Risarcimenti alluvione, la Regione Liguria perde 15 milioni perché non Toti (Forza Italia) legge le mail, neanche quelle della Protezione Civile… Però gli incompetenti sono i Cinquestelle…!

 

Toti

 

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Risarcimenti alluvione, la Regione Liguria perde 15 milioni perché non Toti (Forza Italia) legge le mail, neanche quelle della Protezione Civile… Però gli incompetenti sono i Cinquestelle…!

Risarcimenti alluvione, la Regione Liguria perde 15 milioni perché non legge le mail

Il Dipartimento Nazionale di Protezione civile ha segnalato ben tre volte la disponibilità alla pec del presidente Giovanni Toti: invano. Il Governatore risponde: “Abbiamo già rimediato”, ma è investito dalle polemiche

Quindici milioni di euro pubblici per risarcire le imprese liguri che hanno subìto le alluvioni 2013- 2015 erano già stanziati dal governo: alle imprese, però, non sono mai arrivati. La Regione Liguria li ha « di fatto, persi » per sempre. Perché? Perché la presidenza della Regione Liguria non legge le mail. Neppure quelle che il Dipartimento nazionale di Protezione civile, l’estate scorsa, ha inviato per offrire proprio alla Regione quei quindici milioni di euro e in cui spiegava come fare per ottenerli. Inviate all’indirizzo presidente@ pec. regione. liguria. it e dunque indirizzate direttamente a Giovanni Toti l’opportunità di ricevere questi finanziamenti straordinari per aiutare le imprese colpite dai disastri. Tre mail: cui nessuno, però, ha mai risposto.

A denunciare la vicenda è una lettera ufficiale, protocollata l’ 11 gennaio scorso, con cui il direttore generale del Dipartimento Infrastrutture Ambiente e Trasporti, Adriano Musitelli, porta il fatto all’evidenza del segretario generale della Regione, Pier Paolo Giampellegrini, al direttore generale della Direzione Centrale e Organizzazione, Paolo Sottili, e al dirigente del Settore presidenza, Jacopo Avegno.
Il Dipartimento di Protezione civile scrive al presidente della Regione. Ma Toti ( o chi per lui deve farlo) non legge la posta. A scrivergli è l’ufficio del consigliere giuridico del Dipartimento nazionale di Protezione civile. Gli scrive il 5 giugno 2017, il 26 giugno 2017 e, infine, il 7 luglio 2017 per informarlo del finanziamento pubblico a sostegno delle imprese alluvionate. Per sollecitare una risposta. Per informarlo che se le domande non arriveranno in tempo perderà i fondi già stanziati. Nessun cenno. «Tale disguido ha determinato gravissime conseguenze giuridiche » usa parole pesantissime, Musitelli che prosegue « in particolare non ha permesso alla scrivente amministrazione di avviare le procedure contributive previste da una norma statale a favore delle imprese danneggiate dagli eventi alluvionali 2013/2015, per il cui riscontro erano state stanziate risorse a valere sull’annualità 2017, pari a circa 15 milioni di euro per la Liguria ».
Una vicenda che il consigliere regionale Gianni Pastorino, Rete a Sinistra – Liberamente, ha deciso di portare all’evidenza del consiglio regionale per cui sta preparando un’interrogazione al presidente Toti. «Prendiamo atto di questa denuncia che illustra conseguenze gravissime: non poter attingere a quei fondi, stanziati con un decreto del consiglio dei ministri del luglio scorso, significa aver escluso le imprese della Liguria da una chance di risarcimento che per molte imprese rappresenta un’ultima occasione di sopravvivenza attacca Gianni Pastorino – perdere una mole così ingente di risorse a causa di questioni procedurali, per quella che appare come una sorta di negligenza, è un fatto di una gravità inaudita». E aggiunge: « Erano in molte le imprese a non aver potuto attingere alle precedenti tranche di risarcimenti, questa occasione era cruciale anche perché quindici milioni per il nostro territorio, dove le imprese sono medio-piccole, significava risolvere molti problemi. Ancor più grave è che quei denari siano perduti per sempre».
La delibera del consiglio dei ministri del 28 luglio 2017 che prevedeva lo stanziamento straordinario per le imprese liguri colpite dalle alluvioni 2013-2015 aveva una scadenza: il 31 dicembre 2017. « Le risorse avrebbero dovuto essere assegnate alle imprese a seguito di una domanda di accesso, della necessaria istruttoria e dell’invio alla Presidenza del Consiglio dell’elenco delle imprese ammesse a partecipare al bando » , spiega ancora Musitelli. I tempi però non ci sono più, per compiere l’iter procedurale, quando il dirigente e gli uffici si accorgono del “ buco” di comunicazione. « La notizia dello stanziamento è pervenuta in modo casuale solo in data 17 novembre 2017 » , riporta, meticolosamente, Musitelli, che a quel punto si è attivato, con tutti i mezzi possibili, per informare il Dipartimento nazionale di Protezione civile che le mail, così preziose, fondamentali, non erano state lette.
«Il 21 dicembre 2017 il capo Dipartimento della Protezione civile ha comunicato, sentito il Mef, l’impossibilità di utilizzare i fondi 2017 nell’anno 2018 » , risorse che sono state «di fatto perse», sigilla Musitelli.
« Che una pec, ovvero una casella di posta elettronica certificata, intestata al presidente della Regione non venga letta è assurdo – scandisce Pastorino – che per questo le aziende liguri perdano 15 milioni di risarcimenti pubblici già stanziati è ancora più assurdo. E esige risposte pubbliche » . Oltre al fronte della politica, si potrebbe aprire quello dei potenziali beneficiari dello stanziamento che, in gruppo, potrebbero andare a chiedere i danni direttamente alla Regione Liguria per uno stanziamento destinato a loro e cui non hanno potuto attingere.

La risposta della Regione è arrivata oggi:  “I risarcimenti destinati alle imprese liguri danneggiate dalle alluvioni nel periodo 2013-2015 ci sono e sono stati confermati dal Capo della Protezione civile Angelo Borrelli” hanno detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone che hanno aggiutno: “Si è trattato di un problema tecnico-burocratico, che è stato immediatamente risolto come dimostra la nota ufficiale che ci ha inviato Borrelli del 18 gennaio scorso in cui viene esplicitato chiaramente che i fondi per coprire i danni dal maltempo alle imprese nel periodo 2013-2015 saranno assegnati alla Liguria nel plafond disponibile per la Liguria nel 2018”.

Una spiegazione che non convince le opposizioni. “La loro risposta non risolve la questione da me denunciata, anzi dimostra inequivocabilmente che nel migliore dei casi le aziende liguri siano state danneggiate da quello che l’assessore Giampedrone definisce con leggerezza un ‘problema tecnico-burocratico’” dice Gianni Pastorino , secondo il quale “è evidente che le aziende subiranno un considerevole ritardo nell’erogazione dei fondi a loro spettanti. Da rilevare, inoltre, che ‘casualmente’ il 4 marzo 2018 si vota. Ed è risaputo che, con le elezioni alle porte, si determinano incertezze in tutti i processi amministrativi”.
Anche il gruppo del M5S attacca duramente la giunta chiedendo spiegazioni.”Siamo abituati alla totale disorganizzazione che alberga nella giunta Toti, ma questa volta si sfiora il fantozziano” dice Fabio Tosi, portavoce in consiglio.
Il gruppo del Pd chiede a Toti di “Riferire in consiglio il comportamento di questa Giunta, che evitiamo di qualificare, e in particolare del suo presidente, perché è a lui che la comunicazione è stata inviata per ben tre volte fra giugno e luglio 2017, le imprese liguri hanno perso ben 15 milioni di euro, una cifra ragguardevole che avrebbe permesso a molte di loro di ripartire o di ripagare quegli investimenti fatti dopo i danni subiti”.

tratto da: http://genova.repubblica.it/cronaca/2018/01/26/news/risarcimenti_alluvione_la_regione_liguria_perde_15_milioni_perche_non_legge_le_mail-187287520/

Maltempo… E poi scopri che su 8 miliardi stanziati per i fondi del piano antialluvioni, sono stati spesi solo 100 milioni! Un applauso ai nostri politici…!

Maltempo

 

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Maltempo… E poi scopri che su 8 miliardi stanziati per i fondi del piano antialluvioni, sono stati spesi solo 100 milioni! Un applauso ai nostri politici…!

Un piano anti dissesto idrogeologico da 7,7 miliardi di euro, da spendere entro il 2023, per evitare le stragi da nubifragio come quella avvenuta a Livorno. Sono passati tre anni da quando il governo Renzi ha lanciato il Piano “Italiasicura”, ma di quella cifra sono stati utilizzati soltanto 114 milioni. Meno dell’1,5% dei fondi stanziati. Non solo: meno del 6% degli interventi “necessari e prioritari” segnalati da Regioni e Comuni era effettivamente corredato da un piano esecutivo. Con interventi “fantasma” anche a Livorno.

Come riporta La Repubblica, la lentezza burocratica che traspare dalle tabelle della Struttura di missione contro il dissesto riguarda migliaia di emergenze sparse lungo tutto lo Stivale: oltre mille in Campania, 962 in Sicilia, 458 in Toscana. A complicare il tutto concorrono le “etichette” sui progetti: “preliminare”, “fase istruttoria”, “studio di fattibilità”. Tutte formule che impediscono il trasferimento dei fondi, che avviene soltanto quando un dato progetto riporta la voce “esecutivo”.

Il caso di Livorno

Il piano contro le alluvioni prevedeva nel caso di Livorno due interventi, bloccati allo stadio preliminare. Essi però non riguardano il Rio Ardenza e il Rio Maggiore, cioè i due fiumi straripati all’alba di domenica, ma il torrente Ugione. Nonostante un investimento di 3,5 milioni di euro, ai quali se ne aggiungono altri due previsti dalla Regione Toscana, i tempi di consegna non sono ancora stati fissati.

Calcoli non aggiornati

La situazione livornese riguarda però anche un “errore” nel calcolo della potenza dell’acqua e dell’effettiva resistenza della struttura protettiva che “vigilava” sul Rio Maggiore. Come riporta il Corriere, le vasche di espansione in cemento armato realizzate nel 2015 si sono infatti rivelate troppo piccole: il flusso ininterrotto ha potuto così inondare la città toscana, facendo esplodere i canali seminterrati e provocando la morte di sette persone.

Il progetto, finanziato con 5,2 milioni di euro nel 2012, prevedeva che le vasche mantenessero al loro interno portate d’acqua con un “tempo di ritorno” (cioè la possibilità che si ripeta un evento atmosferico grave come quello di Livorno) di 200 anni. Il calcolo fu realizzato basandosi su dati statistici riguardo le precipitazioni.

Peccato però che la messa in sicurezza di argini e torrenti facesse riferimento al Piano di assetto idrogeologico approvato nel 2003, in cui gli stati di pericolosità erano previsti in 30, 100 e 200 anni. Le vasche di espansione vennero dunque ultimate secondo questi parametri nel gennaio 2015, per entrare in funzione la prima volta proprio nella tragica giornata di domenica.

fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/maltempo-inutilizzati-i-fondi-del-piano-anti-alluvioni-spesi-solo-cento-milioni-su-otto-miliardi-stanziati_3093937-201702a.shtml

Incredibile – l’Inps chiede indietro i soldi dell’Alluvione del ’94. Basterebbe un semplice emendamento per porre fine a questo scempio, ma “loro” gli emendamenti li fanno solo per i cazzi propri!

Alluvione

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Incredibile – l’Inps chiede indietro i soldi dell’Alluvione del ’94. Basterebbe un semplice emendamento per porre fine a questo scempio, ma “loro” gli emendamenti li fanno solo per i cazzi propri!

«Basterebbe un emendamento, qualche riga allegata alle legge finanziaria, per chiudere questa incredibile battaglia tra le imprese alluvionate nel ’94 e l’Inps»

…E allora eccoli gli ultimi emendamenti:

In Parlamento si discute sulla regolamentazione dei Vitalizi – Ed ecco l’emendamento (subito approvato) sulla reversibilità proposto da Gasparini (Pd, ovviamente): “Ingiusto che i congiunti dei parlamentari finiscano a fare la sguattera o il giardiniere”

Il Pd di Renzi, l’apoteosi della CASTA, cerca di arraffare quanto più possibile prima che i 5stelle vadano al Governo – Nella “Manovrina” ecco l’emendamento per ripristina doppi incarichi per 143mila politici locali, vietati dal 2012…!

È ufficiale – I grandi economisti del nostro Governo colpiscono ancora: manovra, autovelox come bancomat. Passa l’emendamento che massacrare la Gente di multe per coprire buchi di bilancio dei Comuni!

Basterebbe un emendamento?

Che ingenui, lo vedete che gli emendamenti li fanno solo quando sono cazzi loro!

Alluvione ’94: “E’ incredibile che l’Inps richieda indietro quei soldi”

«Basterebbe un emendamento, qualche riga allegata alle legge finanziaria, per chiudere questa incredibile battaglia tra le imprese alluvionate nel ’94 e l’Inps». Ne è certo Luca Matteja, il portavoce del «Comitato Imprese Alluvionate Piemonte 1994» che oggi lunedì 29 maggio dalle 17,30, si riunirà nella sala consiglio della Provincia di Asti. Matteja, al fianco di centinaia di imprenditori piemontesi, vorrebbe che «si riconoscesse un diritto già scritto nelle leggi dello Stato». Oggi ad Asti, ad ascoltare questa richiesta d’aiuto ci saranno anche gli onorevoli e senatori piemontesi, di tutto l’arco costituzionale, Mauro Marino, Cristina Bargero, Mariano Robino, Mino Taricco e Massimo Fiorio. «Chiederemo loro di fare pressione al governo per chiudere questa partita una volta per tutte».

Nel ’94 il Piemonte viene alluvionato e gli imprenditori, che non sanno della norma sgravio appena varata, pagano tutto il dovuto all’Istituto. «In realtà i piemontesi avrebbero dovuto pagare il 10% di quelle somme ed allora la legge stabilisce che va restituito loro il 90% di quanto pagato per il triennio che ’95/‘97» spiega Matteja.

La battaglia da politica diventa legale con L’Inps che porta gli imprenditori in tribunale chiedendo loro di restituire le somme ottenute. Mentre davanti alla magistratura piemontese si dibattono i singoli ricorsi lo Stato vara un’altra norma, siamo nel 2007, che fissa come termine ultimo per la formalizzazione della richiesta di sgravio il 31 luglio di quell’anno e non il 2013, 10 anni esatti dopo la norma che concede i rimborsi datata 2003. «L’Inps non vuole pagare – aggiunge Luca Matteja – allora cita tutti i richiedenti piemontesi in giudizio e qui inizia il cortocircuito». Si passa per i tre gradi di giudizio, sino a quando un giudice di Cuneo non chiede il parere dell’Ue. Questa spiega che sì, quegli sgravi sono aiuti di Stato, ma si riferiscono ad eventi così indietro nel tempo da non aver senso bloccare. La corte di Cassazione, però, decide di rimandare i vari processi in corte d’Appello a Torino chiedendo ai giudici di verificare se lo sgravio incassato non è superiore al danno.

Luigi Florio, avvocato astigiano che ha rappresentato alcune imprese in questa battaglia legale con l’Inps, ha deciso di scrivere una lettera al ministro della Affari Regionali Enrico Costa. Una missiva dai toni cordiali che fotografa la preoccupazione di più di un imprenditore piemontese che lunedì sarà in Provincia per testimoniare questo iter processuale iniziato 10 anni fa e che pare non avere ancora una possibile fine.

 

fonte: http://www.lastampa.it/2017/05/29/edizioni/asti/alluvione-e-incredibile-che-linps-richieda-indietro-quei-soldi-HS00VFojbdKFM1W5N3XQ1K/pagina.html