ABBIAMO UN CAMPIONE – Ecco la campionessa del mondo di FACCIA DI BRONZO: la Fedeli senza laurea, ma soprattutto senza vergogna: “Approfondire sul curriculum di Conte”

 

Fedeli

 

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

ABBIAMO UN CAMPIONE – Ecco la campionessa del mondo di FACCIA DI BRONZO: la Fedeli senza laurea, ma soprattutto senza vergogna: “Approfondire sul curriculum di Conte”

La politica italiana è stata da sempre costellata di facce di bronzo. Ma quella di Valeria Fedeli, ministro uscente (per fortuna) dell’Istruzione, le batte davvero tutte. Nel momento in cui sta montando la polemica contro Giuseppe Conte e il suo curriculum “gonfiato”, ecco che dall’improbabilissimo pulpito della Fedeli parte la risibile predica: «Secondo me è giusto che tutti facciano le loro scelte e facciano gli approfondimenti del caso». E aggiunge: «La vicenda del curriculum di Giuseppe Conte è una cosa differente dalla mia, non paragonabile».

Su questo, in effetti, la Fedeli ha ragione, ma non nel senso che intende lei. Conte, per quanto si possa andare ad «approfondire», è accusato tutt’al più di aver “abbellito” il profilo del suo percorso di studi: pare infatti che il premier indicato da M5S e Lega vi abbia inserito a bella posta alcune “specializzazioni” presso atenei esteri, che però sono state smentite dalle stesse istituzioni chiamate in causa. Tra queste vi sarebbero dei soggiorni di studio alla New York University e alla Sorbona, al Girton College di Cambridge e alla Duquesne University di Pittsburgh.

Ma, appunto, si tratterebbe al limite di “abbellimenti” che, per quanto effettivamente imbarazzanti, provengono in ogni caso da un professore ordinario. E per diventare professore ordinario servono maturità, laurea, dottorato ecc. Tutte cose che la Fedeli non ha assolutamente acquisito e su cui, anzi, ha deliberatamente mentito. La sua nomina a ministro dell’Istruzione, del resto, era scaturita più da giochi politici (dare un contentino al sindacato) che non da reali meriti (inesistenti) della diretta interessata. Un ministro dell’Istruzione senza laurea, infatti, non si era mai visto. Anzi, addirittura senza maturità. Già è tanto che abbia la terza media. E la Fedeli, va detto, è stata del tutto all’altezza del suo curriculum: gaffe storichescivoloni grammaticali da far spavento. E ora la richiesta di approfondire il profilo accademico di Conte. È proprio vero: un bel tacer non fu mai scritto.

Vittoria Fiore

 

finte: https://www.ilprimatonazionale.it/politica/la-fedeli-senza-laurea-e-senza-vergogna-approfondire-sul-curriculum-di-conte-85910/

 

SEMPRE PIÙ PIETOSI: la ministra Fedeli prima urla alla “Fake news”, poi si arrampica sugli specchi quando in tv Luca Telese le ricorda la promessa di ritirarsi dalla politica in caso di sconfitta al referendum. Pietosa, ma esilarante!

Fedeli

 

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

SEMPRE PIÙ PIETOSI: la ministra Fedeli prima urla alla “Fake news”, poi si arrampica sugli specchi quando in tv Luca Telese le ricorda la promessa di ritirarsi dalla politica in caso di sconfitta al referendum. Pietosa, ma esilarante!

VALERIA FEDELI MENTE ANCORA!

 

Da Il Giornale:

“Fake news”, “Non si è ritirata?”: scontro Fedeli-Telese

Il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha avuto un acceso scontro in tv a “Tagadà” con Luca Telese. Ecco cosa aveva detto prima del referendum

Il ministro dell’IstruzioneValeria Fedeli, ha avuto un acceso scontro in tv a “Tagadà” con Luca Telese.

Al centro delle scintille quella promessa della Fedeli di ritirarsi dalla politica in caso di vittoria del “No” al referendum del 4 dicembre 2016. Telese incalza subito il ministro: “Ma lei non aveva detto che avrebbe smesso con la politica, se avesse perso il Sì al referendum costituzionale? C’ero anche io nella stessa trasmissione”.

La Fedeli ribatte e prova a rimangiarsi quanto detto: “Non ho detto questo. Ho detto un’altra cosa, e cioè che, dal mio punto di vista, dopo la sconfitta del 4 dicembre, si sarebbe dovuti andare al voto” “Non è vero” – replica Telese – “Lei da ministro non può dire questo, quando gira un video, in cui lei dice che non bastava dimettersi, ma era necessario ritirarsi dalla politica”. Poi la chiusura del ministro: “No, mi dispiace, caro Luca. È una fake news”. Ma un video ancora presente sul web mostra esattamente il contrario di quanto sostenuto dalla Fedeli. Ecco le sue parole prima del referendum: “Se vince il No, il giorno dopo bisogna prenderne atto, non possiamo andare avanti perché non avremmo più l’autorevolezza. Sarebbe giusto rimettere il mandato da parte del premier ma anche da parte dei parlamentari: tolgo l’alibi a chi pensa ‘tanto stiamo lì fino al 2018’, perché pensano alla propria sedia. Io non penso alla ‘propria’ sedia”.

QUI il nostro articolo con il video della promessa della Fedeli

QUI il video tratto dalla trasmissione

Venezia, scrive scuola con la «q»: maestra licenziata! Però puoi scrivere “traccie” invece di “tracce”, sbagliare il congiuntivo, dire “più migliori”, confondere Vittorio Emanuele III con Vittorio Amedeo III e allora il posto da Ministro dell’Istruzione nessuno te lo leva!

 

scuola

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Venezia, scrive scuola con la «q»: maestra licenziata! Però puoi scrivere “traccie” invece di “tracce”, sbagliare il congiuntivo, dire “più migliori”, confondere Vittorio Emanuele III con Vittorio Amedeo III e allora il posto da Ministro dell’Istruzione nessuno te lo leva!

 

Leggiamo da Il Messaggero (ma la notizia la trovate su tutti i quotidiani):

Venezia, scrive “scuola” con la “q”: maestra licenziata

Sono stati alcuni gravi errori ortografici fatti da una maestra, come scrivere “scuola” con la “q” o sbagliare le doppie, a spingere i genitori di una scuola elementare di Santa Maria di Sala (Venezia) a non mandare i figli a lezione per protesta. “Rischiano di restare ignoranti”, temono le famiglie.

Il licenziamento della donna, a seguito delle numerose segnalazioni alla preside, è stato confermato dal tribunale, che ha respinto la richiesta di trasferimento della docente.

La maestra, che tra il 2015 ed il 2016 aveva insegnato ad un totale di 39 alunni, ha fatto ricorso al tribunale del lavoro, con la speranza di poter essere integrata, ma senza successo: è stata infatti rimossa dall’incarico per “asserita incapacità didattica” e licenziata dal Ministero dell’Istruzione.

Ora, vorremmo ricordare chi è il nostro “Ministro dell’istruzione” che ha licenziato la maestra ignorante:

è quella che ha millantato una laurea per poi essere sputtanata dal web

è quella che ha scritto “traccie” invece che tracce per la maturità 2017

è quella che ha scritto “battere” al posto di batterio

è quella del congiuntivo sbagliato nella lettera spedita al Corriere della Sera

è quella che ha detto “più migliori” durante un discorso agli insegnanti

è quella che ha confuso Vittorio Emanuele III con Vittorio Amedeo III

…e tutto questo ed altro ancora in meno di un anno…

Sig.ra Fedeli forse, invece di andare a caccia di maestre ignoranti, è molto più meglio che te ne vai a cagare…

By Eles

Il Ministro FEDELI (per intenderci, quella della laurea inventata, quella che dichiarò che in caso di sconfitta al Referendum si sarebbe ritirata dalla politica) si esprime sul tema delle fake news: “È SERIO”

FEDELI

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

segui anche la nostra nuova pagina: Fake News Daily

.

 

Il Ministro FEDELI (per intenderci, quella della laurea inventata, quella che dichiarò che in caso di sconfitta al Referendum si sarebbe ritirata dalla politica) si esprime sul tema delle fake news: “È SERIO”

Prima di proseguire con l’articolo Vi consigliamo di rileggere:

Una grande lezione di Serietà: Valeria Fedeli – 29/11/2016, “se perdiamo il Referendum vado a casa”. 04/12/2016, perde il Referendum. 12/12/2016, non solo non va a casa, ma si prende pure una bella poltrona da Ministro

IL MINISTRO FEDELI SI ESPRIME SUL TEMA DELLE FAKE NEWS: “È SERIO”

Di Alessio Marino

Il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso di un evento tenuto a Trieste, ha affrontato nuovamente il tema delle fake news, che la Presidente della Camera Laura Boldrini aveva più volte discusso, soprattutto dopo l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti.

Proprio l’elezione di Trump ha portato il tema sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, in quanto secondo alcuni rapporti provenienti dagli USA proprio le fake news avrebbero avuto un ruolo centrale nello spostamento degli equilibri elettorali.

La Ministra ha definito il tema “molto serio. Dobbiamo insegnare alle ragazze e ai ragazzi cosa significa l’uso dei social, cosa significa l’uso di internet, come si sta e come si utilizza la rete. Secondo me anche agli adulti occorre dare gli strumenti per risalire alla fonte, alla certificazione e alla certezza dell’informazione. Diversamente noi rischiamo di avere non solo informazione, ma anche contenuti del sapere, anche del sapere scientifico, che non sono suffragate da studi scientifici. Giustamente ci deve essere l’accesso a internet, perché è un’innovazione straordinaria, collega il mondo, le persone, cambia tante cose, il modo di produrre, di consumare e anche il modo di informarsi e di apprendere” riporta la stampa.

I giganti del web negli ultimi tempi hanno affrontato la questione. Facebook, ad esempio ha scelto di penalizzare tutte quelle pagine che contribuiscono alla creazione e diffusione delle fake news, limitandone la visibilità, mentre Google punta su penalizzazioni a livello pubblicitario.

tratto da: https://tech.everyeye.it/notizie/il-ministro-fedeli-si-esprime-sul-tema-delle-fake-news-e-serio-303608.html

Una grande lezione di Serietà: Valeria Fedeli – 29/11/2016, “se perdiamo il Referendum vado a casa”. 04/12/2016, perde il Referendum. 12/12/2016, non solo non va a casa, ma si prende pure una bella poltrona da Ministro

Fedeli

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Una grande lezione di Serietà: Valeria Fedeli – 29/11/2016, “se perdiamo il Referendum vado a casa”. 04/12/2016, perde il Referendum. 12/12/2016, non solo non va a casa, ma si prende pure una bella poltrona da Ministro

I politici possono prenderci per i fondelli perchè abbiamo la memoria corta. I media si guardano bene da ricordarci certe cose. Ci resta solo il web, e per questo la loro priorità è imbavagliarlo con la scusa delle fake news.

Si, vabbe’ questa è quasi una sciocchezza rispetto alle porcherie che combinano, ma è emblematico di quanto sia seria questa classe politica.

Valeria Fedeli prima del referendum del 4 dicembre disse che in caso di vittoria del NO si sarebbe dimessa perchè non è attaccata alla poltrona.

Non solo non si è dimessa ma si è accaparrato un’ambitissima poltrona d’oro!

Giovani medici in mezzo alla strada : sono LORO la vera emergenza sanitaria!

 

medici

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

 

Giovani medici in mezzo alla strada : sono LORO la vera emergenza sanitaria!

Dopo 5 anni di fatica, finalmente siete riusciti ad ottenere un diploma. 18 anni, tutta la vita davanti.
Ma non basta, perchè dovete impiegare l’estate per prepararvi ad un test in cui statisticamente le probabilità di entrare non sono altissime.
Altri mesi di fatica, ma finalmente siete riusciti a coronare il vostro sogno : entrare nella facoltà di Medicina.
Per alcuni è un sogno, per altri un caso, altri ancora vivono nell’illusione dell’autorità del medico, o sperano semplicemente di avere un posto fisso e vivere tranquillamente.
Ma è solo l’inizio : passi 6 anni della tua vita, minimo, a studiare tante materie diverse, e per più di una ti sarai chiesto ” ma che senso ha studiarla?” oppure sarai andato vicino ad un esaurimento nervoso, capita.
Pensate, 1 studente di medicina su 7, secondo un sondaggio britannico, ha pensato almeno una volta al suicidio.
Anche questi infiniti scogli sono stati superati, fra colleghi infami* e professori prima donna*, è il momento della laurea.
Ma non basta, perchè serve un ulteriore esame per essere abilitato all’esercizio della professione medica.
Finalmente, sei un medico ed è il momento, se ti garba, di scegliere una scuola di specializzazione e continuare la tua carriera.
Vogliamo parlare di quanto sia eccessiva la preoccupazione della specializzazione? Non è forse un problema questa continua ricerca di specialisti? Non ho mai amato la visione frammentaria delle cose, ma ne parleremo un’altra volta magari.

Nel 2017, il bando per le scuole di specializzazione in medicina sarebbe dovuto uscire.. ad Aprile. Siamo a settembre, ed ancora si aspetta.

Di questo, ringraziamo il ministro Fedeli, che dall’alto della sua istruzione universitaria non pervenuta, ha scelto di mischiare le carte in tavola.
Quale era la sua idea? In parole povere, migliorare il sistema delle scuole di specializzazione, 1.433, in base a criteri precisi, come standard di assistenza degli ospedali, numero di pubblicazioni dei docenti. “Garantire che le nuove specializzande e i nuovi specializzandi siano inseriti in percorsi accreditati secondo criteri di sempre maggiore qualità e trasparenza e affinché la prossima selezione risponda di più alle attese delle nostre laureate e dei nostri laureati”, erano state queste le parole della ministra a proposito dei cambiamenti.

Per carità, l’idea è anche giusta; non avrebbe potuto iniziare per concluderla il prossimo anno? Piuttosto che fare impazzire più di 13.000 neolaureati?

«Questi ritardi – sottolinea Noemi Lopes, segretario nazionale Fimmg Formazione – non fanno che ritardare ulteriormente i tempi di accesso dei giovani al mondo del lavoro allontanando l’Italia dalle medie Ue con impatti gravi anche sulla sostenibilità a lungo termine del servizio sanitario nazionale. Infatti già sappiamo quanto siano insufficienti le borse di studio stanziate per il corso di studio per i medici di medicina generale, che non permetteranno di far fronte al fabbisogno di medici di medicina generale nei prossimi dieci anni».

Giorno 5 settembre a Montecitorio ci sarà il #giovanimediciday, e Medicina a Piccole Dosi si schiera a fianco di tutti i ragazzi che aspettano questo momento da tempo!

Quattro i punti cardine della manifestazione: il numero complessivo dei contratti, di specializzazione e di formazione in medicina generale a disposizione troppo esiguo rispetto ai partecipanti previsti; la programmazione mancata dei posti a bando per specialità che deve tenere conto delle necessità del Ssn, un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria rappresentative e il nodo accreditamento delle scuole. «Il documento preparato dall’Osservatorio della formazione specialistica – sottolineano le organizzazioni in una recente nota congiunta – presenta numerose criticità che vanno risolte dal Miur in tempi celeri, con una maggiore collaborazione da parte delle regioni, con una contestuale rivisitazione delle modalità di accesso alla formazione».

Io aggiungerei questo : è INGIUSTO che un medico di Medicina Generale nel suo percorso di specializzazione percepisca praticamente la META’ di uno stipendio che invece andrà a prendere un futuro pediatra o neurologo o chicchessia.

Vale di meno il medico che, per mio modesto parere, è il più importante di tutti?

 

L’unica emergenza sanitaria che abbiamo è avere un ministro dell’istruzione del genere, che ha fatto di tutto ( forse in buona fede ) per complicare la vita a più di 10.000 ragazzi che hanno buttato sangue per tanti anni. Quante cose si sono sorbiti in questi anni, ci mancava l’incompetenza all’atto finale.

Ah, di ministro della salute non ne parliamo nemmeno.

fonte: http://www.medicinapiccoledosi.it/medicina-convenzionale/loro-la-vera-emergenza-sanitaria-poveri-medici/

 

Ricapitoliamo: la Ministra Fedeli, quella che si è inventata una laurea inesistente nel suo curriculum ora vuole promuovere lezioni anti-bufala nelle scuole?

 

Ministra Fedeli

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

 

Ricapitoliamo: la Ministra Fedeli, quella che si è inventata una laurea inesistente nel suo curriculum ora vuole promuovere lezioni anti-bufala nelle scuole?

Leggiamo da Il Secolo D’Italia che la Ministra Fedeli, sedicente laureata finchè il web non l’ha smascherata, ora vorrebbe promuovere lezioni anti-bufale nelle scuole.

Cose che possono capitare solo in Italia…

Da Il secolo D’Italia
L’ultima del tandem Boldrini-Fedeli: lezioni anti-bufala nelle scuole italiane

L’ultima idea del tandem Boldrini-Fedeli, per rieducare gli italiani alle buone maniere, in tema di informazione, la presidente della Camera l’ha affidata alle pagine del quotidiano americano New York Times: vuole promuovere le lezioni di “bufale” nelle scuole italiane, per aiutare i ragazzi a comprendere il falso che si nasconde dietro la valanga di notizie divulgate sulla rete. L’esperimento anti-fake, ideato in collaborazione con il ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, dovrebbe riguardare migliaia di scuole italiane, secondo la presidente della Camera, che al New York Times spiega: «Bisogna dare ai giovani gli strumenti per interpretare il web e farlo in maniera attiva. Se i giovani hanno gli strumenti per capire quel che è vero e quel che è falso, si difendono meglio nel web e lo usano in modo più appropriato. L’obiettivo di questo progetto è fare, di loro, soggetti capaci di difendersi dalle insidie del web. Con una battuta, potrei dire che diventano cacciatori di bufale, in grado di smascherare  chi usa la menzogna o per arricchirsi o per infangare qualcun altro».

Il riferimento, a quanto pare, è soprattutto a sè stessa, visto che la Boldrini da anni si lamenta del trattamento riservatelo dai social media e delle invenzioni su di lei per screditarla. Nel merito del progetto, bisognerà attendere il 31 ottobre, quando la Boldrini parteciperà ad una iniziativa col ministro Fedeli: «Questo progetto oggi è considerato così interessante che il New York Times ci ha dedicato la prima pagina> – ha spiegato Boldrini – non solo: ci chiamano da altri Paesi per replicare il nostro modello». Non sarà anche questa una fake-news?

fonte: http://www.secoloditalia.it/2017/10/lultima-del-tandem-boldrini-fedeli-lezioni-anti-bufala-nelle-scuole-italiane/

Ecco l’alternanza scuola lavoro della Fedeli – I nostri figli sfruttati, derisi e insultati nei call center!!

scuola

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Ecco l’alternanza scuola lavoro della Fedeli – I nostri figli sfruttati, derisi e insultati nei call center!!

 

Gli studenti nel call center per l’alternanza scuola lavoro: “Maltrattati per fare i centralinisti”

Circa 40 studenti del liceo Newton di Roma si sono ritrovati a fare la loro esperienza di alternanza scuola-lavoro in una sorta di call-center dove il loro unico compito è chiamare dei clienti per farsi fornire un contatto mail. Gli studenti hanno denunciato anche le condizioni di lavoro e l’atteggiamento dei tutor aziendali: “Ci dicono frasi antisemite come ‘il lavoro rende liberi’ o svilenti come ‘tanto questo sarà il vostro lavoro’”.

Lo scopo dell’alternanza scuola lavoro è quello di formare gli studenti e prepararli al loro ingresso nel mondo del lavoro. Ma, spesso, questo percorso che dovrebbe servire a scopo solamente didattico, rischia di diventare una esperienza controproducente, se non umiliante, per lo studente. È probabilmente questo il caso dei circa 40 studenti del liceo scientifico Newton di Roma che si sono ritrovati a svolgere attività di call center all’interno di un ente nel quale – secondo quanto denunciato dagli stessi ragazzi – sono stati anche maltrattati all’interno di un ambiente di lavoro per nulla idoneo a un percorso di questo genere.

La denuncia della Rete degli Studenti Medi
A sollevare il caso è la Rete degli Studenti Medi, la rete di associazioni di studenti delle scuole superiori attiva in molte città italiane. La vicenda denunciata è quella del liceo Newton di Roma, dove circa 40 studenti hanno iniziato il loro percorso di alternanza scuola-lavoro in un’azienda nella quale il loro compito è quello di “contattare telefonicamente dei clienti – soprattutto architetti – per proporgli l’adesione a una piattaforma e per ottenere il loro indirizzo mail per ricontattarli”. “Dopo che ci siamo mobilitati, la preside ha proposto di far saltare la convenzione, ma c’è il rischio che chi ha già fatto circa 50 ore le perda se decide di non continuare fino al termine delle 100 ore previste”. “I ragazzi – denunciano – sono gli unici lavoratori in una azienda che non ha dipendenti”. Gli studenti “hanno un testo scritto che devono ripetere al telefono proponendo la piattaforma e chiedendo un contatto mail”.

Oltre alla valenza formativa quasi nulla di questo percorso di alternanza, si aggiunge – secondo la denuncia – il pessimo clima di lavoro e i continui rimproveri dei tutor aziendali: “Dicono ai ragazzi che sono poco produttivi, li rimproverano perché in due settimane hanno portato solo 26 contatti rinfacciando loro che affidandosi a un’agenzia avrebbero avuto personale più competente”.

Andrea Russo, coordinatore regionale del Lazio della Rete degli Studenti Medi, riporta anche altre frasi dette ai ragazzi: “Se non lavorate vi facciamo bocciare”, “il capo sono io”. E – aggiunge – “si fanno riferimenti al campo di sterminio di Auschwitz citando la frase ‘il lavoro rende liberi’”. Nello specifico, la frase ‘il lavoro rende liberi’ è quella che si trovava all’ingresso di molti campi di sterminio, tra cui proprio quello di Auschwitz, nei quali i nazisti, durante la seconda guerra mondiale, costringevano ai lavori forzati e a ritmi insostenibili e spesso mortali gli ebrei e tutte le altre persone ‘rastrellate’ per la loro etnia o credo religioso: ‘Arbeit macht frei’, è la formula in tedesco.

C’è poi un’altra denuncia, riguardante la proprietà dell’azienda. “Abbiamo fatto richiesta alla camera di commercio – spiegano dalla Rete degli Studenti Medi – per capire chi è il proprietario: c’è la comproprietà di due fratelli e uno di loro due si occupava dei percorsi di alternanza proprio in quella scuola fino all’anno prima”. “Il docente referente l’anno scorso dell’alternanza in quell’istituto non è più docente ma ha il 49% del capitale sociale dell’azienda, è ancora tutor aziendale”, spiega Andrea Russo.

La testimonianza di Luca: ‘Anche frasi antisemite’
Luca, uno studente di quinto anno del liceo scientifico Newton, racconta a Fanpage.it la sua esperienza: “Questo percorso – spiega – ce l’hanno imposto, non abbiamo avuto nessuna scelta sul tipo di corso”. Luca parla di una esperienza “non formativa, ma solo lavorativa in cui facciamo i centralinisti”. Lo studente spiega anche come funziona il suo lavoro quotidiano: “Questa società per cui lavoriamo ha creato una piattaforma online, una sorta di Amazon per gli architetti in cui vengono messi i progetti di ognuno di loro. La piattaforma si prende una percentuale su ogni lavoro portato a termine, la società prende il 30%. Noi dobbiamo chiamare tutti gli architetti e chiedere le loro mail a cui inviare il link di questa piattaforma, abbiamo un database infinito di architetti di tutta Italia da contattare”.

Il clima sul lavoro è molto pesante: “Ci trattavano come veri e propri dipendenti”, spiega riportando alcune delle frasi dette dai tutor: “Io sono il tuo capo, fai quello che dico io”. C’è soprattutto un tutor, secondo Luca, che ha “la battuta troppo facile e dice frasi fuori contesto”. Un esempio? “Questo è il lavoro che farete nella vostra vita” o “il lavoro rende liberi”. Una “frase antisemita”, come sottolinea Luca. L’unica nota positiva è che dopo la manifestazione nazionale del 13 ottobre contro l’alternanza scuola lavoro “sono diventati leggermente più buoni e hanno cominciato a fare dei brevi percorsi di formazione”. “Il clima ora è meno ostile – racconta ancora Luca – abbiamo più pause, si sentono meno battutine”. L’obiettivo ora è quello di “chiudere la convenzione e non offrire più forza lavoro gratuita come sta accadendo ora”, per evitare inoltre che altri studenti in futuro si trovino di fronte a una situazione come quella di molti ragazzi del liceo.

La testimonianza di Cecilia: ‘Attività non consona ai nostri percorsi’
Un’altra ragazza al quinto anno di liceo, Cecilia, spiega che a fine turno “ricevevamo un questionario da riempire in cui inserire il numero di chiamate effettuate e quello di indirizzi mail acquisiti”. Il lavoro è sembrato da subito “strano” ai ragazzi: “L’attività non ci sembrava né consona all’indirizzo di studi né che rientrasse nelle direttive del ministero”. Nei primi giorni, inoltre, ci sono state “un po’ di controversie perché ci hanno detto che non potevamo mangiare né fare pause. In realtà non è mai successo perché abbiamo fatto entrambe le cose lo stesso”.

Una volta denunciata a scuola questa difficile situazione, gli studenti hanno avuto il supporto dei professori: “Si sono mostrati molto sorpresi e rammaricati e hanno cercato di darci una mano sia nello studio che in questa vicenda. In fondo noi lavoriamo gratuitamente per un’azienda privata che ci guadagna senza darci nulla di formativo in cambio”. Però Cecilia ammette di aver lasciato dopo la prima settimana il suo percorso, e come lei anche altri ragazzi. “La preside della scuola ha comunque avuto una reazione più concreta” dopo i primi giorni per cercare di “far convalidare le ore” svolte fino a quel momento. “L’azienda – spiega ancora Cecilia – sta facendo firmare un foglio dove dichiarano che chi vuole può continuare e chi vuole può lasciare, ma che comunque queste ore verranno convalidate”. In ogni caso, la dirigente scolastica “sicuramente è dalla nostra parte – assicura la ragazza – però la situazione è un po’ difficile, lei focalizza l’attenzione su come veniamo trattati, ma non sul tipo di lavoro in sé che non è formativo”.

C’è poi un altro aspetto controverso, quello dell’ex docente che fa parte dell’azienda: “Faceva parte dell’organico di potenziamento”, sottolinea Cecilia, che spiega: “Effettivamente non faceva parte dell’organico dei professori però lavorava a scuola nostra come organico di potenziamento”. A scoprirlo sono stati proprio gli studenti: “Ci siamo insospettiti noi ragazzi perché il cognome era uguale e in vari fogli abbiamo visto che la proprietà della società è divisa tra loro due che sono fratelli. Quindi ci guadagna anche lui” in tutta questa vicenda, conclude Cecilia ammettendo di avere qualche dubbio su questo aspetto della questione.

tratto da: https://roma.fanpage.it/gli-studenti-nel-call-center-per-l-alternanza-scuola-lavoro-maltrattati-per-fare-i-centralinisti/

Quando deve essere un “saltimbanco” a farci aprire gli occhi – Maurizio Crozza e la vergognosa verità sull’alternanza scuola-lavoro di Renzi: Studenti messi a lavare i cessi, serve a far accettare la schiavitù! Giovani sfruttati per fare un regalo ai loro amici industriali!

Maurizio Crozza

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Quando deve essere un “saltimbanco” a farci aprire gli occhi – Maurizio Crozza e la vergognosa verità sull’alternanza scuola-lavoro di Renzi: Studenti messi a lavare i cessi, serve a far accettare la schiavitù! Giovani sfruttati per fare un regalo ai loro amici industriali!

Fedeli vuoi insegnare qualcosa ai mostri figli? Insegnagli questo: il lavoro VA PAGATO SEMPRE!

 

Guarda QUI il fantastico video di Maurozio Crozza

 
Come spesso accade nel mondo dei mass media governato dal minculpop del liberismo, tocca ad un uomo di spettacolo dire ciò su cui tacciono esimi professori, luminari vari, grandi firme dell’informazione della cultura. Nella sua trasmissione Maurizio Crozza ha detto la verità su quella vergogna immorale, oltre che incostituzionale, che è l’alternanza scuola lavoro.

A cosa serve mandare i giovani a lavorare per centinaia di ore nelle biblioteche come nei McDonald, negli uffici come magazzini? Semplice, serve ad insegnare loro che chi vorrà in futuro un posto di lavoro, dovrà ottenerlo accettando la schiavitù della prestazione gratuita. E non per poco tempo, il minimo di ore che uno studente delle scuole superiori deve realizzare è 200 – i licei – il massimo è 400 – gli istituti professionali. Se questo lavoro venisse retribuito con i voucher, cioè con le più infame delle remunerazioni, ogni studente dovrebbe ricevere dai 1500 ai 3000 euro. Questo è il furto materiale che i giovani subiscono grazie ad una legge dello stato. Ma il danno più grave è quello alla dignità, e questo non è commensurabile.

Abituare i giovani a lavorare gratis significa addestrarli ad un apprendistato di sfruttamento. Significa dire loro che quando entreranno nel mercato del lavoro, lo dovranno fare con la propria assoluta disponibilità, altro che contratti, leggi, diritti.

Significa insegnare ai giovani che i diritti di cittadinanza, la dignità della persona, la libertà, sono valori astratti, che nulla hanno a che vedere con ciò che accade nel lavoro. Dove invece bisogna solo servire.

Ed è la scuola pubblica, quella che dovrebbe reggersi sui principi della Costituzione fondata sul lavoro, che stravolge i suoi stessi fondamenti e quelli della nostra società, rifondandosi sul lavoro gratuito. La scuola dell’alternanza col lavoro gratis è una macchina della disedeucazione, è una formazione a rovescio, che insegna l’inevitabilità del male e come adattarsi ad esso.

Del resto tutta la riforma beffardamente chiamata la buona scuola ha un solo scopo: asservire la pubblica formazione ai peggiori interessi e persino istinti del mercato.
Crozza è un grande comico, ma la sua interpretazione della tremenda ministra Fedeli e le sue parole sul lavoro gratis non fanno ridere, fanno indignare. Ci vuole una lotta senza quartiere contro tutti i mascalzoni che stanno distruggendo la scuola pubblica, così come hanno demolito i diritti del lavoro.

PS: ora c’è anche un grave incidente sul lavoro. A La Spezia un ragazzo di 17 anni di un istituto professionale si è rotto le gambe mentre guidava un muletto in una fabbrica. È chiaro che alternanza scuola lavoro è legge criminale?

di Giorgio Cremaschi

Un grande, geniale, fantastico Maurizio Crozza imita la Fedeli: “Cosa sta succedendo nelle nostre università? E che ne so, chi c’è mai stata?”

 

Maurizio Crozza

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Un grande, geniale, fantastico Maurizio Crozza imita la Fedeli: “Cosa sta succedendo nelle nostre università? E che ne so, chi c’è mai stata?”

Nel corso della puntata di venerdì scorso di Fratelli di Crozza, il comico genovese si è cimentato anche nella ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.

A fondo pagina potete vedere il video.

Di seguito la trascrizione:

Buonasera Ministro Fedeli, buonasera Ministro.

Riesco a dirle di chiamarmi Ministra? O le è troppo difficile?
Dunque io avevo due diplomi, uno da perito meccanico e uno da assistente cuoca. Poi nel ’90 è uscita una legge che si potevano equiparare una laurea in medicina vascolare ma io non ho fatto la domanda e questo è tutto. Passiamo ad altro.
Io mi sono assunta la responsabilità come donna, come femminista e anche come specializzanda in biologia molecolare. Si, perché una volta ho trovato della muffa nel formaggio e poi nel 1990, nel ’90 potevo equipararlo ad una laurea ma non l’ho fatto e me ne assumo la responsabilità.
Io sono una donna determinata. Non ho dato la colpa allo staff come fanno gli altri politici. Non è forse buona politica questa? Potevo dire che quelli dello staff sono una manica di stronzi, perché la colpa è loro, ma non l’ho fatto. Basta, la storia è chiusa. Andiamo avanti. Andiamo oltre.
Riesco a dirle di chiamarmi Ministra?

Ministra riusciamo a parlare della notizia di questi giorni, ci dice cosa sta succedendo nell’università italiana?

E chi c’è mai stata all’università.
Guardi io mi assumo la responsabilità, non do la colpa a nessuno, del mio staff perché sono tutti laureati, perché nel ’90 è uscita una legge che se studiavi ti laureavi. Ma io non ho mai fatto domanda. Basta, storia chiusa. Andiamo avanti. Riesco a dirle di chiamarmi Buona Politica?

Senta, tra i professori universitari coinvolti nello scandalo, c’è però anche un ex ministro, no?

Eh… Vede cosa succede ad avere ministri laureati. Io nel mio piccolo sono la dimostrazione vivente che si può essere una buona ministra anche con una semplice licenza media truccata.

No aspetti, ha truccato anche la licenza media?

Ma non do la colpa allo staff. Anche perché non erano ancora nati. Storia chiusa, andiamo avanti.

Senta Ministra, ma è vero che ha proposto di consentire l’uso degli smartphone in classe? E perché lo ha fatto?

B. Perché ai miei tempi, se avessi avuto lo smartphone in classe, magari avrei finito le elementari anche io. Purtroppo le ho fatte prima della legge del ’90 che equiparava l’asilo alle elementari e non ho fatto domanda, perché sono determinata cosi. Riesco a dirle di chiamarmi Equiparata?

Ma un anno in meno alle medie e al liceo, ad esempio, perché lo ha proposto?

Perché quello che si fa in 5 anni lo si può anche fare in 4. Io lo dico, ne ho fatti 20 in 1. Andiamo avanti, guardiamo oltre. Mi può chiamare 20 in 1?

Senta, ma tra 6 mesi cambierà il governo, cosa crede di fare dopo la sua esperienza da ministra?

Ah, grazie. Io il primo anno di materna ho fatto un volo dalle scale. Bé, siccome nel ’90 è uscita una legge che la equiparava ad un brevetto di volo, pensavo di fare il pilota di boing. Riesco a dirle di chiamarmi Comandante?”

Guarda il video: