Un terremoto sta per abbattersi alla Camera – Fico si accinge a mettere a “dieta” i deputati: fine dei privilegi, tagli alle indennità e ricalcolo dei vitalizi per gli ex per i quali si applicherà il metodo contributivo come per tutti gli altri cittadini. E il Senato che farà?

 

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Un terremoto sta per abbattersi alla Camera – Fico si accinge a mettere a “dieta” i deputati: fine dei privilegi, tagli alle indennità e ricalcolo dei vitalizi per gli ex per i quali si applicherà il metodo contributivo come per tutti gli altri cittadini. E il Senato che farà?

 

Fico si accinge a mettere a ‘dieta’ i deputati della Camera e a ridurre i vitalizi agli ex parlamentari

Un terremoto sta per abbattersi alla Camera dei deputati. Con la presidenza di Roberto Fico, esponente del Movimento 5 Stelle, sta per arrivare la fine dei privilegi. Tagli per le indennità dei parlamentari in carica e ricalcolo dei vitalizi per gli ex parlamentari. Anche a loro si applicherà il metodo contributivo come per tutti gli altri cittadini. E il Senato che farà?

Com’era prevedibile, con l’elezione del grillino Roberto Fico alla Camera dei deputati, un terremoto sta per abbattersi sui parlamentari e sugli ex parlamentari. Si profila il taglio delle indennità e dei vitalizi. La ‘botta’ sarà dura, soprattutto per gli ex parlamentari i cui vitalizi verranno ricalcolati con il metodo contributivo. In pratica, è la fine dei privilegi: gli ex parlamentari avranno diritto a un vitalizio in base ai contributi versati, proprio come tutti gli altri cittadini.

Il taglio di indennità parlamentari e vitalizi non avverrà con una legge, ma con una delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera dei deputati. Con molta probabilità non mancheranno i ricorsi presso la Corte Costituzionale.

Ma il tema non sono i ricorsi alla Consulta. Sarà interessante capire cosa farà il Senato, presieduto da Maria Alberti Casellati, esponente di Forza Italia. Il Sole 24 Ore scrive che il Senato si dovrà adeguare. In presenza di ricorsi, però – questa è la nostra tesi – potrebbe non adeguarsi. In questo caso si assisterebbe a parlamentari ed ex parlamentari con due regimi diversi in materia di indennità parlamentare e vitalizi…

Per la cronaca, già nella scorsa legislatura i i grillini hanno provato a ridurre le spese della Camera. E, in parte, ci sono riusciti:

“Grazie soprattutto al nostro impegno – ha dichiarato Fico al Sole 24 Ore – La Camera dei deputati costa 270 milioni l’anno in meno. Il taglio degli affitti d’oro, dei rimborsi di viaggio o dell’assicurazione degli ex deputati sono solo alcuni dei risultati che abbiamo ottenuto come forza di opposizione. Ora l’Ufficio di presidenza e il collegio dei questori lavoreranno nell’ottica di razionalizzare i costi della Camera per renderla più efficiente e avvicinarla ai cittadini”.

Oggi si pagano 2 mila e 600 vitalizi per un totale di 190 milioni l’anno.

“Come questore anziano – dice ancora Fico – sottoporrò da subito al collegio la necessità di intervenire di concerto con l’Ufficio di presidenza. Tutte le forze politiche si sono impegnate in tal senso: confidiamo che si passi subito ai fatti”.

I deputati neoeletti non matureranno più una pensione a 65 anni di età anche dopo cinque anni pieni di legislatura. Tutti gli altri conserveranno la pensione, ma il suo importo sarà ricalcolato al ribasso con il metodo contributivo. Metodo che si applicherà sia ai parlamentari in carica, sia agli ex parlamentari che sono già andati in pensione.

La mossa dei grillini ha già raccolto il plauso del leader della Lega, Matteo Salvini:

“Se vado verso un sistema pensionistico totalmente contributivo, deve valere anche per la politica e lo faccio anche retroattivamente, non è possibile che ci siano deputati o senatori che lo hanno fatto magari per un anno e che sono in pensione da tempo per 2-3 mila euro, è immorale. Non salva i conti del Paese, ma è un segnale”.

 

tratto da: http://www.inuovivespri.it/2018/03/30/fico-si-accinge-a-mettere-a-dieta-i-deputati-della-camera-e-a-ridurre-i-vitalizi-agli-ex-parlamentari/#_

Il toccante appello degli ex consiglieri regionali: “Non toccate il privilegio. È un diritto legittimo, mica siamo come quelle merdacce della Gente comune”

 

consiglieri regionali

 

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Il toccante appello degli ex consiglieri regionali: “Non toccate il privilegio. È un diritto legittimo, mica siamo come quelle merdacce della Gente comune”

 

Vitalizi, gli ex consiglieri regionali scrivono alla Camera: “Non toccate il privilegio. È un diritto legittimo”

 

Il prossimo 31 maggio comincerà l’esame della proposta di legge che riforma l’accesso agli assegni per gli ex politici. Un ddl che per il Coordinamento nazionale di consiglieri ed ex consiglieri regionali ha “un’unica finalità: sanzionare un’intera classe politica “. Gli ex amministratori locali invitano dunque i deputati a colpire “la Presidenza della Repubblica e la sua Struttura, la Corte Costituzionale e la sua struttura, la Magistratura di ogni ordine e grado, l’Avvocatura dello Stato”. Persino i giornalisti

Una diffida bella e buona, a metà strada tra l’ingiunzione e un volantino propagandistico, è stata inviata dagli ex consiglieri regionali italiani alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e ai capigruppo della Camera. Una lunga lettera per dire che i vitalizi non si toccano, che i diritti acquisiti sono intangibili, che nessuno si sogni di cambiare con una legge il trattamento economico a favore di chi ha svolto funzioni pubbliche nelle Regioni italiane. Insomma una difesa a tutto tondo, inviata perché il prossimo 31 maggio comincerà l’esame della proposta di legge – il primo firmatario è il deputato del Pd Matteo Richetti – che vuole riformare il regime degli assegni che spettano ai politici dopo la fine del mandato.

La levata di scudi parte dal Veneto, ma coinvolge tutti gli ex amministratori italiani che si riconoscono nel Coordinamento Nazionale della Associazioni di consiglieri ed ex consiglieri regionali e di ex deputati delle Assemblee Regionali. Questo esercito di politici ha come presidente il padovano Aldo Bottin, democristiano che fu a capo della giunta regionale del Veneto nel biennio 1994-95, prima dell’avvento di Giancarlo Galan.

NIMBY, “Not in My Back Yard” (“Non nel mio cortile”). L’acronimo si addice perfettamente a questa protesta perché nella parte cosiddetta “propositiva” a favore dei risparmi di finanza pubblica, c’è scritto che se la bomba atomica anti-vitalizi deve essere sganciata, essa deve interessare anche tutti i politici, i magistrati, i boiardi di Stato, gli amministratori e funzionari pubblici. Leggere per credere: “Certo anche noi vogliamo partecipare al riequilibrio delle finanze nazionali e regionali ‘per dimostrate esigenze inderogabili’, ma come cittadini e in proporzione ai nostri redditi, non perché ‘ex consiglieri regionali‘ e comunque nel rispetto dei principi di proporzionalità, ragionevolezza e temporaneità”.

Ecco allora che vanno colpiti, nell’ordine citato, “la Presidenza della Repubblica e la sua Struttura, la Corte Costituzionale e la sua struttura, la Magistratura di ogni ordine e grado, l’Avvocatura dello Stato, la macchina del Parlamento, i manager pubblici, i dirigenti pubblici, la Diplomazia, i gradi medio alti della Difesa, le strutture delle aziende pubbliche statali e municipalizzate”. Ma come dimenticare i giornalisti, fautori di campagne anti-vitalizi? Ecco che nel mucchio finisce anche “l’ordine dei Giornalisti, con particolare attenzione a quelli occupati nel servizio pubblico, specie radiotelevisivo, che molto si sono impegnati per sparare sulle istituzioni, non sempre con quella obiettività necessaria per non cadere nel facile moralismo e, inavvertitamente, creare le condizioni di “invidia sociale”. Proprio così viene definita la ribellione contro i privilegi, verso chi ha buonuscite da un milione di euro lordi (si veda il Trentino Alto Adige) o vitalizi da 4-5 mila euro al mese. Bottin chiede una “vera solidarietà sociale” e una vera “giustizia sociale”, non una “aggressione contro persone titolari di diritti legittimi”.

Ma quali sono le motivazioni contrarie all’abolizione dei vitalizi nella lettera inviata al Parlamento? Non vi possono essere norme retroattive. I vitalizi regionali sono già congelati al 2006 e 14 Regioni su 20 hanno abolito i vecchi vitalizi o li hanno “trasformati con il metodo contributivo”. Inoltre: “Il vitalizio fa parte della voce indennità e comprende l’indennità di carica, di funzione, di fine mandato e vitalizio. Con queste proposte di legge tutto viene meno: per gli ex consiglieri il programma di vita cambia senza avere la possibilità, ora, per attrezzarsi a recuperare sul grave pregiudizio da cui verrebbero colpiti”. Bottin legge in queste proposte “un’unica finalità: colpire chi si è impegnato nelle istituzioni, sanzionare un’intera classe politica arbitrariamente individuata negli ex parlamentari e nei consiglieri regionali titolari di assegno vitalizio”. Conclusione: “Questo è giuridicamente, moralmente ed eticamente inammissibile”.

Dal Veneto viene un commento al veleno di Jacopo Berti, capogruppo M5S in consiglio regionale: “La misura è colma, questo è l’ennesimo sputo in faccia alle persone che lavorano e ai cittadini onesti. Non si può perdere un minuto: in Veneto Zaia ci dica se vuole davvero abolire i vitalizi, come a volte dice. E lo stesso faccia il Pd a livello nazionale. Con gli annunci stanno tutti tessendo la tela di Penelope. Ma ogni notte la disfano regolarmente”.

 

 

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/19/vitalizi-gli-ex-consiglieri-regionali-scrivono-alla-camera-non-toccate-il-privilegio-e-un-diritto-legittimo/3595059/