Lunedì ritorna in Tv il Commissario Montalbano – Ci dispiace per Feltri, ma quello che ci ha lasciato Camilleri è immortale – mica come i suoi articoli che saranno cancellati dal tempo come scritte nei cessi degli autogrill…

 

 

Feltri

 

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Lunedì ritorna in Tv il Commissario Montalbano – Ci dispiace per Feltri, ma quello che ci ha lasciato Camilleri è immortale – mica come i suoi articoli che saranno cancellati dal tempo come scritte nei cessi degli autogrill…

 

Come dimenticare il grande pezzo di giornalismo del nostro Vittorio Feltri su Camilleri morente:

“Se muore mi consolerò pensando che finalmente non vedremo più in Tv Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni”…

“Poi quando vedo Montalbano mi viene in mente l’altro Zingaretti, che non è il massimo della simpatia”, ha aggiunto il direttore di Libero

«L’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni almeno quanto suo fratello Zingaretti, segretario del Partito democratico, il peggiore del mondo»

Andrea Camilleri? Non l’ho mai conosciuto, però è chiaro che la sua capacità di applicare criteri matematici ai suoi racconti mi ha sempre sorpreso e ne sono ammirato. Mi dispiace, quando un uomo vecchio muore c’è sempre un certo dolore. Però mi consolerò pensando che Montalbano non mi romperà più i coglioni. Basta, mi ha stancato”. A dirlo senza troppi peli sulla lingua è Vittorio Feltri ai microfoni de I Lunatici su Rai Radio2, dove ha commentato la notizia del ricovero in rianimazione di Andrea Camilleri, colpito da un arresto cardiaco lunedì.

“Poi quando vedo Montalbano mi viene in mente l’altro Zingaretti, che non è il massimo della simpatia – ha proseguito il direttore di Libero -. Questa comunque è una opinione personale e scherzosa, in me Camilleri suscita ammirazione, è un grande scrittore, e bisogna ricordare che la lingua italiana è nata in Sicilia, solo dopo abbiamo adottato quella Toscana. E i siciliani parlano meglio di qualunque altro italiano. E scrivono meglio degli altri italiani”.

…Ci dispiace per Feltri, ma lunedì prossimo riprende in TV la serie de Il Commissario Montalbano…!

Ma la verità è che quello che ci ha lasciato Camilleri è immortale – mica come i suoi articoli, che saranno cancellati dal tempo come scritte nei cessi degli autogrill…

 

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Andrea Camilleri “politico”, da Mussolini a Salvini la sua idea di fascismo

 

Camilleri

 

 

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Andrea Camilleri “politico”, da Mussolini a Salvini la sua idea di fascismo

Lo scrittore Andrea Camilleri, morto oggi dopo un mese di ricovero, ha tentato più volte di spiegare cos’è il fascismo, fenomeno complesso che ha sperimentato in prima persona durante gli anni della guerra. Raccontava spesso un aneddoto divertente in cui era presente il Duce in persona. Mentre negli ultimi tempi lo aveva spesso associato alla politica di Matteo Salvini.

Cos’è il fascismo? Tra gli intellettuali e scrittori che ne hanno dato una spiegazione c’è anche Andrea Camilleri, classe 1925, scomparso di recente, è intervenuto più volte precisando la sua personale visione ed esplicitando il suo personale atteggiamento rispetto agli eventi che si verificarono in quegli anni. Tralasciando i suoi memorabili scontri con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, per spiegare il fascismo raccontava sempre un aneddoto divertente con al centro Raul Radice, critico teatrale del Corriere della Sera che aveva iniziato la sua carriera come redattore di un giornale del ventennio, “L’impero”. Ad amministrare le pubblicazioni fasciste del giornale era proprio il fratello del Duce, Arnaldo Mussolini.

Un giorno Arnaldo Mussolini chiese a Radice di accompagnarlo dal Duce per la relazione mensile sull’andamento delle pubblicazioni. Così entrano nello studio di Benito Mussolini, a piazza Venezia, col giovanissimo Radice nel ruolo di portaborse e col cuore che gli batteva forte. Il duce era chino sulla scrivania a scrivere, fitto fitto. Saluto romano di rito, poi il fratello si mise accanto a Benito, aprì la valigetta con tutti i documenti e glieli porse. Ma questi, prima ancora di scorgerli, esordì: «Arnaldo, da qualche tempo “L’Impero” mi sembra che abbia perduto mordente. Ma che succede?». E il fratello rispose: «Sai, è una cosa molto delicata e pure sgradevole..». «E cioè?» «Beh, sai, la moglie di uno dei due va a letto con l’altro. Il marito l’ha scoperto. Ora i due non si parlano più, e così sta andando un po’ tutto a rotoli». Arnaldo non pronunciò nessun nome, non disse quale dei due era stato tradito. Così Mussolini si chinò, pensoso, e dopo un lungo silenzio alzò lo sguardo, guardò dritto negli occhi il fratello e disse: “Licenzia il cornuto!».

Per Camilleri in quest’unica frase pronunciata dal Duce poteva sintetizzarsi tutto il pensiero fascista.

Camilleri e il fascismo: la lettera al Duce
Eppure, da giovane, ne fu affascinato anche lui. Camilleri aveva appena quattordici anni quando scrisse una lettera al Duce per chiedergli di farlo partire volontario nella guerra in Abissinia. All’epoca, credeva che l’ideologia fascista fosse veramente in grado di modificare il tessuto sociale, apportando delle trasformazioni positive. Presto, però, ne scoprì le menzogne e si distaccò, avvicinandosi al comunismo anni dopo. Come rivelò al Salone del libro di Torino più di quindici anni fa:

Non mi vergogno di essere stato fascista. Sono orgoglioso di essere stato e di essere un uomo di sinistra.

Nel 1943 Andrea Camilleri era in Sicilia. Mentre lo sbarco degli Alleati era alle porte, lui conseguiva la maturità classica senza sostenere esami per via dei bombardamenti. Per lui quel periodo rappresentò un lungo peregrinare in giro per l’isola, sballottato da un luogo all’altro. Tra il 1946 e il 1947 si stabilì ad Enna, perfezionando i suoi studi tra due stanzette prive di riscaldamento. L’esperienza della guerra si portò dietro dei lunghi strascichi che riuscì ad elaborare soltanto in età adulta, comprendendo appieno di cosa si era fatto portatore il fascismo.

Camilleri e il fascismo oggi: lo scontro con Salvini
Sempre in proposito sul tema “fascismo”, negli ultimi tempi Andrea Camilleri si era espresso più volte, utilizzando questo termine per definire l’atteggiamento e la politica del leader della Lega, Matteo Salvini, con cui ha sempre avuto uno scontro molto duro. Nell’ultima intervista, a Radio Capital, disse:

Non credo in Dio, ma vederlo impugnare il rosario mi dà un senso di vomito. Tutto questo è strumentale, il Papa non ha bisogno di fare questi gesti. Sa che offenderebbe i Santi. Questo gesto di Salvini fa parte della sua volgarità.

tratto da: https://www.fanpage.it/cultura/andrea-camilleri-politico-da-mussolini-a-salvini-la-sua-idea-di-fascismo/

 

Andrea Camilleri: ”Quando vedo la volgarità di Salvini, sento di aver fallito come cittadino italiano”.

 

Camilleri

 

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Andrea Camilleri: ”Quando vedo la volgarità di Salvini, sento di aver fallito come cittadino italiano”.

“Non credo in Dio, ma vedere Salvini impugnare il rosario mi dà un senso di vomito. Tutto questo è strumentale, il Papa non ha bisogno di fare questi gesti. Sa che offenderebbe i Santi. Questo gesto di Salvini fa parte della sua volgarità.

Una delle mie più grosse pene è proprio questa: a 93 anni, a un passo dalla morte, mi trovo a lasciare a nipoti e pronipoti un’Italia che non mi aspettavo di lasciare in eredità. I miei uomini politici si chiamavano De Gasperi, Togliatti, Nenni, Sforza. Avevano un preciso concetto dello Stato e di quello che si poteva fare del paese. Abbiamo ricostruito l’Italia, ora la stiamo risfasciando. Per questa ragione sento di aver fallito come cittadino italiano. E mi pesa molto”

Le parole di Andrea Camilleri non hanno bisogno di commenti… Non a caso qualcuno lo chiamava, lo chiama e lo chiamerà sempre IL MAESTRO…

 

Andrea Camilleri

A Sgarbi che sta con Feltri nell’insulto a Camilleri ed ai meridionali ricordiamo solo che i libri del Maestro resteranno nella storia della letteratura, mentre gli articoli di Feltri sono buoni, al massimo, per incartare il pesce al mercato, mentre lui presto sarà dimenticato come tutti i pagliacci della Tv spazzatura.

 

Camilleri

 

 

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A Sgarbi che sta con Feltri nell’insulto a Camilleri ed ai meridionali ricordiamo solo che i libri del Maestro resteranno nella storia della letteratura, mentre gli articoli di Feltri sono buoni, al massimo, per incartare il pesce al mercato, mentre lui presto sarà dimenticato come tutti i pagliacci della Tv spazzatura.

 

Come sapete, da lunedì 17 giugno Andrea Camilleri è ricoverato in rianimazione dopo un arresto cardiaco.

Vittorio Feltri intervenendo a Radio 2 aveva così commentato la notizia: “Mi dispiace se muore. Però mi consolerò pensando che Montalbano non mi romperà più i coglioni. Basta, mi ha stancato”. Concetto che ha espresso a conferma di quanto già scritto su Libero dove parlando del famoso commissario aveva aggiunto “un terrone che ci ha rotto i coglioni”. 

Paolo Borrometi e SandroRuotolo, Giornalisti con la G maiuscola, persone perbene, si sono ribellati al marciume che Feltri sparge sulla categoria: “Ogni suo scritto trasuda di razzismo, omofobia, xenofobia. Non possiamo accettare tra noi chi istiga all’odio” ed hanno minacciato di autosospendersi.

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna ha replicato alla lettera in modo molto diplomatico, ma comunque prendendo – tra le righe – una posizione ben chiara. Verna ha dichiarato di CONDIVIDERE le ragioni dei due colleghi e, ha scritto, “se l’ordine dei giornalisti fosse un club MI AUTOSOSPENDEREI PURE IO. Ma non lo è, e l’istituto dell’autospensione non esiste, ci si può semmai cancellare, astenendosi dallo svolgere la professione e salvo il diritto d’opinione per poi iscriversi di nuovo quando sono cessate le ragioni di cui alla polemica”.

Verna ha poi ricordato che Feltri, “come chiunque altro potrà semmai essere sottoposto al rituale procedimento disciplinare, al termine del quale ci sarà un pronunciamento che tutti dal sottoscritto a Borrometi e Ruotolo dovranno rispettare”.

Nella diatriba non poteva mancare l’alto pensiero del pagliaccio delle Tv spazzatura Vittorio Sgarbi, che difende a spada tratta il compagno di razzismo e omnofobia Feltri: “E’ stato prudente e misurato. Ha espresso solo insofferenza per Montalbano”…

A questi due minuscoli personaggi, quaquaraquà, come li definirebbe Sciascia, vogliamo solo ricordare che i libri del Maestro resteranno nella storia della letteratura, mentre gli articoli di Feltri sono buoni, al massimo, per incartare il pesce al mercato. Per quanto riguarda Sgarbi, pagliaccio della Tv spazzatura, ci conforta il fatto che presto sarà dimenticato come sono stati dimenticati il cangurotto, l’uomo gatto di Papi, Antonio Zequila detto er mutanda, Gabriele Paolini e Angela Favolosa Cubista di Maria De Filippi

 

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Andrea Camilleri durissimo contro Matteo Salvini: “Quando impugna il rosario mi dà un senso di vomito”

 

Camilleri

 

 

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Andrea Camilleri durissimo contro Matteo Salvini: “Quando impugna il rosario mi dà un senso di vomito”

Andrea Camilleri contro Matteo Salvini: “Quando impugna il rosario mi dà un senso di vomito”

Dure parole da parte dello scrittore Andrea Camilleri nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il creatore di Montalbano ha criticato la scelta del leader della Lega di usare il rosario in campagna elettorale. “Mi dà un senso di vomito”, ha detto Camilleri.

Pronta la replica (da bimbominkia) del ministro che ha risposto: “Scrivi che ti passa”.

Per primo ha tuonato Roberto Saviano. Ora, a prendere la parola contro l’immagine del ministro dell’Interno Matteo Salvini che in campagna elettorale stringeva un rosario tra le mani, è un altro intellettuale: lo scrittore Andrea Camilleri che, su Radio Capital, ci va giù pesante scagliandosi contro il leader della Lega e la sua propaganda. Il creatore del commissario Montalbano non ha mezze misure e va dritto al punto sottolineando che “la politica sguazza in questo clima di aggressività” e spiegando che la vista di Salvini con in mano un rosario gli procura “un senso di vomito“.

Non credo in Dio, ma vederlo impugnare il rosario mi dà un senso di vomito. Tutto questo è strumentale, il Papa non ha bisogno di fare questi gesti. Sa che offenderebbe i Santi. Questo gesto di Salvini fa parte della sua volgarità.

Secca la replica del ministro dell’Interno che, in una diretta Facebook, risponde: “Scrivi che ti passa, io continuo a lavorare e, nel mio piccolo, a credere”… insomma, roba da bimbominkia o giù di lì…

Botta e risposta tra Andrea Camilleri e Matteo Salvini
Camilleri dice che lo faccio vomitare perché impugno il rosario? Mi dispiace perché io adoro Montalbano. Non pensavo che un rosario, parlare di Maria, di padre Pio o San Francesco potesse far vomitare o fosse sintomo di volgarità… Non capendo, o facendo finta di non capire che è vomitevole non è la fede, ma l’uso strumentale della stessa. Lo sfoggio plateale della fede al solo finbe di acccaparrarsi qualche voto in più…

Così ha ulteriormente replicato il  vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, rispondendo all’attacco dello scrittore Andrea Camilleri. Galeotto fu l’utilizzo del rosario da parte del vicepremier durante la campagna elettorale. Secondo lo scrittore si è trattato di un gesto fortemente criticabile, ma il leader della Lega non è dello stesso parere e già più di una volta si è giustificato, dicendo di essere semplicemente un credente e di affidarsi al “cuore immacolato di Maria” per compiere il suo dovere, cioè “salvare vite e risvegliare coscienze”. Critiche simili a quelle di Camilleri erano già arrivate da parte del mondo cattolico, che mal vedeva l’uso di un simbolo religioso così ricco di significato per meri fini politici. Anche in quel caso, Salvini non aveva avuto tentennamenti.

 

Andrea Camilleri: “In Italia il potere è in mano agli ignoranti”

 

Andrea Camilleri

 

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Andrea Camilleri: “In Italia il potere è in mano agli ignoranti”

Nel video sotto, Andrea Camilleri, scrittore, sceneggiatore e regista italiano, ci spiega con parole comprensibii a tutti perchè in Italia il potere è in mano agli analfabeti.
Secondo Camilleri, infatti, sulla base di uno studio molto serio di qualche anno fa, in Italia ci sono due milioni di analfabeti totali, tredici milioni di semi-analfabeti, cioè gente che sa fare la propria firma ma non capisce ciò che legge, ed altri tredici milioni di analfabeti di riporto ossia quelli che hanno perso l’uso della scrittura e della lettura.

Se facciamo la somma ne deduciamo che metà degli italiani sono analfabeti. Ora la domanda sorge spontanea: queste persone quando si recano a votare su che cosa hanno basato le loro convinzioni? Su quanto hanno visto in televisione… (e quindi parliamo di Barbara D’Urso e del Grande Fratello)…

Credo proprio che siamo messi molto, ma molto male…
Ecco il video:

 

fonte: http://siamolagente2016.blogspot.it/2017/05/andrea-camilleri-in-italia-il-potere-e.html

Non dimentichiamo quello che diceva Camilleri sul 25 aprile: Salvini è un ignorante con mentalità fascista – Il fascismo, che in Italia si è manifestato come dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità…

 

Camilleri

 

 

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Non dimentichiamo quello che diceva Camilleri sul 25 aprile: Salvini è un ignorante con mentalità fascista – Il fascismo, che in Italia si è manifestato come dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità…

 

Camilleri: “Il 25 aprile una rissa? Salvini è un ignorante con mentalità fascista. Montalbano si dimetterebbe”

Sono trascorsi 74 anni dal 25 aprile 1945. Andrea Camilleri, scrittore, sceneggiatore e regista, noto nel mondo per la saga letteraria del commissario Montalbano che è considerata una pietra miliare della letteratura italiana e mondiale, ricorda quel giorno in una lunga intervista di Giuseppe Rolli per Servizio Pubblico, da cui pubblichiamo questa anticipazione:

“Il 25 aprile del 1945 mi trovavo nella mia terra, in Sicilia. Conoscevo la libertà già dal 1943, quando gli americani sbarcarono in Sicilia nella notte fra il 9 e il 10 luglio. Ma in quei giorni stavo incollato alla radio nella mia stanza a sentire le notizie su ciò che avveniva in Italia e nel mondo, perché capivo che nel giorno della liberazione anche il resto dei miei compatrioti avrebbero goduto di quel momento irraccontabile, in cui senti cadere dei lacci e dei bavagli che fino a quel momento ti hanno imprigionato. Ho condiviso quel giorno attraverso l’udito, ascoltando tutte le notizie possibili sulla liberazione”.

Camilleri racconta poi il clima che segnò il periodo successivo alla liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste e la transizione verso la democrazia:

 “C’era una voglia di rifare l’Italia che faceva sognare. Anche le prime divisioni politiche, che erano forti, non potevano prescindere dal comune ideale di sgombrare le macerie e rifare un Paese nuovo”.

Oggi, mentre in tutta Europa l’emergere di nuovi sovranismi che riportano a galla i fantasmi del nazionalismo e del nazismo, paradossalmente sono sempre più coloro che invitano a non cedere all’allarmismo ogni qualvolta si riporta al centro del dibattito pubblico il pericolo di una deriva fascista:

“Io ho conosciuto il fascismo fino a 18 anni e oggi sono preoccupato” spiega Camilleri “perché sento spesso in televisione eminenti giornalisti o pseudostorici che dicono: ‘state abusando della parola fascismo perché oggi non c’è una dittatura’. Ma il fascismo, che in Italia si è manifestato sotto forma di una dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità. Non posso trattenermi dal dire che con il governo di oggi abbiamo un esempio lampante di mentalità fascista, quella del ministro Matteo Salvini. Quella è mentalità fascista., una delle forme di fascismo che può anche essere eletta democraticamente. Oggi Molti italiani rimpiangono il fascismo e si sono dimenticati in virtù della loro scarsa memoria che già prima del 1938 (data in cui vennero promulgate le leggi razziali, ndr) c’erano stati il bavaglio alla stampa, la censura sui libri da leggere, l’impossibilità di esprimere un parare personale, l’identificazione totale col capo, l’assassinio Matteotti, la morte di Gramsci, gli esili a Ventotene, gli arresti. L’italiano, e lo dico per i miei fratelli, ha memoria solo per due cose: Sanremo e la formazione di calcio della Juventus del 1930. Per il resto ha una labilità di memoria che fa spavento”.

Poi l’affondo sulle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha definito il 25 aprile “un derby fra fascisti e comunisti”:

“La nostra Costituzione è ispirata a ciò che venne a significare il 25 aprile: non fu una ‘rissa’ tra comunisti e fascisti come dice Salvini.C’erano le brigate Garibaldi comuniste, ma anche i partigiani monarchici e quelli democristiani. Dio mio, lì c’era l’Italia e tu la riduci a una rissa?  Io a 93 anni mi sento fremere di rabbia perché dicendo una frase così questo ignorante di Salvini offende i caduti di tutte e due le parti, perché i fascisti che andavano a morire giovani credevano in un ideale sbagliato, orrendo, ma ci credevano, così come i comunisti, i monarchici e i democristiani. Salvini non sa neanche il senso della parola ideale”.

Lo scrittore affronta anche il tema del linguaggio della politica, sempre più spesso degradato a insulto nei confronti dell’avversario:

“Il problema è il linguaggio. Oggi, così come è decaduta buona parte della nostra coscienza di uomini è decaduto anche il linguaggio. Bisogna cercare di ascoltare le ragioni degli altri e dopo reagire, in un senso o nell’altro. Ma se tu hai paura non discuti nemmeno con gli altri: spari, reagisci. Perché pensi che l’altro sia venuto per farti del male e allora pensi: ‘prima che me lo faccia lui lo faccio io’, ma è un modo di pensare da homo homini lupus. Come si fa a dire che uno difende le coste italiane da 77 individui, 12 bambini, 14 donne e uomini più morti che vivi per quello che hanno patito? Non si ha il senso del ridicolo?”

La chiusura è dedicata al personaggio più noto uscito dalla sua penna, il commissario Montalbano:

“Quando ci fu il G8 a Genova Montalbano meditò, nel romanzo ‘Giro di boa’, di dimettersi dalla polizia. Oggi come oggi, a limiti di età raggiunti, si dimetterebbe con molto dolore ma credo che non potrebbe convivere. Non ha fatto il partigiano, ma credo che una tessera dell’ANPI, che io mi onoro di avere, gliela si potrebbe dare”.

Fonte:

www.michelesantoro.it

https://www.michelesantoro.it/2019/04/camilleri-25-aprile-salvini-fascismo/

 

 

Andrea Camilleri contro Matteo Salvini: “Io so bene cosa è il fascismo, Salvini sarebbe stato un meraviglioso gerarca di Mussolini”

 

Andrea Camilleri

 

 

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Andrea Camilleri contro Matteo Salvini: “Io so bene cosa è il fascismo, Salvini sarebbe stato un meraviglioso gerarca di Mussolini”

 

In un’intervista a Radio Radicale Andrea Camilleri giudica senza mezzi termini l’operato del ministro dell’interno e vicepremier, bollandolo come “un meraviglioso federale di Mussolini”. Negli ultimi mesi lo scrittore siciliano è tornato spesso sul paragone tra l’Italia di oggi e quella del fascismo.

intervistato da Radio Radicale, lo scrittore siciliano Andrea Camilleri, è tornato ad attaccare il ministro dell’interno e vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, che il papà di Montalbano definisce “un meraviglioso federale di Mussolini”. Un gerarca fascista, per intenderci. È da qualche mese che Andrea Camilleri ripete di avvertire in Italia un clima simile a quello del fascismo, e lui può dirlo visto che c’era.

A Radio Radicale, durante il programma di Massimiliano Coccia, “Le parole e le cose” al minuto 13 lo scrittore siciliano ha dichiarato:

È tutto un gran tornare indietro. Torna indietro, torna indietro e arriveremo finalmente al ’22, che è quello a cui segretamente tanti politici aspirano. Mi creda, ho 93 anni e ho conosciuto i gerarchi fasciscti. Salvini sarebbe stato un meraviglioso federale di Mussolini.

Parole dure, certamente non nuove, come dicevamo. Il paragone Salvini-Mussolini era già stato tirato in ballo, non tanto sulla reale somiglianza tra i due, ma per quello scommettere sul peggio degli italiani che il leader della Lega incarna per Camilleri. Al centro di questo “peggio” che Salvini tirerebbe fuori dagli italiani, c’è il tema dei migranti.

Lo scorso gennaio, in un video inviato a Fanpage.it, Andrea Camilleri aveva infatti  commentato lo sgombero avvenuto al centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma, di più di 500 migranti: “Non in nome mio. Questa è un’ossessione, rendetevene conto. Io mi rifiuto di essere un cittadino italiano complice di questa nazista volgarità”.

 

 

Camilleri mette in guardia Salvini: “Mussolini fu acclamato dalle stesse persone che poi lo appesero”

 

Camilleri

 

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Camilleri mette in guardia Salvini: “Mussolini fu acclamato dalle stesse persone che poi lo appesero”

Lo scrittore del Commissario Montalbano ha lanciato ancora una volta un monito al leader della Lega “Attenzione ai grandi consensi irrazionali”

Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri torna a parlare del ministro dell’Interno Matteo Salvini, e lo fa in merito al crescente consenso che il leader della Lega sta conquistando.

Secondo gli ultimi sondaggi politici del 7 settembre infatti la Lega avrebbe raddoppiato i propri consensi rispetto alle elezioni del 4 marzo.

 Camilleri è stato ospite nella puntata di apertura della nuova stagione di “Circo Massimo” su Radio Capital dove nel corso del programma ha espresso il suo pensiero sul successo inarrestabile del Carroccio.

Intervistato da Jean Paul Bellotto e Massimo Giannini lo scrittore ha detto: “Sono vissuto tanto da sentire le acclamazioni al teatro milanese a Benito Mussolini da quelle stesse persone che lo appesero sulla tettoia di un benzinaio. Attenzione ai grandi consensi. I grandi consensi irrazionali sono come le passioni irrazionali. Facile passare dalla grande passione amorosa all’odio”.

Lo scrittore del Commissario Montalbano ha ricordato che il consenso di Mussolini fu acclamato dalle stesse persone che poi lo appesero.

“Da tempo sto pensando di restituire le onorificenze, sono sempre lì lì per farlo. A 90 anni mi sono sentito estraneo alla mia patria come italiani siamo cambiati. Prima ci spacciavamo per italiani brava gente, oggi è molto difficile farlo. Era già un falso allora, figuriamoci oggi”, continua Camilleri.

Da giovane fascista Camilleri ricorda il periodo sotto il regime “Rischiamo di tornarci. Molto spesso vengono a trovarmi ragazzi del liceo e mi chiedono di spiegargli il fascismo. Mi atterrisce che la scuola o chi ne fa le veci non spenda una parola, o la spenda male, sul fascismo. E ho paura che l’araba fenice possa rinascere, non dalle sue ceneri ma dall’ignoranza”.

E parla anche dell’alleanza che il ministro dell’Interno italiano vuole costruire con il premier ungherese Viktor Orban “Anni fa il governo ungherese mi mandò un attestato, che conservo appeso al muro del mio studio, in cui mi ringraziavano per l’aiuto ai profughi ungheresi. Visto quello che sta facendo Orban, vorrei restituire anche questo. Alzare muri non significa solo chiudersi in casa con il proprio nemiconma mettersi dentro una cassa da morto. L’avvenire è per forza di cose un rinnovamento di pensiero. Se rifiutiamo questo, ci chiudiamo in una bara”.

Lo scrittore senza peli sulla lingua non risparmia nemmeno il Movimento 5 Stelle: “Non riesco a provare nessuna simpatia per il M5S. Sono bastati pochi mesi di governo per dimostrare la loro subalternità alla Lega. All’interno non hanno spinta ideale”.

E aggiunge: “Di certo non hanno preso provvedimenti di sinistra… Salvini impera e fa dei diktat, mentre il M5S va a rimorchio: se poteva avere una funzione, non l’ha voluta esplicare. O, peggio ancora, non l’ha potuta esplicare”.

E sulla sinistra? “È problematico dire che esiste ancora”, aggiunge Camilleri, “ma ha ancora ragion d’essere, e per questo sono certo che resisterà”.

Più fiducioso invece nei confronti dell’Europa: “Delusione profonda. Ma delusione profonda non significa totale fallimento, e quindi abolizione. L’Europa deve continuare a esistere, per forza di cose. L’Unità d’Italia era stata fatta perché era naturale che venisse fatta, e lo stesso vale per l’Europa. Ma un’unione non può nascere solo sul denaro: bisogna trovare idee comuni. Il manifesto di Ventotene conteneva idee”.

Camilleri aveva già espresso la sua preoccupazione per l’attuale governo, in un’intervista a Repubblica, lo scrittore siciliano aveva detto: “Il consenso per Salvini mi ricorda quello per Mussolini nel ’37. Italia ripiombata indietro”.

tratto da: https://www.tpi.it/2018/09/11/camilleri-salvini/?fbclid=IwAR3ZsrUKubqksBdWFqDtU_Hrf7LzpNW6GZ9n8ZarF1m2MFrX9lkwz1NN2oY

Il monito di Andrea Camilleri: “Le parole d’odio possono diventare pallottole”

 

Camilleri

 

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Il monito di Andrea Camilleri: “Le parole d’odio possono diventare pallottole”

Lo scrittore commenta su Rai1 da Fazio la proposta di Liliana Segre per una commissione parlamentare contro odio, razzismo e discriminazioni

“Le parole possono diventare pallottole”. Lo ha detto Andrea Camilleri intervistato a casa sua, in diretta tramite video collegamento, a “Che tempo che fa”. Lo scrittore rispondeva a Fabio Fazio che ha trasmesso un estratto della conferenza stampa della senatrice a vita Liliana Segre sulla sua proposta al Senato di istituire una commissione contro le parole d’odio, di razzismo e di discriminazione. “Le parole di Liliana Segre sono tutte da sottoscrivere – ha esclamato il “padre” del commissario Montalbano – Stiamo educando la gioventù all’odio perché abbiamo perso i valori della vita, siamo riusciti a sopravvivere noi non ebrei all’olocausto per una tale vergogna perché dopo non potevamo più dirsi o sentirci uomini”.
Camilleri non vuole cedere al pessimismo. “Voglio morire con la speranza che miei figli, nipoti e pronipoti vivano in un mondo di pace, bisogna che tutti i giovani si impegnino”.
L’intervista è scaturita dal “lancio” di “Conversazione su Tiresia”, testo di e con Andrea Camilleri sull’indovino cieco dell’antichità greca in un percorso tra letteratura e mito andato in scena l’11 giugno scorso al Teatro Greco di Siracusa nel calendario dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico: lo spettacolo ora arriva, in versione film, nelle sale dal 5 al 7 novembre nelle sale www.nexodigital.it.
Lo spettacolo è stato prodotto da Carlo degli Esposti per Palomar, a cura di Valentina Alferj, con la regia di Roberto Andò le musiche dal vivo di Roberto Fabbriciani.

 

tratto da: https://www.globalist.it/saperi/2018/10/28/andrea-camilleri-le-parole-d-odio-possono-diventare-pallottole-2032898.html