ONU: approvato il Trattato per la messa al bando armi nucleari. Ma voi provate un po’ a indovinare chi ha disertato il voto…

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ONU: approvato il Trattato per la messa al bando armi nucleari. Ma voi provate un po’ a indovinare chi ha disertato il voto…

ONU: approvato Trattato messa al bando armi nucleari. Italia diserta voto.

Approvato all’ONU il Trattato di messa al bando delle armi nucleari, che entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di almeno 50 Paesi. L’Italia non partecipa ai negoziati e al voto, perché custodisce nelle basi americane di Aviano e Ghedi 40 bombe atomiche.

Approvato all’ONU, il 7 luglio scorso, il Trattato di messa al bando delle armi nucleari, strumento internazionale legalmente vincolante, che entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di almeno 50 Paesi. I voti a favore sono stati 122, con 1 contrario (Paesi Bassi) e 1 astensione.

L’articolo 1 del Trattato vieta di “sviluppare, testare, produrre, oppure acquisire, possedere o possedere riserve di armi nucleario altri dispositivi esplosivi nucleari. Trasferire a qualsiasi destinatario qualunque arma nucleare o altri dispositivi esplosivi nucleari o il controllo su tali armi o dispositivi esplosivi, direttamente o indirettamente. Ricevere il trasferimento o il controllo delle armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari, direttamente o indirettamente. Utilizzare o minacciare l’uso di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari. Assistere, incoraggiare o indurre, in qualsiasi modo, qualcuno ad impegnarsi in una qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato Parte del presente Trattato. Ricercare o ricevere assistenza, in qualsiasi modo, da chiunque per commettere qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato Parte del presente Trattato. – ed infine – Consentire qualsiasi dislocazione, installazione o diffusione diarmi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari sul proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la propria giurisdizione o controllo”.

L’Italia è tra quesi Paesi che custodisce bombe atomiche, 20 nella base militare statunitense di Aviano e 20 in quella diGhedi. Le bombe di Aviano sono a chiave singola, saranno cioè lanciate in caso di conflitto da aerei americani, mentre quelle diGhedi sono a chiave doppia, vale a dire in caso di conflitto saranno lanciate da aerei del Paese ospitante, l’Italia. Non stupisce, ma ugualmente indigna, che l’Italia quindi non abbia preso parte nè ai negoziati del Trattato né al voto.
“Non possiamo condividere la scelta dell’Italia di non partecipare a questo percorso, e di non essere presente al voto” denuncia infatti Francesco Vignarca della Rete Italiana per il Disarmo, che chiede quindi al governo “il coraggio di aderire al Trattato e di mettersi dal lato giusto della storia”.

Il Trattato di messa al bando delle armi nucleari, inoltre, garantisce (articolo 6) “assistenza alle vittime” colpite “dall’uso o dalla sperimentazione di armi nucleari” e obbliga al Paese che lo ratificherà di adottare tutte quelle “misure necessarie e appropriate per la bonifica ambientale” di zone “contaminate a seguito di attività relative alla sperimentazione o all’utilizzo di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari”. Infine, ciascuno Stato che metterà al bando le armi nucleari dovrà incoraggiare “gli Stati che non sono parte del presente Trattato a firmare, ratificare, accettare, approvare o aderire” allo stesso “con l’obiettivo dell’adesione universale al presente Trattato da parte di tutti gli Stati”, come stabilito all’articolo 12.

“Questo storico Trattato è stato adottato in una forma che riflette pienamente le voci della società civile e segna una tappa fondamentale nell’impegno per liberare l’umanità e il nostro pianeta dalla minaccia costituita dalle armi nucleari. Adesso che abbiamo questo meraviglioso strumento continueremo a impegnarci come rappresentati della società civile affinché tutti gli Stati, a partire dall’Italia, ratifichino il Trattato, convinti che un cambiamento rivoluzionario nella coscienza dei singoli, diffondendosi in tutto il mondo, costituisca l’unica forza sufficientemente profonda e radicale in grado di porre fine all’era nucleare” precisa Daniele Santi, segretario generale di Senzatomica.

Sante Mapelli Morro
fonte: http://www.mainfatti.it/armi-nucleari/ONU-approvato-Trattato-messa-al-bando-armi-nucleari-Italia-diserta-voto_0226425033.htm

Casualmente Obama in Italia incontra Renzi, subito dopo il New York Times (mai neanche un rigo su Mafia Capitale) attacca la Raggi: “Rifiuti quasi ovunque, promesse politiche fallite” …il M5S fa paura anche agli USA? Una volta al governo sapete dove se li possono mettere i loro F35 e le loro armi nucleari?

 

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Casualmente Obama in Italia incontra Renzi, subito dopo il New York Times (mai neanche un rigo su Mafia Capitale) attacca la Raggi: “Rifiuti quasi ovunque, promesse politiche fallite” …il M5S fa paura anche agli USA? Una volta al governo sapete dove se li possono mettere i loro F35 e le loro armi nucleari?

 

La macchina del fango allestita da Renzi & C. arranca per screditare il M5s.

Ora all’attacco dei rifiuti di Roma.

Peraltro un attacco già sputtanato, leggi per esempio:

Franco Bechis dimostra che non esiste nessuna emergenza rifiuti a Roma. Gira 4 ore per tutta la città. Solo 4-5 cassonetti sono strabordanti. UN’ALTRA MENZOGNA DI RENZI E DEI SUOI COMPLICI…!!

Le magliette gialle del Pd sono già in marcia per ripulire le strada di Roma (mentre, già da tempo, ne hanno ripulito le casse). Ed ecco un nuovo alleato, il New York Times che chissà come si accorge della monnezza di Roma.

Il New York Times, che non ha mai scritto un rigo su Mafia Capitale, ora è scandalizzato dalla gestione Raggi! E questo poco dopo che Obana ha parlato con Renzi…

Che Renzi gli abbia spiegato, con dovizia di dettagli, dove se li possono infilare gli Americani i loro F25 e le loro armi nucleari in caso di vittoria del M5s…??

 

Da Il Secolo XIX

Il New York Times torna a criticare Roma: «Rifiuti quasi ovunque, promesse politiche fallite»

Roma – «A Roma ci sono rifiuti quasi ovunque» e i politici «continuano a promettere – e falliscono – di tenere il problema sotto controllo». Lo afferma un editoriale del New York Times firmato da Frank Bruni.

«La situazione» dei rifiuti «è peggiore del solito e più deprimente che mai, perché i romani hanno eletto lo scorso anno un giovane sindaco di un nuovo e giovane partito politico che si era impegnato a cambiare le cose. Quasi 11 mesi dopo, non ha fatto quasi nulla del genere» si legge nell’editoriale.

Nell’editoriale dal titolo la «sporca metafora di Roma», Bruni mette in evidenza il contrasto della città, con i monumenti tirati a lustro e la spazzatura. I rifiuti «sono la prima cosa che i romani nominano a chi gli chiede della loro città in questi giorni. Ma anche la seconda e la terza» si legge nell’editoriale, dove viene citato Massimiliano Tonelli che descrive la situazione come «tragica. Nessun altro paese europeo ha la sua capitale in queste condizioni». Tonelli insieme ad altri romani fa la cronaca dei rifiuti sul «sito tristemente popolare ROma Fa Schifo», che ha contribuito a fondare.

Tonelli si lamenta del contrasto fra i monumenti splendenti per turisti mentre Roma puzza per i cittadini. Una contraddizione che ricorda costantemente agli italiani che «il settore pubblico è inefficiente e disorganizzato mentre quello privato funziona meglio».

Il New York Times si spinge anche oltre. «Non sono solo i rifiuti. È la profusione di venditori ambulanti senza licenza nelle strade. Gli irregolari trasporti pubblici. La corsa a ostacolo delle auto parcheggiate dove non dovrebbero essere parcheggiate».