Per rinfrescarVi la memoria – La proposta di Draghi: abbassare gli stipendi per salvare l’Euro! La nostra proposta: Perchè non vi togliete dalle palle tu e l’Euro così ci salviamo noi??

 

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La proposta di Draghi: abbassare gli stipendi per salvare l’Euro! La nostra proposta: Perchè non vi togliete dalle palle tu e l’Euro così ci salviamo noi??

 

La proposta di Draghi: abbassare gli stipendi per salvare l’Euro! La nostra proposta: Perchè non vi togliete dalle palle tu e l’Euro così ci salviamo noi??

Per rinfrescarVi la memoria:

L’ultima di Draghi: abbassare gli stipendi per salvare l’euro

Svalutazione non monetaria ma salariale. Bce vuole abbassare remunerazioni mantenendo l’obiettivo di una inflazione vicina alla soglia del 2%.

La Bce vuole abbassare le remunerazioni degli europei pur mantenendo l’obiettivo di una inflazione vicina alla soglia del 2% prestabilita. Draghi ha lanciato un appello nemmeno troppo velato in cui chiede di poter aggiustare gli stipendi per aiutare l’euro. Si tratta in pratica di una svalutazione non monetaria bensì salariale nel blocco a 18. Abbandonare così come salvare la moneta unica ha un prezo. “Il prezzo da pagare per voler mantenere a tutti i costi l’euro comporta dei costi economici, ma anche dei costi in termina di perdita di crescita e dei costi sociali”, dice Charles Sannat, giornalista e analista ‘contrarian’, professore di economia in diverse università di business parigine. Ricapitolando, nelle sue ultime uscite ufficiali in pubblico, Draghi ha detto che “ogni economia deve essere abbastanza flessibile da trovare e sfruttare i suoi vantaggi concorrenziali, per poter beneficiare del mercato unico”. Aggiungendo anche ogni paese deve essere abbastanza flessibile da “rispondere agli shock di breve termine, inclusi gliaggiustamenti al ribasso degli stipendi o il ribilanciamento delle risorse tra i settori“.

Il banchiere centrale ha spiegato che l’unione monteraria, sebbene irrevocabile rimane ancora incompleta senza il trasferimento del budget permanente tra i paesi e senza una forte mobilità di disoccupati tra i confini dell’Europa.

“La mancanza di riforme strutturali ha creato lo spettro di una divergenza economica permamente tra i membri del blocco a 18″, ha osservato Draghi.

Interrogato sui rischi di ritornare al sistema del XIX secolo, in cui i salari e i prezzi potevano abbassarsi e aumentare fortemente, Draghi ha difeso la necessità di adottare una “svalutazione interna” (ovvero abbassare i costi di un paese se non è possibile abbassare i tassi di cambio). La principale lezione, secondo Draghi, che ci ha fornito la crisi è che “in seno all’Ue dobbiamo stare attenti a non lasciare che i salari e i prezzi deviino”. “Dobbiamo stare molto attenti a mantenere i paesi competitivi“. Ma senza aggiustamenti monetari, non restano che aggiustamenti dei salari. La sola maniera relativamente rapida per ritrovare la competitività è abbassare gli stipendi, come è successo in Grecia e in Spagna.

In media gli spagnoli sono pagati 675 euro al mese e un greco 480 euro. Ma il vero problema è che la riduzione delle buste paga non è accompagnata da un calo dei prezzi necessari per poter veramente ritrovare la crescita economica o piuttosto dell’attività economica. In pratica anche in caso di salario dimezzato, se l’affitto passasse da 600 euro al mese a 100 ovviamente il contraente ne uscirebbe vincitore. Ma non è il caso nel Sud d’Europa. Parlando di “aberrazione economica” di proporzioni “storiche”, Sannat scrive che se la Bce ci chiede di abbassare i salari, lo stesso Draghi vuole mantenere l’inflazione vicina al 2%, ovvero un rincaro dei prezzi al consumo rispetto ai valori bassi attuali. Il board della Bce dovrebbe decidere a maggioranza sulle nuove misure non convenzionali anti-deflazione, tra cui l’acquisto di titoli di Stato. Lo ha detto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, secondo cui nella riunione della Banca centrale europea giovedì “mi sembra di aver capito chiaramente” che si va verso una “decisione a maggioranza”. “Mi aspetto ragionevolmente delle scelte che non siano penalizzate da qualcuno che deve essere contrario per forza”.

Per la serie “Aiutiamoli a casa loro” – Nella foto risalente al 1908: funzionari coloniali belgi stanno per impiccare un bambino di 8 anni. La sua colpa? Suo padre non ha raccolto una quantità sufficiente di grano!

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Per la serie “Aiutiamoli a casa loro” – Nella foto risalente al 1908: funzionari coloniali belgi stanno per impiccare un bambino di 8 anni. La sua colpa? Suo padre non ha raccolto una quantità sufficiente di grano!
In questa foto, secondo diversi siti risalente al 1908, dei funzionari coloniali belgi stanno per impiccare un bambino di 8 anni.

La sua colpa?

Suo padre non ha raccolto una quantità sufficiente di grano. Nel frattempo, uno dei belgi alla sua sinistra gli sta leggendo i versi della Bibbia.

Nel tardo Ottocento anche il relativamente piccolo Belgio intraprese l’avventura coloniale in Africa. I belgi si insediarono sulla riva meridionale del fiume Congo, occupando tutto il vasto territorio che oggi costituisce la Repubblica Democratica del Congo. Per l’industria belga l’incredibile quantità di risorse presenti nella colonia fu una vera manna dal cielo che portò il Belgio a diventare un’importante realtà economica nonostante le ridotte dimensioni del suo territorio europeo. Lo sfruttamento totale del territorio fu possibile anche grazie ad un sistema di coercizione e violenza estremo esercitato nei confronti dei congolesi, costretti a lavorare con turni massacranti per rifornire l’autorità coloniale delle materie prime richieste. Se i congolesi non raggiungevano le quote previste dall’amministrazione spesso quest’ultima si rifaceva con i figli dei lavoratori “inadempienti”, uccidendoli, mozzandogli gli arti o accecandoli. Le violenze in particolare furono efferate nel periodo in cui il territorio congolese (denominato Stato Libero del Congo) era una proprietà personale di Re Leopoldo II, dal 1885 al 1908.

Due appunti riguardo questa immagine: sebbene la ricerca di informazioni a riguardo rimandi sempre a quanto detto sopra, non riusciamo a trovare una fonte che riporti una versione della storia totalmente verificabile. Secondo alcuni commentatori le uniformi degli uomini presenti non sarebbero quelle tipiche dei funzionari coloniali belgi.

Detto questo la prassi delle impiccagioni era purtroppo piuttosto comune nel Congo coloniale.
In secondo luogo, come abbiamo ripetuto numerose volte, la brutalità dell’immagine non giustifica alcun odio generalizzato contro il popolo belga. Che, come per tutti gli altri popoli della terra, è composto da santi e criminali, oppressi e oppressori, vittime e carnefici.

Cannibali e Re

 

fonte: https://www.facebook.com/cannibaliere/photos/a.989651244486682.1073741828.978674545584352/1742787769173022/?type=3&theater