Renzi su Twitter: “Troppa neve, non si può sciare”… La fantastica replica da Amatrice: “Anche qui”…

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Renzi su Twitter: “Troppa neve, non si può sciare”… La fantastica replica da Amatrice: “Anche qui”…

 

Renzi su Twitter: “Troppa neve, non si può sciare”. La replica da Amatrice: “Anche qui”

 

Capodanno all’Alpe di Siusi, in Alto Adige, per il segretario del Pd, Matteo Renzi, la moglie Agnese e i figli. Stamattina, però il risveglio che non ci voleva per l’ex premier. Alle 10,43, su Twitter, Renzi ha postato la foto di una pista completamente innevata accompagnata dal commento: “Stamattina alzati presto per andare a sciare. Ma nevica alla grande, tutti a letto di nuovo. Primo giorno dell’anno imbiancato, bellissimo. Auguri, viva il #2018”. Le risposte non si sono fatte attendere. Soprattutto da chi abita nelle zone colpite dal sisma dell’Italia centrale. “Anche qui ad Amatrice non possiamo sciare”, ha commentato sarcastico un terremotato, corredando alla risposta una foto di una tenda completamente sommersa dalla neve.

La furia dei terremotati contro il tweet di Matteo Renzi

Sul social network si è innescata una polemica tra chi ha difeso il diritto di Renzi di commentare da località amene le vacanze di Capodanno e chi ha rimproverato la mancanza di buon gusto dell’ex presidente del Consiglio. In questa disputa ha impressionato la foga di alcuni pasdaran renziani, che hanno difeso il loro leader attaccando i terremotati. «Andate negli alberghi – ha twittato una biondissima supporter renziana – chi ve lo impedisce? Paghiamo noi contribuenti, volentieri. a chi preferisce stare in roulotte invece facciamo tanti auguri». C’è poi chi augura al premier: “Ti si rompa la caldaia, così almeno sai che cosa si prova a stare al gelo come i terremotati”. Mentre un altro navigatore nota amaramente: “Quattro milioni di italiani si sono alzati presto non per andare a sciare,ma perché preoccupati di come sbarcare il lunario alla tua politica scellerata”. E in altro terremotato chiosa in maniera ancora più feroce: “Tu puoi alzarti presto e sciare noi non dormiamo ormai da tanto per la mortificazione che la vita ci riserva… ci rivediamo a marzo…”

 

 

fonte: http://gf.reattivonews.com/2018/01/01/renzi-su-twitter-troppa-neve-non-si-puo-sciare-la-replica-da-amatrice-anche-qui/

NO, non è vero che ad Amatrice nessuno ha visto i soldi degli sms solidali! Per una casa (UNA SOLA) è arrivata la sovvenzione di ben 100.000 Euro. Una sola casa, ED È QUELLE DELLA VICESINDACO!!!

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NO, non è vero che ad Amatrice nessuno ha visto i soldi degli sms solidali! Per una casa (UNA SOLA) è arrivata la sovvenzione di ben 100.000 Euro. Una sola casa, ED È QUELLE DELLA VICESINDACO!!!

 

Amatrice è senza soldi? No, qualcuno li ha avuti. Toh… Chi è l’unica che si ritrova 100mila euro (nostri) / Guarda

L’unico edificio privato puntellato in tutta Amatrice è la casa della vicesindaca Patrizia Catenacci. Una palazzina bianca, due piani e solaio, vicina alla basilica di San Francesco, andata distrutta durante il terremoto.

La sua casa in via Garibaldi 14 minata nella sua stabilità ma rimasta in piedi è l’unica ad aver ottenuto dalla soprintendenza alle Belle arti per le province di Frosinone, Latina e Rieti il puntellamento a carico dello Stato: per un costo totale di 110.000 euro. Tutti gli altri edifici, compreso quello attaccato al suo saranno abbattuti per “rischio esterno”.

Riporta Repubblica che alla casa della vicesindaca (composta piano terra, dove si trovano le cantine, primo piano con zona giorno e secondo piano con zona notte) la soprintendenza ha riconosciuto un “valore storico” in virtù di un fregio in pietra bianca fatto passare come uno stemma di famiglia e contestato dai vicini.

Camillo Berardi, vicino di casa della Catenacci, racconta: “Quel fregio è spuntato otto anni fa, all’ingresso. Non ha i colori della pietra arenaria di Amatrice, sembra un corpo estraneo e la nostra coinquilina a seconda delle occasioni e dell’ interlocutore cambia versione sul suo ritrovamento”. Tant’è, la casa di Berardi, al civico 14, porzione dello stesso edificio, “è stata abbattuta e gli attrezzi di laboratorio di mio padre sono stati distrutti mentre quella della vicesindaca è stata puntellata per consentirle di recuperarla”.

Si legge nella determina numero 80 del 30 agosto: “A carico dei fondi stanziati per la gestione emergenziale” ci saranno anche i 110.000 euro per i puntelli e gli abbattimenti del civico 14.

Eppure nelle guide storiche di Amatrice tra i 21 palazzi di pregio segnalati tra Corso Umberto, Via Nibby, Via Roma non ce’è traccia di casa Catenacci. Spiega lei: “Il vincolo sulla mia casa non dipende solo dal fregio, ma riguarda tutta la struttura. Credo sia un edificio del Seicento. Ho chiesto io un sopralluogo alle Belle arti, subito dopo la scossa di tredici mesi fa. Il palazzo era ancora integro e mi hanno dato il vincolo. È l’ unico concesso ad Amatrice perché quell’edificio, in cemento armato, è l’ unico rimasto in piedi nel centro storico. Il cemento armato in un palazzo del Seicento? È arrivato successivamente, per i particolari deve chiedere a un tecnico. Il mio vicino? È vero, entra dallo stesso portone, ma la sua porzione di casa è stata abbattuta perché era venuto giù un piano. La mia è stata salvata perché aveva resistito”.

Fonte: qui

Quando lo Stato truffa i suoi stessi cittadini – Sms solidali, non un euro, un solo schifosissimo Euro, è arrivato ad Amatrice…E parliamo di 33 milioni di raccolta!

 

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Quando lo Stato truffa i suoi stessi cittadini – Sms solidali, non un euro, un solo schifosissimo Euro, è arrivato ad Amatrice…E parliamo di 33 milioni di raccolta!

Il sindaco di Amatrice Pirozzi: “Dove sono finiti i 33 milioni degli sms? Qui non è arrivato un Euro!”

Terremoto Centro Italia: i soldi degli SMS non sono mai arrivati ad Amatrice.

Lo ha rivelato il sindaco del Comune laziale durante il convegno Atreju, organizzato da Fratelli d’Italia.

Scrive Franco Bechis sul suo canale Youtube:

“Nemmeno un euro dei 33 milioni che gli italiani hanno donato attraverso sms da 2 euro l’uno o attraverso bonifici di solidarietà è finito a beneficio delle popolazioni terremotate di Amatrice, Accumoli, Arquata o Pescara del Tronto e degli altri comuni terremotati il 24 agosto 2016. Lo ha rivelato ad Atreju 2017 il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, in un accorato intervento in cui ha pure raccontato il calvario subito con i provvedimenti del governo sulla ricostruzione, fatti male e inutili “perché ispirati dai vari clientes di riferimento”. Quanto agli sms Pirozzi rivela che quei fondi sono utilizzati per tutt’altro scopo, e che inizialmente perfino destinati a fare una pista ciclabile nelle Marche in un paese non compreso nelle zone devastate dal sisma. “Io comunque ho avuto la fortuna”, ci spiega dopo Pirozzi, “di avere tanta solidarietà diretta da parte degli italiani. Però con la gestione di quelle donazioni degli sms si sta dando un messaggio profondamente sbagliato. Perché io penso che tante persone in quelle giornate e quelle settimane intendevano dare un aiuto diretto a quelle persone e a quei paesi che vedavano devastati. Il fatto di non indirizzarli là è devastante, perché poi la gente non crede più a nulla. La destinazione di quei fondi è stata decisa da una commissione di saggi che tanto saggi non sono. Io credo che dopo averli usati così bisogna chiedere scusa agli italiani…”

Intervistato dall’agenzia Vista, Pirozzi ha detto: “Ma soldi quali? Fino ad oggi sono arrivati i soldi della solidarietà degli italiani. Per il resto la gestione degli sms è stata una cosa scandalosa perché ad Amatrice, a Accumoli non è arrivato niente.

E questo genera nelle persone la convinzione che nulla è vero, genera sfiducia in tutto e la gente non crede più a niente. Per il resto io sono molto soddisfatto per quello che sta accadendo ad Amatrice, ma solo ed esclusivamente per la solidarietà degli italiani.”

Guarda il video:

 

Terremoto & Sciacalli – lo scandalo delle casette che le Coop vicine al Pd si sono spartite!

 

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Terremoto & Sciacalli – lo scandalo delle casette che le Coop vicine al Pd si sono spartite!

Ridevano gli imprenditori dopo il sisma che ha messo in ginocchio un anno fa Amatrice, Accumoli e il resto del Centro Italia.

E c’erano buoni motivi. La ricostruzione, le casette in legno, i soldi. Tanti. Nelle intercettazioni della procura, le risate sono quelle di Vito Giuseppe Giustino, 65enne di Altamura (Bari), presidente del Cda della società cooperativa l’Internazionale.

Perché tanta gioia? A ricostruire gli interessi sul terremoto di Giustino è Repubblica, che insieme un intreccio di scandali sulle casette per terremotati che si sarebbero spartite alcune coop vicine al Pd. Una scoperta un po’ tardiva quella del quotidiano diretto da Calabresi, visto che il Giornale ne aveva parlato mesi fa (leggi).

Nel Centro Italia ad oggi sono state consegnate solo 396 casette sulle 3.830 totali attese. A montare le prime casette di legno ad Accumoli è stata infatti proprio la coop di Giustino.

L’Internazionale è socia (insieme ad altre 200 coop) del Consorzio Nazionale Servizi (Csn), colosso delle cooperative con sede a Bologna e un piede in Legacoop. Il Csn, scrive Repubblica, “risulta come primo classificato in due dei tre lotti della maxi-gara per la fornitura in tutto il Paese di moduli abitativi di emergenza (le casette antisismiche), dal valore totale di 1,18 miliardi di euro, bandita da Consip nel 2014 e aggiudicata nell’agosto del 2015”.

Poco prima del terremoto, il Csn firma un accordo con la Protezione Civile per consegnare fino a 6mila casette. In realtà alla fetta di torta partecipano in tanti, visto che dopo le prime 850 assegnate al Csn, anche il Consorzio Stabile Arcale di Impruneta se ne è aggiudicate 750 e tante altre a scendere, fino ad arrivare a 6mila.

Passano tre mesi e l’Italia trema. Accumoli, Amatrice e Norcia si sgretolano. I cittadini rimangono senza casa ed hanno bisogno di una sistemazione. Renzi promette: le casette entro Natale.

Siamo a luglio e ancora in molti sono rimasti senza. La macchina sembra essersi impantanata. Il Csn, scrive Repubblica, “sceglie, tra le sue associate, chi può sostenere un notevole onere finanziario e gli affida il lavoro. Ad ottobre l’altro terremoto aumenta il fabbisogno, e la Cns dispiega nel cratere otto grosse aziende”.

In Umbria l’incarico sarebbe stato assegnato “alle due consorziate Gesta e Kineo, le quali hanno comprato impianti e kit di montaggio da due imprese ternane, la Italstem e la Cosptecnoservice”.

Una assegnazione che fa incuriosire molti, visto che Cosptecnoservice si occuperebbe di pulizie e cartelle stradali e deve appoggiarsi a Vipal per realizzare le casette. Chi è il presidente del Cda di Cosp? Danilo Valenti, legato alla governatrice Pd dell’Umbria, Catiuscia Marini.

Valenti, ricostruisce Repubblica, “è vice presidente di Legacoopservizi, della quale Marini è dipendente in aspettativa; nelle occasioni pubbliche si fanno vedere spesso insieme; la sua società risulta tra i finanziatori della campagna elettorale di Marini”. Senza mancre di partecipare alle cene di autofinanziamento di Matteo Renzi.

Discorso simile per la seconda classificata nella gara per le casette di legno. Il Consorzio Arcale, infatti, ha tra i soci ” la Sistem Costruzioni srl, uno dei più quotati produttori in Europa di moduli in legno lamellare e alluminio, il cui amministratore delegato è Emanuele Orsini”.

Che tra le altre cose appare tra i promotori dei comitati elettoriali pro-Renzi del 2012. Il nome della Arcale appare tra le carte dell’inchiesta su Consip portata avanti dalla procura di Napoli. Scrive il Gip che Alberto Bianchi, renziano e presidente della Fondazione Open, si sarebbe occupato di “sponsorizzare presso Marroni (Luigi, l’ex ad di Consip) un’azienda classificatasi seconda per la realizzazione delle casette in legno per i terremotati di Amatrice”. Bianchi nega e promette querele.

 

tratto da: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/sisma-scandalo-sulle-casette-spartite-dalle-coop-vicine-pd-1423034.html

ATTENZIONE – Non donate cibo o vestiti, potrebbero finire nelle mani di quegli SCIACALLI dei Terremotati. Donate soldi al 45500 e farete del bene, veramente tanto bene alle BANCHE !!! – Leggi l’articolo, guarda questo video, diffondi e non farti prendere per i fondelli !!

 

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ATTENZIONE – Non donate cibo o vestiti, potrebbero finire nelle mani di quegli SCIACALLI dei Terremotati. Donate soldi al 45500 e farete del bene, veramente tanto bene alle BANCHE !!! – Leggi l’articolo, guarda questo video, diffondi e non farti prendere per i fondelli !!

Ve ne avevamo parlato di recente:

Ecco i veri SCIACALLI – I soldi degli sms solidali? I terremotati non li vedono proprio! Vanno alle Banche!! E queste, bontà loro, li prestano ai terremotati con interessi modici… è il “metodo Bertolaso” !

Ma vogliamo ricordarvelo ancora. Non facciamoci prendere per i fondelli.

Giusto per farVi capire. Ecco la puntata di “Brontolo” del 25 giugno 2012 dove si è parlato del terremoto dell’Aquila. Dove sono finiti i soldi degli sms? Ecco ancora una volta spiegato lo scandaloso “metodo Bertolaso”

 

S C I A C A L L I !!!

 

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Per rinfrescarVi la memoria – Ecco i veri SCIACALLI – I soldi degli sms solidali? I terremotati non li vedono proprio! Vanno alle Banche!! E queste, bontà loro, li prestano ai terremotati con interessi modici… è il “metodo Bertolaso” !!!

 

terremotati

 

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Il sindaco Pirozzi denuncia che dei soldi degli sms solidari ad Amatrice non è arrivato niente. Ma dello scandalo legato agli sms per i terremotati ve ne avevamo già parlato in passato. l’aricolo di seguito, per esempio, pubblicato 1riprende alcune inchieste del 2012:

Per rinfrescarVi la memoria – Ecco i veri SCIACALLI – I soldi degli sms solidali? I terremotati non li vedono proprio! Vanno alle Banche!! E queste, bontà loro, li prestano ai terremotati con interessi modici… è il “metodo Bertolaso” !!!
E’ già successo per il terremoto in Abruzzo e sta succedendo anche ora.
Ci fanno credere che i nostri solli vanno ai terremotati ma non è così.
A noi ci prendono per i fondelli, ma per i terremotati è il più schifoso degli sciacallaggi!
La cosa venne fuori a seguito di un articolo de Il Fatto Quotidiano che a sua volta riprese voci che circolavano sul Web, rivelatesi poi vere. (V. di seguito l’articolo de Il Fatto Quotidiano).
In seguito anche la trasmissione televisiva “Brontolo” del 25 giugno 2012 ne ha parlato (V. video alla fine dell’articolo) poi più niente!!
Non più una parola dai media, il silenzio assoluto.
Ah, dimenticavamo, nel frattempo Silvio Berlusconi ha detto testuale “Io e Bertolaso a L’Aquila saremmo accolti come Gesù e la Madonna”…

Terremoto Abruzzo, i soldi degli Sms imboscati dalle banche

I circa cinque milioni di euro donati dagli italiani per “dare una mano” alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma del 2009, sono fermi nei forzieri degli istituti di credito. La Etimos, accusata nei giorni scorsi su alcuni blog di aver gestito direttamente il patrimonio, ci ha sì guadagnato e spiega come li ha spesi.
Gira e rigira sono finiti alle banche i 5 milioni di euro arrivati via sms dopo il terremoto dell’Aquila sotto forma di donazione. E la loro gestione è stata quella prevista da qualsiasi rapporto bancario: non è bastata la condizione di “terremotato” per ricevere un prestito con cui rimettere in piedi casa o riprendere un’attività commerciale distrutta dal sisma. Per ottenerlo occorreva – occorre ancora oggi – soddisfare anche criteri di “solvibilità”, come ogni prestito. Criteri che, se giudicati abbastanza solidi, hanno consentito l’accesso al credito, da restituire con annessi interessi. I presunti insolvibili sono rimasti solo terremotati. Anche se quei soldi erano stati donati a loro. Il metodoBertolaso comprendeva anche questo. È accaduto in Abruzzo, appunto, all’indomani del sisma del 2009. MentreSilvio Berlusconi prometteva casette e “new town”, l’ex numero uno della Protezione civile aveva già deciso che i soldi arrivati attraverso i messaggini dal cellulare non sarebbero stati destinati a chi aveva subito danni, ma a un consorzio finanziario di Padova, l’Etimos, che avrebbe poi usato i fondi per garantire le banche qualora i terremotati avessero chiesto piccoli prestiti. E così è stato. Le donazioni sono confluite in un fondo di garanzia bloccato per 9 anni. Un fondo che dalla Protezione civile, due mesi fa, è stato trasferito alla ragioneria dello Stato. La quale, a sua volta, lo girerà alla Regione Abruzzo. E di quei 5 milioni i terremotati non hanno visto neanche uno spicciolo. Qualcuno ha ottenuto prestiti grazie a quel fondo utilizzato come garanzia, ma ha pagato fior di interessi e continuerà a pagarne. Altri il credito se lo sono visto rifiutare.
L’emergenza
Bertolaso, allora, aveva pieni poteri. Come capo della Protezione civile, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma soprattutto nella veste di uomo di fiducia del premier Silvio Berlusconi. I primi soldi che Bertolaso si trovò a gestire furono proprio i quasi 5 milioni donati dagli italiani con un semplice messaggio del cellulare. Ma lui, “moderno” nella sua concezione di Protezione civile, decise che i milioni arrivati da tutta la penisola sarebbero stati destinati al post emergenza e alle banche, non all’emergenza. Questo aspetto non venne specificato al momento della raccolta, ma Bertolaso avevailpoteredidecidere a prescindere. Spedì poi un suo emissario alla Etimos di Padova, consorzio finanziario specializzato nel microcredito, che raccoglie al suo interno, attraverso una fondazione, molti soggetti di tutti i colori, da Caritas a Unipol.
I numeriQuello che è successo in questi 3 anni è molto trasparente, al contrario della richiesta di donazione via sms che non precisò a nessuno dove sarebbero finiti i soldi. Nemmeno a un ente, la Regione Abruzzo che, paradossalmente, domani potrebbe usare quei soldi per elicotteri o auto blu. La Etimos, accusata nei giorni scorsi su alcuni blog di aver gestito direttamente il patrimonio, ci ha sì guadagnato, ma non fatica ad ammettere come sono stati usati i soldi: dei 5 milioni di fondi pubblici messi a disposizione del progetto dal dipartimento della Protezione civile, 470 mila euro sono stati destinati alle spese di start-up e di gestione del progetto, per un periodo di almeno 9 anni; 4 milioni e 530 mila euro invece la cifra utilizzata come fondo patrimoniale e progressivamente impiegata a garanzia dell’erogazione dei finanziamenti da parte degli istituti di credito aderenti. Intanto sono state 606 le domande di credito ricevute (206 famiglie, 385 imprese, 15 cooperative). Di queste 246 sono state respinte (85 famiglie, 158 imprese, 3 cooperative) mentre 251 sono i crediti erogati da gennaio 2011 a oggi per un totale di 5.126.500 euro (famiglie 89/551mila euro, imprese 153/4 milioni 233mila e 500 euro, cooperative 9/342mila euro). Infine 99 domande sono in valutazione (68 famiglie, 28 imprese, 3 coop).
Gli aiuti e le bancheAl termine dell’operazione quello che è successo è semplice: i soldi che le persone hanno donato sono serviti a poco o a niente. Non sono stati un aiuto per l’emergenza, ma – per decisione diBertolaso – la fase cosiddetta della post emergenza. Che vuol dire aiuti sì, ma pagati a caro prezzo. Le persone si sono rivolte alle banche (consigliate da Etimos, ovviamente) e qui hanno contrattato il credito. Ma chi con il terremoto è rimasto senza un introito di quei soldi non ha visto un centesimo. Non è stato in grado neppure di prendere il prestito perché giudicato persona a rischio, non in grado di restituire il danaro.
Che fine han fatto gli sms?I terremotati sono stati praticamente esclusi. Se qualcosa hanno avuto lo hanno restituito con un tasso d’interesse inferiore rispetto agli altri, ma pur sempre pagando gli interessi. Chi ha guadagnato sono le banche, sicuramente, e la Regione Abruzzo che, al termine dei 9 anni stabiliti, si troverà nelle casse 5 milioni di euro in più. Vincolati? Questo non lo sappiamo. Ne disporrà come meglio crede, sono soldi che entreranno nel bilancio.
La posizione di EtimosFino a oggi, scoperto il metodo Bertolaso, il consorzio finanziario Etimos si è preso le accuse. Ma il presidente dell’azienda padovana al Fatto Quotidiano spiega che il loro è stato un lavoro pulito e trasparente. “Se qualcuno ha mancato nell’informazione”, dice il presidente Marco Santori, “è stata la Protezione civile che doveva precisare che i soldi erano destinati al post emergenza e non all’aiuto diretto. Noi abbiamo fatto con serietà e il risultato è quello che ci era stato chiesto”.

GUARDA QUI IL VIDEO DI BRONTOLO

da: il Fatto Quotidiano del 16 giugno 2012
da: http://zapping2015.altervista.org/1371-2/