono che i morti siano molti di più.
L’epidemia, diffusa inizialmente nella regione meridionale di Maradi, si è diffusa poi anche nelle regioni limitrofe di Tahoua, Zinder e Dosso.
Nella regione di Maradi, l’Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno stimato che solo il 37% della popolazione ha accesso all’acqua potabile e solo il 10% ha accesso a strutture igienico-sanitarie di base.
Oltre al colera, la forte stagione delle piogge che va da giugno a settembre, ha consentito anche la diffusione della malaria, diventata in alcune zone una vera emergenza. A livello nazionale ci sono stati 1.360.000 casi di malaria, con 1.584 morti. Poi, la malnutrizione che come ogni anno fa strage di bambini sotto i 5 anni.
Il Niger è considerato uno dei paesi più poveri del mondo. Le statistiche lo raccontano così. E mentono!
Il Niger è il quarto produttore mondiale di uranio, una delle risorse strategiche del nostro mondo. Dovrebbe essere la piccola Svizzera africana, ma invece è dilaniato dalla miseria.
L’uranio è divenuta una maledizione. La guerra tra potenze per accaparrarselo ha provocato una lunga scia di colpi di stato e guerre civili. Un continuo bagno di sangue.
Oggi a detenere il controllo reale di questa risorsa è l’Areva, la multinazionale francese dell’energia. La Francia ha sempre mantenuto un controllo ferreo di questa “ex” colonia le cui materie prime le consentono di essere potenza nucleare e illuminare le sue strade e le sue case.
Il Niger,in cambio, riceve royalties da rapina. Un eterno 5% che costringe un intero popolo alla fame.

 

fonte: https://raiawadunia.com/in-niger-strage-continua-per-malaria-fame-e-colera/

L’allarme dell’Unicef: sempre più bambini soli respinti verso il Niger. Ma Salvini ha trovato la soluzione: non sono cazzi nostri…!

 

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L’allarme dell’Unicef: sempre più bambini soli respinti verso il Niger. Ma Salvini ha trovato la soluzione: non sono cazzi nostri…!

 

L’allarme dell’Unicef: sempre più bambini soli respinti verso il Niger

I paesi nordafricani respingono i migranti: un terzo sono bambini a rischio violenza, tratta e sfruttamento

Secondo l’Unicef, mentre i paesi europei e nordafricani cercano di limitare la migrazione irregolare, un numero crescente di bambini migranti viene espulso verso il Niger; l’Unicef avverte che i meccanismi transfrontalieri sono insufficienti per proteggere questi bambini dai molti rischi che corrono: tratta, violenza, abusi, sfruttamento e detenzione.

Dal novembre dello scorso anno, piu’ di 8 mila persone provenienti dall’Africa occidentale, tra cui 2 mila bambini, sono state respinte verso il Niger dall’Algeria, mentre altri 900 richiedenti asilo e rifugiati registrati provenienti da paesi dell’Africa orientale sono stati trasferiti dalla Libia in Niger per l’esame delle loro domande. Allo stesso tempo, i flussi migratori verso il Niger continuano. Nel solo mese di aprile si è registrato un aumento del 14% del numero di persone che transitano attraverso il Niger rispetto al mese precedente- quasi 500 al giorno, circa un terzo delle quali bambini, la maggior parte stremati, vittime di violenza o rimasti senza un sostegno e una protezione adeguati.

La cifra reale è probabilmente più alta, in quanto molti bambini non vengono individuati o si nascondono. “Il Niger ha bisogno di aiuto per sostenere il crescente numero di bambini rifugiati e migranti che arrivano o vengono rimpatriati attraverso i suoi confini- ha dichiarato Ted Chaiban, direttore dei programmi dell’Unicef – Le soluzioni devono includere una migliore cooperazione transfrontaliera tra i governi per mantenere i bambini al sicuro, così come maggiori investimenti per aiutare paesi come il Niger a rafforzare i sistemi di sostegno a disposizione di tutti i bambini nel paese, indipendentemente da chi siano o da dove provengano”.

Con i negoziati governativi sui Global Compacts per le migrazioni e i rifugiati attualmente in corso, l’Unicef chiede soluzioni per garantire la sicurezza dei bambini. Ciò significa: rafforzare la cooperazione transfrontaliera tra i paesi per proteggere meglio i bambini nelle migrazioni, attuare politiche di gestione delle frontiere che tengano conto della loro vulnerabilità e fornire loro accesso a servizi essenziali quali l’alloggio, la protezione, l’istruzione e la formazione. Significa anche affrontare con urgenza le cause all’origine della migrazione irregolare dei bambini, tra cui la povertà, la mancanza di opportunità, di istruzione o la violenza.

I Global Compacts rappresentano un’occasione unica per rivedere le politiche e le pratiche migratorie che rendono i bambini vulnerabili e per replicare quelle che contribuiscono a mantenerli al sicuro. Alcune delle soluzioni esistenti nella regione includono la Rete dell’Africa occidentale per la protezione dei bambini (Wan)- che collega i governi, la società civile e i singoli individui- come servizi di orientamento per aiutare i bambini migranti non accompagnati durante il transito e quando rientrano a casa.

“Quei bambini che ora sono bloccati in Niger hanno bisogno non solo di aiuto urgente per rimanere al sicuro, ma anche di assistenza a lungo termine – ha detto Chaiban – Hanno bisogno di un migliore accesso alle informazioni per compiere scelte informate e di un sostegno per il rimpatrio, se possibile, o verso un paese terzo. Per coloro per i quali il ritorno a casa non è un’opzione, gli Stati devono farsi avanti e offrire posti per il reinsediamento. I bambini bloccati in Niger guardano a noi tutti per trovare soluzioni sostenibili”.

Dei team dell’Unicef hanno recentemente incontrato diverse donne e bambini, tra cui una neonata e madri in allattamento, che erano rimaste bloccate in Niger, insieme a un gran numero di uomini provenienti da Guinea, Liberia, Camerun, Sudan ed Eritrea. Molti, compresi i bambini, avevano viaggiato in parte a piedi sotto un caldo cocente senza riparo né acqua. L’Unicef sta lavorando per riunire le famiglie separate, per fare in modo che i bambini continuino ad apprendere e garantire che essi beneficino dei servizi sociali di base. Insieme all’Unhcr e all’Oim, l’Unicef sta lavorando con le autorità del Niger per aiutare a riunire i bambini con le loro famiglie in Niger e supportare nelle valutazioni per il loro reinsediamento nei paesi terzi, in particolare quelli dell’Eritrea e della Somalia che sono stati evacuati dalla Libia. L’Unicef sta anche aiutando i bambini nei centri di transizione e orientamento gestiti dal Niamey Directorate of Child Protection, lavorando per far ottenere loro un sostegno psicosociale urgente per affrontare il trauma dei loro difficili viaggi.

Nei prossimi mesi, l’Unicef istituirà centri di assistenza sociale unici che forniranno servizi di protezione per i bambini. Questi centri sosterranno i bambini non accompagnati o separati e le famiglie vulnerabili in movimento, offrendo aiuti di prima necessità, servizi sanitari e di orientamento, nonche’ assistenza per ristabilire e mantenere i contatti con i membri della famiglia, conclude l’Unicef.

fonte: http://www.globalist.it/world/articolo/2018/06/08/l-allarme-dell-unicef-sempre-piu-bambini-soli-respinti-verso-il-niger-2025805.html

La missione militare in Niger? Per il Governo Nigerino se la sarebbero “inventata” Alfano e la Pinotti: mai saputo niente, notizia appresa solo dai media, mai contatti con Roma, “inconcepibile” la presenza di militari Italiani sul nostro territorio…!!

 

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La missione militare in Niger? Per il Governo Nigerino se la sarebbero “inventata” Alfano e la Pinotti: mai saputo niente, notizia appresa solo dai media, mai contatti con Roma, “inconcepibile” la presenza di militari Italiani sul nostro territorio…!!

 

Missioni militari, Niger blocca intervento italiano. Possibile: “Vicenda grottesca”

Il ministro degli Interni del Niger ha detto che una missione italiana nel Paese africano sarebbe “inconcepibile”. I deputati uscenti di Possibile, Pippo Civati e Andrea Maestri, annunciano un’interrogazione parlamentare.

“La missione in Niger dell’Italia sta assumendo toni grotteschi. Se non si trattasse di una questione di grande rilievo, sembrerebbe qualcosa di comico. Il governo nigerino ha fatto sapere di non volere militari italiani sul territorio, ma in concreto non è ancora chiara la natura dell’accordo stipulato lo scorso settembre. A giudicare dall’evoluzione degli eventi l’intesa era abbastanza nebulosa, avvalorando la nostra tesi di un’iniziativa scriteriata. In mezzo a questa scarsa chiarezza finisce anche il Fondo per l’Africa: come sono stati impiegati i 200 milioni annunciati in pompa magna?”. Questo il contenuto di una nota dei deputati uscenti di Possibile, Pippo Civati e Andrea Maestri, candidati di Liberi e Uguali che non entreranno in Parlamento, annunciando un’interrogazione parlamentare.

Il ministro degli Interni del Paese africano Mohamed Bazoum, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ha detto di non essere mai stato informato della missione, che ha lo scopo di combattere il terrorismo e il traffico di esseri umani, e di essere contrario la presenza di soldati italiani sul proprio territorio. Bazoum ha giudicato “inconcepibile” la missione, e ribadisce di aver appreso dell’intervento italiano solo dai media, spiegando che “non ci sono mai stati contatti in merito tra Roma e Niamey”. Ma la ministra della Difesa uscente, Roberta Pinotti ha detto di possedere due lettere di richiesta firmate dal suo omologo, datate 1 novembre 2017 e 15 gennaio 2018, con le quali il Niger ha chiesto all’Italia “cooperazione per l’addestramento per il controllo dei confini”. Ma per il momento il Niger ha bloccato l’operazione, che consiste nell’invio di 470 militari, 130 mezzi terrestri, due velivoli C130, per una spesa totale di 130 milioni di euro. Al massimo, chiarisce il titolare nigerino agli Interni, potrà essere autorizzata una “missione di esperti”, senza ruoli operativi.

“Il ministero degli Esteri, Angelino Alfano, e la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, devono chiarire – hanno aggiunto i due esponenti di Possibile – se intendono proseguire in Niger con la politica di esternalizzazione dei confini che già nel caso della Libia ha comportato, e sta comportando, il sacrificio dei diritti umani di richiedenti asilo e di persone vulnerabili. La fine della legislatura e il quadro politico incerto non possono far passare in secondo piano questioni politiche di primaria importanza”.

fonte: https://www.fanpage.it/missioni-militari-niger-blocca-intervento-italiano-possibile-vicenda-grottesca/

I soldati italiani in Niger a proteggere l’uranio dei francesi… Ma “loro” Vi prendono per i fondelli chiamandola “missione di pace”…!

 

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I soldati italiani in Niger a proteggere l’uranio dei francesi… Ma “loro” Vi prendono per i fondelli chiamandola “missione di pace”…!

 

Soldi e uranio, col rischio di finire in mezzo a una guerra. L’Italia in Niger con 500 soldati, su invito della Francia? Motivo ufficiale: fermare, nel Sahel, la tratta dei migranti e il fondamentalismo islamico. Ma attenzione: il Niger ha appena ottenuto, dalla conferenza parigina dei donatori, un super-finanziamento da 23 miliardi di dollari. Un pacchetto di aiuti, come si dice in gergo, “allo sviluppo e alla sicurezza”, i cui appalti sono destinati a imprese europee. «Di sicuro vedremo quindi imprese italiane su quel campo, per non parlare della fornitura di armi necessaria alla “stabilizzazione”», scrive il blog “Senza Soste”, che mette a fuoco anche l’altra possibile motivazione della strana missione italiana, annunciata da Gentiloni dal ponte di una portaerei. «Il punto è che in Niger, oltre ai 23 miliardi di dollari in aiuti che andranno trasformati in appalti, c’è qualcosa che vale, come sempre, una spedizione militare: qualcosa di serio, come quel tipico prodotto da green economy che è l’uranio». Non è certo una novità: proprio per l’uranio destinato al nucleare fu montato, nel 2002, il caso Nigergate. «In poche parole, si scrive Niger e si legge uranio. Stiamo parlando del quinto produttore di uranio al mondo ma con una popolazione, di venti milioni di persone, stimata tra le dieci più povere del pianeta».

In Niger c’è anche Arlit, una delle capitali mondiali della produzione di uranio impoverito, continua il newsmagazine. E’ proprio il pericolosissimo materiale «che provocò la morte dei soldati italiani al ritorno dalle missioni coloniali in Kosovo, Afghanistan e Jugoslavia (340 morti, 4000 malati, una strage silenziata al massimo dai media, con D’Alema e Mattarella, all’epoca ministro della difesa, che in materia negarono l’impossibile)». Ma in Niger, continua “Senza Soste”, «se si scrive uranio si legge Areva, una multinazionale francese a proprietà pubblica, con un proprio distinto grattacielo al quartiere parigino della Défense». Il campo si fa quindi più chiaro: resta in mano francese lo sfuttamento e l’export dell’uranio del Niger, i cui proventi non vanno certo ad una popolazione ben al di sotto del livello di povertà. «L’export di uranio del Niger, oltre a non fruttare niente per il popolo di quel paese e inquinarne pesantemente le acque, fornisce energia per il 50 per cento della popolazione francese». E’ evidente quindi che «lo sviluppo drammaticamente ineguale in Niger è un affare interno della Francia». Ma anche esterno, «perchè nella fornitura di energia atomica in Ue, che è circa un terzo di quella complessiva, l’uranio permette alla Francia di essere la principale produttrice di energia del continente, con una quota del 17,1% sulla produzione totale Ue e davanti a Germania (15,3%) e Regno Unito (in calo, ma al 13,9%)».

Così è tutto più chiaro, scrive “Senza Soste”: «Gli scafisti di un paese senza sbocco al mare c’entrano poco, se non come fake news all’amatriciana». L’Italia? Forse potrebbe ricavarne, in cambio, anche una quota di energia. Ma, al netto degli eventuali appalti per Roma – una possibile fetta dei 23 miliardi concessi in “aiuti” – il blog segnala che le nostre truppe saranno inserite in un disegno, interamente francese, di ristrutturazione “coloniale” dell’area, dopo la crisi apertasi nel 2011 per Areva, costretta a rivedere una serie di reattori dopo il disastro giapponese di Fukushima. Il 2011, ricorda la “Bbc”, è anche l’anno del cosiddetto “uranium-gate”, che coinvolge l’Areva in fenomeni di corruzione in Niger, con fondi neri finiti in Russia e in Libano, fuori dal controllo di Parigi. Altro obiettivo, per la Francia: contrastare la presenza della Cina sul terreno: «E visto che in Africa i cinesi non esistono, sul piano militare, non c’è niente di meglio che ristrutturare Areva dall’interno e far valere la propria presenza sul campo in termini di truppe, con l’aiuto dell’Italia». Il rischio? La guerriglia: dopo la sollevazione dei Tuareg che ha minacciato proprio le miniere di uranio, si è già fatta sentire una guerriglia definita “islamista”, che ha già colpito siti francesi nel 2013.

«Secondo fonti africane in lingua inglese, la guerra dell’uranio in Niger sembra essere appena cominciata: una guerra con gli Usa che forniscono i droni, mentre la Francia e l’Italia sono sul campo – la prima a difendere i propri interessi diretti, la seconda a supporto», cercando di rimediare appalti o magari una posizione privilegiata nella produzione di energia. Gruppi islamisti? In un articolo seguito all’uccisione di quattro soldati americani nell’area, il “Guardian” parla di gruppi in grado di colpire ma difficili da identificare, «in una delle più remote e caotiche zone di guerra del pianeta». Ed è in questo tipo di zona che la Francia vuol rimettere ordine, con l’aiuto italiano, anche per fronteggiare la minacciosa concorrenza del Kazakhstan, super-produttore di uranio. «Se ne può stare certi: le mosse legate al Niger vedranno un piano di decisione politico, su più capitali dell’Occidente, e uno legato alla situazione sui mercati finanziari. Poi si potrà raccontare degli scafisti, dei progressi contro la guerriglia islamista», a beneficio dei grandi media e del loro pubblico ignaro. Non a caso, è già partito il ritornello degli “aiuti” per fronteggiare la devastante emergenza-siccità che sta flagellando l’area. «Per evitare tragedie nel Sahel, legate alla fuga dai territori, basterebbe intervenire sulle crisi idriche, favorendo le naturali economie locali, e non immaginare di creare fortezze da fantascienza».

Se però andiamo a vedere la vastità della crisi idrica che tocca il Niger, aggiunge “Senza Soste”, vediamo che non comprende solo quel paese ma anche tutta la grande fascia sub-sahariana, dalla Mauritania all’Eritrea. E spesso, le zone toccate dalla crisi idrica coincidono con quelle interessate dalla cosiddetta guerriglia islamica: è il caso del Mali, oggetto di intervento francese a inizio 2013. «Parigi interviene, quando la crisi economica e politica precipita, per “stabilizzare” economia e situazione politica del paese e far valere gli interessi francesi. La novità è che, stavolta, interviene anche l’Italia», coinvolta anche nell’intricato dopoguerra in Libia. Riusciranno a pesare sulla crisi, i maxi-appalti in arrivo? «A essere cinici – scrive “Senza Soste” – con 150 milioni annui, e qualche cerimonia militare, l’Italia si dovrebbe garantire un po’ di appalti, per una cifra magari 20 o 30 volte superiore, per le proprie imprese dal settore infrastrutture a quello della fornitura». Secondo Gianandrea Gaiani di “Analisi Difesa”, non è né garantito l’affrancamento dalla subalternità militare a Parigi, già evidenziatosi con la crisi libica del 2011, né il processo di razionalizzazione dei flussi migratori. La politica italiana? Considera “naturale” «l’assenza di qualsiasi visione strategica sull’Africa, continente la cui sinergia tra miseria e boom demografico è ottima candidata ad essere un futuro problema per l’Europa».

 

fonte: http://www.libreidee.org/2018/01/soldati-italiani-in-niger-a-proteggere-luranio-dei-francesi/