Matteo Salvini – I Vigili del Fuoco lo denunciano per “porto abusivo di divisa”…!

 

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Matteo Salvini – I Vigili del Fuoco lo denunciano per “porto abusivo di divisa”…!

 

Da Il Fatto Quotidiano

Matteo Salvini, i Vigili del Fuoco denunciano il ministro per ‘porto abusivo di divisa’. Lui: “Continuerò a farlo”

Secondo l’Udp il vicepremier avrebbe violato l’articolo 498 del Codice penale, che prevede sanzioni da 154 a 929 euro per i trasgressori. Ma il ministro dell’Interno non si è lasciato intimorire: “Sono orgoglioso di aver ricevuto in dono in questi mesi giacche, magliette, cappellini e distintivi. Li indosso per dimostrare gratitudine”

Da quella della polizia, a quella delle onlus del soccorso, fino alla divisa dei pompieri, sono molte le uniformi che Matteo Salvini ha sfoggiato in questi mesi di governo. Un guardaroba che non è piaciuto all’unione sindacale di base dei vigili del fuoco che ha denunciato il ministro dell’Interno per ‘”porto abusivo di divisa“. Immediata la risposta del leader del Carroccio: “Continuerò a farlo”, ha detto.

Le polemiche per le divise indossate dal leghista, puntualmente immortalate con uno scatto pubblicato sui social, non sono mai mancate, ma ora a lamentarsi della cosa è stato proprio il coordinatore nazionale Usb dei pompieri, Costantino Saporito, che ha scritto una lettera di denuncia indirizzata al vicepremier, al sottosegretario con delega ai vigili del fuoco, Stefano Candiani, al prefetto Bruno Frattasi, capo del Dipartimento dei vigili del fuoco e alla responsabile dell’ufficio Garanzia dei diritti sindacali, Silvana Lanza Buccheri. L’articolo violato, secondo Saporito, è il 498 del Codice penale: “Chiunque, fuori dei casi previsti dall’articolo 497-ter, abusivamente porta in pubblico la divisa o i segni distintivi di un ufficio o impiego pubblico, o di un corpo politico, amministrativo o giudiziario, ovvero di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, ovvero indossa abusivamente in pubblico l’abito ecclesiastico, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 154 a euro 929“.

Una denuncia che, però, non ha toccato il ministro dell’Interno che ha rimarcato, così come fatto poco prima in un post su Instagram rivolto a Roberto Saviano, tra i primi a contestarlo, la sua volontà di continuare a indossare le uniformi. “Sono orgoglioso di aver ricevuto in dono in questi mesi giacche, magliette, cappellini e distintivi dei Vigili del Fuoco e di tutte le Forze dell’Ordine, doni che ripago con il mio lavoro quotidiano, con il rispetto e con provvedimenti concreti – ha replicato Salvini – come il piano di assunzioni straordinarie di 8.000 uomini e donne in divisa nei prossimi mesi. Li indosso per dimostrare la gratitudine mia e di tutti gli Italiani per il lavoro quotidiano delle Forze dell’Ordine, e continuerò a farlo”.

Vietato, quindi per legge, indossare divise complete di gradi e indumenti, in genere, che possano generare confusione: “Indossare semplicemente una maglietta senza gradi né stellette non è invece reato”, si legge nel comunicato diffuso dal sindacato. “Il ministro Salvini ha risolto il problema alla sua maniera: lui li ha indossati tutti, i giacconi, i giubbotti e le magliette che fanno tanto ‘sicurezza’ nonché materiale di propaganda social”, continua ancora la nota che sottolinea anche la mancanza di fondi per i vigili del fuoco. “È sotto gli occhi di tutti che soprattutto noi vigili del fuoco, amati da tutti, usciamo dall’ultima Finanziaria senza l’ombra di un soldino in tasca e rimaniamo con l’ultimo contratto che non ha nulla di normativo – scrive ancora il sindacato di base – Un’idea ci sarebbe per risolvere il problema dei fondi: moltiplichiamo le apparizioni abusive di Salvini in divisa per il massimo della sanzione pecuniaria prevista dall’articolo 498 Cp. Ce ne sarebbe per tutto il comparto e avanzerebbe anche qualcosa per iniziare a rimborsare il popolo italiano dei 49 milioni fatti sparire dalla Lega. A proposito, ministro Salvini: come mai nessuna apparizione con la divisa della guardia di finanza?”

 

tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/07/matteo-salvini-i-vigili-del-fuoco-denunciano-il-ministro-per-porto-abusivo-di-divisa-lui-continuero-a-farlo/4879650/

 

 

Perché quella di Luigi Di Maio su Matera non è un gaffe, ma solo un caso montato ad arte: la domanda era pertinente e motivata e lo stesso interlocutore Emiliano lo conferma…

 

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Perché quella di Luigi Di Maio su Matera non è un gaffe, ma solo un caso montato ad arte: la domanda era pertinente e motivata e lo stesso interlocutore Emiliano lo conferma…

 

Perché quella di Luigi Di Maio su Matera non è un gaffe sulla geografia

Luigi Di Maio è al centro della polemica per la conversazione in cui chiede a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, cosa stia facendo per Matera. Quella di Di Maio, in realtà, non sembra essere una gaffe geografica, ma una domanda sugli investimenti che la regione – confinante con la Basilicata – sta mettendo in campo in vista del 2019, quando Matera sarà capitale europea della cultura.

È diventato un caso politico la conversazione tra il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, su Matera, capitale europea della cultura nel 2019. Le telecamere hanno ripreso un frammento del dialogo tra i due in cui Di Maio chiede a Emiliano: “Con Matera cosa state facendo?”. Il presidente della Regione Puglia, allora, si avvicina la mano alla bocca e risponde: “Matera è in Basilicata”. “Eh, lo so”, replica prontamente il ministro del Lavoro. A quel punto Emiliano si concentra sugli aspetti che riguardano da vicino la Puglia, che è confinante con la Basilicata e che è – a livello di trasporti – la zona con più hub per collegare la città capitale della cultura al resto d’Italia per via ferroviaria e aerea. “Se si riuscisse a fare qualcosa – aggiunge Emiliano -. Noi stiamo finendo il raddoppio della ferrovia ed è un investimento tutto pugliese, se no quelli non hanno la stazione”.

A difendere Luigi Di Maio è intervenuto proprio il suo interlocutore, Michele Emiliano, che su Twitter ha scritto: “Il ministro sa benissimo che Matera è in Basilicata e sa altrettanto bene che il sostegno della Puglia a Matera capitale europea della cultura è fondamentale, per questo mi ha fatto le domande, tutte pertinenti, cui ho risposto”. Come spiega anche Emiliano, quindi, la domanda del ministro del Lavoro è stata posta per parlare degli investimenti che la Puglia, regione confinante alla Basilicata, sta mettendo in campo in vista del 2019 per Matera.

La replica del ministro del Lavoro è arrivata poco dopo con un lungo post su Facebook, in cui attacca giornalisti ed editori dei giornali: “Giornalisti ignoranti o in mala fede, o entrambi, mi accusano di aver sbagliato a chiedere a Emiliano cosa stesse facendo per Matera, lasciando intendere che non sappia in che regione sia. Sono loro che non sanno che la Regione Puglia sta facendo e ricevendo investimenti milionari in vista dell’appuntamento con Matera capitale della Cultura”.

Di Maio elenca le misure che riguardano la Puglia, a partire dai “100 milioni di euro per il raddoppio della ferrovia Bari Matera e le opere connesse”. Il ministro del Lavoro continua ricordando il “bando pubblico per finanziare attività culturali”, i “2 milioni di euro per valorizzare storia, cultura e paesaggio lungo l’itinerario che dalla Puglia va a Matera”. “Non sanno – aggiunge – che il consiglio regionale pugliese ha addirittura approvato una legge per la promozione del turismo culturale in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019”.

Di Maio parla dei treni che non arrivano direttamente a Matera, ma solo a Bari e “da lì o ci sarà il nuovo collegamento ferroviario o ci sarà un servizio di pullman per portare i turisti a Matera. Non sanno neppure che dopo quel colloquio con Emiliano abbiamo inaugurato il 5g Bari Matera. Insomma, non sanno che ci sono importanti rapporti commerciali tra due regioni confinanti e che Matera capitale della Cultura significa un grande ritorno economico non solo per i lucani, ma anche per i pugliesi”. A questo punto Di Maio attacca “i politicanti del Pd che riprendono questa fake news”.

Di Maio conclude:

L’operazione di discredito verso questo governo continua senza sosta. Gli editori dei giornali hanno le mani in pasta ovunque nelle concessioni di Stato: autostrade, telecomunicazioni, energia, acqua. E l’ordine che è arrivato dai prenditori editori è di attaccare con ogni tipo di falsità e illazioni il MoVimento 5 Stelle. Questo non è più giornalismo libero. Siamo di fronte alla propaganda dell’establishment che si fonda anche su contributi pubblici mascherati come la pubblicità da parte dei concessionari di Stato (quanti soldi prende Repubblica dai Benetton per la pubblicità?). Bisogna fare una legge per garantire che gli editori siano puri e i giornalisti liberi di fare inchieste su tutte le magagne dei prenditori.

tratto da: https://www.fanpage.it/perche-quella-di-luigi-di-maio-su-matera-non-e-un-gaffe/

 

Oltre 700 ex deputati ricorrono contro il taglio dei vitalizi. Questa volta Di Maio ha proprio ragione: “Non conoscono vergogna”

 

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Oltre 700 ex deputati ricorrono contro il taglio dei vitalizi. Questa volta Di Maio ha proprio ragione: “Non conoscono vergogna”

 

Oltre 700 ex deputati ricorrono contro il taglio dei vitalizi. Di Maio: “Non conoscono vergogna”

Sono già quasi 700 i ricorsi presentati da ex deputati della Repubblica contro il taglio dei vitalizi approvato dalla Camera qualche mese fa. Di Maio commenta: “Ma questi ex dis-onorevoli lo sanno cosa è la giustizia sociale? Credo di no,ma lo scopriranno presto. E lo scopriranno anche gli ex senatori”.

Sono già 700 i ricorsi presentati dagli ex deputati contro il taglio dei vitalizi approvato dalla Camera. All’agenzia di stampa Adnronos, l’avvocato ed ex parlamentare Pdl Maurizio Paniz ha dichiarato: “Io ho già presentato giovedì scorso oltre 300 ricorsi contro i tagli dei vitalizi per gli ex deputati e ne presenterò un altro centinaio la prossima settimana, prima della scadenza che ritengo sia accreditabile l’11 settembre. Punto ad ottenere l’annullamento della delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera, che ha fortemente ridotto l’ammontare dei vitalizi in essere. Una delibera che ritengo totalmente illegittima e palesemente incostituzionale”.

Paniz è uno dei cinque legali che assistono i ricorrenti per un totale di quasi 700 ricorsi ed è convinto che i giudici gli daranno ragion: “Penso di vincere al 100% nel lungo percorso, perché l’illegittimità della delibera è assolutamente palese. Lo ha confermato anche il Consiglio di Stato nel parere che ha recentemente dato alla presidenza del Senato, indicando le condizioni per un possibile intervento che qui alla Camera non sono state in alcun modo rispettate. Io sono il legale che difende un principio fondamentale in uno Stato di diritto e che in questo caso interessa tutti i 18 milioni di pensionati italiani, perché il principio che riguarda gli ex parlamentari, riguarda anche tutti i nostri pensionati. Non si tratta di privilegi, ma di diritti acquisti, non certamente voluti dagli attuali beneficiari, ma decisi molti decenni fa da altri autorevoli esponenti della vita politica italiana”.

Nella mattinata di oggi, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, si è scagliato contro i 700 ricorrenti: “700 ex deputati hanno fatto ricorso per riavere i vitalizi che noi abbiamo abolito e continuare a essere mantenuti a vita dallo Stato come fossero dei nababbi. Quando erano in Parlamento non hanno fatto nulla per aumentare le pensioni minime e le condizioni di vita dei pensionati più poveri e ora vogliono continuare a prendere vitalizi di migliaia di euro nonostante abbiano versato moooolto meno. Ma questi ex dis-onorevoli lo sanno cosa è la giustizia sociale? Credo di no,ma lo scopriranno presto. E lo scopriranno anche gli ex senatori. Il Senato deve abolire subito i vitalizi come abbiamo fatto alla Camera. Non c’è più tempo da perdere per eliminare i privilegi. Bisogna decidere da che parte stare, da quella dei cittadini o da quella dei parassiti. Noi abbiamo già scelto e non faremo neppure mezzo passo indietro: i ricorsi non ci spaventano. Intanto consiglio caldamente a questi 700 vitalizio-dipendenti di andarsi a nascondere il più lontano possibile, magari su un eremo. Non conoscono vergogna”.

tratto da: https://www.fanpage.it/oltre-700-ex-deputati-ricorrono-contro-il-taglio-dei-vitalizi-di-maio-non-conoscono-vergogna/
http://www.fanpage.it/

Taglio dei vitalizi, Luigi Di Maio: “Risparmio di 200 milioni di Euro per ogni legislatura” …Vi sembrano pochi?

 

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Taglio dei vitalizi, Luigi Di Maio: “Risparmio di 200 milioni di Euro per ogni legislatura” …Vi sembrano pochi?

 

Taglio dei vitalizi, Luigi Di Maio: “Risparmio di 200 milioni di euro per ogni legislatura”

Luigi Di Maio annuncia l’approvazione della delibera su Facebook: “Da qui si parte per mettere mano alle pensioni d’oro con una legge. Ringrazio Roberto Fico tutti i membri dell’ufficio di presidenza. La delibera mi risluta che sia stata votata da tutti, tranne che da due astenuti”.

Luigi Di Maio ha dato l’annuncio sul suo profilo Facebook dell’approvazione della delibera che autorizza il taglio dei vitalizi:

“Per cinque o sei anni ci hanno detto che non si poteva fare, ma abbiamo finalmente abolito i vitalizi agli ex parlamentari della Repubblica. Alla fine abbiamo tolto quest’ingiustizia. D’ora in poi i parlamentari che hanno versato i contributi per tre anni in Parlamento prenderanno quei contributi nella pensione se avranno raggiunto la pensione che spetta a tutti i cittadini italiani. Immaginate l’emozione per me e per Riccardo Fraccaro: ci hanno tolto la parola in Aula quando chiedevamo di discutere l’abolizione di questo odioso privilegio. Da qui si parte per mettere mano alle pensioni d’oro con una legge. Ringrazio Roberto Fico tutti i membri dell’ufficio di presidenza. La delibera mi risluta che sia stata votata da tutti, tranne che da due astenuti. In questi anni si è sempre impedito che si arrivasse alla discussione di questo tema. Risparmieremo circa 200 milioni di euro a legislatura, che sono soldi vostri. Li togliamo ai privilegiati per ridarli a voi. Questo è il primo capitolo del taglio agli sprechi, un regalo agli italiani nei primi 100 giorni di governo”.

La delibera prevede un ricalcolo dei vitalizi sulla base del sistema contributivo. La nuova misura dovrebbe entrarà in vigore dal primo gennaio 2019, come ha spiegato il presidente della Camera Roberto Fico al termine dell’ufficio di presidenza della Camera. Precedentemente l’entrata in vigore prevista era stata fissata al primo novembre di quest’anno.

Secondo le stime la cifra che lo Stato risparmierebbe sarebbe di circa 40 milioni di euro l’anno. Il totale dei vitalizi erogati ammonta a 1.405, il ricalcolo varrà per 1.338 assegni che verranno abbassati. Gli altri 67 non verranno ritoccati in quanto riguardano parlamentari con almeno 4-5 legislature alle spalle e che hanno quindi versato più contributi e per questo con il nuovo sistema di calcolo andrebbero a guadagnare di più di adesso. Per questo motivo i loro vitalizi rimarranno invariati. Nella delibera è stato inserito anche un tetto minimo di 980 euro al mese per chi ha fatto solo una legislatura.

A proposito di un’eventuale bocciatura da parte della Corte Costituzionale, il presidente della Camera Roberto Fico ha detto: “Non sono preoccupato. Ho scritto una delibera forte, sostanziale e sostanziosa che ripara un’ingiustizia” facendo proprio un principio “costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali”.

Il provvedimento al Senato è ancora in fase di studio: “Il Senato farà le sue valutazioni e andrà avanti e arriverà a una conclusione simile”, ha spiegato Fico.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto su Twitter: “Grande soddisfazione per l’abolizione dei vitalizi. È un bel segnale per il Paese che si aspettava da tanto tempo. Avanti così!”.

Le reazione dell’opposizione
“Il Pd ha votato a favore: è una delibera giusta, che incide sui dei privilegi non più tollerabili anche se i vitalizi non li aboliamo oggi: li abbiamo aboliti nel 2011”, ha detto il vice presidente della Camera ed unico esponente in ufficio di presidenza per il Pd Ettore Rosato – “Lo strumento utilizzato non è dei migliori ed è debole perché riguarda un solo ramo del Parlamento. Credo ci sia un retropensiero: quando la Consulta boccerà la delibera si stracceranno le vesti e così potranno parlarne ancora”.

“Fratelli d’Italia ha votato l’abolizione dei vitalizi: un privilegio inaccettabile e fuori dal tempo. Abbiamo combattuto per anni, spesso in totale solitudine, la battaglia per il ricalcolo dei vitalizi e delle pensioni d’oro sulla base dei contributi versati, e siamo contenti che ora sia patrimonio di tutti. La proposta del M5S contiene purtroppo delle lacune ma ci auguriamo che, per questo motivo, la riforma non venga bloccata”, ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Critica Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia: “Oggi i Cinquestelle stappano champagne in piazza, ma il conto lo pagheranno gli italiani. Noi di Forza Italia siamo i primi nemici dei vitalizi ed è facile dimostrarlo: li abbiamo aboliti nel 2011. Ci siamo astenuti sulla delibera proposta oggi dal Movimento 5 stelle perché siamo d’accordo sul principio, ma non sul metodo di ricalcolo adottato nel provvedimento, che non risponde a criteri di legittimità costituzionale. Non è una questione astratta: si tratta di denaro pubblico. Quando arriveranno gli inevitabili ricorsi i costi saranno salati, ben più alti del risparmio che stanno festeggiando i Cinquestelle. Nel corso della riunione dell’Ufficio di presidenza ho segnalato alla maggioranza il paradosso di voler eliminare un privilegio proteggendosi dietro un altro privilegio, ovvero l’insindacabilità del parlamentare, ultimo scudo che gli rimane di fronte al rischio di poter rispondere in solido di questo errore tecnico”.

La deputata del Pd Raffaella Paita ha attaccato LeU: “E’ proprio vero, in politica l’aria cambia in fretta. La conferma, in questo caso, la fornisce Luca Pastorino, segretario d’Aula di Liberi e Uguali, annunciando che non prenderà parte al voto sulla delibera sul ricalcolo dei vitalizi in Ufficio di Presidenza alla Camera. La coerenza, evidentemente, non è la sua qualità principale. Certo, i tempi sono forzati e la delibera è imperfetta, tutto vero. Ma quando si tratta di dare un segnale ai cittadini che vada nella direzione della riduzione dei costi e dei privilegi della politica, il Pd c’è, mentre quella che si erge a vera sinistra fa un passo indietro. Noi abbiamo cominciato questo percorso con Matteo Richetti nella scorsa legislatura, Pastorino e i suoi compagni l’hanno sempre intrapreso solo a parole. E quando si deve passare dalle parole ai voti, fatalmente, non se la sentono”.

fonte: https://www.fanpage.it/taglio-dei-vitalizi-luigi-di-maio-risparmio-di-200-milioni-di-euro-per-ogni-legislatura/
http://www.fanpage.it/

 

Luigi Di Maio stronca Silvio Berlusconi: “Mi critica per i miei lavori umili? …Però io capisco cosa stanno passando i giovani”

 

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Luigi Di Maio stronca Silvio Berlusconi: “Mi critica per i miei lavori umili? …Però io capisco cosa stanno passando i giovani”

 

Luigi Di Maio contro Silvio Berlusconi: “Mi critica per i miei lavori umili? Io però capisco cosa stanno passando i giovani”

“Mi meraviglia che Berlusconi non riconosca lavori umili come lavori. Non credo di dovermi scusare per aver fatto lavori umili… Invece proprio quelle esperienze mi possono servire per aiutare tanti giovani che non trovano lavoro o sono disposti ad accettare anche senza essere pagati pur di avere un lavoro”, ha replicato Luigi Di Maio alle critiche di Silvio Berlusconi sul decreto dignità.

Luigi Di Maio torna a polemizzare con Silvio Berlusconi sulla questione lavoro. Pochi giorni fa, l’ex cavaliere ha criticato il decreto dignità voluto dal ministro del Lavoro, scagliandosi in particolare contro le norme a contrasto del precariato e della localizzazione: “Di Maio vuole regolare per decreto una cosa che non ha mai conosciuto, il mondo del lavoro. Non avendo idee originali, rispolvera ricette vecchieche sono fallite in tutto il mondo: sembra incredibile ma il ministro del Lavoro ripropone nel 2018 soluzioni vetero-comuniste già sconfitte nel ‘900 e alle quali non credono più nemmeno i sindacati seri”.

Di Maio, ospite a In Onda, ha risposto e attaccato il leader di Forza Italia per una serie di uscite relative ai lavori umili che l’attuale vicepremier ha svolto prima di diventare parlamentare: “Mi meraviglia che Berlusconi non riconosca lavori umili come lavori. Non credo di dovermi scusare per aver fatto lavori umili… Invece proprio quelle esperienze mi possono servire per aiutare tanti giovani che non trovano lavoro o sono disposti ad accettare anche senza essere pagati pur di avere un lavoro”.

Nel corso della campagna elettorale, l’ex cavaliere ha più volte attaccato Luigi Di Maio sostenendo fosse un candidato inadeguato in quanto prima di diventare parlamentare della Repubblica aveva svolto solamente lavori umili come il muratore o lo steward allo stadio San Paolo di Napoli. “Si è iscritto a legge e ha fallito e ha fatto un solo mestiere: lo stewardal San Paolo per vedere gratis le partite del Napoli”, disse lo scorso novembre.

fonte: https://www.fanpage.it/luigi-di-maio-contro-silvio-berlusconi-mi-critica-per-i-miei-lavori-umili-io-pero-capisco-cosa-stanno-passando-i-giovani/

Vitalizi, Di Maio stronca le proteste: “Non si torna indietro. Mettetevi l’anima in pace”

 

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Vitalizi, Di Maio stronca le proteste: “Non si torna indietro. Mettetevi l’anima in pace”

 

“Potete piangere e strepitare quanto volete, tanto non si torna indietro. NOI I VITALIZI VE LI TOGLIAMO. Mettetevi l’anima in pace”.

Lo scrive su Facebook Luigi Di Maio, che ha commentato un articolo “divertentissimo” sul Corriere della Sera.

Questo articolo, spiega il vicepremier, “raccoglie le lamentele di alcuni ex parlamentari a cui toglieremo i vitalizi tra pochi giorni”.

“Uno – prosegue – piange miseria perché da 4.700 euro al mese grazie alla nostra delibera prenderà 2.500 e parla di atto illiberale”.

Di Maio quindi si chiede: “Ma dico io: ma se hai versato contributo per avere una pensione di 2.500 euro perché te ne davo dare il doppio?.”

“Questa è giustizia, altro che illiberalità,” osserva il leader 5Stelle, che cita un altro esemio:

“Un altro dice che da 2.000 passerà a 400 ed è una rapina. Quindi parliamo di un ex parlamentare che ha versato contributi solo per avere una pensione minima”.

E prosegue: “Capite questa gente? Quando erano in parlamento non hanno mosso un dito per alzare le pensioni minime perché tanto loro avevano il vitalizio che valeva 5 volte tanto”.

“Adesso lo Stato se ne frega di difendere chi ha i privilegi e pensa a proteggere i più deboli. Potete piangere e strepitare quanto volete, tanto non si torna indietro. NOI I VITALIZI VE LI TOGLIAMO. Mettetevi l’anima in pace,” conclude Di Maio.

L’articolo in questione riporta anche le dichiarazioni di Gerardo Bianco, due volte capogruppo della Dc al Senato e ben 9 legislature all’attivo. Una carriera che gli ha fruttato un vitalizio di 5.100 euro netti.

“So solo che questa delibera danneggerà ex parlamentari che sono oggi ultra ottantenni e sono stati alla Camera per una sola legislatura,” ha affermato Bianco, che ha parlato di “operazione demagogica” in quanto “con il sistema contributivo chi come me ha nove legislature dovrebbe addirittura aumentare il vitalizio”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/29/vitalizi-di-maio-non-si-torna-indietro-mettetevi-lanima-in-pace/

Luigi Di Maio sulle pensioni: “Aumentiamo le minime tagliando quelle d’oro” – “Percepire una pensione da 20.000 euro, se non hai versato i contributi, non è un diritto acquisito, è un privilegio rubato”

 

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Luigi Di Maio sulle pensioni: “Aumentiamo le minime tagliando quelle d’oro” – “Percepire una pensione da 20.000 euro, se non hai versato i contributi, non è un diritto acquisito, è un privilegio rubato”

La proposta di Luigi Di Maio sulle pensioni: “Aumentiamo le minime tagliando quelle d’oro”

Cosa prevede la proposta di Luigi Di Maio sulle pensioni? Il ministro del Lavoro su Facebook: “Abolire le pensioni d’oro che per legge avranno un tetto di 4.000/5.000 euro per tutti quelli che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto. E cambiano le cose in meglio anche per chi prende la pensione minima”.

“Chi si merita pensioni alte per avere versato i giusti contributi ne ha tutto il diritto, ma quest’estate per i nababbi a spese dello Stato sarà diversa”. Parola di Luigi Di Maio, vice premier e neo-ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico del governo Conte, che interviene, tramite la sua pagina Facebook, sulla spinosa questione delle pensioni. La sua proposta è molto chiara: “Vogliamo finalmente abolire le pensioni d’oro che per legge avranno un tetto di 4.000/5.000 euro per tutti quelli che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto. E cambiano le cose in meglio anche per chi prende la pensione minima, perché grazie al miliardo che risparmieremo potremo aumentare le pensioni minime”.

Di Maio definisce le pensioni d’oro uno “sfregio a quei tre milioni di italiani che non hanno neppure i soldi per fare la spesa”. E ancora continua: “Alcuni non faranno proprio le ferie. Altri invece faranno vacanze da nababbi sullo yacht perché hanno una pensione d’oro di migliaia e migliaia di euro – in alcuni casi anche oltre 20.000 euro netti – che da anni gli paga tutta la collettività a causa delle distorsioni del vecchio metodo retributivo, che gli permette di avere molti più soldi rispetto a quelli che hanno versato. Quest’estate non ci sono i mondiali, ma presto avremo qualcosa da festeggiare: la fine delle pensioni d’oro e l’inizio di un’Italia più giusta”.

Ma questa proposta non sembra convincere tutti. Come ha sottolineato Giuliano Cazzola, esperto in materia di pensioni, a Repubblica, “da una parte vogliono punire delle persone che hanno ricevuto una pensione in base alle leggi vigenti, ovvero la riforma Brodolini che, nel 1969, adottò la formula retributiva. Dall’altra, però, premiano quelle stesse persone che, grazie alla flat tax, beneficeranno di un abbattimento dell’aliquota fiscale di quasi 30 punti (dal 43 al 15 per cento). E questo in violazione di quanto previsto dalla Costituzione all’articolo 53 sulla progressività fiscale”. Anche il segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, è intervenuto sulla questione. “Di Maio prende in giro gli italiani, rifaccia i conti. Con la flat tax i redditi dei pensionati d’oro cresceranno del 30%. A tutti gli altri solo briciole”, ha twittato sul proprio account ufficiale.

fonte: https://www.fanpage.it/la-proposta-di-luigi-di-maio-sulle-pensioni-aumentiamo-le-minime-tagliando-quelle-doro/

 

M5S: ‘Percepire una pensione da 20.000 euro, se non hai versato i contributi, non è un diritto acquisito, è un privilegio rubato’

fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/23/m5s-percepire-una-pensione-da-20-000-euro-se-non-hai-versato-i-contributi-non-e-un-diritto-acquisito-e-un-privilegio-rubato/

Gino Strada senza peli sulla lingua: “A settant’anni non avrei mai pensato di vedere ancora ministri razzisti o sbirri nel mio Paese… È gente che non ha nessuna considerazione per la vita umana… Ci rubano il lavoro? Calati gli sbarchi l’effetto si è visto, no? L’Italia è in piena occupazione”…!

 

Gino Strada

 

 

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Gino Strada senza peli sulla lingua: “A settant’anni non avrei mai pensato di vedere ancora ministri razzisti o sbirri nel mio Paese… È gente che non ha nessuna considerazione per la vita  umana… Ci rubano il lavoro? Calati gli sbarchi l’effetto si è visto, no? L’Italia è in piena occupazione”…!

 

Migranti, Gino Strada: “Salvini? Non avrei pensato di vedere ancora ministri razzisti in Italia. Abbrutimento sociale”

Il fondatore di Emergency, intervistato a Mezz’ora in più, ha detto che “il progetto di Minniti era quello di pagare gli assassini” e su questo “c’è unità di intenti nei propositi” del successore. Nel mirino anche il contratto di governo (“non c’è una parola sulla guerra”) e la sinistra che ha causato “i maggiori disastri politici e sociali in Italia negli ultimi 25 anni”. Il dirigente Usb amico di Soumaila Sacko: “Il ministro del lavoro si impegni su diritti dei braccianti al Sud”

“La politica del precedente ministro dell’Interno era un atto di guerra contro i migranti che ha prodotto dei morti. E Salvinivuole portarla avanti. Ora che ho più di settant’anni non avrei mai pensato di vedere ancora dei ministri razzisti o sbirri nel mio Paese”. Così Gino Strada, fondatore di Emergency, ha definito l’ex numero uno del Viminale Marco Minniti e il suo successore Matteo Salvini durante un’intervista a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata. “Questa è gente che non ha nessuna considerazione per la vita degli esseri umani”, ha aggiunto. All’inizio della trasmissione è intervenuto anche Aboubakar Soumahoro, il dirigente dell’Usb amico di Soumaila Sacko, ucciso il 2 giugno scorso in Calabria, il quale ha ribadito la sua richiesta di incontrare il neo ministro del Lavoro Luigi Di Maio per affrontare il tema dei diritti dei braccianti nel Meridione.

L’accoglienza dei migranti in Italia – “Il progetto di Minniti era quello di pagare gli assassini per dire: ‘Uccideteli pure, ma a casa vostra. Non li vogliamo qua’. Su questo c’è unità di intenti e continuità di azione nei propositi di Salvini”, ha denunciato il medico e fondatore di Emergency nel corso dell’intervista con Annunziata. E riguardo alla proposta del neo ministro dell’Interno di ridurre i 5 miliardi previsti per l’accoglienza dei migranti, aggiunge: “Gli si da’ una mano o siamo diventati così barbari e coglioni da non aiutarli? Questo clima razzista sta causando un abbrutimento sociale che richiederà intere generazioni per essere recuperato”. Secondo Strada si sta giocando “sull’ignoranzadelle persone”, infatti “quando l’anno scorso sono calati gli sbarchi l’effetto si è visto, no? L’Italia è in piena occupazione“.

Il tema della guerra fuori dal dibattito politico – “Mi hanno riferito che nel contratto del nuovo governo, che non ho letto, non c’è una parola sulla guerra“, spiega Strada, che con la sua organizzazione ha curato più di 9 milioni di persone in 24 anni di attività. “Questo vuol dire che per loro non è importante, non è un tema che importa ai politici. Eppure le nostre truppe sono ancora in Afghanistan in assoluta illegalità”, aggiunge il medico. Il riferimento è all’articolo 11 della Costituzione, dove è scritto nero su bianco che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Strada punta poi il dito contro il consiglio di sicurezza dell’Onu, i cui cinque membri permanenti producono a suo dire l’85 per cento delle armi che girano per il mondo. Ma ad avere molte colpe è anche l’Unione europea, che secondo Strada non considera più l’Afghanistan un Paese in guerra e ha messo in piedi un dannoso programma di rimpatri.

Dai disastri della sinistra all’inciucio M5s-Lega – Le critiche di Gino Strada non colpiscono soltanto il leader della Lega Matteo Salvini o le istituzioni internazionali, ma anche la sinistra, colpevole a suo dire di aver causato “i maggiori disastri politici e sociali in Italia negli ultimi 25 anni“. Più in generale, aggiunge il medico, il problema è che “stiamo andando verso una società caratterizzata dalla barbarie e dal razzismo anziché dalla cultura e dall’intelligenza“. A proposito del Movimento 5 stelle, invece, sostiene che “sono in grossa trasformazione. Però se avessero detto prima delle elezioni di voler andare al governo con la Lega, non avrebbero mai preso il 32 per cento di voti. Hanno messo insieme questa grossa presa in giro dei cittadini, il famoso inciucio fatto nelle stanze segrete“.

L’intervento di Aboubakar Soumahoro – Prima dell’intervista a Strada la Annunziata si è collegata con il sindacalista dell’Usb, che qualcuno vorrebbe “prossimo leader della sinistra” dopo la sua ospitata nella trasmissione Propaganda Live di Diego Bianchi. Aboubakar Soumahoro, 38 anni, è un italo-ivoriano residente in Italia da 17 anni (laureato in Sociologia) che da sempre si batte per i diritti dei braccianti. Amico di Soumaila Sacko, il 29enne del Mali ucciso a colpi di fucile il 2 giugno scorso mentre aiutava altri due connazionali a recuperare dei pezzi di lamiera, Soumahoro è intervenuto per denunciare la situazione dei lavoratori stagionali nel Sud Italia. “Come Sacko e come tanti braccianti invisibili in questo territorio ho lavorato nelle campagne dall’alba al tramonto, per 12-14 ore al giorno con una paga oraria di 2,5 euro“, spiega. “Abbiamo iniziato a combattere e a sindacalizzare gli altri braccianti, convincendoli del fatto che non si può lavorare così tanto e ricevere così poco. Sacko stava rivendicando dei diritti sindacali, della tutela del lavoro e abitativi. Diritti che non vanno scaricati sui contribuenti ma realizzati attraverso un impegno del ministero del Lavoro“. È per questo che Soumahoro ha rinnovato la sua richiesta di incontrare il titolare di quel dicastero, Luigi Di Maio, che non aveva ancora risposto al suo appello inviato il 7 giugno scorso (lo ha fatto proprio nel corso della trasmissione). A proposito della frase di Salvini sulla fine della “pacchia” per i migranti che arrivano in Italia, invece, il sindacalista ha spiegato che “ci siamo sentiti offesi perché non l’abbiamo mai conosciuta. Non c’è bisogno di fomentare la caccia alle streghe, piuttosto si devono dare delle risposte concrete ai nostri diritti”.

 

tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/10/migranti-strada-salvini-non-avrei-pensato-di-vedere-ministri-razzisti-soumahoro-di-maio-pensi-diritti-dei-braccianti/4416894/

Quella casta del 20% che tiene sotto scacco il Paese e governa l’Italia contro gli italiani, per conto dell’Unione Europea

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Quella casta del 20% che tiene sotto scacco il Paese e governa l’Italia contro gli italiani, per conto dell’Unione Europea

Quella casta del 20% degli italiani che tiene sotto scacco il Paese

 

Dal ‘tradimento’ di Angelino Alfano ad oggi, questi governano l’Italia contro gli italiani, per conto della UE. Oggi avranno, sì e no, il 20% dei voti. Ma controllano ancora tutto. Mattarella, ‘capo’ indiscusso della vecchia politica, è stato abilissimo. Ha già guadagnato tre mesi. E altri due mesi  se li prenderà ‘annacandosi’ Carlo Cottarelli. Ad agosto rinvierà tutto ad ottobre. Poi ci sarà l’emergenza IVA e diranno che si voterà a febbraio. Intanto il PD continua a controllare il Governo e, soprattutto, la RAI. Alla faccia della democrazia!  

Facciamo quattro conti. Chi è che, oggi, in Italia, difende le ragioni di un’Unione Europea dell’euro fatta di ingiustizie e di ricatti? Chi è che sta difendendo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha bloccato un Governo voluto dalla maggioranza degli italiani? Proviamo a contare chi sono questi soggetti e chi rappresentano.

In primo luogo, c’è tutta la vecchia politica. E per vecchia politica intendiamo la rappresentanza parlamentare che si identifica nel PD e in Forza Italia di Silvio Berlusconi.

La buona notizia che la ‘Grande informazione’ finora non ha valorizzato è la frantumazione del centrodestra.

Anche se il leader della Lega non ha ancora preso posizione sulla richiesta di messa in stato di accusa del presidente della Repubblica Mattarella, va ormai da sé che non la pensa come Berlusconi.

Il capo di Forza Italia difende a spada tratta Mattarella, Salvini, ovviamente, no. E con Salvini e con il Movimento 5 Stelle si è schierata Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Riassumendo, gli unici che difendono Mattarella e l’Unione Europea dell’euro sono il PD e Forza Italia. Non si hanno ancora notizie della sinistra a sinistra del PD (per ora ai minimi termini). Mentre buona parte dei ‘cascami’ della vecchia Democrazia Cristiana, per quello che contano oggi (molto poco, in verità), sembrano schierati con il presidente della Repubblica che, alla fine, è un democristiano come loro.

Quasi tutte le TV sono schierate non con Mattarella, ma contro il Movimento 5 Stelle e contro la Lega. Fa eccezione La 7, con Enrico Mentana che si conferma un grande giornalista e un uomo libero.

Lo stesso discorso vale per i ‘Grandi giornali’ (che in realtà si leggono sempre di meno), con qualche eccezione.

Con Mattarella si stanno schierando i vertici della Chiesa cattolica: e questo rientra nello ‘stile’ di un Pontefice ‘gesuita’ – Papa Francesco – che, a parole, si presenta come paladino degli ultimi, ma che, in realtà, sulle cose che contano, scantona, fa demagogia o si rifugia nell’ambiguità.

E il sindacato? Qui il discorso si complica, anche perché la Triplice ha perso ormai molto terreno in quasi tutti i settori della società italiana.

Di fatto, l’unica a resistere è la CGIL: ma resiste in parte perché ha contrastato – anche senza arrivare alle estreme conseguenze – il PD di Renzi, in parte perché, tra tutte le organizzazioni sindacali classiche, è la più libera.

Non a caso, come ha spiegato Maurizio Landini, ex leader della Fiom e attuale segretario confederale della stessa CGIL, tantissimi iscritti a questo sindacato oggi votano Movimento 5 Stelle o Lega (COME POTETE LEGGERE QUI).

Diverso è il discorso per la CISL, espressione del centrosinistra, organizzazione sindacale ormai sulla via del tramonto. Non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma conoscendo di che pasta sono fatti i signori dell’attuale CISL, ebbene, non potranno che difendere Mattarella.

La UIL non è pervenuta, ma ormai è ininfluente. Ciò che rimane di questa organizzazione sindacale sembra comunque espressione della vecchia politica.

Con Mattarella – ma forse, almeno in parte, con qualche dubbio sull’Europa dell’euro – dovrebbe essere schierato il padronato (che dal partito di Mattarella – il PD di Renzi – ha avuto in ‘dono’ il Jobs Act e, in generale, gli attacchi ai diritti dei lavoratori).

Più variegato il mondo delle rappresentanze imprenditoriali di settore. I vertici sono, di solito, governativi, mentre gli iscritti, oggi, sono più liberi.

Anche sul mondo agricolo le generalizzazioni sono rischiose. Forse solo i vertici della Coldiretti  – legati al PD renziano – dovrebbero appoggiare Mattarella.

Se proviamo a contarli, mettendoli tutti assieme – i ‘capi’ del PD e di Forza Italia, il padronato, le TV, la maggioranza degli editori della carta stampata, i vertici della Chiesa (la base del mondo cattolico – cioè le parrocchie – oggi sono libere e, spesso, fanno solo finta di seguire le indicazioni dei Vescovi) ‘pezzi’ del sindacato tradizionale e, in generale, tutto l’armamentario che ruota attorno alla vecchia politica, questi non arrivano nemmeno al 10%.

Però, se guardate le TV e leggete ancora i giornali cartacei, vi accorgerete che la stragrande maggioranza dei protagonisti di questo tipo di informazione è schierata con la vecchia politica.

Se vi volete fare un’idea di cosa sia la carta stampata oggi dovete ascoltare, la mattina, la rassegna stampa di Radio RadicaleStampa e regime: vi accorgerete che, tranne pochissime eccezioni, quasi tutti i giornali sono contro il Movimento 5 Stelle e la Lega: e il primo a fare le ‘bucce’, ogni mattina, a chi contrasta la vecchia politica è proprio Radio Radicale.

E’ in questo scenario che si staglia la natura affaristica di quello che rimane della sinistra italiana che, piaccia o no, controlla ancora l’Italia. E continuerà a controllarla non sappiamo per quanti mesi ancora grazie alle mosse del presidente Mattarella.

Per fermare il Governo Di Maio-Salvini il presidente della Repubblica Mattarella ha operato una forzatura senza precedenti nella storia della Repubblica italiana (COME POTETE LEGGERE QUI).

Il capo dello Stato – questo dobbiamo riconoscerlo – è stato abilissimo. Ha giocato in modo cinico sulla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia. E ha vinto la partita.

I ‘Giornaloni’ e le Tv oggi vi raccontano che Salvini e Di Maio avrebbero potuto accettare di sostituire Savona e bla bla bla.

Dimenticando un piccolo particolare: e cioè che grillini e legisti prendono i voti da un elettorato che non si vende (come avviene regolarmente in Sicilia – ma crediamo non solo in Sicilia) per 50 euro a voto, o con la promessa di entrare nel precariato o, ancora, con la promessa di stabilizzazioni, con la gestione dei centri di accoglienza dei migranti e con altre forme di degenerazioni clientelari.

Gli elettori di grillini e leghisti sono molto politicizzati e vogliono, in primo luogo, eliminare la vecchia politica, rivedere la politica dei migranti e aprire uno scontro con l’Europa dell’euro. 

In altre parole, se Movimento 5 Stelle e Lega avessero accettato di sostituire Savona, dandola vinta a Mattarella, al PD e all’Unione Europea, Di Maio e Salvini avrebbero perso la faccia con tutti i propri elettori.

Di Maio e Salvini non potevano accettare di essere umiliati e di passare per i servi sciocchi dell’Unione Europea dell’euro. Sono stati costretti a dire no alla forzatura del presidente della Repubblica. Tra le comode poltrone e il proprio elettorato, ebbene, hanno optato per il secondo. 

Ma hanno pagato un prezzo alto: almeno per ora non sono riusciti a controllare il Governo dell’Italia.

Il presidente della Repubblica, esponente della vecchia politica (non dimentichiamo che è al Quirinale grazie al PD di Renzi) ha inanellato una vittoria che – al pari della frantumazione del centrodestra – chissà perché, non viene messa in evidenza.

Tutto ruota attorno all’informazione televisiva e al grande affare dei migranti.

Oggi l’informazione passa dalla rete e dalle TV.

La rete è libera è lì Movimento 5 Stelle e Lega hanno lo stesso spazio e le stesse possibilità della vecchia politica.

La rete è libera e grillini e leghisti sono vincenti, perché riescono a raccontare l’Italia per quello che è: un Paese in grande crisi, ormai alla frutta, con agricoltura e mercato agro-alimentare distrutti da una concorrenza sleale fatta in buona parte di prodotti di qualità pessima che arrivano dall’universo mondo.

Con 13 milioni di poveri, di cui 5 milioni di indigenti.

Un Paese dove – nonostante lo scandalo di ‘Mafia Capitale’ – continua lo scandalo dei gestori dei centri di accoglienza che lucrano miliardi di euro ogni anno facendo pagare il conto ai cittadini italiani con le tasse.

Ricordatevi che uno dei punti cardine del centrosinistra è la politica sui migranti, oltre 10 miliardi di affari ogni anno, al 90% e forse più a carico delle tasse pagate dagli italiani. Soldi ‘mansi’, erogati dal Ministero dell’Interno direttamente ai gestori dei centri. Una pacchia.

Le dichiarazioni dei dirigenti del PD, in questi tribolati giorni, sono state tutte uguali: “Sui migranti indietro non si torna”.

E, dal loro punto di vista, hanno ragione: se togliete lo ‘sgobbo’ sulla gestione dei migranti – che è intorno al 60% – cosa resta del centrosinistra, a parte le sceneggiate sui diritti civili utilizzate per nascondere i diritti sociali conculcati ai lavoratori?

Ma se la rete è libera, la RAI è ancora oggi ostaggio della politica. Se Mattarella avesse fatto decollare il Governo Di Maio-Salvini nei prossimi dieci giorni sarebbero successe due cose tra loro legate: il cambio ai vertici della RAI (e quindi dei TG) e, di conseguenza, un’informazione diversa sull’Europa dell’euro e sui migranti.

Avete idea di cosa succederebbe se in TV cominciassero a comparire economisti del calibro di Alberto Bagnai e dello stesso Paolo Savona, pronti a spiegare che cosa è, in realtà, l’Europa dell’euro e tutti gli imbrogli che stanno dietro la gestione truffaldina della moneta unica?

Avete idea che cosa succederebbe se la televisione cominciasse a raccontare tutti i giorni tutti gli affari che stanno dietro i centri di accoglienza?

I servizi televisivi strappa-lacrime sui bimbi nati sulle navi ‘ammanniti’ per addolcire la pillola dei continui sbarchi verrebbero sostituiti dagli approfondimenti sui milioni di euro che finiscono nelle tasche dei gestori dei centri.

Si comincerebbero a puntare i riflettori sul giro di prostituzione in danno delle donne che arrivano con le navi. E, magari, si comincerebbe a indagare anche sul mistero dei tanti minori extra comunitari che ogni anno scompaiono nel nulla.

Non solo. Gli italiani saprebbero che chi sta dietro il grande affare dei migranti non lo fa solo per lucrare su centri di accoglienza, prostituzione e altro ancora: lo fa anche per conto del grande capitale che, facendo arrivare il fiume umano di migranti in Europa, abbassa il costo del lavoro e distrugge i diritti dei lavoratori, scatenando una conflittualità sociale ‘orizzontale’, cioè tra i poveri che ci sono in Europa e gli stessi migranti.

Per il grande capitale i migranti che piombano nel vecchio Continente sono una manna dal cielo: distruggono i diritti dei lavoratori, riducono i salari, mentre gli lavoratori, invece di organizzarsi contro il padronato, se la prendono con i migranti. Meglio di così non potrebbe andare.

Attenzione: queste cose non le diciamo solo noi: le spiega il filosofo marxista e commentatore, Diego Fusaro, che gli affaristi del centrosinistra disprezzano perché, con le sue analisi marxiste e gramsciane, mostra il vero volto del PD de, in generale, di una sinistra asservita al “turbocapitalismo”.

Resta da capire, a questo punto, come un sistema che, alla fine, come già accennato, è composto da meno del 10% della popolazione continua, oggi, a governare l’Italia.

Intanto va detto che Renzi era partito bene con il 40% dei voti alle elezioni europee del 2014. Poi, tra inchini all’Europa dell’euro, migranti, banche e via continuando è sprofondato.

Attenzione: pur avendo perso le elezioni i ‘compagni’ del PD sono ancora lì. Hanno confezionato una legge elettorale – il Rosatellum – con l’obiettivo di rendere confuso il quadro politico, provare a governare con un esecutivo Renzi-Berlusconi e, in caso di sconfitta, limitarla al minimo. Il primo obiettivo è riuscito, il secondo e il terzo sono falliti.

Ma, nonostante il naufragio politico ed elettorale del suo partito – il PD – Mattarella si sta dimostrando abilissimo. Ha fatto volare via tre mesi. Ora, con l’incarico a Carlo Cottarelli, che non dovrebbe avere la maggioranza in Parlamento, proverà a far passare altri due mesi.

In questo modo gli appuntamenti internazionali verranno gestiti, di fatto, dal centrosinistra perdente. Un capolavoro!

A luglio Mattarella farà sapere che si voterà a ottobre. E intanto avrà guadagnato altri cinque mesi.

A ottobre si porrà il tema del paventato aumento dell’IVA. E la vecchia politica comincerà a ‘rutuliare’ dicendo che, prima del voto, bisognerà “mettere in sicurezza” i conti italiani.

Gira, firria e bota, come si usa dire in Sicilia, diranno che bisognerà a rimandare il voto a febbraio del prossimo anno. Poi l’Unione Europea si inventerà qualcosa e…

Insomma, dal ‘tradimento’ di Angelino Alfano ad oggi questi passano da un imbroglio politico all’altro. E governano. E vorrebbero continuare a governare. Così cercheranno in tutti i modi, con tutti gli imbrogli possibili e immaginabili, di non fare votare gli italiani.

Alle ultime elezioni politiche PD e Forza Italia – che erano alleati prima del voto del marzo marzo e che oggi, non a caso, difendono Mattarella – hanno intercettato, rispettivamente, il 18% e il 14%. Se si andrà alle urne sanno che gli elettori li seppelliranno.

Secondo Massimo D’Alema, andando al voto, la vecchia politica si fermerebbe al 20%: che è la percentuale stimata anche da noi.

Che succederà? Di Maio, ieri, è stato esplicito: messa in stato di accusa del presidente della Repubblica. Ma già c’è chi dice: tanto se il Parlamento approva la messa in stato di accusa del presidente Mattarella poi c’è la Corte Costituzionale che…

Certo, aprire uno scontro con il capo dello Stato, dopo quello che ha combinato e che continua a combinare, è nelle cose. Ci sta, fa parte della politica, dello scontro politico.

Ma, forse, contro questa gente, la vera arma è lo scontro sociale. Debbono ribellarsi anche i cittadini, sennò questi non li schiodi.

 

 

fonte: http://www.inuovivespri.it/2018/05/28/quella-casta-del-20-degli-italiani-che-tiene-sotto-scacco-il-paese/#_

Conte ha rimesso il mandato da Presidente del Consiglio, quasi sicuramente si torna al voto. Mattarella irremovibile sul veto a Savona – Proprio non se l’è sentita di dare questo dispiacere ai Padroni tedeschi.

 

Conte

 

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Conte ha rimesso il mandato da Presidente del Consiglio, quasi sicuramente si torna al voto. Mattarella irremovibile sul veto a Savona – Proprio non se l’è sentita di dare questo dispiacere ai Padroni tedeschi.

Poverino Mattarella, proprio non se l’è sentita di dare un sidpiacere ai Padroni tedeschi. Veto ad oltranza su Savona e Conte, coerentemente, rimette il mandato.

Probabilmente niente governo e presto al voto (con spese a carico dei fessi Italioti).

Hanno vinto ancora la Gemania ed i loro fantocci infiltrati nello Stato Italiano.

Ma se gli italioti non sono proprio coglioni, alle prossime elezioni ne vedremo delle belle!

Da Il Fatto Quotidiano:

Governo M5s-Lega, diretta – Conte ha rimesso il mandato da presidente del Consiglio. Prima Di Maio e Salvini da Mattarella: resta il veto del capo dello Stato su Savona

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rimesso il mandato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E’ il fallimento del capo di un possibile governo sostenuto da M5s e Lega. E’ l’esito dello scontro istituzionale senza precedenti tra il capo dello Stato e i due partiti che si è consumato quasi esclusivamente su un nome, quello di Paolo Savona, l’economista indicato dalla Lega per il ruolo di ministro dell’Economia. Dopo 84 giorni dalle elezioni politiche, tutto finisce sul confronto frontale tra il Quirinale e i due leader di una maggioranza che probabilmente non si formerà più.

CRONACA ORA PER ORA

20.15 – Conte: “Grazie per aver indicato il mio nome”
“Come vi è stato anticipato ho rimesso il mandato a formare il governo di cambiamento” e “ringrazio il Presidente della Repubblica e gli esponenti delle due forze politiche per aver indicato il mio nome”. Lo ha detto Giuseppe Conte al termine del suo colloquio con il Capo dello Stato.

20.14 – Atteso intervento di Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella farà un intervento a breve al Quirinale.

20.10 – Conte: “Lavoro in clima di collaborazione con i partiti”
Il lavoro compiuto è stato fatto “in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato”. Lo ha dichiarato Giuseppe Conte, parlando al Quirinale al termine del colloquio con il Capo dello Stato.

20.07 – Salvini: “Qualcuno ha detto no, ora al voto”
“Prima gli italiani, il loro diritto al lavoro, alla sicurezza e alla felicità. Abbiamo lavorato per settimane, giorno e notte, per far nascere un governo che difendesse gli interessi dei cittadini italiani. Ma qualcuno (su pressione di chi?) ci ha detto No. Mai più servi di nessuno, l’Italia non è una colonia. A questo punto, con l’onestà, la coerenza e il coraggio di sempre, la parola deve tornare a voi!”. Lo scrive il leader della Lega Matteo Salvini dopo che Giuseppe Conte ha rimesso l’incarico di formare il nuovo governo.

20.00 – CONTE HA RIMESSO IL MANDATO DA PRESIDENTE INCARICATO
Il presidente incaricato Giuseppe Conte ha rimesso l’incarico al presidente Mattarella. Lo ha annunciato il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti.

19.58 – Fonti del Colle: “Nessun veto, irrigidimento dei partiti”
In Costituzione non ci sono veti ma in questo caso è meglio parlare di irrigidimento delle forze politiche. E’ quanto sottolineano fonti del Colle.

19.50 – Salvini: “Con me al governo, Savona ministro”
“Se il professor Savona non può fare il ministro perché ha il difetto di difendere i cittadini italiani mettendo in discussione le regole europee, allora io se vado al governo ci porto il prof Savona”. L’ha detto Matteo Salvini in un comizio a Terni. E ha aggiunto: “Mai servi di nessuno, mai”.

19.44 – Salvini: “Se qualcuno non vuole il governo, lo spieghi agli italiani”
“Se avessi dovuto seguire la convenienza mia e del partito avrei detto, non ci provo neanche”. Così Matteo Salvini parlando, da Terni, dell’ipotesi di governo con M5S. “Ce l’abbiam messa tutta – aggiunge – se qualcuno si prenderà la responsabilità di non far nascere un governo, lo vada a spiegare a sessanta milioni di italiani”.

19.38 – Salvini: “Siamo un Paese a sovranità limitata”
“Mi sto convincendo che non siamo un paese libero. Siamo un paese a sovranità limitata”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, da Terni.

19.36 – Fonti M5s: “Rischia di saltare tutto, si torna al voto”
C’è pessimismo nei vertici M5S mentre al Quirinale è in corso il colloquio del premier incaricato Giuseppe Conte con il presidente Sergio Mattarella. “Qui rischia di saltare tutto e allora si torna al voto”, è il refrain che, a quanto si apprende, filtra dai vertici del Movimento alla luce del veto posto, secondo fonti M5S, dal capo dello Stato alla scelta di Paolo Savona a capo del Tesoro.

19.33 – Estremo tentativo di Conte per proseguire trattativa
Con il no di Sergio Mattarella a Paolo Savona e l’irrigidimento di M5s e Lega su questo fronte rischiano di far saltare qualsiasi possibilità di chiudere positivamente la partita per un governo giallo verde, si sottolinea in ambienti politici che fanno anche riferimento all’estremo tentativo di Giuseppe Conte per andare comunque avanti. Il Capo dello Stato, si apprende sempre in ambienti politici, avrebbe già pronta l’exit strategy del governo tecnico.

19.32 – Salvini: “Se il governo deve partire sotto minaccia dell’Ue, non parte”
“Per il governo che ha in mano il futuro dell’Italia decidono gli italiani, se siamo in democrazia. Se siamo in un recinto dove possiamo muoverci ma abbiamo la catena perché non si può mettere un ministro che non sta simpatico a Berlino, vuol dire che quello è ministro giusto e vuol dire che se ci sono ministri che si impegnano ad andare ai tavoli europei” a difendere gli interessi italiani “parte il governo, se il governo deve partire condizionato dalle minacce dell’Europa il governo con la Lega non parte”. Così Matteo Salvini a Terni.

19.32 – Salvini: “Se un ministro è sgradito ai poteri forti, è quello giusto”

19.32 – Salvini: “Per l’Italia decidono solo gli italiani”

19.12 – Fonti M5s: “Mattarella ha posto il veto su Savona”
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari del M5s, Mattarella nel corso dei colloqui di questo pomeriggio con Matteo Salvini e Luigi Di Maio avrebbe posto un veto sulla scelta di Paolo Savona a capo del Ministero dell’Economia. Scelta che, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari leghiste, Salvini nel corso dell’incontro avrebbe invece confermato. 

19.09 – Di Maio e Salvini in colloqui separati al Quirinale
Due lunghi colloqui al Quirinale per i leader di M5S e Lega, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno preceduto l’arrivo al Colle del premier incaricato Giuseppe Conte. Di Maio e Salvini hanno visto il presidente Sergio Mattarella per cercare di sbloccare in extremis l’impasse sul governo giallo-verde, e in particolare sulla presenza alla guida del ministero del Tesoro di Paolo Savona. Mattarella ha visto i due leader separatamente: al Quirinale è salito prima Salvini – che poi si è diretto a Terni dove ha in programma dei comizi elettorali – e poi, alle 18 circa, Di Maio.

19.05 – Fonti M5s: “Sta per saltare tutto”
Autorevoli fonti pentastellate dicono all’Adnkronos che “sta per saltare tutto”. La salita al Quirinale del capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, dunque, non avrebbe avuto gli effetti sperati per sbloccare lo stallo legato alla formazione del nuovo governo.

18.59 – Conte al Quirinale
Il presidente del consiglio incaricato, Giuseppe Conte, è arrivato al Quirinale dove alle 19 è previsto l’incontro con il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

18.59 – Anche Salvini a colloquio con Mattarella nel pomeriggio
Pure il leader della Lega, Matteo Salvini, a quanto si apprende, è stato a colloquio nel pomeriggio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

18.57 – Conte ha lasciato la Camera per recarsi al Quirinale
Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte ha lasciato la Camera per recarsi al Quirinale dove è atteso dal Capo dello Stato.

18.48 – Fonti del Fatto: “Senza Savona, Conte non ha maggioranza”

18.35 – Fonti TgLa7: “La situazione è gravissima”
Il direttore del TgLa7 Enrico Mentana ha dichiarato che, secondo fonti autorevoli della Lega, la “situazione è gravissima” e questi minuti sono “decisivi per la nascita del nuovo governo”.

18.20 – Fonti SkyTg24: “Di Maio al Colle”

16.40 – Toninelli: “Auspico chiusura entro sera”
“L’auspicio è che entro stasera si possa chiudere la squadra e finalmente far partire il governo del cambiamento. Siamo a buon punto”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato Danilo Toninelli a margine dell’Open Day Rousseau di Ivrea.

16.30 – Conte convocato al Quirinale per le 19
Il premier incaricato Giuseppe Conte è stato convocato ufficialmente al Quirinale alle 19 per sciogliere la riserva sulla formazione del governo e per presentare la lista dei ministri. Nel comunicato rilasciato dal Colle si specifica che la sala stampa sarà aperta dalle 17.30.