Fiorella Mannoia: “Cuba ha un embargo che dura da 60 anni e sono tutti d’accordo. Erdogan sta massacrando un popolo e nessuno se ne importa … poi dice che uno deve credere nella politica” – Come dargli torto?

 

 

Fiorella Mannoia

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Fiorella Mannoia: “Cuba ha un embargo che dura da 60 anni e sono tutti d’accordo. Erdogan sta massacrando un popolo e nessuno se ne importa … poi dice che uno deve credere nella politica” – Come dargli torto?

 

Fiorella Mannoia contro il menefreghismo dell’occidente sui massacri di Erdogan: “traccheggiano, ci pensano, tentennano” ma non fanno niente di niente.

Per molto meno tutti daccordo da 60 anni per l’embargo a Cuba (mica si può dare un dispiacere ai boss della mafia politica mondiale americani)…

Ovviamente tante cose Fiorella non le ha scritte. Ma in poche parole ha detto tutto:

“Cuba ha un embargo che dura da 60 anni e sono tutti d’accordo. Ma con Erdogan che sta massacrando un popolo traccheggiano, ci pensano, tentennano… poi dice che uno deve credere nella politica”

 

La tragedia del popolo curdo per il capriccio di un estremista di destra miliardario

 

popolo curdo

 

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

La tragedia del popolo curdo per il capriccio di un estremista di destra miliardario

In questi giorni, nel pieno della tragedia del popolo curdo, tornano in mente le immagini di Nadia Murad che con altri attivisti venne ricevuta da Trump nello Studio Ovale.

Ricordate Nadia Murad, la ragazza yazida fatta prigioniera e schiava dall’Isis che nel 2018 per il suo grande impegno sui diritti umani ha ricevuto il premio Nobel per la pace?

In questi giorni, nel pieno della tragedia del popolo curdo, tornano in mente le immagini di Nadia Murad che con altri attivisti venne ricevuta da Trump nello Studio Ovale.

Bisognerebbe rivedere quelle immagini, che all’epoca suscitarono numerose polemiche, per vedere come Trump disinformato e annoiato sentisse senza provare alcuna empatia quei racconti dell’orrore e interloquisse senza avere la minima cognizione di quale fosse stato il dramma degli yazidi e dei grandissimi problemi che questa comunità continuava ad avere nell’Iraq “liberato” dallo Stato islamico.

Quel video rappresenta in maniera tristemente perfetta il tristo figuro che è alla Casa Bianca, dai capricci del quale dipende la vita o la morte di tante persone. Ed è solo rivedendo quel video con Nadia Murad che si comprende fino in fondo perché una mattina quell’estremista di destra si sia svegliato e abbia deciso, con motivazioni ridicole, di dare in pasto a Erdogan un intero popolo.

(NOTA: i video con sottotitoli in Italiano sono tutti soariti dal web)

Erdogan che da tempo premeva e che aveva detto in tutti i modi che avrebbe voluto le mani libere per dare vita a una pulizia etnica contro quelli che impropriamente definisce terroristi.

Ma il miliardario xenofobo della Casa Bianca, senza curarsi delle sofferenze che avrebbe provocato, all’improvviso si è messo a farneticare di stupide guerre tribali (per un razzista come lui i curdi e gli arabi sono morti di serie B) e del mancato aiuto della Nazione curda ai tempi dello sbarco in Normandia.

Oggi i frutti del capriccio del padrone che da riccastro è abituato solo a dare ordini senza ascoltare nessuno, li rivediamo nei volti dei bambini uccisi, delle attiviste per i diritti umani barbaramente giustiziate, delle donne passate per le armi dalle bande di mercenari jihadisti al soldo di Ankara, degli anziani sventrati dalle bombe e di 300mila disperati che sono in fuga e hanno perso tutto.

Va detto e ripetuto: questa catastrofe umanitaria per il capriccio di un mezzo fascista xenofobo, lo stesso che si inebria e si vanta delle sofferenze inflitte ai migranti del Sud America e che separa i bambini dai genitori.
Continuerà a vivere nelle sue residenze dorate e nel lusso che mortifica la ragione mentre famiglie intere sono nella polvere, quando non già sottoterra per colpa sua.

Non ci sarà mai alcun tribunale internazionale che lo condannerà per questi crimini contro l’umanità.

Ma di fronte alla storia e di fronte all’umanità le sue responsabilità sono già acclarate. Dietro ogni bambino morto nel Rojava c’è il suo ghigno. Non ce lo dimenticheremo, né ora né mai.

 

 

fonte: https://www.globalist.it/intelligence/2019/10/14/la-tragedia-del-popolo-curdo-per-il-capriccio-di-un-estremista-di-destra-miliardario-2047617.html

Il PD in piazza contro la vendita di armi alla Turchia? – Caro Pd non c’è bisogno di protestare, basta applicare la legge: Legge 185 del 1990 – “L’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato”

 

Turchia

 

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Il PD in piazza contro la vendita di armi alla Turchia? – Caro Pd non c’è bisogno di protestare, basta applicare la legge: Legge 185 del 1990 – “L’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato”

Da Fanpage:

Caro Pd, non vuoi vendere armi alla Turchia? Applica la legge, senza scendere in piazza

C’è una legge, la 185 del 1990, che dice: “L’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono altresì vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”. Ecco un primo passo per fare qualcosa di concreto contro l’attacco della Turchia ai territori curdi.

Forte il PD. Scende in piazza in difesa dei curdi per chiedere al governo (quindi al PD) di intervenire contro la Turchia in difesa dei curdi. In questo banalissimo gioco di annullare qualsiasi distanza tra popolo e istituzioni scendere per strada è visto come sintomo di vitalità politica, come se il partito a cui dovremmo affezionarci debba avere il pregio di essere come noi e non migliore di noi e con più strumenti a disposizione. Sulla vicenda dell’aggressione di Erdogan ai territori curdi (e badate bene che chiamarla “aggressione” dalle parti del sultano turco costa più o meno la galera) escono tutte le cinquanta sfumature di indignazione tipiche italiane: si convoca l’ambasciatore, si prepara qualche meme sui social, ci si dimentica volutamente degli errori passati, si inventa qualche hashtag funzionale, si fruga tr le foto che possano accendere empatia e si chiede sempre a altri di intervenire.

Eppure per dare un segnale a Erdogan e alla sua irresponsabile violenza travestita da missione di pace basterebbe applicare la legge, sì sì la legge italiana, che dice chiaramente (legge 185/1990)«L’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono altresì vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere». È già lì, bell’e scritta, pronta solo per essere usata. Usata come ha già fatto la Germania (la Germania che qualcuno continua a descrivere come sempre in bilico per non urtare i poteri forti), come ha fatto l’Olanda e come ha deciso la Norvegia.

Sia chiaro: interrompere l’esportazione di armi non è certo la soluzione definitiva a un problema molto più ampio (che forse nasce con la folle idea dell’Europa di poter normalizzare Erdogan pur di fungere da tappo nell’immigrazione) ma sarebbe un primo concreto passo verso una presa di posizione che sia qualcosa di più di semplice sdegno social e su carta bollata. Sarebbe anche una risposta “di legge” a un atto violento, illegale e irrispettoso dei diritti umani: cosa c’è di meglio di poter agire coperti dalla legge? Appunto.

Come dice chiaramente una nota di Rete Disarmo: “La Turchia è da molti anni uno dei maggiori clienti dell’industria bellica italiana e che le forze armate turche dispongono di diversi elicotteri T129 di fatto una licenza di coproduzione degli elicotteri italiani di AW129 Mangusta di Augusta Westland. “Negli ultimi quattro anni l’Italia ha autorizzato forniture militari per 890 milioni di euro e consegnato materiale di armamento per 463 milioni di euro” sottolinea Vignarca. In particolare nel 2018 sono state concesse 70 licenze di esportazione definitiva per un controvalore di oltre 360 milioni di euro. Tra i materiali autorizzati: armi o sistemi d’arma di calibro superiore ai 19.7mm, munizioni, bombe, siluri, arazzi, missili e accessori oltre ad apparecchiature per la direzione del tiro, aeromobili e software.”

E forse sarebbe anche più facile credere alla sincerità dello sdegno. No?

fonte: https://www.fanpage.it/politica/caro-pd-non-vuoi-vendere-armi-alla-turchia-applica-la-legge-senza-scendere-in-piazza/
http://www.fanpage.it/

Ezio Bosso: “Donald Trump è umanamente imbarazzante”

 

Ezio Bosso

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Ezio Bosso: “Donald Trump è umanamente imbarazzante”

Ezio Bosso intervistato da Diego Bianchi a Propaganda Live: “La dichiarazione di Trump sui Curdi? Il problema è il linguaggio perennemente aggressivo. Trovo tutto umanamente imbarazzante. Il problema è che uno degli uomini più potenti del mondo basa la realtà su questo noi dovremmo reagire al contrario” 

Ospite a Propaganda Live, il maestro Ezio Bosso ha avuto una lunga conversazione con Diego Bianchi, commentando la scena attuale mondiale e italiana. L’intervista è partita ovviamente dalla situazione curda, precisamente dalla frase di Trump che ha detto che “I curdi non hanno aiutato gli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale”.

“Che cosa si può dire” ha detto Bosso, “Trump è umanamente imbarazzante. Se l’uomo più potente del mondo dice una cosa del genere, se questa è la sua realtà, noi come dovremmo reagire. Questa è un’evidente sciocchezza, una corbelleria da ragazzini. Stiamo parlando della guerra, dovremmo parlare di come fare per far sì che quelle persone non vengano massacrate. Non dovremmo parlare di Trump, eppure è lui che parla, lui che ha un seguito, lui che dice cose del genere”.

Bosso ha poi condiviso il suo pensiero sui social network: “La capacità di sintesi del tweet è diventata una forma di aggressione. Se si parla per slogan, l’elettorato si trasforma in tifoseria, e io ho una paura tremenda delle tifoserie. Non si ascolta più, è un continuo parlarsi addosso. Lo scontro verbale non mi interessa, perché non è più uno scontro, sono due muri che si incontrano. Lo schermo è diventato un muro, e fa paura, su internet succede di tutto, tutto parte da una frase e non dal suo contenuto”.

Erdogan dà il via all’invasione: è iniziato il massacro dei curdi – Ma a noi occidentali, ancora una volta, non ce ne frega niente!

 

 

massacro dei curdi

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Erdogan dà il via all’invasione: è iniziato il massacro dei curdi – Ma a noi occidentali, ancora una volta, non ce ne frega niente!

Erdogan dà il via all’invasione da terra: il massacro dei curdi sempre più grave

I bombardamenti si sono verificati nella notte nella località di Ayn Issa, lungo il confine tra Turchia e Siria, e nella località di Minnagh, tra Aleppo e la frontiera turca. éesante il bilancio delle vittime.

Dopo un pomeriggio di bombaramenti, la Turchia ha avviato anche l’operazione di terra contro le Forze democratiche siriane nel nord della Siria.

Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Ankara.

“Le Forze armate turche – si legge in un tweet del ministero della Difesa – e l’Esercito nazionale siriano hanno lanciato un’operazione di terra a est del fiume Eufrate nell’ambito dell’operazione ‘Fonte di pace'”.

In poche ore 15 vittime, soprattutto civili

Almeno 15 persone sono rimaste uccise nell’offensiva aerea e terrestre lanciata dalla Turchia nel nordest della Siria. Tra le vittime, secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, ci sarebbero otto civili, di cui due bambini. Secondo la ong, sette combattenti delle Forze democratiche siriane ed altre 28 persone sono rimaste ferite.

L’inizio delle operazioni contro i curdi nel pomeriggio

Con un tweet il Presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha annunciato l’inizio dell’operazione militare contro le forze curde del nord est della Siria. Il massacro dei curdi ha avuto ufficialmente inizio, mentre il mondo osserva impotente e Donald Trump volta le spalle ai suoi ex alleati contro l’Isis. Clamorosamente, l’operazione si chiama #PeaceSpring, Primavera di Pace.
“Caccia turchi hanno lanciato raid su aree civili. C’è grande panico fra la popolazione nella regione”, ha twittato un portavoce dei combattenti curdi nel nord della Siria. I raid dei jet turchi sull’area di Ras al-Ayn sono confermati anche da fonti militari di Ankara, che sostengono di prendere di mira obiettivi delle forze curde dell’Ypg.

Diverse esplosioni sono avvenute nella località siriana di Ras al-Ayn, alla frontiera con la Turchia, nell’area in cui è iniziata l’operazione militare turca contro le forze curde. Lo riferiscono le tv locali, mostrando le immagini di una fitta coltre di fumo che si leva dalla parte siriana del confine.

Questa mattina cinquemila i soldati delle forze speciali turche erano pronti a entrare nel nord-est della Siria per l’annunciata operazione militare contro le milizie curde dell’Ypg. Lo riportano media locali, secondo cui i militari delle brigate commando sono schierati al confine con decine di convogli di blindati.

Le autorità curdo-siriane annunciano una mobilitazione e allerta generali in tutto il Nord-Est siriano per difendersi dalle “minacce dell’esercito turco e dei suoi mercenari di attaccare la regione frontaliera siriana nord-orientale”.

Intanto l’Isis ha rivendicato una serie di attacchi compiuti contro forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui lo ‘Stato islamico’ ha ammesso tramite i suoi canali sui social network la responsabilità di attacchi compiuti nelle ultime 24 ore contro basi e postazioni curde e Raqqa e nella città di Tabqa, sull’Eufrate.

I militanti curdi dell’Ypg hanno due opzioni: ‘possono disertare oppure noi dovremo fermarli dall’interrompere i nostri sforzi di contrastare l’Isis’. Parlando dell’imminente offensiva oltreconfine che sta preparando, la Turchia fa sapere che proseguono i trasferimenti verso la frontiera.

Le forze armate di Ankara, infatti, non hanno ancora attraversato il confine turco-siriano.

Ma, sottolinea il capo della comunicazione della Presidenza di Ankara, Fahrettin Altun, “l’esercito turco, insieme all’Esercito siriano libero, attraverserà a breve il confine turco-siriano”.

“I militanti (curdi) dell’Ypg hanno due opzioni: possono disertare oppure noi dovremo fermarli dall’interrompere i nostri sforzi di contrastare l’Isis”, ha aggiunto Altun, che ha pubblicato sul Washington Post un commento per esprimere il punto di vista del governo di Recep Tayyip Erdogan sull’imminente offensiva oltre confine. “Il mondo deve sostenere il piano della Turchia per la Siria nordorientale”, è il titolo del suo editoriale sul quotidiano americano.

Intanto, citando fonti locali, l’Osservatorio nazionale diritti umani in Siria fa sapere che una serie di raid di artiglieria sono stati compiuti dalla Turchia nelle ultime ore su basi curdo-siriane nel nord della Siria, a est e a ovest dell’Eufrate.

L’Osservatorio precisa che i bombardamenti di artiglieria si sono verificati nella notte nella località di Ayn Issa, lungo il confine tra Turchia e Siria, e nella località di Minnagh, tra Aleppo e la frontiera turca.

 

 

fonte: https://www.globalist.it/politics/2019/10/09/lo-sterminio-dei-curdi-e-iniziato-erdogan-ha-dato-il-via-all-operazione-peace-spring-2047416.html

Afrin, i racconti dell’orrore: ragazze rapite e stuprate dai jihadisti filo-turchi, mentre l’occidente si gira dall’altra parte!

Afrin

 

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Afrin, i racconti dell’orrore: ragazze rapite e stuprate dai jihadisti filo-turchi, mentre l’occidente si gira dall’altra parte!

Afrin, i racconti dell’orrore: ragazze rapite e stuprate dai jihadisti filo-turchi

Stando alle testimonianze dai media curdi nella città occupata continuano violenze, furti e vessazioni

L’accusa è di quelle pesanti e, seppur con le difficoltà del caso, sembra proprio che le denunce dei curdi siano fondate: le bande jihadiste pagate da Ankara si stanno macchiando di veri e propri crimini di guerra contro donne e ragazze di Afrin.
Qualcosa che ricorda le violenze subite dalle donne yazide quando le loro terre furono invase dallo Stato Islamico.
Ora le violenze obbediscono anche all’obiettivo politico di ripulire dai curdi l’intera area e ‘sterilizzare’ un popolo che la Turchia non vuole ai propri confini.
Nei primi giorni dopo l’occupazione della città di Afrin sono stati denunciati e documentati i saccheggi delle case e dei negozi. O l’abbattimento di statue o simboli dell’identità curda.
Ma adesso, secondo le denunce, dozzine di ragazze e donne sono state rapite dopo l’occupazione cominciata il18 marzo. Donne che sono segregate in case del centro della città e che sono sottoposte a sistematiche aggressioni sessuali da parte di soldati turchi e delle milizie jihadiste loro alleate che si sono riunite sotto la bandiera del Libero esercito siriano.
Stando alle testimonianze riportate dai media curdi un testimone residente nel quartiere di Mahmudiya i miliziani “sono entrati nelle nostre case e hanno preso tutti i nostri preziosi oggetti dal giorno in cui sono arrivati. Hanno portato via tutto l’oro e il resto caricandolo sui camion. Quindi hanno radunato le persone che si trovavano in città separando uomini e donne in diverse aree. Sentivamo le urla delle donne. Non so cosa abbiano fatto a loro. Ci hanno torturato dicendo che noi eravamo sostenitori dei terroristi, che avrebbero preso tutti i nostri averi e le donne.
Siamo stati rilasciati dopo due giorni senza cibo e acqua, ma alcune ragazze e donne non sono tornate. Sono state portate da qualche altra parte ma non sappiamo dove. Due ragazze di 14-15 anni sono tra quelle che sono state portate via e poi sono scomparse”.
Stando alla testimonianza di una donna rimasta ad Afrin in un solo quartiere ci sono circa 15 ragazze scomparse e hanno un’età compresa tra i 14 e i 20 anni.

tratto da: http://www.globalist.it/intelligence/articolo/2018/04/03/afrin-i-racconti-dell-orrore-ragazze-rapite-e-stuprate-dai-jihadisti-filo-turchi-2022105.html

“Io sto con le combattenti curde che resistono ai jihadisti al soldo di Erdogan”

Erdogan

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

“Io sto con le combattenti curde che resistono ai jihadisti al soldo di Erdogan”

Il sedicente libero esercito siriano promette di tagliare le teste agli atei, esattamente come l’Isis. Le ragazze del Yjp lottano per i diritti civili delle donne.

C’è una un punto che l’opinione pubblica internazionale non ha colto, soprattutto i movimenti femministi a partire dal famoso #metoo. C’è una questione di fondo che noi stesse donna abbiamo trattato con superficialità e un pizzico di maschilismo all’occidentale, e riguarda il conflitto in Siria.
Le combattenti curde dell’Ypj – che rappresentano il 35% del totale, parliamo di circa 15 mila unità- sono state dai media fortemente sessualizzate: le “bellissime eroine”, le “giovani affascinanti che combattono i mostri”, le “moderne Amazzoni”.  
Un po’ è stato fatto anche per rendere interessante ai più una guerra civile che dopo anni aveva assuefatto anche i più sensibili nonostante gli orrori e lo sterminio sistematico di civili inermi. Una donna in divisa, giovane, sorridente e con nei capelli non un velo islamico (che non fa tanto simpatia in occidente) ma un turbante colorato, ha appassionato anche chi non ha mai seguito il giornalismo di guerra. 

 

Quello che ci è sfuggito per colpa di questa fascinazione molto pubblicitaria e non di sostanza è stato che queste soldatesse non lottano solo per la loro nazione, non sono partigiane di un Paese da salvare dall’invasore, non aiutano i loro compagni di battaglia. Semmai il contrario. Hanno dei ruoli in prima linea, decidono le strategie di attacco e difesa e sono affiancate da una unità maschile tra le più femministe al mondo.

 

Loro lottano infatti soprattutto per i diritti civili, per la parità di genere, per degli ideali che pretendono una applicazione nella vita reale.
Una volta sconfitto l’Isis ora queste donne, insieme ai loro compagni dell’Ypg, devono affrontare i jihadisti di Erdogan. Il sedicente libero esercito siriano promette di tagliare le teste agli atei, esattamente come l’Isis. Ora vi è facile comprendere che non si tratta più di una guerra di confini ma di civiltà. Di concetto stesso di libertà, di dignità dell’essere umano e della mente e del corpo delle donne. Le ragazze del Yjp sono le femministe suffragette del ventunesimo secolo, niente salotti e lotta a colpi di hashtag ma fucile in mano. Danno la vita per una esistenza degna di essere vissuta, libera dalla schiavitù di una religione opprimente che concepisce il maschio come padrone della donna. 
Dobbiamo stare con loro. Dalla loro parte. Il loro femminismo è il nostro. Sostenerle anche economicamente, perché la loro vittoria al fronte, il loro sogno di un Kurdistan libero, è anche la nostra rivoluzione, da un maschilismo di cui neppure in Occidente siamo del tutto immuni. 
Erdogan vuole sterminare i curdi e le curde per i valori che questi portano con se. Nulla è più pericoloso di un’idea, nulla è più contagioso di una donna libera in una regione dove le donne valgono la metà degli uomini. Non si tratta solo di confini e di Kurdistan, ma di idee, di visioni opposte del mondo. 
fonte: http://www.globalist.it/world/articolo/2018/03/13/io-sto-con-le-combattenti-curde-che-resistono-ai-jihadisti-al-soldo-di-erdogan-2020947.html