A 10 anni dalla strage-vergogna di Viareggio in cui perirono 31 persone, un pensiero all’Ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti: premiato dopo il rogo e carriera folgorante…!

 

Viareggio

 

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A 10 anni dalla strage-vergogna di Viareggio in cui perirono 31 persone, un pensiero all’Ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti: premiato dopo il rogo e carriera folgorante…!

 

Viareggio, strage-vergogna: Moretti premiato dopo il rogo

Difficilmente mi occupo di questioni legate alla giustizia, ma quando si tratta della strage di Viareggio non posso tacere, essendo io nativo e abitante di quelle terre, e data la atrocità oggettiva di quanto accadde in quell’inferno esploso proprio nel centro cittadino. L’esplosione del convoglio avvenne sotto il sovrappasso che unisce via Ponchielli e Burlamacchi, percorso che fino a quel momento era legato ai ricordi delle moltissime persone che come me lo utilizzavano per recarsi ai rioni notturni di Carnevale. Toccato da tanto dolore e drammaticità scrissi anche una poesia quasi per sprigionare tutta l’emozione, il coinvolgimento, l’angoscia, l’incredulità: 31 morti carbonizzati, 11 dei quali “disciolti” all’istante, 2 infarti e 25 feriti, alcuni dei quali con lesioni gravissime). L’11 febbraio 2019 sono stati chiesti 15 anni e 6 mesi dalla Procura generale di Firenze (appello) per Mauro Moretti: la strage risale al 29 giugno 2009 quando egli era amministratore delegato di Fs e Rfi. Puntualmente gli organi della giustizia e del potere, perché Moretti di potere ne ha da vendere, mostrano una prevedibile resistenza, rispettivamente, a giudicare ed esser giudicati, soprattutto quando il soggetto in questione può disporre dei migliori avvocati e di enormi agganci politici. Presto saranno passati ben 10 anni.

Non so se noi italiani ce ne rendiamo conto e se ci sta bene, ma i media italiani, chiacchieroni, a seconda dei propri interessi sono i più disinvolti nell’enfatizzare questioni pretestuose e inconsistenti, magari parlandone per mesi, sostanzialmenteignorando quelle notizie come questa, che meriterebbero adeguato risalto. Segnalo solo alcune posizioni assunte dal Moretti: ha fatto carriera nella Cgil tra gli anni ’80 e gli anni ‘90 arrivando ai vertici del sindacato, dal 2006 al 2014 è stato Ad di Ferrovie dello Stato su nomina dell’ex ministro Pd Tommaso Padoa Schioppa (quello che definiva i giovani disoccupati “bamboccioni”) e dal 2014 al 2017 è stato “promosso” come direttore generale e Ad di Finmeccanica-Leonardo a 1,7 milioni di “salario”: il doppio, più o meno, rispetto ai tempi di Fs quando, nel 2012, si lamentava praticamente di guadagnare troppo poco, cioè quasi 900 mila euro all’anno, più i “premi” (“Repubblica” e “Il Giornale”). Tutte “cosine” avvenute dopo la strage…

Tra le varie posizioni assunte, anche ruoli internazionali come quello di presidente della Community of European Railway and Infrastructure Companies, sindaco di Mompeo per due mandati, presidente della Fondazione Ferrovie dello Stato, presidente dell’Associazione Europea delle Industrie per l’Aereospazio e la Difesa, membro del consiglio direttivo degli amici dell’Accademia dei Lincei. Per dire come funzionavano le cose all’epoca (nei meandri dello Stato profondo italiano ancora oggi) il 31 maggio 2010 Moretti fu nominato, dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, cavaliere del lavoro. Una vergogna e una beffa, 11 mesi dopo la strage. Bene ha fatto il M5S (tramite Gianluca Ferrara, senatore di Viareggio da me criticato per altre questioni ma in questo caso molto opportuno) a farsi “ricevere” (dovremmo dire che si “sale” da lui?) dal presidente emerito (emerito…) per avere risposte. Risposte che, se si legge l’articolo linkato, hanno il sapore delle lacrime di coccodrillo (mi si perdoni il tono emotivo e meno “professionale” del solito), con un retrogusto di scaricabarile; sono certo che esse si trasformerebbero in tutt’altro, in sordità e arroganza, qualora il presidente ringiovanisse 20 anni e si ritrovasse al Colle.

Presidente Napolitano che, ricordo bene, quando militavo nel M5S (2012-2017), “c’era da stare attenti” a chiamare in causa anche “solo” per chiedergli (inutilmente) di incontrare i familiari delle vittime, perché c’era il rischio di essere accusati da parte delle altre forze politiche di “strumentalizzare” la strage. Ebbene, una parte di italiani ricorda, io ricordo, e adesso che non faccio politica (ma anche all’epoca non mi tiravo indietro ed elaborai anche il testo di una mozione in merito) posso esprimere tutto il mio disprezzo, non solo contro questo pannolone mantenuto dallo Stato, ma anche verso quei politici locali che, anziché percorrere una strada di accusa, seguendo un impulso naturale umano, facevano un compromesso tra ciò che “si dovrebbe” e ciò che “non si poteva” (per non ledere la propria ambizione di  poltrona) magari perché della stessa “ditta” della prima carica dello Stato.

Perfino l’ex presidente del Consiglio Letta si macchiò di una grave colpa, non permettendo allo Stato di costituirsi parte civile. Ancora oggi, quando qualcuno descrive Napolitano per quello che è, viene sottoposto alla fanfara starnazzante di fango mediatico, al fuoco incrociato degli organi di “informazione” di destra e sinistra, come avvenuto per Di Battista recentemente (”Libero” e il “Corriere“). Gli italiani evidentemente dimenticano troppo in fretta, perfino cosa è stato Napolitano – e non mi riferisco alla carica che rivestiva…basta un po’ di alone, la consueta bolla mediatica di pensiero dominante e l’indottrinamento orwelliano porta a stigmatizzare (stigma = base del pregiudizio e della vergogna) chi si distingue solo perché dice la verità. Eppure qualcosa sta cambiando, molti tabù stanno emergendo dalla loro intoccabilità. Concludo con una richiesta al presidente Mattarella: vada in televisione e chieda la revoca di tutti i titoli di cavalierato a tal Moretti; e chieda una iniziativa di legge che determini, per i condannati in via definitiva per reati gravissimi quali strage, associazione mafiosa e stupro, un tetto massimo di pensione pari al minimo nazionale (780 euro).

(Marco Giannini, “Viareggio, la strage della vergogna: almeno, si infligga a Moretti la pensione minima”, da “Libreidee” del 24 febbraio 2019).

Fonte: http://www.libreidee.org/2019/02/viareggio-strage-vergogna-moretti-premiato-dopo-il-rogo/

 

VERGOGNA – La Roma di Virginia Raggi sprofonda sempre di più nel degrado: un topo morde una donna al parco Sempione di MILANO e nessuno dice niente!!!

 

Virginia Raggi

 

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VERGOGNA – La Roma di Virginia Raggi sprofonda sempre di più nel degrado: un topo morde una donna al parco Sempione di MILANO e nessuno dice niente!!!

Scusate, ma con un titolo così al TG1 ci assumono si sicuro. Però proprio non abbiamo resistito a prendere ancora una volta per il culo la Moretti, è più forte di noi…

 

Abbandonata pertanto ogni nostra “speranza” di salto di qualità, ecco l’articolo de Il Fatto Quotidiano del 29 luglio 2016

Milano, topo morde una donna al parco Sempione. Il neo sindaco Sala intervenga

Milano, una calda sera di fine luglio vicino al parco Sempione dal lato dell’Arco della Pace. Pieno centro, in una delle zone della movida milanese. Amici e colleghi che si incontrano per mitigare il caldo e bere una bevanda fresca in piacevole compagnia. Parole, voci, sguardi e incontri. A volte scontri, inaspettati. Proprio in mezzo a tanti cittadini attoniti passa e lascia il suo segno su una gamba un grosso ratto. I dati del 2015 (smentiti dal Comune) dell’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) dicono che Milano sia popolata da più di 5 milioni di ratti nel sottosuolo. Molti più dei cittadini che risiedono nella città (secondo l’ultima stima dell’Istat 1 347 036 abitanti).

Ci dicono che la sera “vengono a pasteggiare” con i rifiuti che la città lascia incustoditi nei cassonetti o in attesa di essere recuperati e smaltiti. Qualunque sia la causa ci si meraviglia come negli anni 2000, nella città dell’Expo, nella città che vuole prendere potere in Europa sia possibile essere morsi da un grosso ratto. Siamo nella città capoluogo della regione migliore per assistenza sanitaria, come spesso si dice, la cui sanità è gestita economicamente dal centrodestra e la salute dovrebbe essere protetta dalla giunta comunale di centrosinistra con un equilibrio contrapposto da cui il cittadino dovrebbe trarne beneficio.

Invece no, nel centro di Milano si fanno incontri non salubri che portano a un accesso al Pronto Soccorso per le cure e vaccinazioni del caso, a una denuncia ai carabinieri, un esposto in questura e una lettera di lamentela alle autorità competenti. E intorno, a parte le persone vicine alla cittadina, un silenzio assordante di tutti.

Essere morsi da un ratto, con le possibili conseguenze importanti che si possono avere, interessa al nuovo sindaco di Milano Giuseppe Sala e alla giunta che lo appoggia quale garante della salute dei cittadini? Quali sono gli interventi immediati di derattizzazione e di smaltimento di rifiuti che possono contrastare questo pericolo? Aria più pulita, sottosuolo e suolo ripulito non possono che essere solo alcune delle emergenze del welfare della nuova città metropolitana che vuole avere un ruolo sempre più primario.

 

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/29/milano-topo-morde-una-donna-a-parco-sempione-il-neo-sindaco-sala-intervenga/2941945/

Solo ieri la Moretti (Pd) si inventava la cazzata del bambino morto per un morso di topo nella Roma di Virginia Raggi. Ma sui 4 ricoverati (di cui uno gravissimo) per la malattia dei topi a Vicenza (Sindaco Pd) è silenzio assoluto!

topo

 

 

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Solo ieri la Moretti (Pd) si inventava la cazzata del bambino morto per un morso di topo nella Roma di Virginia Raggi. Ma sui 4 ricoverati (di cui uno gravissimo) per la malattia dei topi a Vicenza (Sindaco Pd) è silenzio assoluto!

 

Malattia dei topi Quattro ricoverati Uno è grave

Quattro casi contemporaneamente, anche se non collegati, di leptospirosi. Ed è allarme. Quattro pensionati, di 68 e di 65 anni, e due di 64, sono stati ricoverati al San Bortolo in gravi condizioni per aver contratto la malattia dei topi. Uno abita in città, gli altri tre nell’hinterland. Uno, dopo la terapia d’urto a base di antibiotici, si è ripreso ed è stato dimesso. Gli altri sono ancora nel reparto di nefrologia diretto da Claudio Ronco. L’infezione ha aggredito i reni. Per i quattro un’identica prognosi: insufficienza renale acuta.

A rischiare di più è il più anziano, che viene curato anche per una sofferenza epatica. Si sono infettati venendo a contatto con acque contaminate dalle urine dei roditori. Non avevano né guanti e né stivali. Tre erano andati a funghi in una zona di risorgive nei dintorni di Caldogno, mentre il quarto aveva raccolto castagne a Villabalzana.

Sono i topi ad ospitare nel proprio organismo il pericoloso batterio, la leptospira, e ad eliminarla in grandi quantità con le urine, infettando il terreno e le acque stagnanti. «Questa – spiega il dirigente del servizio per l’igiene pubblica Andrea Todescato – è la stagione più favorevole per un’infezione che è tipica di climi umidi, zone piovose e temperature non rigide. A esserne colpiti sono soprattutto pescatori, cacciatori, persone che per diletto, sport o lavoro frequentano aree con fossati o acqua stagnante. La precauzione principale deve essere quella di indossare guanti e stivali: immergere le mani nude, o anche solo bagnarsi in qualche modo le gambe, può essere un rischio che molti sottovalutano. I batteri penetrano attraverso la cute e le mucose. La malattia non è contagiosa. Non si trasmette da uomo a uomo. Ma, se non viene diagnosticata in tempi brevi, può diventare letale».

L’incubazione può essere abbastanza lunga, dai 4 ai 20 giorni. L’infezione esplode gradualmente. Prima arriva un po’ di febbre, poi sopraggiungono dolori muscolari, eruzioni cutanee, segni di compromissione epatica, renale, meningea. Per qualcuno, infine, subentrano pure ittero e rigidità nucale.

F.P.
fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/vicenza/malattia-dei-topi-quattro-ricoverati-uno-%C3%A8-grave-1.5305130?refresh_ce#scroll=899.3280029296875
Giusto per ricordarvelo, il sindaco di Vicenza è Achille Variati, Pd.

La presidente Pd si pagava la colf con i soldi pubblici… È in momenti come questo che sento nel profondo dell’anima di dover dedicare il mio più sentito VAFFANCULO alla Morani ed alla Moretti che, con la faccia scandalizzata, si chiedevano con quali soldi Di Battista si pagava la benzina dello scooter !!

Pd

 

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La presidente Pd si pagava la colf con i soldi pubblici… È in momenti come questo che sento nel profondo dell’anima di dover dedicare il mio più sentito VAFFANCULO alla Morani ed alla Moretti che, con la faccia scandalizzata, si chiedevano con quali soldi Di Battista si pagava la benzina dello scooter !!

 

Pagava la colf con i soldi pubblici, condannata presidente del Pd

Soldi del gruppo per pagare la cameriera in un immobile a Lioni, in provincia di Avellino. E’ quello che avrebbe fatto la presidente del Consiglio regionale della Campania, la Pd Rosetta D’Amelio, condannata dalla Corte dei Conti per un danno erariale complessivo di 20mila euro. Di questi, 4200 sono i soldi spesi per pagare la colf. A darne notizia è Il Giornale, che sottolinea come la “D’Amelio, deluchiana di ferro, aveva affermato nel corso del processo davanti ai giudici contabili che in quell’appartamento fosse stata allestita la sua segreteria politica e che quindi fosse autorizzata a utilizzare il budget istituzionale per le necessità correnti dell’alloggio”.

Ma di quanto sostenuto, la presidente non ha mai presentato ricevute e fatture. Quanto illegittimamente percepito dovrà quindi essere rimborsato.

Ma la D’Amelio non è sola in questo assalto ai fondi pubblici destinati ai gruppi consiliari. Almeno 56 cosiglieri sarebbero coinvolti nelle spese: il risultato è un “buco” di bilancio di oltre un milione di euro, solo nell’anno 2011. Dall’ex sottosegretario Umberto Del Basso de Caro (17mila euro tra carburante e finanziamenti al partito) all’europarlamentare Nicola Caputo (21mila euro per ristoranti e hotel e acquisto giornali), diversi esponenti del Pd hanno ricevuto sanzioni.

Dichiarazioni false e rimborsi gonfiati

Dichiarazioni poi risultate false e rimborsi gonfiati per stipendi a collaboratori e staffisti sono oggetto dell’inchiesta della Guardia di Finanza. In alcuni casi le somme non venivano proprio corrisposte. Scrive il quodiano diretto da Sallusti che questo è “il caso, ad esempio, del consigliere Lello Topo, ex sindaco piddino di Villaricca e uomo molto vicino a Luca Lotti e a Matteo Renzi. I magistrati contabili hanno accertato che la documentazione riguardante i 12.600 euro giustificati come salari per gli assistenti ‘non è confortata da alcun ulteriore prova in relazione alla concreta movimentazione del denaro in favore degli stessi’”. E proprio la D’Amelio tra la documentazione depositata a sua difesa, aveva inserito i contratti di collaboratori, assunti con la clausola della “gratuità”. “Ragazzi e ragazze – riferisce Il Giornale – che lavoravano in un’Amministrazione pubblica senza percepire nemmeno un euro ma presi come «scudo» per evitare la sanzione”.

 

fonte: http://blogdieles2.altervista.org/la-presidente-pd-si-pagava-la-colf-soldi-pubblici-momenti-sento-nel-profondo-dellanima-dover-dedicare-mio-piu-sentito-vaffanculo-alla-morani-ed-alla-moretti-c/