La saggezza di José Mujica ci indica la strada per battere il Coronavirus e il virus del capitalismo

 

José Mujica

 

 

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La saggezza di José Mujica ci indica la strada per battere il Coronavirus e il virus del capitalismo

L’ex presidente dell’Uruguay ha detto: “Non sarà il virus a sconfiggere il capitalismo. A quello ci debbono pensare gli uomini che l’hanno creato”.

Chi lo ha detto che i saggi non esistono più? Chi lo ha detto che nel mondo non ci sono politici illuminati, coerenti e morali, con la coscienza limpida quanto l’intelligenza?

Prendi José “Pepe” Mujica, presidente emerito dell’Uruguay. Il suo percorso umano e politico, le prese di posizione, i fatti che ne hanno segnato la vita pubblica e l’impatto che hanno avuto sul suo Paese testimoniano di un uomo straordinario. Un uomo integerrimo e passionale che ad ogni parola suscita emozioni, stimola riflessioni. Il suo libro Una pecora nera arriva al potere è un distillato di insegnamenti, trasuda una saggezza maturata in anni di lotte e di esperienze, un testo da distribuire nelle scuole, da spacciare tra i giovani, gli unici in grado di immaginare e realizzare un futuro migliore.

Bene, Mujica è tornato a parlare. Qualche giorno fa ha rilasciato un’intervista in video chiamata a Jordi Évole, personaggio pubblico e ideatore del programma tv “Lo de Évole”, in questi giorni sul web per le condizioni imposte dal coronavirus.

Seduto davanti al suo pc, una felpa rosa sul corpaccione, il volto pieno da contadino magnificato dalla telecamera, la candida chioma scompigliata e gli iconici baffetti grigi, l’anziano politico ha parlato dell’emergenza in atto, di questo mondo in ginocchio e del sistema che lo governa, delle nuove abitudini, delle nuove priorità, del futuro. E lo ha fatto con la consueta passione, accendendosi di rabbia, sussultando di indignazione, ricorrendo al suo linguaggio colorito ma dalla precisione chirurgica.

Il giornalista spara subito la sua domanda: “Il coronavirus metterà fine alla globalizzazione capitalista?” Mujica non fa attendere la sua risposta: “Non sarà il virus a decretare la fine del capitalismo. Questa deve venire dalla volontà organizzata degli uomini, che sono stati quelli che lo hanno creato: è l’uomo che deve distruggerlo. Il dio mercato è la religione fanatica del nostro tempo, governa tutto”. Caro, vecchio Mujica, lucido come sempre.
E come sempre battagliero: “Non so se sia una situazione reversibile, ma dobbiamo lottare affinché lo diventi. Questo virus ci spaventa e prendiamo un certo grado di misure quasi eroiche. Sul piano del mercato, della globalizzazione bisognerebbe rispettare determinati parametri”.

Évole insiste: “Pensa che da questa pandemia possa uscire qualcosa di buono?”

“Grazie a questo spavento generale potrebbe emergere un po’ più di generosità e meno egoismo” concede l’anziano presidente. “Ma mi domando perché i vecchietti continuino ad accumulare denaro. Parlo di miliardari, di gente che concentra la ricchezza”. Già, i cronici, irrisolti problemi dell’umanità: la sperequazione delle risorse, l’ingiustizia sociale e lo sfruttamento: mali che risalgono alla notte dei tempi e che dei farabutti mascherati da politici e da intellettuali hanno cercato di darci a bere che fossero stati debellati.

“Non siamo in guerra” prosegue Mujica nella sua analisi di questo triste tempo, “questa è una sfida che la biologia ci pone per ricordarci che non siamo i proprietari assoluti del mondo come ci sembra. Questa crisi così grave può servire per ricordarci che i problemi globali sono anche i nostri problemi. Dobbiamo combattere l’egoismo che ci portiamo dentro al fine di superare il coronavirus, dobbiamo diventare socialmente uniti gli uni agli altri”. La voce del saggio: senza la solidarietà, la fratellanza, l’uguaglianza, l’uomo è condannato a perire. Dai mali bisogna trarre degli insegnamenti, per non ripetere gli errori commessi: dov’è altrimenti la tanto sbandierata intelligenza umana?

Ma al miele di queste parole, Mujica aggiunge il vetriolo, scagliandosi contro i leader mondiali sordi al pericolo del riscaldamento globale: “Non è un problema ecologico ma politico. Mai l’uomo ha avuto così tante risorse, capacità o capitale per fermarlo. Stiamo andando verso un ‘olocausto ecologico’ e stanno preparando una padella gigantesca per friggerci”. Più chiaro di così.

Poi il vecchio saggio zoomma su noi tutti, che come lui stiamo vivendo questa nuova e inquietante esperienza della quarantena forzata, prova a darci coraggio e ad indicarci la via: “La peggiore solitudine è quella che abbiamo dentro, è tempo di meditare. Parla con te stesso e cerca di immaginare una finestra sul cielo. Finché avrai una ragione per vivere e combattere, non avrai tempo per la tristezza”.

Grazie, maestro. Che le tue parole siano accolte e interiorizzate da noi tutti, e che ci diano la forza di cambiare questo mondo folle che abbiamo edificato.

fonte: https://www.globalist.it/world/2020/04/03/la-saggezza-di-mujica-ci-indica-la-strada-per-battere-il-coronavirus-e-il-virus-del-capitalismo-2055511.html

Pepe Mujica: “Le sinistre si dividono per le idee, le destre si uniscono per gli interessi”

 

Pepe Mujica

 

 

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Pepe Mujica: “Le sinistre si dividono per le idee, le destre si uniscono per gli interessi”

Mentre le destre sono unite dagli interessi, la sinistra in Uruguay ha imparato a discutere e mettersi d’accordo, a raggiungere un programma che offre al popolo un’alternativa per colmare le differenze. “Le sinistre si dividono per le idee, le destre si uniscono per gli interessi”, ha dichiarato in piena campagna elettorale l’ex presidente dell’Uruguay, Pepe Mujica.

D’altra parte, ha sottolineato che in relazione al numero di lavori privati, il numero di lavori pubblici è diminuito durante i governi di sinistra. “Ed è quella relazione che dobbiamo guardare”. “Quando governavano ogni 100 lavoratori nel paese c’erano 23 o 24 persone e ora ce ne sono 16 o 17”, ha detto e ha invitato a guardare i municipi che sono stati governati dall’opposizione per 15 anni.

Mujica ha difeso le politiche sociali e ha sottolineato l’errore di pensare che i soldi vengano dati ai poveri in modo che non lavorino.

“Non sanno cosa significhi essere poveri, non hanno idea, non hanno mai vissuto nella necessità”.

“L’amore per la vita si traduce in politiche sociali”, ha detto e fatto un riferimento alle donne sole con i bambini. “Abbiamo scoperto che dobbiamo aiutarle non perché siamo buoni, ma perché la solidarietà ci conviene a noi come popolo a lungo termine”.

Mujica: Bisogna eleggere chi difende le politiche sociali – “il desiderio di denaro deve stare lontano da chi aspira al potere”

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Mujica: Bisogna eleggere chi difende le politiche sociali – “il desiderio di denaro deve stare lontano da chi aspira al potere”

L’ex presidente uruguayano ha affermato che «il desiderio di denaro deve stare lontano da chi aspira al potere»

L’ex presidente dell’Uruguay, José “Pepe” Mujica, ha dichiarato che le persone devono votare «per coloro che ritengono come proprie le conquiste sociali».

«Non bisogna eleggere chi ama troppo il denaro, ma chi ritiene come propria le conquiste sociali, chi vede la politica come una funzione di carattere collettivo», queste le parole del senatore uruguayano rilasciate in occasione di un forum dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, in Cile.

Mujica ha poi aggiunto che «il desiderio di denaro deve stare lontano da chi aspira al potere».

Parole come sempre profonde e non banali quelle pronunciate dall’ex presidente dell’Uruguay che ha ribadito ancora una volta di sentirsi profondamente «latinoamericano». Una lezione che dovrebbe essere appresa da tanti dirigenti politici che sfruttano la propria posizione solo per accumulare ricchezze mentre i popoli languono nella fame più nera.

Fonte: teleSUR

Leggo due vecchi articoli ed è subito “trova le differenze”: Mujica rinuncia al seggio (e al vitalizio) – Napolitano pensione da 15.000 Euro NETTI al mese, chauffeur, maggiordomo, ufficio da 100 mq e tanti altri privilegi… A noi chi poteva capitare come presidente?

 

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Leggo due vecchi articoli ed è subito “trova le differenze”: Mujica rinuncia al seggio (e al vitalizio) – Napolitano pensione da 15.000 Euro NETTI al mese, chauffeur, maggiordomo, ufficio da 100 mq e tanti altri privilegi… A noi chi poteva capitare come presidente?

Leggo due vecchi articoli dal web, uno dopo l’altro è mi sono chiesto… Chi poteva mai capitare a noi come Presidente?

Josè “Pepe” Mujica rinuncia al seggio (e al vitalizio): “Ma finché la mia mente funziona, non rinuncerò a lottare”

E’ questo il titolo di un articolo di agisto di Huffington Post, che continua: l‘ex presidente uruguaiano ha giustificato le dimissioni dal Senato per motivi personali e per “stanchezza dopo un lungo viaggio”

‘Pepe’ Mujica precisa anche che “il carattere di rinuncia volontaria e la legislazione vigente segnalano che non mi spetta il sussidio previsto (per gli ex senatori)”, e che quindi “mi sottometterò al sistema pensionistico” normale…

Le parole di Mujica – che già da presidente rinunciava all’85% del suo stipendio – mi hanno subito ricordato un’altro presidente…

Sono andato subito a rileggere un vecchio articolo del 2015 de Il Fatto Quotidiano che titolava così:

Napolitano, pensione dorata: chauffeur, maggiordomo. E ufficio da 100 mq

L’articolo continua… Nonostante i tagli annunciati nel 2007, per i presidenti emeriti della Repubblica rimane una lunga lista di benefit: una segreteria di almeno una decina di persone, un assistente “alla persona”, una serie di linee telefoniche dedicate. Ridurre i privilegi? Il suo ufficio stampa: “Ha avuto impegni tali da non consentirgli di deliberare sulla materia”

Il Fatto poi si dilunga su segreteria, guardarobiere, scorta, telefoni satellitari, collegamenti televisivi e telematici, uno staff nutritissimo, maggiordomo,  auto con autista, cento metri quadrati di ufficio privato in Palazzo Giustiniani con vista su San Ivo, 15mila euro mensili netti e tanti altri ammennicoli e benefit…

Beh, comunque, paragonare Mujica a Napolitano ricorda tanto quella storia della merda e la cioccolata…

By Eles