Il mistero della mozione contro il governatore di Bankitalia Visco: la firma è di tal Silvia Fregolent che di questioni bancarie non capisce una mazza, ma è una “boschiana” di ferro. L’ipotesi più accreditata? Scritta dallo staff della Boschi!

 

Visco

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Il mistero della mozione contro il governatore di Bankitalia Visco: la firma è di tal Silvia Fregolent che di questioni bancarie non capisce una mazza, ma è una “boschiana” di ferro. L’ipotesi più accreditata? Scritta dallo staff della Boschi!

 

Bankitalia accusa: mozione anti Visco scritta dalla Boschi

Fonti di Palazzo Koch indicano nello staff del sottosegretario di Palazzo Chigi il responsabile della stesura del testo.

La mozione parlamentare contro il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, presentata alla Camera martedì scorso dal Pd, sarebbe stata scritta dallo staff giuridico del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena #Boschi. Ad affermarlo sono fonti interne alla Banca d’Italia, rigorosamente mantenute anonime, che oggi il giornalista Marco Palombi riporta sul Fatto Quotidiano. Ma a contribuire a far puntare il dito dell’opinione pubblica contro il presunto conflitto di interessi della famiglia Boschi nella intricata vicenda Banca Etruria-Vigilanza di bankitalia è anche un articolo apparso ieri, 20 ottobre, sul Corriere della Sera, in cui si parla di come #Viscoavesse segnalato a più riprese le “molte anomalie” della banca aretina di cui Pier Luigi Boschi, padre di Meb, è stato anche vicepresidente.

Una “vendetta per Banca Etruria”, sostengono le anonime gole profonde di Palazzo Koch, così come aveva già dichiarato il senatore di Mdp Miguel Gotor.

Le accuse di Bankitalia contro la Boschi

Dunque, secondo quanto scritto da Marco Palombi sul quotidiano diretto da Marco Travaglio, la mozione contro Ignazio Visco sarebbe stata scritta dal Giglio Magico di Maria Elena Boschi per “vendetta” dopo quanto era successo con Banca Etruria. I boschiani non avrebbero perdonato al governatore di Bankitalia le sue responsabilità nel fallimento della banca aretina, di cui babbo Boschi (multato due volte da Visco e una dalla Consob) arrivò addirittura a ricoprire il ruolo di vicepresidente nel 2015. Le fonti anonime di Palazzo Koch ricordano tutti gli atti compiuti dalla Boschi (quando era ministro per le Riforme del governo Renzi) per cercare di salvare la banca dove, oltre al padre, lavorava anche il fratello Emanuele.

E poi aggiungono: “E ora è arrivata la mozione, basta vedere dove è stata scritta”.

La ricostruzione dei fatti

Per rispondere alla domanda di cui sopra è necessario ricostruire i concitati fatti che hanno portato alla presentazione della mozione anti Visco. Prima firmataria dell’atto votato dal parlamento martedì 17 ottobre è la deputata Pd Silvia Fregolent. La Fregolent, che non si sarebbe mai occupata nella sua carriera di questioni inerenti Bankitalia e non avrebbe le competenze necessarie, viene descritta come una boschiana di ferro. E dunque, si chiedono in molti, chi ha scritto veramente la mozione? L’ufficio legislativo del Pd alla Camera (teoricamente responsabile di questi temi), presieduto dall’orlandiano Andrea Martella, nega ogni coinvolgimento attraverso non meglio precisate “fonti interne”. E nessun organismo ufficiale, come la direzione Pd o i gruppi parlamentari, ha mai discusso il contenuto della stessa.

Mozione scritta dallo staff della Boschi?

Infine, il sottosegretario al Tesoro Pier Paolo Baretta, secondo “fonti di governo” avrebbe avuto la possibilità di visionare il testo anti Visco solo intorno alle tre del pomeriggio del 17 ottobre, in tempo per limare i passaggi più duri ma non per evitare la messa al voto.

Il punto fondamentale, però, è che la mozione non è giunta a Baretta per mano del capogruppo Dem Ettore Rosato, ma direttamente da Palazzo Chigi, luogo dove risiede lo staff della Boschi, attraverso una email. I numerosi indizi raccolti portano le fonti interne a Bankitalia ad affermare con certezza che “sono loro ad aver scritto la mozione”.

Etruria, altra bomba. “La Boschi non fu l’unico ministro che si mosse…”

Etruria

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Etruria, altra bomba. “La Boschi non fu l’unico ministro che si mosse…”

 

Il caso-Boschi divampa, sui giornali e nelle aule parlamentari, ma intanto viene fuori che l’allora ministro delle Riforme non fu l’unica che probabilmente si mise in azione per provare a salvare quella banca a cui vertici sedeva il papà. Dopo le rivelazioni di Ferruccio De Bortoli, nel suo libro “I poteri forti (o quasi”, nel quale dà conto di richieste della Boschi all’allora amministratore di Unicredit, Ghizzoni, affinché acquisisse Etruria, oggi La Stampa racconta che nelle settimane che precedettero il commissariamento dell’istituto di credito toscano, un altro influente membro del governo chiese alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) di valutare un intervento in favore della banca aretina.

Lo scoop della “Stampa”: “Un ministro chiese di salvare Etruria”

Secondo il quotidiano torinese, agli inizi del 2015 un alto esponente del governo guidato allora da Matteo Renzi contattò i vertici di Bper e chiese la disponibilità della popolare modenese a intervenire in favore di Banca Etruria. “Quello stesso giorno e il successivo l’episodio viene riportato ad alcuni ex esponenti aziendali di Etruria, ai quali i vertici di Bper erano legati da una lunga consuetudine in virtù anche della comune appartenenza alla galassia delle banche popolari. D’altra parte, proprio Bper era stata una delle candidate a prendersi Etruria, della quale conosceva benissimo sia le potenzialità che i problemi, spiega una delle fonti interpellate. L’ultimo tentativo risaliva a qualche mese prima, quando la pressione di Bankitalia per aggregare Etruria si era fatta più forte ma Bper aveva dovuto lasciare il passo alle insistenze della Popolare di Vicenza di Gianni Zonin, preferita da via Nazionale, che tra maggio e giugno sembrava pronta a lanciare un’opa poi mai concretizzata”, scrive La Stampa.

«Nessuna pressione per Etruria, ma solo l’esame del dossier»

Niente pressioni, ma guardammo il dossier Etruria, commentano oggi vertici della Popolare. Ma il caso Boschi-Bortoli si inserisce perfettamente in questa ricostruzione, su cui il quotidiano di Torino fornisce anche altri dettagli: “Lorenzo Rosi, presidente di Etruria dal 2014 fino al commissariamento, avrebbe incontrato Ghizzoni per sottoporre una possibile acquisizione da parte di Unicredit. Rosi, tramite il suo legale, conferma l’incontro ma lo retrodata di qualche settimana – a novembre e non a gennaio – e lo colloca presso la sede di Unicredit in piazza Gae Aulenti. Qualche giorno prima, il 5 novembre, la Boschi aveva partecipato alle celebrazioni dei 15 anni di Unicredit. A combinare l’appuntamento tra Rosi e Ghizzoni, si spiega, sarebbe stata Mediobanca, allora consulente di Etruria (da agosto 2014) per la trasformazione in spa e per la ricerca di un partner”. Mediobanca, però, fa sapere di «non aver avuto nessun ruolo nell’incontro e di non esserne stata a conoscenza».

Il 20 gennaio del 2015 poi il governo Renzi annuncia la riforma delle banche popolari con l’obbligo di trasformazione in spa. Etruria, già da tempo, aveva deciso di anticiparla trasformandosi in società per azioni.

 

fonte: http://www.secoloditalia.it/2017/05/etruria-altra-bomba-la-boschi-non-fu-lunico-ministro-che-si-mosse/

 

Sul nuovo scandalo Boschi-Unicredit perchè Ghizzoni non chiarisce tutto? Segreto bancario? Non facciamoci prendere in giro: è semplice, violerebbe il segreto se confermasse, non se smentisse… E allora?

Ghizzoni

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Sul nuovo scandalo Boschi-Unicredit perchè Ghizzoni non chiarisce tutto? Segreto bancario? Non facciamoci prendere in giro: è semplice, violerebbe il segreto se confermasse, non se smentisse… E allora?

 

La Boschi ha davvero chiesto a Federico Ghizzoni, all’epoca amministratore delegato di Unicredit, di acquisire Banca Etruria?

Sarebbe la prova del suo conflitto di interesse. Sarebbe la prova delle sue ingerenze nello scandalo banche. Sarebbe soprattutto la prova che ha detto sempre menzogne.

Ma per il momento a sostenerlo è solo Ferruccio De Bortoli. Che fa nomi e cognomi dall’alto della sua professionalità e serietà, ma che non prova quello che dice.

Insomma è la parola di De Bortoli contro quella della Boschi (Oddio, la parola di una che dichiara pubblicamente che in caso di sconfitta al referendum si sarebbe ritirata dalla politica per poi incollare il culo alla prima poltrona che le hanno offerto… ma questa è solo un’illazione).

Dicevamo, solo la parola di De Bortoli contro quella della Boschi…

Ma forse no. C’è anche la parola di Ghizzoni.

E per chi non è del tutto stupido, Ghizzoni ha già detto TUTTO.

Sì, ha già detto chiaramente TUTTO

Un Banchiere serio mantiene il segreto. Si chiama segreto bancario, giusto?

Ma Ghizzoni violerebbe il segreto se confermasse i rapporti avuti con la Boschi.

Quale segreto, invece, svelerebbe se smentisse? Nessuno, potrebbe farlo tranquillamente…

E allora?

Nessuna smentita…

Capite allora perchè Ghizzoni, proprio col suo silenzio, ha già detto TUTTO?

By Eles