No, a infettare Bolsonaro non è stato il karma, ma solo l’idiozia sovranista…

 

 

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No, a infettare Bolsonaro non è stato il karma, ma solo l’idiozia sovranista…

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro è risultato positivo al COVID-19. Negli ultimi mesi ha minimizzato il problema, denigrato coloro che si opponevano alle sue tesi antiscientifiche, ha continuato a presenziare senza mascherina a raduni stringendo mani di più sostenitori possibile, ha spinto diversi ministri del suo governo a dimettersi esasperati per il suo modo di gestire la crisi, e il 7 luglio è caduto vittima della suo stesso negazionismo scientifico. Adesso i commenti da tutto il mondo ruotano intorno alla parola karma, che è stata già scritta e pronunciata al tempo del ricovero in terapia intensiva del primo ministro britannico Boris Johnson. Non si tratta però di destino, di nemesi o di chissà quale disegno celeste: è semplicemente ottusità. Parola che, come è stato dimostrato anche durante questa pandemia, è sempre più sinonimo di sovranismo.

A fine marzo, quando già diversi Stati contavano centinaia di morti al giorno, Bolsonaro commentava gli sviluppi sul Coronavirus continuando a definirlo “un raffreddore, un’influenzetta”, dichiarazioni penosamente simili a quelle del suo omologo statunitense. All’epoca in Brasile i casi erano pochi, mentre l’Europa si trovava nel punto più critico della pandemia. Il team del sovranismo era completato dal primo ministro ungherese Viktor Orbán che assumeva su mandato del Parlamento i pieni poteri sospendendo la democrazia nel Paese, da Boris Johnson che indicava l’immunità di gregge come soluzione al virus invitando i suoi concittadini ad abituarsi a “perdere i propri cari”, e da Matteo Salvini che decideva di richiedere l’apertura o la chiusura dell’Italia con alternanza settimanale. Come previsto, l’oceano non ha fermato il virus, e oggi gli Stati Uniti e il Brasile sono i due Stati nel mondo dove ha causato più vittime

Quando in Italia i camion militari trasportavano le bare fuori da Bergamo, Bolsonaro continuava a minimizzare dichiarando che “L’Italia è un Paese pieno di vecchietti, in ogni palazzo ce ne sono almeno una coppia, per questo ci sono tanti morti”. Più che una mancanza di rispetto un attestato di futura idiozia, considerando che oggi la cronaca brasiliana è un susseguirsi di fosse comuni con cadaveri senza nome e índios lasciati morire in Amazzonia, dove il tasso di mortalità è superiore del 150% rispetto alla media brasiliana. Con l’arrivo del virus nel suo Paese, il presidente si è ancora più arroccato sulle sue tesi, mettendo in pericolo milioni di persone e scontrandosi contro i governatori dei singoli Stati brasiliani che in autonomia decidevano di imporre misure di lockdown (come previsto dalla legge e confermato dalla Corte suprema). È arrivato persino ad attaccare l’Oms accusandola di aver realizzato un piano per far fallire l’economia del Brasile.

“Mi dispiace per le vittime di Covid, ma moriremo tutti”, è la frase che Bolsonaro ha pronunciato il 3 giugno, con il Brasile in piena emergenza sanitaria. Schiavo del suo personaggio, il sovranista brasiliano non ha mai smesso di emulare Trump fino a diventarne una parodia ancora più grossolana. Come per il tycoon statunitense, la colpa dei suoi errori essere sempre degli altri, di qualche entità astratta che ha dato vita a cospirazioni contro il presidente. La sindrome dell’accerchiamento si è palesata quando Bolsonaro ha iniziato a non fidarsi nemmeno dei suoi collaboratori. Ad aprile è entrato in rotta di collisione con il suo ministro della Sanità, Luiz Henrique Mandetta, che ha rassegnato le dimissioni in aperto contrasto con le politiche del presidente. Il sostituto, Nelson Teich, si è dimesso meno di un mese dopo con le stesse motivazioni: era impossibile lavorare con un personaggio che al posto di focalizzarsi sulla sicurezza dei suoi cittadini è il primo a violare le norme di isolamento sociale e a comportarsi in modo irresponsabile. Più volte Bolsonaro è stato visto in mezzo alla folla, in piena epidemia, a scattare selfie senza mascherina. Questo ci porta a un macrotema ancora più inquietante: il pericolo non è soltanto Bolsonaro, ma tutti i Bolsonaro in giro per il mondo.

A Boris Johnson è servita la terapia intensiva per capire quanto le sue teorie fossero deleterie, con il Regno Unito che è balzato in cima alle classifiche di contagi e decessi in Europa, scavalcando nazioni come Spagna e Italia che per settimane sono state considerate i grandi malati del continente. Il problema è proprio la presunzione di chi non ha preso esempio da quello che avveniva nel mondo, coloro che avevano il vantaggio di avere più tempo a disposizione per prepararsi e che invece sono stati travolti proprio a causa di un’ignoranza di fondo mista a supponenza.

Bolsonaro non si è ammalato per il Covid a causa di una sfortunata coincidenza, ma perché da mesi non rispetta le regole elementari che ormai conosciamo a memoria. Il 4 luglio ha festeggiato la giornata dell’Indipendenza con l’ambasciatore statunitense in Brasile Todd Chapman e un gruppo di ministri, collaboratori e ospiti vari. Tutti abbracciati, stretti nella vicinanza della presunzione. Il giorno dopo Bolsonaro ha avvertito i primi sintomi – febbre alta, dolori alle ossa e ai muscoli – e subito ha fatto una radiografia ai polmoni e il tampone, risultato positivo la mattina dopo. Non si sa quando e dove abbia preso il virus, ma con i suoi bagni di folla ha messo a repentaglio la salute di centinaia di persone. Per non smentire la sua aura da uomo-tutto-d’un-pezzo, ha deciso di assumere idrossiclorochina e azitromicina, due farmaci dall’efficacia mai dimostrata per contrastare il COVID-19 e sconsigliati dall’Oms a causa delle loro controindicazioni. Lo stesso giorno Trump ha abbandonato ufficialmente l’Oms con una lettera, comunicando la sua intenzione di lasciare l’istituzione a partire dal luglio 2021.

L’augurio è che Bolsonaro possa riprendersi e accorgersi finalmente delle condizioni in cui versa il suo Paese, con oltre un milione e 600mila contagi e più di 66mila vittime; potrebbe capire che questi numeri sono al ribasso, perché nelle zone più emarginate non vengono fatti i tamponi né conteggiati i morti. Soprattutto, potrebbe rendersi conto che il COVID-19 non è “un’influenzetta”, e che se vieni contagiato non è per un complotto dell’Oms. C’è però la concreta possibilità che la sua guarigione non porti a nulla, se non a un rafforzamento del suo personaggio da telenovela: l’eroe che ha sconfitto il mostro e infonde coraggio alla nazione. Conoscendo il soggetto, è molto probabile.

Ciò che resta è l’ennesima débâcle del sovranismo, la prova che la demagogia può portare consensi ma non competenza. I principali leader dell’estrema destra hanno intortato i loro elettori seguendo i binari del pressapochismo per raggiungere una popolarità immediata, destinata ad affievolirsi quando sono necessarie le azioni, le competenze e tutti quegli strumenti fuori dall’orbita dei complotti e della gara a chi odia di più. Bolsonaro attecchisce su un popolo affamato, ma poi non lo sfama; Salvini o Trump riescono a incanalare la rabbia, ma poi se ne nutrono ingigantendola all’inverosimile, senza offrire alcuna soluzione per eliminarla, sempre che abbiano davvero intenzione di intervenire sul loro unico serbatoio elettorale. Hanno fallito perché invece dei loro nemici immaginari, ne hanno dovuto fronteggiare uno reale, il Coronavirus: non più una minaccia inventata a tavolino, ma un problema fin troppo concreto. E ne sono usciti sconfitti, sacrificando al loro ego migliaia di vite di loro concittadini.

 

 

fonte: https://thevision.com/coronavirus/bolsonaro-positivo-coronavirus/

I tedeschi, dopo essersi impossessati di 14 aeroporti turistici grazie alla troika, ora scaricano sul governo Greco le perdite causate dal lockdown e dal virus. Tutto grazie al contratto capestro imposto ai greci dalla troika stessa…

 

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I tedeschi, dopo essersi impossessati di 14 aeroporti turistici grazie alla troika, ora scaricano sul governo Greco le perdite causate dal lockdown e dal virus. Tutto grazie al contratto capestro imposto ai greci dalla troika stessa…

La tedesca Fraport si fa ripianare le perdite dal governo greco
I tedeschi di Fraport, dopo essersi aggiudicati la gestione di 14 aeroporti turistici greci per almeno 40 anni, ora avranno anche la possibilità di scaricare sul governo di Atene le perdite del primo semestre 2020 causate dal lockdown e dal coronavirus. Tutto grazie al contratto di concessione imposto al governo greco dai creditori esteri e dalla troika. 
Richiesta di risarcimento allo Stato greco per le perdite causate dal coronavirus
E’ il primo di luglio, il traffico aereo internazionale negli aeroporti greci non ha fatto nemmeno in tempo a ripartire che la tedesca FRAPORT, gestore di 14 aeroporti regionali, ha presentato al governo greco il conto per i mancati profitti. Secondo quanto riportato dal quotidiano Kathimerini, infatti, FRAPORT avrebbe calcolato per la prima metà del 2020 una perdita di 175 milioni di dollari e ora chiede che questa perdita venga coperta dallo Stato greco. (1) Tale richiesta di risarcimento si basa sul contratto di concessione, in base al quale FRAPORT nel 2017 ha preso in locazione 14 aeroporti regionali per 40 anni. La misura di privatizzazione faceva parte delle condizioni imposte dalla Troika alla Grecia prima di concedere i prestiti. Quando  all’epoca furono resi noti i dettagli del contratto ci furono forti critiche da parte degli oppositori della privatizzazione i quali sostenevano che, indipendentemente dal prezzo di acquisto, a FRAPORT venivano dati tutti i vantaggi, mentre alla parte greca finivano tutti gli svantaggi e i rischi. La richiesta appena presentata, infatti, viene legittimata proprio da quelle norme e conferma quanto quella critica fosse fondata. Sulla base dell’accordo, infatti, il locatario può rivendicare delle perdite finanziarie se si verificano eventi di forza maggiore – e il crollo del traffico aereo a seguito delle restrizioni causate dal coronavirus deve essere considerato come tale.
Nel periodo dal 1° gennaio al 31 maggio 2020, infatti, il traffico passeggeri complessivo in Grecia è diminuito dell’84%, mentre per i voli internazionali del 99,9%. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, si è passati dai circa 1,5 milioni di passeggeri ai soli 10.000 (- 99,3%) dell’aprile 2020 e al – 98,4% di maggio.
 
Questo crollo ha colpito duramente FRAPORT e i piani originali ne sono usciti sconvolti. La distribuzione di un dividendo alla casa madre tedesca, prevista per la prima volta nel 2022, probabilmente non ci sarà. Anche se ancora a metà 2019 la stampa settoriale tedesca festeggiava il successo dell’affare. (2) In considerazione del basso prezzo di acquisto, pari a 1,2 miliardi di euro (+ canone annuo di concessione) e nonostante gli investimenti per la conversione concordati nel contratto (330 milioni promessi, ma secondo FRAPORT in realtà sono stati necessari investimenti per 400 milioni), il numero dei passeggeri, aumentato piu’ di quanto previsto dal piano, ha garantito una crescita significativa del business. Nella sua relazione annuale, nel primo semestre del 2019 FRAPORT registrava un fatturato di 206,2 milioni di euro, con un incremento del 45,5% rispetto al 2018. L’utile prima delle imposte (EBITDA) era cresciuto del 13,3% passando ai 46,8 milioni di euro dello stesso periodo. Il fatto che il risultato complessivo sia stato comunque negativo per 19,2 milioni di euro è dovuto agli investimenti effettuati. Il responsabile di FRAPORT, Zinell, nel 2019 ha dichiarato che in ogni caso il prezzo pagato per l’acquisto e gli investimenti saranno recuperati “tra il 2027 e il 2033”. In altre parole: al massimo dopo 15 anni sui 40 della concessione, per almeno 25 anni l’attività aeroportuale sarà redditizia.
Queste prospettive nel frattempo si sono perse per strada. Secondo lo slogan scritto in caratteri molto piccoli e nascosto fra le righe del contratto di locazione, “privatizzare i profitti e socializzare le perdite”, ora saranno gli altri a dover pagare: se si utilizzeranno i sussidi del pacchetto per la ricostruzione dell’UE, infatti, a pagare il conto alla fine saranno o i contribuenti greci, oppure i contribuenti europei in generale.
In ogni caso, FRAPORT ha già rinviato i suoi obblighi di pagamento nei confronti dello Stato greco. In base al contratto, infatti, FRAPORT deve pagare allo Stato greco un canone annuo di concessione pari a circa 22,9 milioni di euro (oltre ad una quota legata al fatturato pari al 28,63% degli utili al lordo delle imposte). FRAPORT inizialmente ha rinviato tale pagamento con riferimento al Coronavirus, posticipo peraltro previsto dal contratto per un periodo di sei mesi, a fronte di un aumento del tasso di interesse dello 0,5%.
Il governo greco non ha ancora accettato le richieste dell’azienda. Apparentemente entrambe le parti sono in trattativa, ma si sa poco del loro svolgimento. Probabilmente si riuscirà ad evitare l’arbitrato ufficiale o i procedimenti legali. La presente richiesta di risarcimento danni da parte di FRAPORT in realtà non è neanche la prima: quando nel 2017 ha rilevato gli aeroporti, l’azienda aveva già richiesto un risarcimento di 74 milioni di euro perché lo Stato greco non avrebbe consegnato gli aeroporti nelle condizioni contrattualmente pattuite. All’epoca era stato raggiunto un compromesso per 27 milioni di euro. (3)
(1) https://www.kathimerini.gr/1085395/article/oikonomia/epixeirhseis/apozhmiwsh-logw-apwleias-tziroy-175-ekat-zhtei-h-fraport?
(2) https://www.welt.de/wirtschaft/article196456055/Fraport-Greece-Erste-Dividende-im-Jahr-2022.html
(3) https://www.imerodromos.gr/apozimiosi-27-ekatommyrion-eyro-sti-fraport-gia-kazanakia/
fonte: https://vocidallagermania.blogspot.com/2020/07/la-tedesca-fraport-si-fa-ripianare-le.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A%20blogspot%2FmlmqBS%20(Voci%20dalla%20Germania)&fbclid=IwAR3Ucf-Yafk2cuqto1Nm412rRvvZA7D4UjC0UrHNT3-FfWQ_fKys5UXFdHI

Bolsonaro positivo – Ricordate quando derideva l’Italia per Covid-19: “Muoiono perché è pieno di vecchietti” – Lo diceva solo tre mesi fa… Come vola di tempo, vero testa di cazzo?

 

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Bolsonaro positivo – Ricordate quando derideva l’Italia per Covid-19: “Muoiono perché è pieno di vecchietti” – Lo diceva solo tre mesi fa… Come vola di tempo, vero testa di cazzo?

Quando Bolsonaro derideva l’Italia per Covid-19: “Muoiono perché è pieno di vecchietti”

In questi mesi il negazionista al potere aveva attaccato tutti pur di negare i rischi della pandemia che sta facendo strage nel Brasile.

Ora che Covid-19 ha colpito anche lui, che negava la malattia e faceva tanto l’imbecille, c’è da immaginare cosa accadrebbe se invece di essere curato come si deve affrontasse il contagio come un povero di una favela o come gli Indios dell’Amazzonia.
E soprattutto rivengono in mente le idiozie volgare dette contro chiunque pur di affermare che si trattava di un falso allarme.

A marzo aveva: “L’Italia sembra Copacabana, dove in ogni palazzo c’è un anziano o una coppia di vecchietti. Per questo sono molto fragili e muore tanta gente. Hanno altre malattie, ma dicono che muoiano per coronavirus”.

“Non li uccide il coronavirus che arriva alla fine, quelle persone sono già debilitate”, aveva poi aggiunto nel tentativo di sottovalutare il virus.
Senza dimenticare che il fascista negazionista invece di preoccuparsi del virus attacca l’oma dicendo che era un’organizzazione che favoriva omosessualità e masturbazione tra i bambini”

Salvini: “Coronavirus diffuso da Cina per colonizzare economie, serve inchiesta” …ovviamente è una stronzata. Il problema è che un Italiano su quattro queste stronzate se le beve!

 

Salvini

 

 

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Salvini: “Coronavirus diffuso da Cina per colonizzare economie, serve inchiesta” …ovviamente è una stronzata. Il problema è che un Italiano su quattro queste stronzate se le beve!

Leggevamo un titolo “Un Paese di ignoranti: meno della metà hanno risposto alla chiamata della Croce Rossa per i test sierologici”

L’articolo spiegava che l’indagine Istat sulla circolazione del coronavirus effettuata attraverso test sierologici a campione è destinata al fallimento. Sui 150mila preventivati, soltanto 70mila italiani hanno risposto alla chiamata della Croce Rossa per sottoporsi all’esame…

In questo contesto si inserisce la dichiarazione del solito Salvini: “Coronavirus diffuso da Cina per colonizzare economie, serve inchiesta”

Contro ogni logica (solo un leghista potrebbe essere tanto idiota da diffondere un virus per colonizzare l’economia… in casa sua), contro ogni evidenza scientifica, contro il buon senso, Salvini spara la sua.

“Mi sembra chiaro, non so se volontariamente o involontariamente, che la Cina abbia contagiato il resto del mondo per poi magari colonizzare economicamente e fare shopping di aziende, alberghi, proprietà”

“Ci aspettiamo da Conte una presa di posizione forte verso la Cina: su Hongkong, sul virus e sulle menzogne”

“L’Italia non chini la testa trattando con un regime comunista sanguinario”.

Insomma, la solita stronzata detta per attirare l’attenzione… Il problema è che un Italiano su quattro queste stronzate se le beve!

…Un Paese di ignoranti. Proprio così.

 

Per la serie “se questo è un uomo” – La “vendetta” di Salvini sul figlio 15enne di Selvaggia Lucarelli: lo dà in pasto alla Bestia e viene riempito di insulti…

Salvini

 

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Per la serie “se questo è un uomo” – La “vendetta” di Salvini sul figlio 15enne di Selvaggia Lucarelli: lo dà in pasto alla Bestia e viene riempito di insulti…

Salvini continua a mal digerire le contestazioni e non esita a mettere alla berlina chi osa criticarlo. Non importa se minorenni.

Non è tardata la vendetta della Bestia di Salvini contro il figlio di Selvaggia Lucarelli: con assoluto spregio della legge per la tutela dei minori, l’account Facebook della Lega ha postato il video – senza censure – della contestazione del 15enne fatta a Milano: “Volevo ringraziarla per il suo Governo omofobo e razzista”.

Ovviamente, il risultato era scontato: moltissimi commenti di odio, insulti al ragazzo e alla madre. Salvini continua a mal digerire le contestazioni e non esita a mettere alla berlina chi osa criticarlo. Non importa se minorenni. Possimo solo sperare che ci saranno conseguenze legali.

Vaccino per il cancro in tre anni, i Berlusconiani di Caldoro si scandalizzano: “Roba da farabutti, De Luca fa cabaret”… Farabutti? Cabaret? Sarà così, ma solo quando lo fanno gli altri – Berlusconi aveva annunciato che avrebbe sconfitto il cancro già 10 anni fa!

 

De Luca

 

 

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Vaccino per il cancro in tre anni, i Berlusconiani di Caldoro si scandalizzano: “Roba da farabutti, De Luca fa cabaret”… Farabutti? Cabaret? Sarà così, ma solo quando lo fanno gli altri – Berlusconi aveva annunciato che avrebbe sconfitto il cancro già 10 anni fa!

Bufera sul presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha parlato di “un vaccino per curare il cancro, da Napoli, entro 3-5 anni”. Il gruppo consiliare a Palazzo Santa Lucia “Caldoro Presidente” attacca: “Roba da farabutti, De Luca fa cabaret”.

Questi Berlusconiani hanno proprio la memoria corta. Tanto da dare del Farabutto al loro cavaliere.

Correva l’anno 2010 erano i tempi di scudi fiscali, leggi vergogna, leggi ad personam, lodo Alfano, legge ammazza processi, prescrizione breve, processo lungo, scandali a ripetizione ed il Berlusca annunciava solenne e in più occasioni “sconfiggeremo il cancro entro tre anni

Cabaret? Roba da farabutti? Forse sì, ma solo quando lo fanno gli altri

 

Problema – Meloni e Salvini, in piazza per “l’Italia che lavora”. Dato che loro hanno rispettivamente il 70% ed il 90% di assenze in Parlamento, calcoli il candidato quanto possono essere idioti quelli che li prendono sul serio…

 

l’Italia che lavora

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Problema – Meloni e Salvini, in piazza per “l’Italia che lavora”. Dato che loro hanno rispettivamente il 70% ed il 90% di assenze in Parlamento, calcoli il candidato quanto possono essere idioti quelli che li prendono sul serio…

Con rabbia e veemenza, Giorgia Meloni dalla manifestazione della Destra a Piazza del Popolo, ha dichiarato: “Noi siamo il popolo, per questo facciamo paura. Facciamo paura a chi il sudore fa schifo. Ma suda chi lavora, a noi il sudore non fa schifo”.

Giorgia Meloni e Matteo Salvini che è con lei hanno rispettivamente il 70% e il 90% di assenze in Parlamento. Non proprio un ottimo esempio per dire che sono l’Italia che lavora.

Nel corso del suo intervento, Meloni attacca duramente il governo, colpevole a suo dire di non aver fatto nulla per far ripartire il Paese: “Di andare a prendere il thè con i pasticcini con il presidente del Consiglio non ci interessa. Se Conte vuole parlarci deve mandarci il documento con le proposte concrete. Non permetteremo che le mascherine diventino un bavaglio”. Critica poi il decreto Rilancio che, a suo avviso, “è pieno di marchette” e non tralascia la questione migranti: “L’unica attività che si rimette in moto è quella degli scafisti. Ma non con noi, con noi si rispettano i confini e si fa il blocco navale”. Interviene infine anche sulla legge contro l’omotransfobia: “Metteranno in galera chi è contro l’utero in affitto”.

Il consigliere di FRATELLI D’ITALIA che posa in divisa da SS vicino alla foto di Hitler… E questa gente ha il 15% dei voti degli Italiani…

 

Fratelli d’Italia

 

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Il consigliere di FRATELLI D’ITALIA che posa in divisa da SS vicino alla foto di Hitler… E questa gente ha il 15% dei voti degli Italiani…

Da Fanpage:

Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia che posa in divisa da SS vicino alla foto di Hitler

Una bandiera nazista e la foto di Adolf Hitler alle spalle: in primo piano Gabri Vaccarin, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Nimis (Friuli Venezia Giulia), nella divisa delle SS naziste. Questa è la foto che gira in rete da diverse settimane. Al momento, il coordinatore regionale di FdI e deputato, Walter Rizzetto, non ha rilasciato commenti.

Gabrio Vaccarin è un consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Nimis, un paese in provincia di Udine. Da diverse settimane ormai in rete gira una foto che lo ritrae in divisa da SS. Alle sue spalle, una bandiera nazista e una foto di Adolf Hitler. Secondo alcuni siti, ci sarebbero diverse altre foto dove il consigliere comunale di FdI, fedelissimo al segretario provinciale Gianni Candotto, poserebbe in divisa nazista. Nimis è un paese poco distante dal Comune di Tricesimo, in cui risiede il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, il deputato Walter Rizzetto.

In queste settimane Rizzetto è ampiamente presente nell’attenzione mediatica, considerando il suo ruolo di capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Lavoro, che si sta ora concentrando sugli emendamenti al decreto Rilancio. Dal deputato, tuttavia, nemmeno una dichiarazione in merito al consigliere comunale della sua Regione. Il sito “Il Trasparente” scrive: “Sono settimane che per i cellulari gira una fotografia del consigliere Vaccarin in divisa da S.S. con tanto di bandiera nazista e foto di Adolf Hitler alle sue spalle. A rovinare lo squallido scenario una borsa del supermercato Panorama ai bordi del tavolo. Oltre a questa immagine ve ne sono altre, sempre in posa con divise naziste e sguardo fiero”.

Giusto per rinfrescarvi la memoria, ricordiamo cosa ha fatto l’idolo di Gabri Vaccarin

Ebrei 6 milioni
Civili sovietici circa 7 milioni (inclusi 1,3 milioni di civili ebrei sovietici, anche inclusi nei 6 milioni di Ebrei)
Prigionieri di guerra sovietici circa 3 milioni (inclusi circa 50.000 soldati ebrei)
Civili polacchi, non-ebrei circa 1,8 milioni (inclusi tra i 50.000 e i 100.000 membri delle elites polacche)
Civili serbi (in Croazia, Bosnia, ed Erzegovina) 312.000
Persone disabili che vivevano in istituti fino a 250.000
Rom (Zingari) fino a 250.000
Testimoni di Geova circa 1.900
Criminali recidivi e individui definiti asociali almeno 70.000
Oppositori politici tedeschi e membri della Resistenza nei paesi dell’Asse numero indeterminato
Omosessuali centinaia, forse migliaia (inclusi i quasi 70.000 criminali recidivi e gli asociali elencati precedentemente)

Senza dimenticare che il predetto idolo ha voluto una guerra  che ha provocato tra 60 milioni ed i 70 milioni di morti.

Salvini torna a Mondragone, ma stavolta città è blindata per evitare le contestazioni… Qualcuno ci spiega quanto ci costa la becera propaganda elettorale di questo individuo? Perchè gli consentono di andare in giro a sparare cazzate e poi il conto lo dobbiamo pagare noi?

 

Mondragone

 

 

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Salvini torna a Mondragone, ma stavolta città è blindata per evitare le contestazioni… Qualcuno ci spiega quanto ci costa la becera propaganda elettorale di questo individuo? Perchè gli consentono di andare in giro a sparare cazzate e poi il conto lo dobbiamo pagare noi?

Il leader della Lega Matteo Salvini sta per tornare a Mondragone, in provincia di Caserta, nella zona rossa dei palazzi ex Cirio dove si è sviluppato un focolaio di Coronavirus. A distanza di pochi giorni, Salvini torna dopo le contestazioni: il 29 giugno, infatti, a causa dei manifestanti contro di lui, il leader della Lega fu costretto a rimandare il suo comizio.

C’è grande schieramento di forze dell’ordine, polizia e carabinieri, a Mondragone, nella provincia di Caserta, dove è atteso l’arrivo di Matteo Salvini. Il leader della Lega, a distanza di pochi giorni, torna dunque nella zona rossa dei palazzi ex Cirio, dove è stato individuato un focolaio di Coronavirus, con circa 70 contagi. Lo scorso 29 giugno, infatti, l’ex ministro dell’Interno era arrivato a Mondragone, ma era stato fortemente contestato e, a causa dei manifestanti contro di lui, era stato costretto a rimandare il suo comizio. “Tra pochissimo sarò a Mondragone per incontrare, tra gli altri, alcuni rappresentanti delle realtà produttive del territorio e in particolare allevatori, agricoltori, balneari, albergatori. La città non può essere ricordata solo per lotte tra bande” ha scritto Salvini su Twitter pochi minuti fa.

In attesa che il leader del Carroccio arrivi in città, è massiccio lo spiegamento delle forze dell’ordine, per evitare che si verifichino le tensioni che lo scorso 29 giugno avevano portato a scontri tra polizia e manifestanti, causando il ferimento di uno di loro. Il leader leghista incontrerà, tra gli altri, alcuni rappresentanti delle realtà produttive del territorio e in particolare allevatori, agricoltori, balneari, albergatori. Presente anche il segretario regionale della Lega in Campania, Nicola Molteni. Mondragone è blindata, oltre che bloccata: vietato l’accesso alle automobili su tutto il lungomare cittadino, mentre gli accessi ai pedoni sono contingentati.

Fonte: https://napoli.fanpage.it/salvini-torna-a-mondragone-dopo-le-contestazioni/
https://napoli.fanpage.it/

Vi spieghiamo cosa è il capitalismo: Coca-Cola e Pepsi guadagnano milioni negli Usa imbottigliando l’acqua di rubinetto. Se un americano non paga la bolletta gli tagliano l’acqua. Loro, invece, pagano quando e come vogliono!

 

capitalismo

 

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Vi spieghiamo cosa è il capitalismo: Coca-Cola e Pepsi guadagnano milioni negli Usa imbottigliando l’acqua di rubinetto. Se un americano non paga la bolletta gli tagliano l’acqua. Loro, invece, pagano quando e come vogliono!

Coca-Cola produce una serie di bevande negli Stati Uniti, tra cui l’acqua in bottiglia di Dasani che ha generato oltre 1 miliardo di dollari di vendite negli Stati Uniti nell’ultimo anno, secondo la società di ricerche di mercato IRI. Peccato, come rivela una lunga inchiesta (in inglese qui l’integrale) di Ryan Felton per Consumer Reports, che la maggior parte dell’acqua in bottiglia venduta negli Stati Uniti provenga dalle stesse fonti municipali che forniscono acqua di rubinetto, un fatto che potrebbe essere sconosciuto alla maggior parte dei consumatori. La Coca-Cola produce Dasani nello stabilimento di Detroit della società acquistando, trattando e imbottigliando l’acqua municipale prima di venderla con un significativo aumento dei costi per i consumatori. Pepsi imbottiglia il suo marchio di acqua Aquafina a Detroit allo stesso modo.

Il modello di business è estremamente redditizio. Il costo per acquistare quell’acqua municipale è estremamente basso e, una volta imbottigliato, il markup può essere circa 133 volte maggiore, secondo un’analisi dei rapporti dei consumatori sulla fatturazione e sui registri di utilizzo dell’azienda.

Da un punto di vista normativo, le aziende che vogliono mettere grandi quantità di acqua pubblica in bottiglie a scopo di lucro affrontano pochi ostacoli e costi accessori minimi, portando alcuni esperti a richiedere più tasse sugli imbottigliatori. E poiché l’approvvigionamento idrico, inclusi i processi e le infrastrutture su cui si basano gli imbottigliatori, è pagato dai contribuenti locali, le attività delle società sono sovvenzionate dal pubblico, sostengono i rappresentanti dei consumatori.

“Questi imbottigliatori ricevono acqua a basso costo sovvenzionata dai contribuenti e poi si voltano e lo vendono al pubblico con un significativo markup”, afferma Brian Ronholm, direttore della politica alimentare di Consumer reports.

Un ricarico enorme a spese del pubblico

Aquafina e Dasani continuano a incrementare le vendite rispettivamente per Pepsi e Coca-Cola. L’anno scorso, secondo i dati del settore, ogni azienda ha totalizzato 1 miliardo di dollari nelle vendite statunitensi dei propri marchi di acqua di rubinetto in bottiglia.

E i due big possono ringraziare la Food and Drug Administration e le autorità di regolamentazione statali, che insieme supervisionano l’acqua in bottiglia della nazione, per aver reso il processo di approvazione normativa un gioco da ragazzi.

Ad esempio, nel Michigan Coca-Cola e Pepsi hanno dovuto fornire la documentazione attestante che il Dipartimento di acqua e fognature di Detroit (DWSD) avesse certificato che la sua fonte di approvvigionamento di rubinetti è sicura. Hanno anche dovuto confermare che le loro strutture erano collegate al sistema di Detroit prima di pagare 25 dollari (avete capito bene) per un permesso di vendere un prodotto nello Stato.

Nulla di più facile, se si pensa che quando un’azienda vuole lanciare un marchio di acqua sorgiva, deve sottoporsi a un processo molto più complicato e costoso che include la ricerca di una fonte idrica sotterranea e la costruzione di macchinari per pompare l’acqua e l’infrastruttura per trasportarla in un impianto di lavorazione, oltre a superare gli ostacoli normativi per testare la sicurezza dell’acqua e approvarla.

Ai cittadini che non pagano le bollette sospendono l’acqua

Ma ciò che è buono per le imprese non è necessariamente buono per i consumatori, secondo Consumer Reports, che attraverso l’esame di centinaia di pagine di fatturazione e altri documenti ottenuti attraverso richieste di registri pubblici e interviste con esperti di diritto ambientale, consulenti del settore, residenti di Detroit e sostenitori dei consumatori, ha scoperto che imbottigliatori e  consumatori non sono sempre trattati come uguali dai servizi idrici. A Detroit, la cui politica prima della crisi del coronavirus prevedeva il distacco del servizio di acqua ai residenti se fossero rimasti indietro di 150 dollari nelle bollette dell’acqua, si stima che 2.800 case fossero senza acqua corrente all’inizio della pandemia.

Ma a Coca-cola e Pepsi no

Ma gli imbottigliatori di Detroit hanno anche accumulato decine di migliaia di dollari di bollette dell’acqua scadute che non sono state pagate per mesi. Non una volta il loro accesso all’acqua è stato chiuso durante il periodo che hanno esaminato i giornalisti della principale organizzazione di consumatori nordamericana. Alla domanda sul perché, la città ha citato la solida storia dei pagamenti delle società e la capacità di pagare le bollette. Tranne poi dichiarare che aveva commesso errori nella raccolta dei saldi scaduti.

Mentre l’amministrazione di Detroit sospendeva l’erogazione ai consumatori rei di  aver fatto passare 60 giorni con una bolletta non pagata da 150 dollari in su (pratica solo sospesa in tempi di lockdown), i registri mostrano che tra aprile e luglio 2017 la Coca-Cola ha avuto una bolletta di 77.600 che è rimasta non pagata per tre mesi. Da agosto a novembre di quell’anno, invece, aveva accumulato un debito di 287.250 prima di ripagarlo. Da dicembre 2017 a marzo 2018, la società è rimasta indietro di cifre che variavano tra $ 1.860 e $ 108.170 prima di ripagarle interamente.

Nel frattempo, da dicembre 2018 a febbraio 2019, Pepsi non era da meno con cifre tra $ 1.410 e $ 29.710 fino al suo pagamento. E la città non ha mai chiuso l’acqua delle aziende e l’imbottigliamento è continuato.

Coca-Cola e Pepsi non hanno risposto alle domande di CR sul perché sono passati mesi senza pagare le bollette.